"Sì, in America i censori devastano i miei film. Ma io me ne fotto, non sono disposto a scendere a compromessi. I miei film non sono per tutti. Me ne frego se turbano le casalinghe di Beverly Hills"
"L'ultima delle mie preoccupazioni è chi andrà a vedere i miei film"

Perché ha deciso di girare a Roma un film ambientato a New York?
Più film facciamo più difficoltà incontriamo nel trovare le persone e i posti dove girare i film che abbiamo in mente. Questo viaggio ci ha portato da questo giovane produttore, Andrea De Liberato, che ci stava cercando mentre noi cercavamo un tipo come lui. Hollywood per noi a questo punto non è più un'alternativa possibile. Ci sono tanti posti dove poter fare cinema, ma il mio sangue e il mio cuore mi portano qui in Italia, perché in fondo le mie origini sono italiane. Inoltre, c’è da dire che i finanziamenti per i miei film quasi sempre vengono dall’Europa, ‘King of New York’ è stato girato con soldi italiani mentre ‘Il nostro Natale’ è stato prodotto dai francesi.

Ci sono ancora produttori americani che sono interessati a produrre suoi film?
Certo, ci sarebbero, ma se facessi film come interessa loro: film hollywoodiani, su commissione, scritti da altri e con un lieto fine.

Cosa significa per lei Cinecittà?
Cinecittà è il posto dove sono stati girati i migliori film che ho visto: ‘La dolce vita’, ‘8 e mezzo’. E’ un posto magico. Anche i film degli anni Settanta e Ottanta, film strani come ‘Copkiller’ di Roberto Faenza che poi magari sono stati dimenticati ma che avevano questa capacità incredibile di riuscire a fare cinema nei teatri di posa.

Cosa ci può raccontare di ‘Go go Tales’?
Il film è ambientato tutto in una notte dentro un night club nello stile di ‘Assassino di un allibratore cinese’ di John Cassavetes. Il club è stato disegnato da Frankie De Curtis e per noi si tratta di un club dell’immaginazione, può essere New York ma non ha molta importanza. Il club si può trovare su Park Avenue o al Waldorf Astoria, ma per il suo gestore, Ruby, il club deve diventare un paradiso. Nella sua mente ci sono i club di Copacabana, con le ragazze che fanno la lap dance, Ruby è un sognatore e il club è il suo sogno. Ha un sacco di problemi perché il club è sull’orlo del fallimento, contro di lui ci sono la proprietaria del locale, la concorrenza. Per tutti quello non è che un posto per spogliarelliste ma per lui è il paradiso.

C’è qualche legame tra ‘Go go tales’ e ‘New Rose Hotel'?
A New York si sono chiesti se 'New Rose Hotel' fosse un film e questa è stata una ragione sufficiente per lasciare la città. Penso che per questo nuovo film si porrebbero gli stessi problemi. Questo è già un aspetto in comune. Poi, se devo essere sincero, non me lo ricordo mica bene ‘New Rose Hotel’.

Anche Asia Argento è un punto in comune fra i due film. Cosa pensa di lei?
E’ una donna brillante e mi sostiene sempre nei progetti comuni. Nella vita si hanno amici e nemici ed è meglio essere circondati da amici. L’unica cosa che non ho apprezzato è stato il documentario che Asia ha fatto su di me, ha fatto credere che fra di noi ci fosse un rapporto che in realtà non c'era.
In questo film interpreta una delle ragazze spogliarelliste, insieme a Drea de Matteo e Eva Herzigova. Il sistema è semplice: all’inizio le ragazze sono vestite, i clienti del club pagano e più pagano più le ‘go go girls’ si spogliano e a seconda di quello che i clienti scelgono si spoglia Asia, Drea o Eva.

Droga, religione e recitazione: quale di queste tre esperienze è la più sconvolgente secondo Abel Ferrara? Risposta: la religione. Le altre due sono semplicemente un mezzo per arrivarvi. A meno che non siano tutte e tre forme equivalenti di avvicinamento dell’uomo all’infinito.

...tu chi tinive a fa dendre a la parrocchia lu chirichette...

“Che altro c’è oltre al Bene e al Male se vuoi fare del cinema?”