Cinema, Teatro, Arte, Spettacolo

FAHRENHEIT 9/11
Messaggio del 31-08-2004 alle ore 20:03:51
Ho avuto occasione di vederlo appena uscito..
credo sia un buon film..nn eccezionale ma davvero buono..molto ironico, sarcastico, divertente quando la stgar incontrastata è bush con le sue mimiche facciali da commedia dell'arte, ma lento e triste alla fine quando protagonista diventa una patriottica donna ke ha perso il figlio in iraq...quando avremo un Moore italiano?
Messaggio del 31-08-2004 alle ore 21:24:37
presto presto sapete che c'e' il Sulmona Film festival a novermbre? se qualcuno volesse partecipare alla realizzazione di un corto (5 min max) con me, me lo faccia sapere ok?
Messaggio del 31-08-2004 alle ore 23:30:00
mi piacerebbe partecipare
Messaggio del 01-09-2004 alle ore 08:43:30
Piuttosto attrezziamoci per andare in trasferta a vederlo visto che l'illuminata direzione di quello che mi vergogno di chiamare cinema, non l'ha messo in programmazione, almeno per questa settimana.
E' in cartellone a Francavilla, cinema Asterope ed a Pescara cinema Massimo
Messaggio del 01-09-2004 alle ore 09:00:25
esistono sempre i siti pirata
Messaggio del 01-09-2004 alle ore 12:41:45
veramente e' lo stesso Moore che incitava a scaricarlo! e gli andata bene devo dire, a sentire gli incassi che sta facendo: il documentario piu' visto nella storia!!!

