Cinema, Teatro, Arte, Spettacolo

Ma la satira che fine ha fatto?
Messaggio del 27-04-2005 alle ore 11:39:21
Mi viene in mente la scena finale di Amici Miei, quando i protagonisti, durante il funerale dell'amico, ridono e prendono x il culo il pensionato, per nn parlare della "bucaiola" cantata in chiesa. Se 1 scena simile l'avesse girata 1 regista mediocre, sarebbe stata senza dubbio massacrata dal comitato censura, i cui membri sono ecclesiastici e rappresentanti di genitori.
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Editato da Skin il 27/04/2005 alle 11:41:22
Messaggio del 27-04-2005 alle ore 11:30:38
bè, le censure ci sono sempre state, anzi prima erano anche più rigide("ultimo tango"  fu condannato al rogo, ma questo è 1 altro discorso...).
Un tempo Andreotti attaccava il neorealismo... ma come dimostrò quel caso, se c'è la qualità nessuno ti può fermare. Poi c'è da dire ke la bravura di certi autori, i cui film nn erano certo indenni da censura, era proprio quella di saperla aggirare. Nella satira ci vuole anche classe, cosa che manca ai giorni nostri. Almeno io la penso così. Poi è anche vero che, sotto questo aspetto, siamo meno liberi degli americani. Negli Usa la massima sanzione è 1 divieto ai minori.
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Editato da Skin il 27/04/2005 alle 11:32:51
Messaggio del 27-04-2005 alle ore 10:46:02
Il problema è che in Italia i film per essere finanziati, prodotti e distribuiti (da medusa o rai) devono passare delle selezioni e censure mica da ridere... e se un cineasta vuole "campare" è costretto a non "allargarsi troppo" ...purtroppo
Messaggio del 27-04-2005 alle ore 10:38:35
Dean, non erano meglio i musicarelli?
Messaggio del 27-04-2005 alle ore 10:31:36
Ma infatti con Fantozzi è stata fatta forse la prima satira sul mobbing, e cmq il termine è entrato, a diritto, in tutti i dizionari(naturalmente faccio volentieri a meno di tutti i sequel inutili). Il matrimonio in crisi non è affatto 1 novità, già dagli anni 60 sono stati fatti, sull'argomento, decine e decine di film. Poi Muccino(che pure è abile) sembra troppo compiaciuto dei suoi personaggi, anche troppo stereotipati. Manca la cattiveria.
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Editato da Skin il 27/04/2005 alle 10:33:22
Messaggio del 27-04-2005 alle ore 10:13:08
se ci penso lo stesso fantozzi o er monnezza erano ottime satire sul bel paese, di certo qualitativamente inferiori a monicelli e risi ( il sorpasso è uno dei film che ricordo con maggiore piacere ). ti do ragione su caterina va in città, lì amendola è stato proprio bravo a fare il neo moderato di destra alla storace o fini. carino anche mobbing - mi piace lavorare a mio avviso, forse però un po' troppo mieloso. ma sono solo piccole meteore. gli ultimi film italiani danno l'idea di un paese dove l'unico problema è il matrimonio in crisi, con due figli per famiglia - uno maschio e uno femmina, il primo che vuole trombare a tutti i costi e la seconda che vuol fare la velina; naturalmente la mia è solo una generalizzazione ( che prende come esempio ricordati di me di muccino ) ma non è poi così lontana dalla realtà. o no?! il veleno raccontabile su questi anni se lo tengono ben stretto.
Messaggio del 25-04-2005 alle ore 17:36:58
Skin e di che ti lamenti? Abbiamo Ozpetek e Costantino
Messaggio del 25-04-2005 alle ore 16:35:16
Il nostro vecchio cinema è famoso in tutto il mondo: siamo ammirati x la grande capacità di ridere amaramente di noi stessi. Altro che Moore... I mostri, un borghese piccolo piccolo, una vita difficile, il sorpasso, e tanti altri titoli, sono 1 spaccato spietato dell'italia e degli italiani dal dopoguerra agli anni del boom.
Purtroppo il tutto è rimasto 1 lontano ricordo. E' anche vero che nn si sono più quegli attori formidabili, come Gassman, Manfredi, Tognazzi, Sordi... come mancano i grandi sociologi-artigiani(Monicelli e Risi) e i tanti sceneggiatori stakanovisti. Infine pare perduta per sempre la cattiveria che contraddistingueva il nostro grande cinema.
Oggi solo commedie bonarie, patetiche rivisitazioni nostalgiche, demenzialità natalizie e ruffianaggini mucciniane. L'unico a portare avanti la commedia all'italiana è il toscano Paolo Virzi(in Caterina va in città, Claudio Amendola è 1 copia impressionante di Francesco Storace), ma da solo nn basta. Eppure oggi ci sarebbe davvero tanto da raccontare al veleno, forse più dell'Italietta del boom... ke tristezza!

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