Cinema, Teatro, Arte, Spettacolo

Hachiko e Gere
Messaggio del 29-07-2009 alle ore 11:16:18
Succede sempre così, la sola salvezza dall'ennesima legge di Murphy è salvare a ogni riga !! Mi fa piacere ti sia piaciuto, ce ne sono altri altrettanto belli. Io ora sto leggendo "Kitchen", te ne avevo parlato poco più su. Promette bene.
In merito agli spiriti, hai ragione, è un bel modo di sentire il passato, come se i "fantasmi" circondassero costantemente e in modo discreto gli affetti avuti in vita.
Messaggio del 28-07-2009 alle ore 23:52:03
Ho appena terminato la lettura di "Hachiko". Avevo appena scritto un mezzo pamphlet e giustamente gli dei hanno punito la mia tracotanza, lasciando che il pc inghiottisse i miei pensieri nel buio luminoso dell'elettricità. Vorrei conservare un solo pensiero, se ora riesco a ricostruirlo. Il modo in cui i fantasmi abitano in mezzo ai vivi ed interagiscono con essi ha evocato in me alcune tra le pagine più belle di G.G. Marquez. Il loro dolcissimo ritorno non ha nulla di terrifico e di spettrale, a Tokyo come a Macondo...
Al di là di questo, il libro è veramente molto bello e singolare per altri innumerevoli motivi...
Messaggio del 28-07-2009 alle ore 11:18:59
Io invece penso che tutta l'arte meriti di essere conosciuta ed apprezzata, a condizione che non si tratti di operazioni di basso profilo culturale o ricreativo, tipo arte povera, arte del riciclo, arte dei writers, arte underground, arte dei madonnari, arte dei tatuatori e chi ne ha più ne metta...L'arte è un linguaggio universale. Ha inizio con la civiltà umana e deve rispecchiarne sempre il pensiero, le emozioni e i valori. Per questo le forme succitate non sono per me artistiche: manca ad esse il requisito fondamentale, la civiltà.
Per quanto riguarda gli artisti, è naturale che solo chi è sommamente presuntuoso -ed ignorante- possa ritenere di conoscere tutti i loro nomi e le loro opere, a partire dalle pitture parietali appare alla fine del Paleolitico fino ai giorni nostri.
Per me l'arte è affine ai sogni.
Messaggio del 28-07-2009 alle ore 09:09:49
Non lo conoscevo, ma per quanto riguarda l'arte io non sono un'intenditrice e ho gusti che farebbero drizzare i capelli ai critici. Per me una tela deve essere fuori da tutto, estemporanea, emozione e basta. Le coppie fluttuanti di Chagall, gli uomini impalpabili di Folon, delicati oltre ogni percezione concreta, le solitudini moderne, le finestre aperte su un pensiero intimo di Hopper e le case illuminate da un semplice lampione mentre fuori è giorno di Magritte, queste sono le cose che amo guardare, che guarderei anche se diventassero reali, e mi ci calerei dentro, se potessi. Finiamo per caricare quel che guardiamo delle nostre sensazioni e del nostro vissuto, probabilmente le opere che apprezzo sono quelle che sento più vicine. Se dicessi di amare il resto sarei solo un'ipocrita che cerca consensi e teme di essere tacciata come ignorante.
Messaggio del 27-07-2009 alle ore 22:26:48
Cara Miss Hachiko, ora vi farò il nome di un artista poco noto, che apprezzo molto da quando il suo nome uscì per caso dalle pagine d'oro del mio scrittore preferito. Si tratta di William Hogarth, genio stralunato vissuto a cavallo tra seicento e settecento, se non erro. I suoi quadri annunciano con evidente chiarezza la fine della civiltà europea, il "Tramonto dell'Occidente": per questo io lo prediligo particolarmente tra i tanti che amo. Se già lo conoscete, vi chiedo di perdonare queste tediose quattro righe. Se invece non avete mai visto le sue opere, sono davvero felice in quanto Hogarth è davvero un grande, un grandissimo, come lo scrittore dal quale fortunatamente appresi il suo nome.
