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Ang Lee !!!
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la fine del machismo come mito del western
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A Venezia cavalcata gay per Ang Lee

“Brokeback Mountain”: Una storia d’amore come tante, raccontata come poche. Vera, gioiosa, disperata

L’amore ai tempi dei cowboy. Come non lo avete mai visto raccontato. Nella prigione di un’eterosessualità che si esige e di un’apparenza claustrofobica che conformisticamente non si può eludere. Ma l’amore che resiste. Alle assenze, ai vuoti, al tempo che scivola via, infine alla morte. Si chiamano Ennis e Jack, hanno donne e figli. Hanno, nel Wyoming degli anni Sessanta, la vita d’ordinanza dei cowboy di quei luoghi, ma, a volte, riescono a respirare cavalcando il segreto assoluto di un sogno omosessuale

VENEZIA. L’amore ai tempi dei cowboy. Come non lo avete mai visto raccontato. Nella prigione di un’eterosessualità che si esige e di un’apparenza claustrofobica che conformisticamente non si può eludere. Ma l’amore che resiste. Alle assenze, ai vuoti, al tempo che scivola via, infine alla morte.
Si chiamano Ennis e Jack, hanno donne e figli. Hanno, nel Wyoming degli anni Sessanta, la vita d’ordinanza dei cowboy di quei luoghi, ma, a volte, riescono a respirare cavalcando il segreto assoluto di un sogno omosessuale: a volte, di rado, spersi (in ogni senso) tra i boschi.
Sono loro i due protagonisti del nuovo film di Ang Lee (Foto 2), Brokeback Mountain, presentato in concorso alla Mostra, e hanno i volti di Jake Gyllenhaal (Foto 3 - davvero inedito in questi panni) e del biondo Heath Ledger (Foto 4).

E Lee, applauditissimo al Festival, così racconta questa storia d’amore e basta: “Io volevo fare un film onesto, che parlasse semplicemente d’amore, di un desiderio universale. Ho pensato a lungo a chi erano i due cowboy texani ma oltre ogni epica, ogni western, ogni dettame del genere, pur rimanendo aderenti al contesto. In questo siamo stati molto attenti. La storia è poi stata scritta negli anni Sessanta, quando per gli omosessuali c’erano grossi problemi. Sono rimasto fedele alla storia, sia pure con qualche cambiamento necessario per la trasposizione cinematografica, qualche aggiunta, qualche sottrazione”.
E, se gli si chiede quanto è stato difficile per uno straniero come lui calarsi nell’anima del West, risponde soltanto: “Da lontano si vede tutto meglio”.

E la parola passa ai due protagonisti mai visti così bravi e perfetti nell’interazione: “Per me è stato semplice: ho letto la sceneggiatura e l’ho trovata bellissima. E’ una splendida rappresentazione dell’amore - dice Ledger, presente al Lido con ben tre film - molto fresca, nuova, non già letta, con personaggi veri e complessi, che ci dava l’opportunità di investigare su forme d’amore in modo non ovvio. Un’opportunità mai avuta prima. Con Lee poi ci siamo isolati in un universo, quello del set, in cui tutti abbiamo vissuto per un po’, nessuno escluso, e ogni dettaglio veniva curato. Lee ci ha parlato, prima di cominciare. Ci ha dato delle indicazioni ad uno per volta, non attorno a un tavolo. Poi tutto è filato liscio”.

E Gyllenhaal: “A me hanno parlato di questa sceneggiatura anni prima che Lee fosse coinvolto. Io non ero interessato a farlo con altri registi, ma con lui sì, sono stato pronto a farlo. Sapevo che lui intendeva parlare solo di amore e lo avrebbe fatto in modo mai banale. Io sono arrivato sul set con poca esperienza e senza sapere neppure cavalcare. E ho imparato molto. Lui mi ha insegnato molto. Alla fine di una scena tremenda in cui dovevo guidare un gregge e che ho girato terrorizzato lui mi detto: ’Ok, abbastanza sexy’. Se dovessi sintetizzare questa esperienza direi che è stato un tira e molla, con Lee che ha uno straordinario, crudo, senso dell’umorismo”.

Insomma una storia d’amore come tante ma raccontata come poche, vera, soffocante, gioiosa, disperata e bruciante tutto insieme.
D’altra parte l’amore non fa differenze. Come ripete Ang Lee: “Per me l’amore è tutto uguale. Non c’è differenza tra amare la propria moglie o un altro uomo. Non mi interessano le differenze perché parlo di un sentimento universale. E non penso all’aspetto politico o provocatorio della storia, non mi interessa: è solo una storia d’amore che spero riuscirà a toccare molti in tutto il mondo. Ce ne è bisogno”.

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