Cinema, Teatro, Arte, Spettacolo
Il Concerto
Messaggio del 23-02-2010 alle ore 17:44:08
doppiaggio vergognoso
ha rovinato il film, per me. film che cmq non arriva alle altezze di trein de vie!
la sequenza finale, è vero, è sontuosa!
merita anche solo quellail biglietto!
doppiaggio vergognoso
ha rovinato il film, per me. film che cmq non arriva alle altezze di trein de vie!
la sequenza finale, è vero, è sontuosa!
merita anche solo quellail biglietto!
Messaggio del 19-02-2010 alle ore 12:50:38
e la sequenza finale è davvero esaltante
e la sequenza finale è davvero esaltante
Messaggio del 19-02-2010 alle ore 12:49:25
Si, concordo con quello che hai detto un film davvero molto carino.
Anch'io ho avuto la stessa impressione per il doppiaggio, avrebbero potuto fare il primo pezzo in russo con i sottotitoli?
Si, concordo con quello che hai detto un film davvero molto carino.
Anch'io ho avuto la stessa impressione per il doppiaggio, avrebbero potuto fare il primo pezzo in russo con i sottotitoli?
Messaggio del 18-02-2010 alle ore 17:25:07
Dopo Train de Vie, il regista Radu Mihaileanu si cimenta nuovamente in una storia in cui i più deboli e gli oppressi, in questo caso ebrei e gitani, sono gli attori principali. Attraverso una serie di peripezie al limite dell’impossibile un ex direttore d’orchestra ebreo, spodestato 30 anni prima del suo ruolo dai diktat del regime sovietico, tenta di ricomporre la sua orchestra, anch’essa smantellata, per suonare in uno dei migliori teatri di Parigi.
L’avventura è solo una scusa per mostrare le conseguenze di 40 anni di regime totalitario, e la voglia di riscatto che ne scaturisce, sia per il singolo individuo, sia per l’intera orchestra.
Giudizio complessivo molto buono, una trama semplice, lineare e spensierata, a metà tra pathos e burla. Unico neo il doppiaggio: ho letto che l’originale era recitato in russo e in francese; nella versione italiana i francesi parlano in italiano mentre ai russi è stato appioppato un italiano con pesante accento russo che rende i personaggi un po’ più ridicoli.
SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER
Una citazione a parte la meritano i 12 minuti finali, la rappresentazione del concerto (Concerto per violino e orchestra di Chajkovskij) , con il violino a farla da padrone e le immagini dell’orchestra che si alternano con i ricordi del passato…. Eccezionali.
Dopo Train de Vie, il regista Radu Mihaileanu si cimenta nuovamente in una storia in cui i più deboli e gli oppressi, in questo caso ebrei e gitani, sono gli attori principali. Attraverso una serie di peripezie al limite dell’impossibile un ex direttore d’orchestra ebreo, spodestato 30 anni prima del suo ruolo dai diktat del regime sovietico, tenta di ricomporre la sua orchestra, anch’essa smantellata, per suonare in uno dei migliori teatri di Parigi.
L’avventura è solo una scusa per mostrare le conseguenze di 40 anni di regime totalitario, e la voglia di riscatto che ne scaturisce, sia per il singolo individuo, sia per l’intera orchestra.
Giudizio complessivo molto buono, una trama semplice, lineare e spensierata, a metà tra pathos e burla. Unico neo il doppiaggio: ho letto che l’originale era recitato in russo e in francese; nella versione italiana i francesi parlano in italiano mentre ai russi è stato appioppato un italiano con pesante accento russo che rende i personaggi un po’ più ridicoli.
SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER
Una citazione a parte la meritano i 12 minuti finali, la rappresentazione del concerto (Concerto per violino e orchestra di Chajkovskij) , con il violino a farla da padrone e le immagini dell’orchestra che si alternano con i ricordi del passato…. Eccezionali.
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