Messaggio del 27-07-2009 alle ore 12:54:05
Grazie per avermi rivelato Hopper. Non lo conoscevo affatto. Ho visto qualcosa, spinto dalla curiosità, dunque non mi sento all'altezza di formulare alcun pensiero su questo artista contemporaneo. Anzi no. Una cosa vorrei dirla. La lucida e composta nevrosi che traspare dai suoi quadri mi ricorda i film di Bergman...E' indubbiamente un artista che, come il regista svedese, evoca il senso di solitudine come cifra della modernità in forme algide, cristallizzate, asettiche. In più, sembra suggerire una via di fuga da un mondo senza senso e senza calore attraverso una dolorosa forma di interiorità.
Messaggio del 27-07-2009 alle ore 09:38:54
Esattamente, parlo di C.D. Friedrich, il pittore romantico. Ed é esatta anche la seconda osservazione, mi piacciono le opere di Böcklin. In generale, a livello di pittura, preferisco i dipinti che abbiano come tema i panorami, la natura. Difficile che io apprezzi qualcosa che ritrae persone, tranne nel caso dei baci di Hayez o di Klimt. C'è un artista che ho dimenticato di menzionare, e che rientra nella categoria di quelli che apprezzo anche quando dipingono persone, ed è Hopper.
Messaggio del 26-07-2009 alle ore 23:44:26
Caspar David Friedrich per l'esatteza ! Bye Mss Hachiko !
Messaggio del 26-07-2009 alle ore 23:41:52
Forse Hokusai a te non piace perchè tutti conoscono opere come L'Onda o le Vedute del Fuji. Eppure questo artista ha una potenza espressiva ed una capacità di penetrazione intimistica che solo i grandissimi hanno raggiunto. Io non amo particolarmente le sue opere più note, anzi posso dire di detestarle apertamente , come in genere detesto tutto ciò che piace a tutti. Ma Hokusai va venerato ugualmente per la sua immensa produzione ricca di meravigliose creazioni, a volte notevole per il suo trasparente senso dela realtà, a volte per la sua vocazione ai miraggi, alle fantasmagorie, agli incubi e alle visioni oniriche... Penso ad esempio alle incantevoli serie degli "Animali", o ai "Demoni" o alle meravigliose e misteriose figure femminili o alle tavole erotiche, alcune per altro assai note.
Gli artisti che hai nominato li apprezzo molto, vorrei sapere soltanto se per Friedrich tu intendi Caspar Friedrich, come suppongo. Se parliamo dello stesso artista, ti piaceranno senz'altro anche le opere inquietanti del grande Bochlin, uno dei miei preferiti. Bye e scusa per la recensione "troppo esplicita".
Messaggio del 26-07-2009 alle ore 15:26:21
Non amo molto l'arte Giapponese, strano eh !? Se non sbaglio, qualche mese fa, a Roma c'era stata una mostra dedicata a Hiroshige e mi ero fatta un giro tra le sue opere e quelle di altri pittori esponenti dell'ukiyo-e, come Utamaro, a proposito del quale è uscito un libro qualche tempo fa. Penso che Hiroshige sia quello più vicino ai miei gusti. Ma preferisco Friedrich e Magritte, Chagall e Folon. Vabbeh che in quanto a pittura ho i gusti difficili, sono una che non sa apprezzare gli impressionisti, tanto per fare un esempio....Sorry .

P.S.: Connettiti un attimo sul Cistitu, tnx!!
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Editato da Hachiko il 26/07/2009 alle 15:27:37
Messaggio del 26-07-2009 alle ore 08:26:15
Gli ho dato un'occhiata ieri sera, ma 66034.it ha inceppato il mio pc ! Forse sono io che non riesco a farmi obbedire dalle macchine, sta di fatto che non sono riuscito a vedere quasi nulla, tranne due disegni .Comunque riproverò e, se all'altezza del mio compito, accederò volentieri nel vostro spazio virtuale! A proposito di arte figurativa, signorina Hachiko, questa cosa avrei dovuto chiedervela già da tempo: vi piacciono le opere del grande Hokusai ? Io ne vado pazzo !
Messaggio del 25-07-2009 alle ore 19:32:23
Se dovesse interessarti, iscriviti . Speriamo bene !!!!
