Cinema, Teatro, Arte, Spettacolo

Elio Germano
Messaggio del 29-05-2010 alle ore 18:05:54
Jena
Messaggio del 28-05-2010 alle ore 08:41:27
a proposito di bondi vorre farvi presente che in rete si trova un generatore di poesie di bondi

spassosissimo
Messaggio del 27-05-2010 alle ore 12:12:44
l'unico scemo universalmente riconosciuto è bondi
Messaggio del 27-05-2010 alle ore 08:28:54
cussù è il miglior attore tra le nuove leve
Messaggio del 27-05-2010 alle ore 03:11:13
questo è scemo, ma la cosa più grave è che è convinto delle puttanate che dice.
Messaggio del 26-05-2010 alle ore 23:18:32

italiani di buona volontà che cercano di migliorare il Paese

Il più grande attore comico della storia mondiale
Messaggio del 25-05-2010 alle ore 10:55:55
Messaggio del 25-05-2010 alle ore 09:38:56
Messaggio del 25-05-2010 alle ore 09:07:12
Il vincitore della «Palma»
Germano e Cannes: da Bondi niente auguri
L’attore dopo lo sfogo: in Italia chi si impegna passa per violento ed eversivo

L’attore dopo lo sfogo: in Italia chi si impegna passa per violento ed eversivo

MILANO — «No, Bondi non si è fatto vivo. Nessun messaggio, nessun augurio». Elio Germano, il nostro miglior attore, premiato a Cannes per la sua interpretazione nel film di Luchetti «La nostra vita», parla il giorno dopo. Registra il silenzio totale delle istituzioni. Eppure una Palma non è cosa di tutti i giorni. Una medaglia prestigiosa, ogni cinematografia farebbe carte false per potersela appuntare. Possibile che il ministro per il Beni Culturali, di cui il cinema è uno dei settori più vitali, faccia finta di niente, non si congratuli nemmeno con chi l’ha portata a casa? «Ho ricevuto sms e telefonate da chiunque. Persino da compagni di scuola che non sentivo dai tempi del liceo, persino dal mio tappezziere, dai vicini di casa... Tutti tranne Bondi. Pazienza, ce la farò a superare anche questa», assicura con la consueta ironia. Più ancora dei complimenti di rito, a fargli piacere, aggiunge, sono stati i ringraziamenti per quella frase, per aver ricordato dalla ribalta internazionale del Festival quegli italiani di buona volontà che cercano di migliorare il Paese, nonostante la sua classe dirigente.


«In tanti mi hanno detto di essersi riconosciuti. Io sono un attore, ma prima ancora sono un lavoratore dello spettacolo e un cittadino. E come tale mi identifico in tanti altri che, come me, credono in un impegno nella collettività. Gli italiani che ogni giorno senza proclami si rimboccano le maniche per cercare di intervenire là dove lo stato latita. Gruppi di volontariato cattolici o laici, che si occupano di centri sociali, di accoglienza, di cultura. E spesso, proprio per questo, vengono bollati come nemici, violenti, eversivi. Ogni attività "esterna" viene guardata con sospetto dallo stato e dai partiti». Più che i politici attuali, lei però ha tirato in causa una classe dirigente. «Ci fosse stata al governo la sinistra avrei detto le stesse parole. Perché anche la sinistra, anche i sindacati, si sono allontanati dalla gente comune. La distanza cittadini-istituzioni ormai si è fatta enorme». Vota Elio Germano? «Sì, voto. Ma sempre più fatico a distinguere per chi. Sui grandi temi, economia, guerra, immigrazione, le risposte dei due schieramenti si somigliano pericolosamente. Più passa il tempo, più penso che a contare sono solo le singole persone.


C’è una parte del Paese che si mette a servizio della collettività e una parte che la collettività la mette al suo servizio. Il vero discrimine sta tutto lì». Riscoprire un senso della comunità dimenticato, uscire da un triste individualismo, è anche il tema del film di Luchetti. «Ci stanno togliendo le occasioni per stare insieme: le piazze sostituite dai centri commerciali, se vai a una manifestazione passi per terrorista, se vai allo stadio è a tuo rischio e pericolo... La nuova urbanistica è funzionale alla disgregazione della collettività. Bisogna ritrovare l’orgoglio dei "noi", costruire dal basso una nuova partecipazione ». Se Bondi è stato zitto, il ministro per l’Istruzione Mariastella Gelmini è intervenuta. Per accusare Germano di «essere approssimativo e demagogico, di fare di tutta l’erba un fascio». «Non voglio fare nomi, ciascuno trovi i suoi. Io cerco di fare la mia parte, partecipo all’associazione "7607", la data di nascita dello statuto dei lavoratori dello spettacolo, 7 giugno 2007. Visto che i nostri rappresentanti spesso latitano, che lo Stato non ci vuole più bene, noi gente del cinema e del teatro, abbiamo deciso di passare al fai da te, di autoconvocarci, di inventarci nuove idee. Con la fierezza del passato di un cinema, il nostro, che all’estero ci invidiano per la sua capacità di aver sempre saputo registrare la realtà, da Portella della Ginestra a Ustica a Genova... E con l’impegno di continuare a scrivere la storia di oggi e di domani con lo stesso spirito, senza censure nè soggezioni».

Giuseppina Manin corriere.it
25 maggio 2010
Messaggio del 24-05-2010 alle ore 08:47:36

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