Cinema, Teatro, Arte, Spettacolo

28 giorni dopo!
Messaggio del 03-02-2005 alle ore 13:40:57
Siete 2 maniaci che si sono impiombati
Messaggio del 03-02-2005 alle ore 13:38:00
Cmq Dean, preparati ke Dekkard sta x ucciderti
Messaggio del 03-02-2005 alle ore 13:32:40
Guardate ke qui Romero nn c'entra 1 pippa... e cmq nn penso sia meglio essere fissati con i film dei fratelli farrelly
Messaggio del 03-02-2005 alle ore 13:26:20
DEAN!
Messaggio del 03-02-2005 alle ore 10:21:52
Ma non è che siete un po fissati con Romero? Non dico che sia malvagio, ma i suoi film non mi sembrano dei capolavori assoluti
Messaggio del 03-02-2005 alle ore 10:10:30
Si sul DVD e nella ver.mandata in onda da Sky c'e' la ver."cattiva" del finale,forse molto piu' adeguata al clima diseprato che si respira lungo tutta la pellicola.Cmq sto genere di film,da ultimo uomo sulla Terra,passando per 1975 Occhi bianchi sul pianeta terra e alla sacra trilogia,ora quadri,di Romero,lasciano la via aperta ad un nr enorme di soluzioni e finali alternativi
Messaggio del 03-02-2005 alle ore 01:01:26
Ho visto ora ke sul DVD c'è il finale alternativo, domani vado di corsa ad affittarlo
Messaggio del 03-02-2005 alle ore 00:52:53
Dekkard, ma la versione originale è reperibile?
Messaggio del 02-02-2005 alle ore 23:38:51
il finale è angoscioso piuttosto k ottimista, xkè insinua un ennesimo dubbio!
xò sarei tanto curioso d vedere la versione finale originale!
Messaggio del 02-02-2005 alle ore 22:51:07
Non e' poi cosi malvagio,ho visto cose ben peggiori e in momenti di vacche magre come in questi anni,e' apprezzabile l'opera del regista britannico che apprezzo soopratutto per Trainspotting,che ritengo sia uno dei film meglio realizzati negli anni 90.Come ha sottolineato Skin il finale e' stato pilotato dai produttori,come in Blade Runner e in dozzine di altre pellicole.Ho avuto cmq la fortuna di assistere alla ver.del finale originale e tiassicuro Skinnolo e' tutta un altra cosa,un bel finalone disperato e cattivo.Cmq in attesa di Re Romero digerisco un po' di tutto.
Messaggio del 02-02-2005 alle ore 22:43:28
La visione risale ormai a 2 estati fa e dovrei concedergli una seconda possibilità se non fosse per il fatto che lo ricordo estremamente noioso...so che da più parti l'hanno eletto a cult-movie, ma sinceramente per me (e non solo ) resta un prodotto evitabile...
Messaggio del 02-02-2005 alle ore 20:59:41
Nn pensavo ke a faccina nn fosse piaciuto... io l'ho trovato divertente e squisitamente B-movie.
Un po debole il finale, ma fu imposto dalla produzione x dare 1 po di ottimismo, di fronte al terrorismo ke dilagava all'epoca dell'uscita del film
Messaggio del 07-12-2003 alle ore 04:18:48
Mah...
Messaggio del 06-12-2003 alle ore 19:52:18
Il film è buono... la fotografia e la sceneggiatura sono ottime però ci sono troppe stronzate sparse qua e la per la pellicola che ti lasciano perplesso
Messaggio del 05-12-2003 alle ore 01:43:06

sicuramente un ottimo survival horror, a mio parere uno dei migliori titoli di quest'anno.