Messaggio del 25-07-2009 alle ore 13:27:31
Grazie Miss Hachiko ! Le vostre recensioni sono sempre gradite!!!
Messaggio del 24-07-2009 alle ore 21:35:44
....Non ho nemmeno bisogno di dubitare. E penso che dovrei rileggerlo, queste parole mi suonano così vicine in questo periodo.

P.S.: Hai una "recensione" sul Cistitu, fai uno strappo alla regola per una volta e facci un salto !!
Messaggio del 24-07-2009 alle ore 12:53:00
Non che odiassi particolarmente la vita, eppure la visuale che si rifletteva nei miei occhi era sempre lontana e sfumata come in un sogno. Percepivo le cose in modo innaturale, estremamente vicine o remote.
Messaggio del 16-07-2009 alle ore 11:46:35
Un sinonimo -forse oggi divenuto obsoleto- di "librone fermaporte" è "mattone", meglio ancora se pronunciato in dialetto frentano, cioè sottraendo una dentale. Tale termine, apparentemente dispregiativo, è quasi certamente in rapporto con il più autorevole e signorile " tomo ", in verità, dal suono altrettanto sinistro, che però indica ciascuna delle parti in cui è divisa un'opera. Per analogia, allora, se l'opera viene considerata nell' insieme come edificio del sapere,della scienza,del diritto ecc... allora il nobile tomo altro non è che il vile mattone! Ma ancora più inquietante è l'estensione di tali termini agli individui in carne ed ossa ! Qui mi fermo, giacchè tale dotta dissertazione potrebbe coinvolgermi direttamente...Dunque, Hachiko, l'età non ha nulla a che vedere con l'anagrafe -come pensano gli impiegati del comune-bensì con i paesaggi interiori e l'intensità delle vibrazioni che attraversano le nostre più intime fibre.
Messaggio del 16-07-2009 alle ore 08:31:25
Ehm....Diciamo che quella definizione si lega al senso che riuscimmo a trovare per un libro altrimenti inutile !! Per quanto riguarda la mia età, ho di recente varcato la soglia dei trenta !!
Messaggio del 15-07-2009 alle ore 22:41:17
Post Scriptum : Davvero divertente la definizione di "LIBRONE FERMAPORTE !"
Messaggio del 15-07-2009 alle ore 22:38:55
Allora, il Diario Minimo è un testo veramente consigliabile ad una ragazza giovane ed intelligente quale tu sei, perchè contiene delle pagine davvero "epocali"che hanno fatto la storia della cultura italiana nel secondo 900 . Penso, ovviamente, alla "Fenomenologia di Mike Bongiorno", o all'insuperabile "Elogio di Franti", in cui l'autore ha sicuramente dato il meglio di sè sotto il profilo dell'estetica letteraria.Quindi, se non lo hai ancora letto, ti suggerisco vivamente di farlo. Quanto al primo libro, quello da me prudentemente taciuto, si tratta di una sconvolgente monografia storica, scritta da una autore che rientra tra le intelligenze scomode del novecento. Mi cimento con tali opere perchè rappresentano delle terribili sfide per il lettore, dei veri e propri baratri nei quali gettare lo sguardo con vertiginoso ed abissale sgomento. In questi libri non c'è una sola pagina dal tono demagogico o edificante. Per questo sono tra i pochissimi a leggerli. Con tali libri si decostruiscono intere zone della coscienza posticcia, cioè del piatto e confortevole ego di massa, distillando il proprio pensiero in forme sempre più pure e rigorose. Non sempre però è vantaggioso restare soli davanti al nulla... Soprattutto alla tua età !
Messaggio del 15-07-2009 alle ore 20:55:17
Puoi dirmi anche il titolo di quello che volevi consigliarmi in partenza .
Comunque, nulla di tremendo, "It" è un romanzo di Stephen King, e da molti è considerato un capolavoro distrutto egregiamente dalla resa cinematografica. In merito al librone-fermaporte di Eco, ti dirò, il film che ne trassero è uno dei miei preferiti. Sarà per Connery, sarà per l'idea insana che della cultura si ha in certi ambienti....Ma, a questo punto, penso proprio che il volumone resterà tra le letture cordialmente evitate !!