"Più che un giornalista d’assalto, un cineasta idolatrato, un sessantottino aggiornato, un fiancheggiatore mediatico di Ralph Nader, un commediante grasso che ‘buca lo schermo’ e un autore di best-setter editoriali a ripetizione, Michael Moore, di Flint, Michigan, è il simbolo stesso, comico e vitale, di un grande movimento planetario di individui democratici e più che infuriati contro ‘questo mondo all’opera’.
Insomma non è un ‘personaggio’ o peggio una ‘macchietta’, ma è una rete, una moltitudine antagonista e organizzata, orizzontale e multicentrica, in stato d’allarme. Il successo operativo e funzionale del suo sito, www.michaelmoore.com, lo dimostra. E data l’assoluta affidabilità del personaggio, agli antipodi dall’urlatore demagogo e populista, se la sovversione fosse griffata, il suo logo sarebbe ‘No Moore’. E, intanto, ‘un altro mondo’, almeno quello dello spettacolo messo in discussione, è davvero possibile.
Questo simpatico ‘big bear’ lo ha proprio fondato, sbriciolando, intanto, alcuni luoghi comuni. Per esempio che i documentari annoiano a morte, e sono veleno al botteghino. ‘Roger and me’ ha sbancato i mercati di mezzo mondo parlando di che? Di fabbriche che si smantellano, di disoccupati disperati, di sfratti implacabili, di manager terrorizzati da un’intervista non pilotata (certi super boss-conigli non si fabbricano solo in Italia) e di new economy impazzita. Lo ha fatto parlando in prima persona singolare. Pragmaticamente. Cerco di capire. Come voi che mi state davanti. Mettendomi in gioco. Senza fare prediche.
Parentesi. Qualche volta giocando un po’, barando, strumentalizzando a fin di bene. Ma sempre esibendo le sue ‘messe in scena’. Prendiamo ‘Bowling for Colombine’, la radiografia della produzione di paura negli Usa come motore dello sviluppo economico. E’ vero che i servizi sociali, invece, in Canada funzionano. E’ vero che i canadesi acquistano più armi degli statunitensi. E’ vero anche che i morti per armi da fuoco in Canada sono pochissimi. Dunque non è questione di vendita di armi. Ma sarà vero che in Ontario uno apre la porta e entra nella casa di chiunque e gentilemente chiacchiera del più e del meno, saluta e se ne va? Mmmmmh…Anche il Canada (ricordate il suo fiction, ‘Canadian Bacon’? sembrava la prefigurazione della guerra che poi quasi c’è stata tra i due stati confinanti in occasione del black out…) ha i suoi grossi problemi sociali (non solo con i nativi) e un dna imperfetto. Comunque questi trucchi (non è Chiambretti, non è Ricci, non è ‘una jena’) colpiscono sempre in alto, mai in basso. E una telefonata, dall’alto, non la potrà certo mai riverire. E’ la bellezza dell’arte commerciale. Per noi cosa incomprensibile…
Michael Moore, riprendiamo ‘Roger and me’, è della sua città che ci parla. Dei suoi amici, dei suoi vicini. Il pubblico riconosce immediatamente che non è un “falsario dei sentimenti”. E con lui una buona birra insieme la prenderà sempre volentieri.
Altro luogo comune. Che il successo dia alla testa e imborghesisca di sicuro. Basta guardare come va vestito, sempre da redneck impenitente. O che è inutile lottare contro lo strapotere delle multinazionali e delle lobby postindustriali organizzate. Eppure in ‘Bowling for Colombine’ il nostro eroe, armato solo di microfono, riesce a ottenere cose concrete: fa sbiacare dalla vergogna Ben Hur-Charton Heston, l’uomo immagine dell’industria delle armi; poi va in un negozio d’armi e fa sparire dai banconi le pallottole da guerra che, noncuranti delle stragi quotidiane, si continuano a vendere ai minorenni. Sempre più impauriti, terrorizzati dal ‘non farcela’, di essere loner and loser i ragazzi sono aizzati al gesto estremo, pur di esistere, cioè passare, almeno 15 minuti, in ‘prime time’ tv… Al suo fianco, in carrozzella, proprio un ragazzo, vittima dell’economia di mercato fluidificata al massimo… In ‘Tv Nation’ big Moore costringe una società d’assicurazione a pagare l’operazione di cancro al pancreas a un cliente che per cavilli burocratici avrebbero lasciato sadicamente morire…
Insomma i documentari che tirano, che appassionano, che hanno restituito la voglia di sapere come ‘stanno veramente le cose’, disintossicandoci dalla propaganda costante e continua del mass media commerciali o ‘privatizzati’, producono fatti, interventi legislativi, azione, bloccano le condanne a morte, come ‘The blue thin line’ di Errol Morris, altro documentarista tragico ma emozionalmente irresistibile. Critici, pubblico, giurie dei festival sono dunque in metamorfosi salutare. Perché oggi il documentario può essere più pratico di un partito politico. ‘Roger & Me’, e il doppiamente premiato, Cannes e Oscar, ‘Bowling for Colombine’, i programmi tv ‘Tv Nation’ e ‘The Awfut truth’ (‘La pura verita’, parafrasando un film rooseveltiano di Leo MacCarey), sono le sintesi cinetelevisive della ‘radical way of life’. Come i best seller che hanno smascherato Bush jr., prima e dopo la ‘liberazione dell’Iraq e dal terrorismo fondamentalista’: ‘Stupid White Men’ e ‘Dude Where’s My Country’. Tutti provano anche che un ‘altro consumo’ è possibile. E un altro profitto è possibile: Moore ha creato una fondazione che, con i profitti ramazzati a spese del meno presentabile governo della storia degli Usa, sta finanziando gruppi di controinformazione, televisioni satellitari, ‘radio-guerrilla’ e associazioni che operano nel sociale, costrette così a uscire prepotentemente dalla marginalità, dal settarismo e dall’autoreferenzialità. Seattle non è stato che un inizio. Il fine è la dissolvenza incrociata che sovrapporrà questo movimento alla sinistra occidentale, restituendogli fondamenta etiche (postrooseveltiane o post-socialiste). Se non si sa trasformare l’indignazione massima in invenzione immediata c’è il rischio di un crollo."
Messaggio del 02-09-2004 alle ore 01:11:27
sono appena tornata a casa dopo aver visto il documentario. molte cose si sapevano,altre un po' meno;l'assurdo però,parlando con un caro amico di NYcity è che loro non sono a conoscienza proprio di niente,tutte le loro notizie sono davvero filtrate ed è imbarazzante conversare con un amico che si vergogna di essere quello che è: un americano.INCREDIBILE!!!
Messaggio del 02-09-2004 alle ore 08:36:06
una delle prime considerazioni che ho fatto dopo aver visto il film è stata apppunto che mi è sembrato più adatto agli americani, noi queste cose le sappiamo già.
Vorrei fare anche una critica però...trovo che per certi versi sia un film "conservatore". Il film approva una delle bugie cruciali che gli Americani si raccontano, cioè che l'esercito statunitense combatte per la nostra libertà. Questa rappresentazione dell'esercito come forza
difensiva nasconde la dura realtà. L'esercito è usato per proiettare il potere statunitense in tutto in mondo e per assicurargli il dominio, non per difendere la libertà di
chicchessia, in patria o all'estero. Ma forse Moore voleva essere ironico?
Messaggio del 02-09-2004 alle ore 09:02:31
Peter hai perso l'ennesima occasione per star zitta
Messaggio del 02-09-2004 alle ore 11:12:07
ma se neppure l'hai visto il film!!! Tu parli solo a sproposito