Vi siete messi d'accordo eh?
Messaggio del 04-12-2003 alle ore 19:09:05
sn d'accordo cn te Bender!
la fotografia è livida e spiazzante, la tensione è imperante e la parte del film coi soldati al limite del bizzarro/grottesco misto a inquietudine...

mmh... io il finale nn lo definirei tanto banale... nn è neanke happy-end, hai fatto a caso alla scritta HELL k muta in HELLO(cm dicevo nel primo post!) e al pilota dell'aereo k dice: "rientramo alla base!"?
Messaggio del 04-12-2003 alle ore 17:55:06
...secondo me è un film eccezionale.
soettacolare fotografia, ok finale banale sono d'accordo, ma quintali di tensione e molti ammiccamenti (o scopiazzature) a film cult del genere horror.

sicuramente un ottimo survival horror, a mio parere uno dei migliori titoli di quest'anno.

voto: 8
Messaggio del 04-12-2003 alle ore 15:28:31
Ripensandoci bene...sei tristissimo.
Messaggio del 04-12-2003 alle ore 15:26:49
Almeno il coraggio di controbattere con parole tue...e che cazzo.
Messaggio del 04-12-2003 alle ore 14:55:30
Faccina...se la tua vita ha in qualche modo a che fare con il Cinema ti consiglio vivamente di dedicarti ad altro...

Ci sono degli ottimi corsi di formazione professionale riguardanti l'uncinetto.

L'Agenzia Ippica potrebbe risolvere molti dei tuoi problemi mentali.

In alternativa potresti provare a scrivere un soggetto migliore di quello attorno a cui ruota il film di Boyle. E stai sicuro che anche un cerebroleso come te saprebbe far di meglio.
Messaggio del 04-12-2003 alle ore 12:59:15
Braed...se la tua vita ha in qualche modo a che fare con il Cinema ti consiglio vivamente di dedicarti ad altro...

Ci sono degli ottimi corsi di formazione professionale riguardanti l'uncinetto.

L'Agenzia Ippica potrebbe risolvere molti dei tuoi problemi mentali.

In alternativa potresti provare a scrivere un soggetto migliore di quello attorno a cui ruota il film di Boyle. E stai sicuro che anche un cerebroleso come te saprebbe far di meglio.

Hai proprio ragione: è proprio questione di gusti!

Avanti il prossimo.
Messaggio del 04-12-2003 alle ore 11:54:05
mmh... credo d sì!
Messaggio del 03-12-2003 alle ore 23:26:09
a me non è dispiaciuto anche se non l'ho trovato originale,affatto.è la copia di un numero di dylan dog di qlc anno fa.ricordate?
Messaggio del 03-12-2003 alle ore 15:50:16

è sempre la solita storia: questione d gusti! pace all'anima, avanti il prossimo!
Messaggio del 03-12-2003 alle ore 15:48:06
Caro Braed, non mi va neanche di leggere il copia-incolla effettuato da chissà quale rivista-sito che si occupa di Cinema. Il film in questione è un aborto che non sarebbe dovuto neanche esser distribuito.

Sceneggiatura ridicola, regia nella media (non la salva neanche la pur buona seconda parte dove le inclinazioni/angolazioni della m.d.p. contribuiscono a rendere più disturbante l'atmosfera citando ancora una volta videogiochi e relativo genere survival horror quali Resident Evil ad esempio).

Sulla fotografia non mi pronuncio per evitare di dire altro. Attori quasi sufficenti e cmq poco credibili.

Ci sono B-Movie fatti con i contro cazzi, se pensso che siamo di fronte ad un opera firmata dal regista di Trainspotting mi viene da piangere.