Messaggio del 15-07-2009 alle ore 15:18:41
Comunque un libro almeno sono riuscito a consigliartelo. Leggi " Diario minimo " di Eco...mi sembra, pubblicato da Bompiani...un classico, del resto, sul quale non c'è bisogno ( grazie a Dio! ) di spendere troppe parole...è un libretto agile e scorrevolissimo, un pamphlet acuto e ricco di spunti di rara intelligenza critica...nulla a che vedere, dunque, con i tediosi romanzi elefantiaci, con i pachidermici e sonnolenti volumi scritti dal cattedratico per far soldi con il"pubblico dei lettori", con la greve, ottusa, impermeabile, amorfa massa di ignoranti e grevi bibliofagi da spiaggia... E se ti dicono di leggere il Nome della Rosa o, peggio ancora, il Pendolo di Foucault, rispondi pure che di Eco hai già letto tutto quello che meritava d'esser letto. Bye Carissima Amica!
Messaggio del 15-07-2009 alle ore 14:04:16
Ti ringrazio per la dritta e andrò a cercare il romanzo a Pianeta ma...Hachiko! Il libro di cui ti parlavo misura cm 16x10x1 : è il tipico parallelepipedo cartaceo Adelphi...consta di sole 114 pagina e costa 7 euri e 50 cent!!! Hachiko !!! Ti prego!!! Non nominarmi i libroni di "Unberto Eco"!!! It, poi, non so neanche cosa sia!!! Ho studiato un po' di inglese alle medie... so che, in quell'idioma barbarico, funge da pronome di terza persona, singolare, di genere neutro... ma ti giuro: di it non so niente altro!!! Hachiko!!! Quanto ad Eco, ho letto ed apprezzato l'unico libro veramente bello che egli ha scritto, " Il diario minimo" ma disprezzo apertamente sia il celeberrimo "Nome della rosa" che il mediocre e zoppicante "Pendolo di Foucault" poichè fanno parte entrambi della letteratura d'evasione, dei beni di facile consumo, come i detersivi, i profilattici, i fazzoletti tempo, la carta igienica ecc.
Messaggio del 14-07-2009 alle ore 13:02:58
Penso potresti trovarne una copia al Pianeta, nel caos dei libri della Universale Economica Feltrinelli. Male che va, puoi prendere Kitchen, dicono che della Yoshimoto sia il libro più bello, nonchè uno dei primi. A me è piaciuto molto anche "L'abito di piume". Sui libri che vuoi consigliarmi, ti dico solo che sono da letture brevi, i libroni formato "Il nome della rosa" o "It" mi sconfortano, anche se una delle ragioni per cui opto per certi autori è perchè amo le storie vicine alla quotidianità, importanti ma impalpabili, semplici.
Consiglia pure qui, dubito ci sia la calca da queste parti . E per le eventuali critiche, che te ne importa, se a te piace una cosa che ad altri non piace è un buon segno, vuol dire che non siamo ancora tutti uguali .

Ho visto il filmato, se è quello che dicevi tu e non ho sbagliato con la ricerca, che dire....Senza parole.
Messaggio del 14-07-2009 alle ore 11:38:04
Cara Hachiko, "L'ultima amante di Hachiko" deve essere stata davvero l'ultima, in quanto il valente internauta di Gulliver non è riuscito a rintracciarne neanche una copia!!! Comunque ho rinnovato l'ordine in attesa di qualche fortunato evento, poichè la ricerca è stata inoltrata in tutti i books-point.
P.S. Sto terminando in queste ore un libro davvero grandioso. Pertanto, anche a me piacerebbe consigliarti qualche lettura: se non lo faccio è solo perchè non amo dire ciò che faccio a tutta Lanciano. Spesso le persone criticano i miei gusti o trovano sconvenienti le mie scelte. Di cistitù ovviamente non mi fido. Bye e, se ci sono news, ti farò sapere.
Messaggio del 09-07-2009 alle ore 14:00:12
Provo a cercarlo, merci!!