stacci tu zitto
Messaggio del 02-09-2004 alle ore 12:14:21
Dean puo' parlare quanto vuole! ma tu Peter Pan.. che voce in capitolo hai sul cinema?
Messaggio del 02-09-2004 alle ore 12:15:45
nessuna.... ho solo commentato un film che ho visto... e visto che lui mi dice di star zitta gli rispondo che zitto ci sta lui... ma tu che c'entri scusa?
Messaggio del 02-09-2004 alle ore 12:27:31
prova a chiederglielo! io credo di avere qualche diritto in piu' di te P senza offesa
Messaggio del 02-09-2004 alle ore 13:16:44
Ma chi ti credi di essere? senza offesa naturalmente....
Messaggio del 06-09-2004 alle ore 14:51:23
..bah sinceramente verso la fine del film avrei abbandonato volentieri la sala, tutta la parte sulla guerra in iraq, comprese le lacrime mi è risultata di un peso incredibile.
l'analisi migliore data da moore nel 'film' che vale da sola il prezzo del biglietto è che la guerra è realmente combattuta da chi è quasi ai margini del sistema come i disoccupati, mentre chi la decide (politici&co) resta sempre e solo su di una bella poltrona di pelle.
scusate ancora il pressapochismo, non mi resta che dire smoke 'em out!
Messaggio del 06-09-2004 alle ore 19:07:03
Povera PP... oramai non può neanche esprimere un parere su un film che viene attaccata, poi da chi... Dean Corso il cerchiobottista e un bambinocattivo!
Messaggio del 07-09-2004 alle ore 01:52:42
l'appoggio in toto a lecter.......senza vasellina ovviamente...
Messaggio del 07-09-2004 alle ore 09:11:59
PP non ha diritto di parola
Messaggio del 07-09-2004 alle ore 09:17:32

PP (Proprietà Privata)
Messaggio del 07-09-2004 alle ore 09:19:09
Io nn sono povera ma Kattivissima!
Messaggio del 07-09-2004 alle ore 09:20:56
lasciate in pace petercerchiobottisti del cavolo
(bambino non ti facevo così cattivo)
hell....ke fai tu???
io vi dirò domani sera
Messaggio del 07-09-2004 alle ore 13:08:27
In realtà non c'è nulla di nuovo, i fatti sono più o meno quelli che si sanno, è la storia di un potente incapace, viziato figlio di papà e che una volta al potere si è fatto i cazzi suoi alla faccia della povera gente che ha mandato a morire, è la storia che si ripete e di cui abbiamo un degno esempio anche noi qui in italia.
L'unica scena che mi ha relmente impressionato è il racconto dei soldati al fronte all'inizio della guerra, sentire come sono tarati per non pensare e le impressionanti canzoni che ascoltano nei carriarmati durante gli attacchi, sembrava quasi stessero facendo una partita al video-giochi piuttosto che una guerra. Scena quasi alla pari con i surfisti di Apocalyps Now.
Altro dato sconvolgente che viene fuori è che i sauditi possiedono il 17% dell'america.
Comunque vale la pena di essere visto se non altro per il coraggio di dire queste cose a voce alta e con un pò di prove a sostenerle.
Messaggio del 08-09-2004 alle ore 12:02:33
il punto è ke qs film NON è x noi europei, o al limite nn è prevalentemente x noi...è rivolto a unn pubblico quello americano, che nn sa nemmeno dove sia l'iraq, e ke x 3 anni è stato bombardato di notizie unilaterali sulle armi di distruzione di massa e sui legami tra Hussein e al-qaeda rivelatasi tutte fandonie... mi ricordo di gente intervistata e convinta ke l'iraq potesse mandare missili sulla costa atlantica degli usa roba da scompisciarsi, ma noi sappiamo bene ke i nass media fanno crederre ql ke vogliono almeno a certe categorie di persone
Messaggio del 08-09-2004 alle ore 13:11:22
NN è per noi europei però è uscito a Cannes cmq al di là dell'utenza, è importante fare informazione di questo tipo.
Messaggio del 08-09-2004 alle ore 13:13:53
Cmq credo ke anke molti italiani abbiano certe convinzioni
Messaggio del 08-09-2004 alle ore 13:27:34
La differenza è che in Italia gli scud nord coreani in dotazione agli irakeni potevano arrivarci sul serio
Messaggio del 09-09-2004 alle ore 00:28:23
visto questa sera (ma dove eravate ?)...
mi è piaciuto molto anche se concordo con bakunin...è confezionato su misura per il pubblico americano. Per il resto Moore è divertente, corrosivo e poetico allo stesso tempo (un piccolo capolavoro la sequenza in nero e solo audio del momento dell'attacco alle torri gemelle) e georgino bush è un comico sensazionale (neanche il "nostro" Silvio raggiunge tali livelli!)
Da (s)consigliare a tutti quelli che credono ancora alle favolette delle missioni umanitarie e del "pericolo" comunista...
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Editato il 00:34:15 09/09/2004 da animamundi
Messaggio del 09-09-2004 alle ore 01:14:59
L'ho appena visto, anch'io penso ke sia 1 opera degna di essere mostrata(x i suoi contenuti), quanto alla forma ho molto da ridire.
A parte la faziosità(ke era scontata e inevitable), il film mi sembra troppo lungo(e pesante nella parte finale) e l'umorismo in certi momenti eccessivo, quando in fondo c'era ben poco da ridere(ma forse questo è 1 giudizio indottomi da ki rideva gne li scemi in sala).

