Cinema, Teatro, Arte, Spettacolo

Dino Buzzati..
Messaggio del 15-06-2008 alle ore 13:07:49
Inviti superflui

Vorrei che tu venissi da me in una sera d'inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo. Per gli stessi sentieri fatati passammo infatti tu ed io, con passi timidi, insieme andammo attraverso le foreste piene di lupi, e i medesimi genii ci spianavano dai ciuffi di muschio sospesi alle torri, tra svolazzare di corvi. Insieme, senza saperlo, di là forse guardammo entrambi verso la vita misteriosa, che ci aspettava. Ivi palpitarono in noi per la prima volta pazzi e teneri desideri. "Ti ricordi?" ci diremo l'un l'altro, stringendoci dolcemente, nella calda stanza, e tu mi sorriderai fiduciosa mentre fuori daran tetro suono le lamiere scosse dal vento.

Ma tu - ora mi ricordo - non conosci le favole antiche dei re senza nome, degli orchi e dei giardini stregati. Mai passeresti, rapita, sotto gli alberi magici che parlano con voce umana, né batteresti mai alla porta del castello deserto, né camminasti nella notte verso il lume lontano lontano, né ti addormentasti sotto le stelle d'Oriente, cullata da piroga sacra. Dietro i vetri, nella sera d'inverno, probabilmente noi rimarremmo muti, io perdendomi nelle favole morte, tu in altre cure a me ignote. Io chiederei "Ti ricordi?", ma tu non ricorderesti.

Vorrei con te passeggiare, un giorno di primavera, col cielo di color grigio e ancora qualche vecchia foglia dell'anno prima trascinata per le strade dal vento, nei quartieri della periferia; e che fosse domenica. In tali contrade sorgono spesso pensieri malinconici e grandi; e in date ore vaga la poesia, congiungendo i cuori di quelli che si vogliono bene. Nascono inoltre speranze che non si sanno dire, favorite dagli orizzonti sterminati dietro le case, dai treni fuggenti, dalle nuvole del Settentrione. Ci terremo semplicemente per mano e andremo con passo leggero, dicendo cose insensate, stupide e care. Fino a che si accenderanno i lampioni e dai casamenti squallidi usciranno le storie sinistre delle città, le avventure, i vagheggiati romanzi. E allora noi taceremo, sempre tenendoci per mano, poiché le anime si parleranno senza parola.

Ma tu - adesso mi ricordo - mai mi dicesti cose insensate, stupide e care. Né puoi quindi amare quelle domeniche che dico, né l'anima tua sa parlare alla mia in silenzio, né riconosci all'ora giusta l'incantesimo delle città, né le speranze che scendono dal Settentrione. Tu sei diversa da me e se venissi quel giorno a passeggiare, ti lamenteresti di essere stanca; solo questo e nient'altro.

Vorrei anche andare con te d'estate in una valle solitaria, continuamente ridendo per le cose più semplici, ad esplorare i segreti dei boschi, delle strade bianche, di certe case abbandonate. Fermarci sul ponte di legno a guardare l'acqua che passa, ascoltare nei pali del telegrafo quella lunga storia senza fine che viene da un capo del mondo e chissà dove andrà mai. E strappare i fiori dei prati e qui, distesi sull'erba, nel silenzio del sole, contemplare gli abissi del cielo e le bianche nuvolette che passano e le cime delle montagne. Tu diresti "Che bello!". Niente altro diresti perché noi saremmo felici; avendo il nostro corpo perduto il peso degli anni, le anime divenute fresche, come se fossero nate allora.

Ma tu - ora che ci penso - tu ti guarderesti attorno senza capire, ho paura, e ti fermeresti preoccupata a esaminare una calza, mi chiederesti un'altra sigaretta, impaziente di fare ritorno. E non diresti "Che bello!", ma altre povere cose che a me non importano. Perché purtroppo sei fatta così. E non saremmo neppure per un istante felici.

Vorrei pure - lasciami dire - vorrei con te sottobraccio attraversare le grandi vie della città in un tramonto di novembre, quando il cielo è di puro cristallo. Quando i fantasmi della vita corrono sopra le cupole e sfiorano la gente nera, in fondo alla fossa delle strade, già colme di inquietudini. Quando memorie di età beate e nuovi presagi passano sopra la terra, lasciando dietro di sè una specie di musica. Con la candida superbia dei bambini guarderemmo le facce degli altri, migliaia e migliaia, che a fiumi ci trascorrono accanto. Noi manderemo senza saperlo luce di gioia e tutti saranno costretti a guardarci, non per invidia e malanimo; bensì sorridendo un poco, con sentimento di bontà, per via della sera che guarisce le debolezze dell'uomo.

Ma tu - lo capisco bene - invece di guardare il cielo di cristallo e gli aerei colonnati battuti dall'estremo sole, vorrai fermarti a guardare le vetrine, gli ori, le ricchezze, le sete, quelle cose meschine. E non ti accorgerai quindi dei fantasmi, né dei presentimenti che passano, né ti sentirai, come me, chiamata a sorte orgogliosa. Né udresti quella specie di musica, né capiresti perché la gente ci guardi con occhi buoni. Tu penseresti al tuo povero domani e inutilmente sopra di te le statue d'oro sulle guglie alzeranno le spade agli ultimi raggi. Ed io sarei solo.