Messaggio del 09-07-2009 alle ore 13:10:47
Cara Hachiko, ti consiglio di fare un salto su YOU TUBE per vedere questo: "American Akita: the sense of justice of an American Akita at the obedience school"

P.S. Scusa se non ho inserito il filmato direttamente ma non sono in grado di farlo.
Messaggio del 07-07-2009 alle ore 20:46:00
A San Vito Marina, in una casa abbastanza nascosta, non penso che dalla strada si vedesse. Se non sbaglio è o era -non so se sia ancora vivo- un maschio.
Messaggio del 07-07-2009 alle ore 14:09:20
Scusa Hachiko, ma l'akita inu del quale parlavi quanti anni ha? E' maschio o femmina? E' akita giapponese o akita americano? E, soprattutto, dove si trova adesso? Non credo sia di Lanciano perchè, da quello che so, l'unico akita che vive qui è Geri, il cane di G. Colaizzi, un orso tigrato a maschera nera, dal carattere riservato, ma mai scorbutico, anzi sempre bonario e leale. Un amico fedele e sincero, tanto umile quanto coraggioso, se serve...
Messaggio del 07-07-2009 alle ore 09:48:01
Purtroppo anche io sono ancora poco esperta in materia, e so solo dirti che, essendo Banana un nome d'arte scelto perchè facile da pronunciare e comune a molte lingue, credo si pronunci con l'accento sulla penultima.
In merito al giornale, io preferisco scrivere altro che sia meno impegnativo e più personale degli articoli, anche se scrivere, in generale, credo sia un bel lavoro in qualsiasi ambito.
Messaggio del 06-07-2009 alle ore 21:52:36
Anche a me molti anni orsono fu proposto di scrivere sul giornale di Micozzi. Declinai l'invito perchè dal 1994 ho iniziato a collaborare con Emiliano Giancristofaro e, quando posso, scrivo sulla sua rivista. Anzi, propprio sul prossimo numero dovrebbe uscire un mio contributo. Purtroppo, Hachiko, per fare certe cose bisogna disporre di tempo, ed io non sempre ne ho.
POST SCRIPTUM: Stamane ho ordinato il libro! A proposito: si pronuncia Yoshìmoto o Yoshimòto? Banàna o Bànana? Scusa la mia ignoranza, sono un neofita e dovrai pazientare un po'...Comunque sono curioso di leggere l'opera: La cultura giapponese è misteriosa ed affascinante sotto ogni punto di vista.
Messaggio del 06-07-2009 alle ore 09:44:39
Raramente. Ho scritto qualche articolo in merito a eventi che mi coinvolgevano particolarmente, ad esempio la Mostra del Fumetto, oppure un confronto tra donne della letteratura a proposito dell'8 marzo, per il quale mi ero occupata di Elena Muti. L'ultimo è stato la recensione per l'opera dedicata all'anniversario della Confraternita di San Filippo Neri. E' mia sorella che collabora stabilmente con loro .
Messaggio del 05-07-2009 alle ore 21:05:58
Probabilmente hai ragione. Dicevo così perchè, tempo addietro, a me è capitato di polemizzare -perfino aspramente- con persone che, nella vita di tutti i giorni, salutavo tranquillamente per strada.Naturalmente, senza sapere chi fossero costoro, quando scrivevano su Lanciano.it... Sincerità per sincerità, io sono un po' a disagio con tutto questo progresso che avanza ! Ad esempio, non conosco il tuo volto ma il tuo cognome mi dice già qualcosa: mi sbaglio, o scrivi sul giornale di Mario Micozzi?
Messaggio del 05-07-2009 alle ore 19:59:25
Magari il mio difetto è proprio che parlo qui nello stesso identico modo in cui parlerei davanti a un caffè. In merito al nick, non credo sia sempre e solo il risultato dell'intenzione di assumere un'identità fittizia ed enfatizzarla con un nome mirato. Penso che talvolta un nick sia come un tatuaggio, il riflesso di un momento particolare, il riassunto di una vita, di un modo di essere, un biglietto da visita che dica qualcosa di più di un nome proprio ma abbastanza comune, come il mio.
Comunque sia, non penso che la virtualità possa camuffare la realtà più di tanto. Forse c'è molta più verità qui dentro che vis à vis.