Messaggio del 09-09-2004 alle ore 09:19:16
ehm... volevo commentare ma volevo scrivere praticamente tutto quello che ha scritto già skinnolo

Contenuto .. alzo le mani e abbasso la testa dallo sconforto, tutte cose che sapevo già e per le quali scuoto la testa da un bel pò. Ok..

(oh assurdo sono esattamente le 9/11 adesso che scrivo )

Forma: preferisco documentari che tendono all'oggettività in genere, non mi interessa che il regista mi ribadisca con battute idiote e molto american style ad effetto come la pensa, per quanto sia d'accordo con lui. Dammi dati, dammi NOTIZIE in forma giornalistica ovvero sforzati almeno di tendere all'oggettivo.. Ogni tanto somiglia allo stile degli assurdi TG americani che spacciano VOCI (senza citare fonti) per NOTIZIE.. chissà se qualcuno gliel'ha mai fatto notare.. Vero è che se vuol parlare agli americani è giusto che gli parli nel linguaggio che conoscono, quello demagogico e sensazionalistico a loro tanto caro.
Alcune ostentazioni che odio anche nel nostro giornalismo, di scene che servono solo a farmi piangere e non sono necessarie a farmi capire.

Comunque una voce necessaria, spero che una parte di americani riesca a vederla come noi abbiamo fatto i salti mortali per vedere Citizen Berlusconi, come un gruppo di sovversivi una notte buia e tempestosa dentro la sede dell'Altritalia .
Messaggio del 09-09-2004 alle ore 09:57:29
ma jun...alla fine io non ce l'ho fatta e piangevo...tanto ke anke quello di zazà, ha smesso di ridere e mi ha offerto un fazzoletto con aria quasi di compassione

ok son tutte cose ke sapevo...tutte cose per cui riesco sempre meno a vivere la mia vita serenamente, ma secondo me ci vogliono sti film...un po' pesante anke secondo me...il tono ironico ad oltranza è fastidioso solo verso la fine, magari se avesse accorciato il tutto sarebbe stato + apprezzabile...

