Messaggio del 06-08-2008 alle ore 19:36:22
esattamente, la condivisione.E'un concetto privo di pesi.Quel film l'ha messo in culo a psicologi, sociologi e filosofi dell'ultima ora.Un applauso.
Messaggio del 06-08-2008 alle ore 18:07:40
comprende che la felicità non è nelle cose materiali che circondano l'uomo o nelle esperienze intese come eventi indipendenti e fini a sé stessi, ma nella piena condivisione e nell'incontro incondizionato con l'altro: la felicità è autentica solo se condivisa.
Messaggio del 06-08-2008 alle ore 17:21:58
Into the wild ti lascia qualcosa dentro. Un film davvero indimenticabile, come il senso di libertà al quale il protagonista anela, quella libertà assoluta che alla fine si porterà via tutto, anche la sua vita. Un film di grandissimo impatto. Un posto d'onore merita la colonna sonora eccezionale. Grazie Sean!
Messaggio del 06-08-2008 alle ore 09:28:56
te l'ho detto già altre volte, la tua cultura cinematografica è limitata e perciò i tuoi commenti sul cinema sono nulli, sopratutto quando definisci un film "capolavoro Assoluto".
Solipsista sei sempre esagerato, neanche hai visto il film che ho citato di Kurosawa e ti parlà, quello gira dal 1975 ed è un mito (uno dei tanti del grande regista giapponese) veditelo e parla dopo.
Messaggio del 05-08-2008 alle ore 15:10:54
C'è ben poco da dire.Penso che questo film rimarrà nella storia, surclasserà manifesti di libertà come Easy Rider e manderà in pezzi concetti alla Attimo Fuggente.L'integrità morale di cui si fà portatore, è spropositata.Non esiste un parametro per paragonare quest'opera a qualsiasi altra, non esiste nessun vincolo soggettivo, siamo tutti oggettivamente colpiti dall'enorme peso che si porta dentro, il concetto di libertà non era mai stato espresso in modo migliore.Un solo grande schiaffo morale ti colpisce dopo la fine, la sola cosa che vorresti fare è buttarti nel vuoto e nel cedere il passo al silenzio.la natura ha una bellezza unica e vistosamente grandiosa nella sua immobilità.
Ragazzi, cazzi a parte, cosi come per Sean che ci mischia politica e religione, ma questo film è il manifesto di cosa purtroppo abbiamo distrutto e di quanto abbiamo per ricostruire le nostre vite.
Messaggio del 04-08-2008 alle ore 18:00:43
film molto bello
lo è ancora di più se visto dopo Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure film del 1975 di Akira Kurosawa, anche se si capisce a chi Sean Penn si è ispirato.
Messaggio del 03-08-2008 alle ore 19:11:02
Non ancora lo vedo, non sò come sarà e non aspetto altro.Il miop più caro amico mi ha detto che è ciò che noi per 2 giorni abbiamo fatto...siamo entrati nel selvaggio.
Vi assicuro che la vita in quei momenti è molto ma molto bella da vivere...
Messaggio del 18-02-2008 alle ore 10:19:47
sai lu' capisco e penso molte delle cose che dici...
soprattutto il limite prettamente americano nel ridurre tutto a uno stereotipo morto e non attuale
credo fermamente però che ci siano delle persone diverse, fuori dal coro e fuori dagli schemi come il protagonista di questa vita
credo fermamente che storie e vite come queste servano a tutti noi...servano a credere che si può fare della propria vita quello che si cerca e si vuole cercando un proprio equilibrio interiore
anche a me son mancati un po' di paesaggi a + ampio respiro...ma quanto ho respirato
un film che mi fa venir voglia di amarlo, ma mette malinconia e un po' di tristezza(causa senilità avanzata e in rapida progressione), che fa pensaree ragionare...non è solo un modo di passare una serata...quello può essere io sono leggenda
e ricorda sempre
Messaggio del 18-02-2008 alle ore 08:44:00
Ero davvero curioso di vedere questo film e devo dire che in generale non mi ha deluso.
Molto bella la fotografia e buona regia in generale. TUTTAVIA non mi ha esaltato per diverse ragioni. La prima delle quali è che gli americani semplicemente non possono fare un film con quelle premesse (il senso ultimo della vita, la ricerca della verità, il contatto con la natura, le origini selvagge dell'essere umano) poichè semplicemente la filosofia non fa parte del loro modo di sentire.
Inevitabilmente finiscono per banalizzare il tutto nel solito materialismo buonista e banalmente idealista dell' "american way of life" in stile hyppie.
Purtroppo però bisogna riconoscere che oramai l'era delle epopee alla "On the Road" o de " I vagabondi del Dharma" di Keruac sono tramontate per sempre.