Messaggio del 05-07-2009 alle ore 12:24:23
Tutti noi diventiamo diversi da come realmente siamo quando scegliamo di assumere un' identità virtuale. L'unica salvezza che ci resta è l'originalità e l'autorevolezza del pensiero. La tecnica ormai fagocita tutto. In ogni caso, se ha senso dire una cosa del genere dietro un nome fittizio, vorrei dirti che le cose che scrivo le penso davvero!
Messaggio del 05-07-2009 alle ore 11:07:03
Pfffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff
Messaggio del 04-07-2009 alle ore 18:53:17
So di essere completamente fuori tema, ma ti sono infinitamente grata perchè mi hai fatto dei bellissimi complimenti a prescindere dalla persona che potrei essere al di fuori delle mie parole e delle mie discussioni.
In merito al Giappone, purtroppo so ancora molto poco, ma il confronto è un buon punto di partenza per curiosare oltre quelli che potrebbero essere i confini di una singola persona.

Aspetto di sapere del libro, mentre per il film credo ci vorrà ancora un po' per esprimere un giudizio pertinente . Buona lettura.
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Editato da Hachiko il 04/07/2009 alle 18:54:06
Messaggio del 03-07-2009 alle ore 16:47:39
Post Scriptum : il termine "discettare" non ha nè vuole avere un significato negativo. Esprime nel mio caso la facilità e la naturalezza con le quali si insegna agli altri mentre si sta parlando. Questo è inevitabile quando si conosce a fondo ciò di cui parla. Il Giappone e la sua misteriosa anima sono per lei argomenti familiari, come si evince dal nome che ha scelto.
Messaggio del 03-07-2009 alle ore 13:38:47
Il merito è tutto di Hachiko ! Notate con quanta sicurezza proponga un argomento di discussione, lo sostenga egregiamente, discetti di cinema e letteratura, di letteratura e cinema; trovi un'analogia esatta tra quanto proposto all'inizio e quanto è scaturito in seguito dalla discussione, per ricomprendere in una sintesi esaustiva e coerente tutto quello che è stato detto da noi utenti; raccomandi la lettura di un libro per lei particolarmente significativo ad un utente; lo protegga da possibili obiezioni di partenza ( visto che l'utente in questione non conosce affatto l'opera) in ultimo, esprima un giudizio sereno, netto e sincero sui meccanismi che determinano il buon funzionamento delle discussioni virtuali, con un aforisma gustosissimo in inglese, una delle cose più sottili e intriganti mai lette sulla rete tout court... Mi sembra giusto sottolineare tutto questo perchè, tra l'altro, è vero ciò che lei ha detto: non c'è traccia di polemica o di rancore, dove si parla seguendo un filo logico, usando con discrezione ed amore le parole.
Messaggio del 02-07-2009 alle ore 10:35:59
Vogue, ti ringrazio dell'apprezzamento, e penso che il motivo per cui questo thread procede come una semplice conversazione tra amici che si confrontano su idee diverse o affini che siano, cosa che dovrebbe accadere in generale nei forum, è perchè gli argomenti trattati, per fortuna, interessano a pochi.
Quel che mi spiace è che molti si lamentano, spesso senza passare per il forum per non lasciare traccia del proprio pensiero ed evitare -saggiamente- discussioni, e quando si creano occasioni concrete per argomentare il malcontento....Silenzio.
Il punto è che l'ordine non lo fanno i semplici utenti. A un certo punto, a questi, non resta che abbozzare o andarsene altrove. E persino io sono giunta alla conclusione che preferisco lasciare che le cose evolvano da sole. No brain, no gain. E tanto fiato risparmiato.
Messaggio del 02-07-2009 alle ore 10:08:44
scusate se mi intrometto,ma state involontariamente dando esempio di come dovrebbe essere un forum,ben lontano da come invece lo e',ormai impoverito di utenti ed argomenti.
ps=un saluto all'amico Maldoror
Messaggio del 02-07-2009 alle ore 09:17:39
Lo vidi da bambina quel film, e piansi per almeno metà proiezione. A proposito dell'Akita Inu, conoscevo un signore che ne aveva un esemplare. Purtroppo lui è morto già da qualche tempo e il suo cane è rimasto solo.