non mi aspettavo niente di + niente di meno...
Messaggio del 09-09-2004 alle ore 13:50:55
Concordo con Lecter...la seconda parte è fuori dai coppi..non ci sta dentro per niente. Inoltre ho visto a riguardo delle porkate di Bush una lezione tenuta da un ex agente CIA ed era decisamente più dettagliata e scopriva cose davvero sconcertanti...
..poi...scusate..ma la Plama d'ora mi sembra immeritata!
...non fustigatemi però!
Messaggio del 09-09-2004 alle ore 15:13:15
lunabo la palma d'oro è stata assegnata soprattutto per motivi politici in questo caso, trattandosi di un documentario più che di un film anche se molto drammatizzato (in senso cinematografico ovviamente).
Si tratta di una voce fuori dal coro, di parte ma pur sempre coraggiosa, irriverente ed intelligente nell'attacare l'amministrazione bush. Di certo non ci si doveva andare con l'aspettativa di trovarvi la Verità assoluta...Ripeto per me l'opera di Moore è buona, poi de gustibus.
Messaggio del 09-09-2004 alle ore 18:12:56
anima....ma tu dove stavi??????????????????
Messaggio del 09-09-2004 alle ore 20:39:45
....lasciamo perdere.......ha girato il proprio film....con i suoi attori....le sue storie....il finale se l'è deciso lui.....cmq, poco reale....già la nostra realtà ci sembra finzione con questo film, realtà nella finzione del reale, gli americani finiscono solo di confondersi ancora di più, noi, gli altri.....quelli che cmq vada aspettano le decisioni di quello lì, abbiamo poco da confonderci....già sapevamo e non abbiamo fatto altro che vedere un bambino in più con qualche punto sulla testa.....nulla da togliere a moore....ha fatto solo il suo lavoro...classico film per la gente che "voleva sentirselo dire"......quello che ha sempre fatto.....pesante nel finale......finto nella mamma che piange e se la prende contro la casa bianca....troppo finto, voluto forse.....ma finto abbastanza da allappare qnt basta.....i gusti son gusti....i miei sono i miei e i vostri sono i vostri.....
Messaggio del 09-09-2004 alle ore 21:40:11
tbr nn mi può essere finta 1 madre ke piange per la morte di suo figlio... penso ke questa scena, sebbene sia stata dilatata eccessivamente, abbia voluto enfatizzare la delusione degli americani contro ciò in cui credevano ciecamente.
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Editato il 21:41:06 09/09/2004 da skin
Messaggio del 09-09-2004 alle ore 21:44:23
Cmq ripeto, il film è importante soprattutto per i contenuti. D'accordo ke le cose si sapevano già, ma anke qui c'è 1 ignoranza allarmante, nn solo negli states.
Messaggio del 09-09-2004 alle ore 21:52:15
mhhh... tante voci in questo dibattito ma l'unica cosa che si puo' apprendere dal film e' che comunque il mondo va avanti solo x 1 soldi,fregandosene di etica/morale/giustizia ecc.
Benche' favorevole a far capire il film ai piu' mi vien da pensare che questo film non sia altro che l'altra faccia dell'america, inondata comunque di sete di potere e denaro :-(
E poi questo Moore assomiglia al Beppe Grillo italiano di una volta, che negli spettacoli anticipava sempre di 1 decina d'anni i fatti che avrebbero sconvolto la ns nazione (vedi privacy,parmalat,banche molto poco oneste ecc..).
mah ... diciamo che e' un film x cui andrebbe pagato meta' biglietto ...

Messaggio del 09-09-2004 alle ore 21:58:10
PS: deh... anche qui le notizie sono filtrate... basta dare 1 sguardo durante il giorno ai quotidiani on line e quello che riportano i telegiornali, sembra di vivere in 2 paesi differenti!!
Messaggio del 10-09-2004 alle ore 00:54:27
Cito :
""...classico film per la gente che "voleva sentirselo dire"..""

il punto invece è ke gli americani certe cose nn vogliono sentirsele dire, presi come sono dal loro sedicente ruolo di difensori della civiltà e della democrazia...tutto qs finchè nn sono cominciate ad arrivare un pò troppe bare a stelle e strisce..adesso forse l'altra campana troverà + orekkie pronte ad ascoltarla

questo è un film dichiaratamente di parte, nn ha alcuna pretesa di obiettività, e racconta tre cose: 1 )i motivi delle guerre dui bush 2) la povertà del sottoproletariato urbano ke fornisce i marines ke vanno al macello e a macellare e 3) come il patriottismo ingenuo di una madre nn le permetta di vedere l'ingiustizia di una guerra, fatto ke le appare kiaro solo con la morte del figlio...e per farlo usa le classicissime armi della retorica (l'arte del convincere le persone) Demostene avrebbe approvato



Messaggio del 10-09-2004 alle ore 10:25:23
MICHAEL MOORE
Recentemente ho cenato con un noto sondaggista che ha lavorato spesso per i repubblicani. Lui mi ha detto che quando è andato a vedere Fahrenheit 9/11 è rimasto talmente sconvolto che per due volte, durante la proiezione, è dovuto andare a camminare nell'atrio del cinema. «La Casa Bianca di Bush ha lasciato aperto un vuoto immenso quando ha dovuto spiegare la guerra agli americani» mi ha detto. «Il tuo film ha riempito quel vuoto, e ora non c'è modo di cancellarlo. È la bomba atomica di questa campagna». Mi ha anche raccontato di come ha condotto un sondaggio informale con il pubblico di Fahrenheit 9/11 in tre diverse città, e il risultato era sempre lo stesso. «Sostanzialmente, l'80% delle persone che entrano in sala per vedere il tuo film sono già probabili elettori di Kerry e il film li ha galvanizzati come raramente capita di vedere i democratici galvanizzati». Ma ecco la cattiva notizia per Bush: sebbene voti per Kerry l'80% di quelli che entrano in sala per vedere il film, vota per Kerry il 100% di quelli che escono dalla sala dopo averlo visto. Dopo aver assistito alla proiezione, è impossibile dire: «Voterò assolutamente ed entusiasticamente per George W. Bush». Questi risultati sono simili a quelli di altri sondaggi condotti in tutto il paese. In Pennsylvania, un sondaggio Keystone ha rivelato che il 4% del sostegno a Kerry viene da persone che hanno deciso di votare per lui dopo avere visto Fahrenheit 9/11 e, in una elezione che avrà un margine molto ristretto, il 4% è una marea di voti. Un sondaggio Harris ha rivelato che il 44% dei repubblicani che vedono il film ne danno una valutazione «positiva». Un altro sondaggio, che uscirà questa settimana, rivela uno slittamento di 21 punti nell'indice di approvazione di cui gode Bush, dopo una sola visione del film, da parte del pubblico degli indecisi che hanno assistito alla proiezione di Fahrenheit 9/11 in Ohio.

