Cinema, Teatro, Arte, Spettacolo
Five Fingers
Messaggio del 11-12-2007 alle ore 22:41:33
mi è capitato di vederlo per caso; un film incentrato sul terrorismo, sullo spionaggio.
Non è uno di quei film in cui vi potete aspettare attentati e azioni risolutive, non ha nulla a che fare con quell'ottica; questo film è statico, drammatico, suddiviso in due situazioni:
- quella in cui il protagonista si trova faccia a faccia con i suoi torturatori
- quella dei flashback, in cui si scoprono dettagli e retroscena
gli attori non sono chissà quanti, ma non è questo il punto...il regista con pochi elementi riesce a catturare l'attenzione dello spettatore, specie se incuriosito dalla tematica. E' crudo, vero. Five Fingers significa cinque dita, ed è il numero delle dita che taglieranno al protagonista (un impiegato di banca che ha la passione per il pianoforte ed il freejazz), rovinandolo, pur di sapere perchè è andato in Marocco e a cosa serve il suo programma alimentare.
Il finale è a dir poco shockante, fa pensare e fa riflettere su chi possa essere davvero il nemico del popolo libero, su chi sia o possa essere quel nemico invisibile che tutti vorremmo sparisse, e quanti pochi scrupoli si fa della gente comune, di quanto poco valga per loro la vita purchè sopravvivano gli ideali del loro sogno. Il vero volto tragico del terrorismo.
Consigliato ad un pubblico adulto
mi è capitato di vederlo per caso; un film incentrato sul terrorismo, sullo spionaggio.
Non è uno di quei film in cui vi potete aspettare attentati e azioni risolutive, non ha nulla a che fare con quell'ottica; questo film è statico, drammatico, suddiviso in due situazioni:
- quella in cui il protagonista si trova faccia a faccia con i suoi torturatori
- quella dei flashback, in cui si scoprono dettagli e retroscena
gli attori non sono chissà quanti, ma non è questo il punto...il regista con pochi elementi riesce a catturare l'attenzione dello spettatore, specie se incuriosito dalla tematica. E' crudo, vero. Five Fingers significa cinque dita, ed è il numero delle dita che taglieranno al protagonista (un impiegato di banca che ha la passione per il pianoforte ed il freejazz), rovinandolo, pur di sapere perchè è andato in Marocco e a cosa serve il suo programma alimentare.
Il finale è a dir poco shockante, fa pensare e fa riflettere su chi possa essere davvero il nemico del popolo libero, su chi sia o possa essere quel nemico invisibile che tutti vorremmo sparisse, e quanti pochi scrupoli si fa della gente comune, di quanto poco valga per loro la vita purchè sopravvivano gli ideali del loro sogno. Il vero volto tragico del terrorismo.
Consigliato ad un pubblico adulto
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