Cinema, Teatro, Arte, Spettacolo

LE INVASIONI BARBARICHE
Messaggio del 05-03-2004 alle ore 00:59:17
"l'olocausto nn è nulla a confronto con lo sterminio dei nativi americani"
Messaggio del 04-03-2004 alle ore 12:58:06
mettiti gli occhiali , ul'95!
Messaggio del 04-03-2004 alle ore 12:47:22
non vedo l'ora di vederlo.grazie dean
Messaggio del 04-03-2004 alle ore 09:45:41
Che dire, un Oscar davvero meritato.
Un film di sinistra, che parte da clichè della cinematografia di sinistra, li sviluppa in maniera molto attenta e scevra dai soliti vizi della cinematografia di sinistra.
La storia è molto semplice:
Remy, vecchio socialista gaudente, lui stesso si definisce così, sta morendo e la moglie telefona al figlio, Sebastien, capitalista puritano, Broker alla City di Londra che da anni non ha rapporti con il padre, che sostanzialmente ritiene un fallito, perchè si è accontentato di fare il professore di storia in una oscura università di provincia.
Più per far piacere alla madre che per convinzione Sebastien, parte insieme alla fidanzata, splendida, ma abbastanza insignificante per Montreal.
Fantastica la presentazione dell'ospedale, veramente nulla da invidiare, in quanto a disorganizzazione ad un Cardarelli di Napoli e c'è un motivo.
La presentazione di Remy viene fatta dalla moglie che afferma di averlo cacciato di casa 15 anni prima perchè la riempiva di corna con le sue allieve, in un'altra scena lui confesserà alla futura nuora di aver iniziato a tradire la moglie 6 mesi dopo il matrimonio.
Il primo impatto tra i 2 non è dei migliori vecchi rancori, differenti concezioni di vita si scontrano in un momento.
Sebastiennecmq è lì per star vicino al padre e da bravo uomo d'affari lo fa nel modo migliore, contatta un amico all'ospedale di Baltimora che constata le condizioni disperate del padre gli consiglia di riconverarlo da lui.
Il padre rifiuta dicendo che lui aveva votato per la sanità pubblica ed ora ne pagava le conseguenze e poi non voleva morire ammazzato da un fanatico religioso carico di odio.
Lì inizia la disperata, seppur semifarsesca, sfida del figlio per dare una morte decorosa al padre.
Non vado oltre nel racconto, primo perchè sarebbe troppo lungo e poi qui inizia la partepiù bella del film.
Tutto giocato sulla sconfitta di 2 generazioni, quella degli ex sessantottini e le loro utopie, gli amici di Remy forniscono una bella rassegna della sconfitta umana più che politica di una certa sinistra, francese, ma anche italiana.
Ma è anche la sconfitta dei ragazzi degli anni 60, tutta borsa e new economy, anche se questi alla fine si salvano, delicato e tragico è il ritratto della figlia di una delle amiche di Remy, eroinomane, devastata più dalle illusioni della madre che dalla morfina raffinata

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