Di storie di cani fedeli ce ne sono molte, una meno nota -nonostante libri e film che la ripercorrono- ma ricordata a Edimburgo con un monumento, è quella dello skye terrier Greyfriars Bobby, che, alla morte del padrone, rimase presso la tomba di quest'ultimo per quattordici anni, finchè non potè raggiungerlo come avrebbe voluto per tutto quel tempo. Sono storie che non dovrebbero solo commuovere per qualche minuto, ma far riflettere. Ma chi ha la sensibilità per capire degli affetti così sinceri e profondi non ha bisogno di storie simili per rispolverare la propria capacità di comprendere.

P.S.: Maldoror, il libro che ti ho consigliato presenta uno stile molto più leggero e semplice di quello di Mishima, anche in merito ai temi trattati, ma te l'ho consigliato perchè tratta quell'aspetto "mistico" della composta cultura Giapponese che hai ricordato all'inizio del thread.

Messaggio del 02-07-2009 alle ore 08:28:44
E' vero. Anche questa, oltre ad essere una storia vera, è la fedele testimonianza del muto eroismo degli animali, di cui gli uomini quasi mai serbano ricordo. Se posso aggiungere una piccola precisazione, senza annoiare troppo chi legge, vorrei suggerire di non confondere il cane giapponese Hachiko, di razza Akita Inu, con i cani nordici da traino ( Siberiani, Malamutes, Groenlandesi, ecc). La somiglianza esteriore non deve tradire l'osservatore, in quanto l'Akita non è un cane da traino. Sotto il profilo caratteriale vi sono notevoli differenze: i cani da traino sono animali schivi e tenaci, che si sacrificano per l'uomo volentieri, ma instaurano con lui un rapporto distaccato, senza lasciarsi coinvolgere troppo dal padrone. Sono cani rustici e primitivi, la cui indole selvatica resiste orgogliosamente ad ogni tentativo di addomesticamento. Anche l'Akita Inu non si lascia addestrare volentieri: tuttavia, si compiace di servire l'uomo naturalmente e modella la sua personalità su quella del padrone con devozione totale. Ma attenzione: al pari dei cani da traino anche l'Akita Inu non è un cane "facile" e ha bisogno soprattutto di un padrone esperto, che lo conosca a fondo e lo ami. In taluni frangenti può essere molto aggressivo, in partiolare verso gli altri cani.
Messaggio del 02-07-2009 alle ore 01:24:39
Il Giappone non è nuovo nell'omaggiare gli esempi di fedeltà dei cani.C'è un altro film che parla della fedeltà nell'attesa dei cani. E' Antarctica (Nankyoku Monogatari).
E' una storia vera e parla di una spedizione giapponese del 1958 destinata a dare il cambio agli uomini che erano rimasti tra i ghiacci per più di un anno. A causa delle avverse condizioni climatiche, però, la nave non riuscì ad arrivare nelle vicinanze del campo, e si decise di farla tornare indietro.
A quel punto anche gli uomini della prima spedizione furono costretti a lasciare la base,per mezzo di un elicottero, dove non fu possibile,imbarcare anche i cani, che vennero lasciati alla base, con la convinzione che presto sarebbe stato possibile mandare altri uomini a prendersi cura di loro. I cani rimasero legati tra loro senza riparo né scorte di cibo sufficienti. Quando venne mandata una nuova spedizione in Antartide, con grande sorpresa, venne accolta da due dei cani abbandonati Taro and Jiro, fedelmente in attesa dei loro padroni.
Ed ecco la foto delle statue dei due, dei 15 eroi a quattro zampe sopravvisuti.
E la locandina del film.


Messaggio del 01-07-2009 alle ore 15:36:05
Irraggiungibile !!! Ho dimenticato una G !
Messaggio del 01-07-2009 alle ore 15:34:07
Grazie per il prezioso suggerimento, Hachiko ! Leggerò l'opera che mi hai segnalato e, se avremo l'occasione di parlarne ancora, ti dirò le mie impressioni. Quanto a Mishima, è uno dei pochissimi autori contemporanei che conosca. Ho letto tutto, o quasi tutto ciò che ha scritto e, dal rapporto conflittuale che egli instaura coll'età presente, puoi comprendere perchè sia uno dei pochi scrittori di oggi che io prediliga.