Da evitare come la peste.
Messaggio del 03-12-2003 alle ore 12:47:51
Se c’è una cosa che pervade il film di Boyle dall’inizio sino alla fine è una costante tensione fisica così forte da risultare palpabile ed evidente anche al meno timorato degli spettatori.
Il prologo nel laboratorio, con gli eco-terroristi desiderosi di liberare “innocenti” esemplari di scimmie e scimpanzè è, sotto questo punto di vista, solamente il biglietto da visita di cotanta paura, quella con la P maiuscola e così rara da assaporare in tempi di magra come questi.
Sissignori, “28 giorni dopo” fa paura. E non poca.
Non siamo alle prese con robetta tipo “Nave fantasma” o peggio, “Paura.com”, due titoli horror (per modo di dire) passati sventuratamente nelle sale nostrane in tempi recenti (quando invece fior fiore di gioielli orientali vengono colpevolmente ignorati, magari per lasciar via libera ai loro più appetibili e vendibili remakes).
Qui siamo di fronte a uno zombie-movie con tutti i topoi del genere ben rispettati e, punto di valore della pellicola, contemporaneamente traditi.
La caccia agli omaggi e alle citazioni è iniziata subito dopo l’uscita: i nomi/numi ispiratori maggiormente quotati sono quelli di Romero, Fulci, Lenzi, Bava, Argento, addirittura l’Anderson di “Resident evil” e chi più ne ha più ne metta.
Ed è giusto che sia così. Ma altrettanto onesto sarebbe attribuire i meriti che spettano a Boyle e allo sceneggiatore (nonchè affermato scrittore) Alex Garland.
I due avevano collaborato precedentemente per “The beach”, la riduzione per il grande schermo di uno strepitoso romanzo della stesso Garland; ma il film fu un fallimento totale, fece irritare la critica e disgustare gli spettatori, anche quelli minorenni di sesso femminile accorsi per Di Caprio post Titanic che scorazzava a petto nudo per isole dalla bellezza paradisiaca ma dal pericolo in agguato.
Ora, Boyle e Garland, dimezzando budget (il film è girato in digitale) ma non ambizioni, sfornano quello che si può definire un remake rivisto e (s)corretto di “The beach”.
Non più allora l’isola incontaminata popolata da una specie di setta di eletti dove rifugiarsi dai mali del mondo e dalla mediocrità umana del 20° secolo ma un’altra isola (l’accampamento militare) nell’isola (la Gran Bretagna) dove un altro analogo manipolo di “eroi” cerca di sfuggire dal pericolo quotidiano che li circonda: in questo caso si tratta di famelici e ferocissimi cittadini d’Albione infettati dal virus della rabbia trasmesso da una delle scimmie liberate di cui si diceva all’inizio, che a giudicare dagli effetti (dopo 10 secondi chiunque venga a contatto con sangue e saliva si trasforma in una specie di demonio dagli occhi rossi con una insaziabile fame antropofaga) ha devastato praticamente Londra intera.
Appurate le affinità elettive con l’altro testo che paiono volute tanto da far sembrare l’operazione una sorta di riaffermazione caparbia della potenza e dell’efficacia di quel soggetto, Boyle si scatena lasciando libero il suo entusiasmante stile visivo pop qui decisamente virato su toni più scuri e inquietanti: angoscioso e visivamente stupendo è il quarto d’ora con Jim, il Sopravissuto, che si aggira per una Londra plumbea e impossibilmente vuota ancora in tenuta di paziente ospedaliero. A sottolineare l’agghiacciante presa di coscienza di essere rimasto (apparentemente) l’ultimo uomo sulla terra è il sublime, immenso crescendo di “East Hastings” dei Godspeed you! Black Emperor, la cui arte sonora è stata perfettamente definita da Maurizio Marino come “musica classica del dopobomba”1.
La sensazione di trovarsi di fronte a un panorama e ad un clima post-apocalittico è ulteriormente sottolineata da alcuni fattori curiosi: la prima immagine del film ci fa vedere una serie di televisori sintonizzati su un canale che sta mostrando immagini, presumibilmente provenienti da qualche zona calda mediorientale, di tensione e violenza.
