Cinema, Teatro, Arte, Spettacolo
Il ritorno di Mario Monicelli
Messaggio del 23-12-2006 alle ore 01:47:35
bhè con tutto il dovuto rispetto a Monicelli, ma questo film nn l'ho trovato per niente interessante, è abbastanza piatto, sicuramente nn in grado di entrare tra i topfilm dell'ultranovantenne regista. (Da ammirare come, nonostante l'età, Monicelli cerca ancora di fare del buon cinema)
bhè con tutto il dovuto rispetto a Monicelli, ma questo film nn l'ho trovato per niente interessante, è abbastanza piatto, sicuramente nn in grado di entrare tra i topfilm dell'ultranovantenne regista. (Da ammirare come, nonostante l'età, Monicelli cerca ancora di fare del buon cinema)
Messaggio del 04-12-2006 alle ore 08:33:43
potrà essere anche incompleto come dice Dimas ma credo che anche solo 10 minuti girati da un Maestro della settima arte siano meglio di 100 filmetti da blockbuster! andate a vederlo e poi mi direte!
potrà essere anche incompleto come dice Dimas ma credo che anche solo 10 minuti girati da un Maestro della settima arte siano meglio di 100 filmetti da blockbuster! andate a vederlo e poi mi direte!
Messaggio del 03-12-2006 alle ore 14:32:35
Messaggio del 02-12-2006 alle ore 19:21:50
..a quanto pare il film è incompleto in quanto per mancanza di fondi Monicelli ha dovuto arrangiarsi e concludere prima del previsto le riprese..
..a quanto pare il film è incompleto in quanto per mancanza di fondi Monicelli ha dovuto arrangiarsi e concludere prima del previsto le riprese..
Messaggio del 02-12-2006 alle ore 12:31:06
è l'ultimo grande maestro!!!
è l'ultimo grande maestro!!!
Messaggio del 02-12-2006 alle ore 11:49:10
“Il cinema non morirà mai, ormai è nato e non può morire: morirà la sala cinematografica, forse, ma di questo non mi frega niente”
“Il cinema non morirà mai, ormai è nato e non può morire: morirà la sala cinematografica, forse, ma di questo non mi frega niente”
Messaggio del 02-12-2006 alle ore 11:42:46
uscito ieri non vedo l'ora di vederlo!
uscito ieri non vedo l'ora di vederlo!
Messaggio del 27-08-2006 alle ore 08:41:55
Mario e' un grande... ho avuto la fortuna di conoscerlo due anni fa al Sulmona Film Festival! e comunque ha solo 91 anni, compiuti il 15 marzo... e' un ragazzo e spero che ci regali ancora molti capolavori!
Mario e' un grande... ho avuto la fortuna di conoscerlo due anni fa al Sulmona Film Festival! e comunque ha solo 91 anni, compiuti il 15 marzo... e' un ragazzo e spero che ci regali ancora molti capolavori!
Messaggio del 21-08-2006 alle ore 12:43:53
parlerà di mio nonno... spero sia un bel film...
parlerà di mio nonno... spero sia un bel film...
Messaggio del 21-08-2006 alle ore 12:27:19
gran bella notizia
gran bella notizia
Messaggio del 21-08-2006 alle ore 11:52:44
A 92 anni suonati il grande Monicelli torna dietro la macchina da presa per raccontare, come nella “Grande guerra” di 47 anni fa, “di soldati straccioni e generali imbecilli, di coraggio e di viltà”.
Perché?
“Credo di essere l’unico cineasta vivente che la guerra l’ha fatta davvero, gli altri si sono imboscati, poi perché la guerra è un argomento attualissimo, e poi perché io so raccontare solo di perdenti, di straccioni, come i personaggi dei I soliti ignoti o de L’armata brancaleone, e quale esercito più straccione di quello mandato da Mussolini nel deserto della Libia! Era un’Italia alta un metro e 63, ignorante, senza armi, senza scarpe,a volte senz’acqua o peggio: gliela portavano nei fusti di carburante e così era imbevibile… doveva durare 3 mesi quella guerra, fino a Natale, diceva lo statista Mussolini, e ci siamo morti fra quelle dune di sabbia”.
“L’ho vista, al cinema e in televisione, come la raccontano la guerra: El Alamein, Cefalonia… tutti eroi, tutti a petto in fuori, ma mica era così, per questo ho deciso di fare questo film. Le Rose nel deserto racconta le avventure del terzo reparto della 31^ Sezione sanità di stanza nel deserto libico, durante la seconda guerra mondiale.
“Anche in Libia dovevo andare, durante la guerra, ero nei Balcani, poi però arrivò l’8 settembre”
“Le rose nel deserto è un po’ come Brancaleone, una serie di episodi che legano i personaggi, non vedrete colpi di scena, e nemmeno troppi colpi di cannone. Non volevo raccontare una guerra combattuta, spari, botte, anche perché quei disgraziati manco combattevano, se ne stavano settimane, mesi, fra le dune, a morire di caldo, spesso nelle retrovie, fra sudore e mosche, a vagheggiare, a volte persino desiderare, un nemico che nemmeno si vedeva”.
“Ritirate le chiamavano i bollettini dell’epoca! Diciamo la verità: quelle erano vere e proprie fughe”.
Il film è tratto dal romanzo di Tobino “Il deserto della Libia”, vecchio amico di Monicelli. Nel cast Michele Placido, Alessandro Haber e Giorgio Pasotti.
A 92 anni suonati il grande Monicelli torna dietro la macchina da presa per raccontare, come nella “Grande guerra” di 47 anni fa, “di soldati straccioni e generali imbecilli, di coraggio e di viltà”.
Perché?
“Credo di essere l’unico cineasta vivente che la guerra l’ha fatta davvero, gli altri si sono imboscati, poi perché la guerra è un argomento attualissimo, e poi perché io so raccontare solo di perdenti, di straccioni, come i personaggi dei I soliti ignoti o de L’armata brancaleone, e quale esercito più straccione di quello mandato da Mussolini nel deserto della Libia! Era un’Italia alta un metro e 63, ignorante, senza armi, senza scarpe,a volte senz’acqua o peggio: gliela portavano nei fusti di carburante e così era imbevibile… doveva durare 3 mesi quella guerra, fino a Natale, diceva lo statista Mussolini, e ci siamo morti fra quelle dune di sabbia”.
“L’ho vista, al cinema e in televisione, come la raccontano la guerra: El Alamein, Cefalonia… tutti eroi, tutti a petto in fuori, ma mica era così, per questo ho deciso di fare questo film. Le Rose nel deserto racconta le avventure del terzo reparto della 31^ Sezione sanità di stanza nel deserto libico, durante la seconda guerra mondiale.
“Anche in Libia dovevo andare, durante la guerra, ero nei Balcani, poi però arrivò l’8 settembre”
“Le rose nel deserto è un po’ come Brancaleone, una serie di episodi che legano i personaggi, non vedrete colpi di scena, e nemmeno troppi colpi di cannone. Non volevo raccontare una guerra combattuta, spari, botte, anche perché quei disgraziati manco combattevano, se ne stavano settimane, mesi, fra le dune, a morire di caldo, spesso nelle retrovie, fra sudore e mosche, a vagheggiare, a volte persino desiderare, un nemico che nemmeno si vedeva”.
“Ritirate le chiamavano i bollettini dell’epoca! Diciamo la verità: quelle erano vere e proprie fughe”.
Il film è tratto dal romanzo di Tobino “Il deserto della Libia”, vecchio amico di Monicelli. Nel cast Michele Placido, Alessandro Haber e Giorgio Pasotti.
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