La politica non c'entra. Quello che mi affascina è la capacità di guardare temerariamente il tetro volto del mondo globalizzato, descrivendo senza sotterfugi -e con una irragiungibile maestria nello stile- il suo carattere "neutro, inorganico e vuoto..."
Messaggio del 01-07-2009 alle ore 09:58:59
Non ho mai pensato alla letteratura giapponese -che si tratti della Yoshimoto o di Murakami o di Harumi Setouchi- come riflesso del presente, anzi di solito le vite narrate sembrano sospese, come fluttuassero in una fase di transizione o nei ricordi e quanto diventano nella quotidianità. Se c'è storia, spesso riguarda momenti passati, fasi particolari della storia del Giappone. Peraltro sono letture leggere, in genere romanzi non troppo lunghi -forse il più "loquace" è Murakami-, a parte Mishima che ha un modo di raccontare le sue storie molto più complesso degli altri che ho citato. Non che mi consideri un'esperta, anzi....Credo ci sia un retroscena molto più ragguardevole di quello che io conosco, a partire da Murasaki Shikibu, che con l'opera "Genji Monogatari" è considerata il primo autore di un romanzo in senso appropriato che la storia ricordi.
Cmq sia, senza voler uscire dal tema del 3d, se posso permettermi ti consiglio "L'ultima amante di Hachiko", della Yoshimoto, che penso sia il suo romanzo più appassionante ed esaustivo per chi vuol conoscerne lo stile e le tematiche preferite.
E grazie dell'apprezzamento, visto il periodo ci voleva . Ho le sensazione che tu non intervenga spesso, ma magari sono io che a volte vado troppo di fretta per notare tutto. Cmq sia, di nuovo, "ookini" .
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Editato da Hachiko il 01/07/2009 alle 10:07:29
Messaggio del 30-06-2009 alle ore 22:55:03
Cara Hachiko, confesso di non conoscere gli scrittori contemporanei di nessuna cultura e di nessun paese. Mi piace la letteratura, a condizione che essa non si identifichi col presente. In ogni caso, vorrei congratularmi con te perchè ciò che scrivi non è mai banale nè volgare. Ti leggo sempre, anche quando sono in disaccordo con te. Mi fai riflettere e te ne sono grato.
Messaggio del 30-06-2009 alle ore 21:17:00
Messaggio del 30-06-2009 alle ore 13:11:45
Hai ragione, è uno dei motivi per cui apprezzo i romanzi della Yoshimoto. E proprio lei è un'altra ragione del nick. C'è un qualcosa di spirituale, di fiabesco e impalpabile anche nella realtà, anche nelle storie più complesse da lei narrate. Come se le leggende, le tradizioni e le anime fossero parte integrante della loro -almeno apparentemente- severa e puntuale quotidianità.

In merito al film, non posso darti torto. Hachiko, la sua fedele e paziente esistenza, la sua silenziosa quanto significativa presenza nello Shibuya hanno un senso in quel contesto, presso un popolo per certi aspetti molto distante da noi. Purtroppo tante belle storie vengono commercializzate e finiscono svendute, spero che qualcuno possa apprezzare quella di Hachiko e farne propri i significati più sommessi.
Messaggio del 30-06-2009 alle ore 12:02:39
In fondo, lo stesso concetto può essere espresso in forma più semplice e chiara dicendo che per i giapponesi " tutto è Kami " ( divinità ). Anche un cane.
Messaggio del 29-06-2009 alle ore 15:14:49
Una delle caratteristiche più singolari della cultura giapponese è che in essa non troviamo mai una netta linea di demarcazione tra la realtà e le fiabe. La realtà è fiaba e la fiaba realtà. La storia è davvero molto bella, talmente bella che forse non è giusto farci sopra un film.
Messaggio del 29-06-2009 alle ore 10:49:38
Finalmente la ragione principale del mio nick diventerà un film . E' una bella storia.

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Hachiko e Gere

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