Sintomatica poi la muraglia di notes e fotografie lasciate da chi ha perso i propri cari nella disastrosa epidemia che Jim trova vagando per le strade, muraglia che ricorda quella edificata nei pressi di Ground Zero subito dopo la tragedia delle Twin Towers da parenti e amici delle vittime.
Infine, non appena il protagonista scopre di non essere solo ma che degli strani esseri lo stanno inseguendo e tentano d’aggredirlo, l’altra coppia di sopravvissuti (una è Selene, sparring partner di Jim nel proseguimento della vicenda) gli viene in soccorso innescando una vera e propria mini guerra civile combattuta a suon di bombe e molotov. Boyle riprende la scena con macchina a mano (potremmo definirla quasi “dogmatica”, ma non ci pare proprio il caso), come se fosse un reporter gettato nel bel mezzo della mischia…situazione questa che ricorda neanche troppo velatamente i fatti dell’ormai tristemente leggendario G8 genovese.
Questo procedimento che in molti altri film suscita una condivisibile irritazione per via della furberia partigiana con cui lo si usa (si veda “Bloody sunday”) qui invece diventa necessario e funzionalissimo. Dopo averci condotto silenziosamente nelle streets e nelle squares londinesi senz’anima viva, Boyle ci riporta bruscamente nello scenario del genere horror.
Il salvataggio a mò di attentato no-global ha la funzione di reinserire lo spettatore nella realtà fisica con cui il regista ha iniziato il suo discorso di tensione.
Il peregrinare sognante (ma più che sogno è un incubo bello e buono) di Jim deve essere stoppato dalla presenza tangibile di una o più forze del male (perché, scimmie o meno, gli zombie sono forze del male e non a caso il primo non-morto che Jim vede è un prete, classico esempio di forza del bene soggiogata) per poter poi compiere il percorso classico dell’eroe buono contro i cattivi.
Il tutto condito da massicce e godibilissime dosi di humour nero (il contagio quasi ridicolo e per questo tanto più forte del buon Frank), di grottesco (la scena al supermercato con “A.M. 180” dei Grandaddy in sottofondo, il soldato checca dell’accampamento e quello infetto legato al palo come un cane pericoloso, il personaggio volutamente kurtziano di Christopher Ecclestone) e di visionarietà mai banale (i secchi coloratissimi sul tetto di Frank , Selene e Hannah agghindate con abiti vagamente ottocenteschi che scorazzano nel maniero come due figure gotiche impazzite).
L’arte dello spaventare, poi, sembra venire naturale a Boyle: quando Jim ritorna a casa per dare l’estremo saluto ai genitori, il regista li mostra senza artifici caricaturali come due corpi in stato di decomposizione. Stessa mancanza di pudore (comunque indispensabile per il genere) la si ha quando scorrono le immagini riflesse dal finestrino dell’auto con la quale i nostri eroi si dirigono verso Manchester. Notiamo chiaramente cadaveri da tutte le parti: una sfilata di corpi smembrati, lasciati ad appassire nelle posizioni più innaturali in ogni angolo della strada: e sembra di essere finiti quasi in un film sullo sterminio degli ebrei, dove si mostrano gli effetti dei lager nazisti e della follia umana.
Un momento spiazzante, che instilla uno straniante senso di disagio che, unito ai momenti di inquietudine e di orrore lascia decantare la memoria del film nella mente dello spettatore anche molti giorni dopo la prima visione.
Sul finale è meglio non sbilanciarsi: si aspettava qualcosina di meglio, anche se comunque non delude e soprattutto fa pensare la scritta HELL fugace che muta in HELLO tetro e senza speranze!
Gli attori fanno il loro dovere e ci piace menzionare sopra gli altri un grande caratterista quale è Brendan Gleeson, una specie di John Goodman pel di carota dalla fisicità animale e tipicamente irlandese. Uno che in ogni film recente in cui si è trovato ha lasciato un ottimo ricordo nella mente di ogni appassionato di performance attoriali di comprimari e spalle di classe (“A.I.”. “Dark blue” e “Gangs of New York”).

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Editato il 12:59:21 03/12/2003 da Bræd

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