Il mio amico sondaggista mi ha detto di essere convinto che, se Kerry dovesse vincere, Fahrenheit 9/11 sarà stato una delle tre principali ragioni della sua elezione. L'unico problema di Kerry, ha detto, è quante persone potranno effettivamente vederlo prima del giorno del voto. Meno persone lo vedono, meglio è per Bush. Venti milioni di persone lo hanno già visto - e il sondaggio Gallup ha detto che il 56% del pubblico americano ha visto o ha intenzione di vedere Fahrenheit 9/11 al cinema o in home video. Il Dvd e l'home video del film, grazie ai distributori che hanno accolto la nostra richiesta di farli uscire prima di novembre, saranno nei negozi il 5 ottobre. Questa sì che è una buona notizia.

Ma il film può essere trasmesso anche in TV? Ho prospettato questa possibilità nell'intervista a Rolling Stone di questa settimana. Il contratto che abbiamo con il nostro distributore dei Dvd dice di no, non si può. Ho chiesto a loro di poterlo trasmettere una volta sola, magari la sera prima delle elezioni. Finora, niente da fare. Ma non ho smesso di tentare.

L'unico problema per il mio desiderio di mostrare questo film al maggior numero possibile di americani è che, se trasmesso in TV, Fahrenheit 9/11 non può essere proposto alla Academy Award per farlo concorrere come miglior film documentario. Le regole della Academy vietano la trasmissione di un documentario in televisione nei nove mesi successivi alla sua uscita nelle sale (i film di fiction non hanno la stessa restrizione).

Anche se non ho alcuna assicurazione che il nostro distributore degli home video acconsentirà a un'unica messa in onda televisiva - e probabilmente non acconsentirà - ho deciso che è più importante correre questo rischio e sperare contro ogni speranza che riuscirò a persuadere qualcuno a trasmetterlo in TV, sia pure la sera prima delle elezioni.

Perciò ho deciso di non far concorrere Fahrenheit 9/11 all'Oscar come miglior documentario. Se c'è anche la più remota delle probabilità che io possa far vedere questo film ad alcuni milioni di americani in più prima che si voti, allora questo per me è più importante che vincere un altro Oscar per il miglior documentario. Ho già vinto una statuetta per il miglior documentario. Averne una seconda sarebbe bello, ma non tanto quanto far tornare questo paese nelle mani della maggioranza.

La data ultima entro cui andava presentata la domanda per concorrere all'Oscar per il miglior documentario era mercoledì scorso. Alla mia troupe, che ha lavorato al film, ho detto: lasciamo che sia qualcun altro a vincere l'Oscar. Noi abbiamo già contribuito a infiammare l'anno più grandioso che si sia mai registrato per i film non-fiction. La scorsa settimana, su cinque film proiettati nei cinema di tutta l'America, uno era un documentario! Questo è semplicemente inaudito. Quest'anno ci sono stati tanti bellissimi film non-fiction, perché non farsi da parte e condividere ciò che abbiamo con qualcun altro? Togliamo il gorilla da 800 libbre da quella categoria degli Oscar e lasciamo che i cinque film che otterranno la nomination ricevano tutta l'attenzione che meritano (senza che essa si concentri tutta su un film che ha già avuto più della sua razione di attenzione).

Ho letto molto sul fatto che, quest'anno, Fahrenheit sarebbe stato una «scommessa sicura» per l'Oscar al miglior documentario. Io non credo che ci siano «scommesse sicure». E in fondo penso che a volte sia bene per la nostra anima rinunciare a una cosa che tutti dicono che sarà nostra con tanta facilità (chiedete al nuotatore olimpico Michael Phelps perché ha rinunciato al suo spot nell'ultima gara, a favore di un'altra persona altrettanto meritevole, e saprete di cosa sto parlando).