È inutile. Forse tutte queste cose sono sciocchezze, e tu migliore di me, non presumendo tanto dalla vita. Forse hai ragione tu e sarebbe stupido tentare. Ma almeno, questo sì almeno, vorrei rivederti. Sia quel che sia, noi staremo insieme in qualche modo, e troveremo la gioia. Non importa se di giorno o di notte, d'estate o d'autunno, in un paese sconosciuto, in una casa disadorna, in una squallida locanda. Mi basterà averti vicina. Io non starò qui ad ascoltare - ti prometto - gli scricchiolii misteriosi del tetto, né guarderò le nubi, né darò retta alle musiche o al vento. Rinuncerò a queste cose inutili che pure io amo. Avrò pazienza se non capirai ciò che ti dico, se parlerai di fatti a me strani, si ti lamenterai dei vestiti vecchi e dei soldi. Non ci saranno la cosiddetta poesia, le comuni speranze, le mestizie così amiche dell'amore. Ma io ti avrò vicina. E riusciremo, vedrai, a essere abbastanza felici, con molta semplicità, uomo con donna solamente, come suole accadere in ogni parte del mondo.

Ma tu - adesso ci penso - sei troppo lontana, centinaia e centinaia di chilometri difficili a valicare. Tu sei dentro una vita che ignoro, e gli altri uomini ti sono accanto, a cui probabilmente sorridi, come a me nei tempi passati. Ed è bastato poco tempo perché ti dimenticassi di me. Probabilmente non riesci più a ricordare il mio nome. Io sono ormai uscito da te, confuso fra le innumerevoli ombre. Eppure non so pensare che a te, e mi piace dirti queste cose.

Meraviglioso..grande artista (scrittore, pittore e giornalista) italiano..tra i miei preferiti.. Questo breve racconto che posto è solo un assaggio della sua poesia..leggetelo tutto d' un fianto senza interrompervi..troppo bello!

Messaggio del 15-06-2008 alle ore 13:39:50
la boutique del mistero 31 storie di magia quotidiana...
Messaggio del 15-06-2008 alle ore 14:36:23
Bravo Lambusaro comunque il mio nn era un test per vedere quanto siete preparati in materia di letteratura era solo un regalo per il forum.. e un po' di "pubblicità" alla lettura!!

Messaggio del 15-06-2008 alle ore 16:07:49
Quant'è bello!




Messaggio del 15-06-2008 alle ore 16:19:20
Trilly,
non sapevo che gli scrittori conservatori ti piacessero più di quelli progressisti

a parte gli scherzi, Dino Buzzati merita
Messaggio del 15-06-2008 alle ore 16:20:15
la mia non era una risposta al quiz ma solo un modo per completare le tue informazioni "pubblicitarie" alla lettura
Messaggio del 15-06-2008 alle ore 19:53:06
bel post, brava.
Messaggio del 16-06-2008 alle ore 11:33:58
Caro Guastaseche Dino Buzzati nn l' ho mai considerato uno scrittore conservatore (ma anche se fosse se uno è bravo..avoja a di.. è BRAVO) AMO il suo modo di scrivere e raccontare, la sua abilità nell' intrecciare il reale e l' irreale e la magia e profondità delle sue composizioni..
Il racconto ke ho postato secondo me, poi, esprime in maniera esemplare quello che con la poesia Dino Buzzati è capace di fare: EMOZIONARE!!
Atelkin

Messaggio del 16-06-2008 alle ore 13:16:30
adoro Dino Buzzati

nel bene e nel male
Messaggio del 16-06-2008 alle ore 14:28:47
Quote:
la sua abilità nell’ intrecciare il reale e l’ irreale e la magia e profondità delle sue composizioni..



appunto, tipico della letteratura impegnata, neorealista, progressista, etc.
C.V.D.

Messaggio del 16-06-2008 alle ore 18:59:02
Il fatto che nn sia uno scrittore neorealista nn vuol dire che sia un conservatore..ha scritto semplicemente racconti "fantastici"..magici .. H. Christian Andersen, Lewis Carroll, Luis Borges o Alejandro Jodorowsky (ma come loro molti altri) hanno scritto anche loro romanzi "fantastici" e nn per questo sono da considerarsi dei conservatori!
E cmq io adoro leggere (quasi tutto..in questo ambito sono quasi priva di pregiudizi..mi piace "sperimentare" e poi dire se un libro o un autore mi piace meno)..ti ho detto se nn ricordo male, qualche tempo fa, qual' è la mia paura + grande in materia di libri!

Messaggio del 16-06-2008 alle ore 19:05:15
bello
Messaggio del 19-06-2008 alle ore 14:32:20
Quote:
Luis Borges

ancora, C.V.D.
Messaggio del 19-06-2008 alle ore 17:38:22
va bèh..così nn ha senso facciamo un discorso a senso unico..è come sbatte la testa contro un muro!!
cmq sempre è solo fantasia al potere

Messaggio del 19-06-2008 alle ore 18:28:54
Concordo con la fantasia al potere, ma non era una espressione cara a Buzzati e Borges
Messaggio del 20-06-2008 alle ore 10:42:32
Mi arrendo..sti giorni nn je la faccio + a "combatte"..so tanto stanca ..visto che sei tu a voler l' ultima parola..te la lascio..


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Dino Buzzati..

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