Gli spunti per un capolavoro c'erano tutti, ma purtroppo Sean Penn non è riuscito a concretizzarli adeguatamente rimanendo sempre in bilico tra il manierismo hollywoodiano (il giovane ribelle americano disilluso dagli affetti famigliari ma pieno di ideale ottimismo buonista nei confronti della vita) e le "classiche" ed oramai stantie atmosfere hyppie del "peace and love, brother".
Anche i paesaggi non riuscivano a rendere a pieno la giusta atmosfera di libertà ( non è un caso che il regista ricorre sempre alla tradizionale scena del protagonista che allarga le braccia e chiude gli occhi difronte ad uno scorcio di orizzonte mentre la telecamara gli turbina intorno) e bellezza. L'unico modo che il Sean Penn ha trovato per emozionare lo spettatore è l'utilizzo di una ottima colonna sonora.
ma questo doveva essere un film sulla libertà e la bellezza della natura selvaggia, non un videoclip...
In ogni caso il film non mi è dispiaciuto. Se l'avessi visto una quindicina di anni fa l'avrei amato alla follia, ora come ora è solo un piacevole modo di passare una serata.
Messaggio del 03-02-2008 alle ore 10:05:38
Aspetto quello dei Coen come il popolo ebraico attende l'arrivo del Messia... ne parlano davvero bene.... Carino il Match Point 2 del buon Woody Allen....ironia dark fantastica...ottimi sia Farrel che Ewan Mc gregor....carino...
Messaggio del 02-02-2008 alle ore 20:30:29
sulla profondità del film nulla da dire...
ma qualcuno potrebbe dire a Sean Penn che la cinepresa può anche fissarla di tanto in tanto...dopo 10 minuti avevo la tipica nausea da mal di mare...le sue inquadrature rispecchiano pure troppo la sua inquietudine
Messaggio del 02-02-2008 alle ore 12:57:09
visto ieri...bello bello bello
...ora non me la ricordo per filo e per segno..ma la citazione sulla fragilità (ma non era questo il termine ) del diamante da non vedere come una negatività ma come una raffinatezza dovrebbe far pensare..o almeno.. a me ha fatto pensare
Messaggio del 01-02-2008 alle ore 23:41:30
sono rimasto fermo li a fissare lo schermo ancora dopo i titoli di coda....lo sto ancora metabolizzando....il groppone c'è....e poi quando senti la voce di eddie vedder su quelle immagini...mamma mia...gran film..grazie sean
Messaggio del 28-01-2008 alle ore 20:40:55
fattoecco perchè son curiosa di vederlo... ci dovevo andare gg fà...ma in settimana vado!
ciaoooooooooooo caraaaaaaaaaaaaaaa
Messaggio del 26-01-2008 alle ore 07:37:46
roscia un mio amico lo ha visto e mi ha detto che è bellissimo dice anche che prima di vedersi il film, per apprezzarlo meglio, bisognerebbe leggersi il libro
Messaggio del 26-01-2008 alle ore 00:39:36
molto molto bello
ma molto molto
c'è tutto quello che voglio da un film
spunti di riflessione, funzione catartica, belle scene, bravi attori, musiche strepitose (ma già sapevo), riscontro sulla realtà(una storia vera), natura natura natura, ci riandrei anche subito a rivedermelo, articolazione del discorso...tutto
Messaggio del 24-01-2008 alle ore 21:19:34
bad boys
21 grammi
mystic river
mi chiamo sam
U turn-inversione di marcia
la sottile linea rossa
dead man Walking
accordi e disaccordiecc..
Messaggio del 24-01-2008 alle ore 20:53:48
# Lupo solitario (The Indian Runner) (1991)
# Tre giorni per la verità (The Crossing Guard) (1995)
# La promessa (The Pledge) (2001)
# USA (USA), episodio di 11 settembre 2001 (11'09''01 - September 11) (2002)
questi sopra citati sono i film la cui regia è sean penn
Messaggio del 24-01-2008 alle ore 20:49:11
domani esce il nuovo film di sean penn,candidato all'oscar in 2 categorie:miglior montaggio e migliore attore protagonista!
Into the wild è la libera trasposizione del libro di Jon Krakauer "Nelle notti estreme".
Pura celebrazione della libertà e della ricerca della libertà, la pellicola racconta la vera storia di Christopher McCandless, un giovane benestante che rinuncia a tutte le sue sicurezze materiali per immergersi all'interno della natura selvaggia. Il forte trasformismo di Emile Hirsh facilita per lo spettatore un'istantanea immedesimazione in una figura tormentata che non viene dipinta né come giovane avventuriero né come idealista ingenuo. La maestria con cui Penn miscela tematiche così diverse e complesse è unica. Il fascino della selvatichezza dell'ambiente, le difficoltà dei legami di sangue, l'individualismo contro il bisogno di amore e le contraddizioni dell'idealismo nelle sue spinte critiche ma anche arroganti.
di Keruac sono tramontate per sempre.
ci dovevo andare gg fà...ma in settimana vado!