Ho informato i nostri distributori della mia decisione. Loro mi appoggiano (per la verità, mi hanno poi offerto di proporre il nostro film per tutte le altre categorie per le quali può concorrere, compresa quella di miglior film - perciò hey, chissà, magari riusciamo a completare quel discorso dell'Oscar 2003! Scusate, stavo solo scherzando).

Non fatevi troppe illusioni di riuscire a vedere Fahrenheit 9/11 in TV prima delle elezioni. In effetti, mi aspetterei di non vederlo lì (mi conoscete, inseguo sempre qualcosa che probabilmente non dovrei inseguire). Andate presto nei cinema, se non lo avete già fatto, oppure in ottobre procuratevi il film in un negozio di video e organizzatevi per vederlo con gli amici a casa. Condividitelo con tutti quelli che conoscete, specialmente con i vostri amici che non vanno a votare. Nel Dvd ho incluso 100 minuti di extra - filmati straordinari che ho ottenuto dopo che il film era terminato e alcune cose che faranno andare in tilt permanente Karl Rove - ma su questo vi dirò di più un'altra volta!

Grazie per tutto il vostro sostegno. E andate a vedere Super Size Me, Control Room, The Corporation, Orwell Rolls Over in His Grave, Bush's Brain, i film di Robert Greenwald e l'imminente Yes Men. Non ve ne pentirete!

P.S. Se volete leggere i miei resoconti per USA Today dall'interno della convention repubblicana, andate su www.michaelmoore.com.

(TraduzioneMarina Impallomeni)
Messaggio del 12-09-2004 alle ore 00:57:13
---X BAMBINOCATTIVO---

sn interessatissimo a partecipare ad un corto, veramente già quest'estate dovevamo io e unpaio d amici realizzarne uno, sceneggiatura scritta da me liberamente ispirata da alcuni pezzi d Elio e le Storie Tese, poi x vari problemi nn se ne è fatto niente, ma mi è rimasta la voglia d girare qualcosa pure x skerzo tanto x divertirci!!!!!
mandami una mail se vuoi

[email protected]
Messaggio del 14-09-2004 alle ore 14:40:50
Il 1° tempo mi è piaciuto... il 2 è lento, scontato... doveva aspettare la fine della guerra x tirare le somme, unico lampo l'esperienza della madre prima e dopo la morte del figlio.
Il precedente (Bowling for a columbine - sulle armi, ndr) è semplicemente fantastico... l'ironia fa parte di Moore Skinnolo... è la sua dote primaria...

Un'ultima cosa... attenti a nn confondere i democratici con la sinistra come la intendiamo noi... siamo in America, anche se a considerare la gente vista al cinema molti sinistrorsi nn l'hanno capito...

ah! una considerazione finale... oggi mi è arrivato un report sulle borse internazionali: c'è letteralmente scritto che i mercati festeggeranno nel medio-lungo in caso vittoria di Bush... in caso contrario, poveri risparmiatori!!!
Messaggio del 15-09-2004 alle ore 02:03:19
Sauron, nn metto in dubbio l'ironia di moore, ma nn l'ho trovata particolarmente raffinata. Mi spiego: in certi momenti pensavo a gene gnocchi
Cmq la mia era 1 critica picciosa, ho già detto fin dall'inizio ke il film va accettato per il suo contenuto, e complessivamente mi sta bene. Il fatto è ke il film(o documentario) ha vinto 1 manifestazione importante, e mi dispiacerebbe se la politica avesse vinto sull'arte. Cmq, onore a Moore.
Messaggio del 15-09-2004 alle ore 02:16:19
Molti si kiedono come mai in america siano riusciti a fare 1 film del genere... il fatto è ke hollywood complessivamente è sotto il controllo del partito democratico, a parte la Disney ke è abbastanza vicina ai repubblicani... il film di moore è prodotto dalla Miramax, 1 controllata della Disney, e sebbene sia abbastanza indipendente dalla casa madre, pare ci sia stato qualke attrito tra le 2 case, a causa del film.
Messaggio del 15-09-2004 alle ore 08:54:55
in effetti mi ricordo che si vociferava di un possibile disimpegno della Disney nella distribuzione dell'opera di Moore e conseguentemente dei notevoli problemi che avrebbe incontrato la Miramax nel distribuirla in giro per l'america e nel mondo. La Disney è vicinissima ai Bush soprattutto perchè ha interessi in Florida con il proprio parco divertimanti Disney World. Il fratello di Bush è infatti governatore di questo stato e da tempo ha concesso facilitazioni fiscali al colosso del divertimento. Inoltre (o propio per questo)i dirigenti Disney sono tra i primi finanziatori della campagna elettorale di George W. Bush. La Miramax (nata come piccola etichetta indipendente e cresciuta in modo rapidissimo grazie a diversi successi come Pulp Fiction tanto per citarne uno a caso) è finita nell'orbita della Disney corporastion proprio grazie ad un accordo per la distribuzione dei suoi film (la Disney è una corazzata in questo campo e poteva garantire la distribuzione capillare dei film Miramax).
Questa situazione stava creando una sorta di "conflitto di interessi" tra i due colossi, ma alla fine il profumo dei dollari (per la produzione di Fahrenheit 9/11 sono stati spesi solamente 4 milioni di dollari ed il film finora ne ha incassati almeno dieci volte tanto) ha messo tutti d'accordo (ah l'America, l'America...)
Per quanto riguada la tua affermazione skin

il fatto è ke hollywood complessivamente è sotto il controllo del partito democratico

non so come tu possa affermare ciò con questa sicurezza.
Forse un tempo poteva essere così, ma da circa venti anni a questa parte (dall'era Reagan più o meno) la mecca del cinema ha cambiato padrone ed indirizzo politico-culturale.
Basta dare uno sguardo alle produzioni: mancanza assoluta o quasi di piccole case di produzione cinematografiche indipendenti (la miramax è un caso a parte e cmq oramai già irregimentata dall'accordo con la disney) e di sonseguenza pochissimi film "impegnati", solio Block busters milionari e costosissimi di natura reazionario-patriottica (Pearl Harbour ?) e cmq di chiara matrice repubblicana, senza parlare dei finanziamenti ricevuti dalla potentissima lobby dei produttori di armi il cui presidente è un certo Charlton Eston...
Messaggio del 15-09-2004 alle ore 13:59:44
anima, nn pensare ke i democratici USA siano filo-comunisti tutt'altro... Hai ragione su Pearl Harbour, ma appartiene al paniere di produzione Brukhermeir, sul quale abbiamo parlato in abbondanza su questa sezione.
Esistono lobby, ma Hollywood(per fare 1 esempio) è ultrademocratica, sebbene Schwarzy sia diventato governatore(bisogna pure considerare ke è 1) sposato con 1 kennedy 2) è 1 star e quindi possono perdonargli anke la devianza ideologica ). 1 altra lobby(cattolico-reazionaria) è quella ke ha sponsorizzato The Passion, addirittura 1 ribellione ebrea(gli ebrei sono conservatori) allo strapotere liberal di Hollywodd.
E poi nn credere, esistono anke i blockbuster di sinistra. L'alba del giorno dopo è stato utilizzato in campagna anti-bush.
Messaggio del 15-09-2004 alle ore 14:48:28
Pearl Harbor era solo un esempio per chiarire il genere di produzioni filo-repubblicane (ovvero cosiddette "di facciata" ). Ma cosa ne dici delle produzioni minori o di quelle destinate al sempre più grande mercato dell'home video? Tutte rigorosamente allineate sul genere "americani buoni, patriottici ed eroici" (se poi ci metti un paio di pistole fumanti, un minimo di violenza assolutamente gratuita e abbondante whiskey allora la ricetta repubblicana è a pronta).
Messaggio del 15-09-2004 alle ore 16:23:24
Mah, non penso ci sia 1 motivazone ideologica, penso più alla carenza di idee, cosa ke si ravvisa sopratutto nelle piccole produzioni. Anke negli anni 80, in epoca di edonismo reaganiano, quando la violenza era giusta e il sesso sbagliato, le piccole produzioni fermentavano, e soprattutto ribaltavano quelle ke dovevano essere le tematiche imposte dall'alto.
Anke 1 idealista liberal reduce del Vietnam(oliver stone) riusciva a far riemergere impetuosamente le vergogne di quella sporca guerra. E penso ke la situazione politica attuale possa più incentivare ke inibire il cinema d'impegno e di protesta. Almeno è sempre stato così.
Messaggio del 15-09-2004 alle ore 17:36:22
Carina la prima parte, un pò patetica la seconda, forse inutile quell'accanimento sulle vittime della guerra. Non aggiunge nulla di nuovo all'orrore della guerra.
Messaggio del 26-09-2004 alle ore 14:24:40
bello il primo tempo,meno il secondo.m'è piaciuto di più bowling a columbine,netto.

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