Cinema, Teatro, Arte, Spettacolo

Mario Monicelli
Messaggio del 15-02-2005 alle ore 00:59:13
Toscano di nascita, laureato in storia&filosofia, è l’inventore della commedia all’italiana.

E’ proprio lui a dare 1 svolta decisiva allo stancato neorealismo, aggiungendo nuovi ingredienti quale la satira sociale.
Monicelli, assieme al rivale Dino Risi(più di sinistra il primo, più di destra il secondo), accompagnerà successivamente la trasformazione del belpaese dalle piaghe sociali del
Dopoguerra alle meschinità del boom.

I primi film sono girati tutti con Totò: Totò cerca casa(1949), dove il protagonista deve “arrangiarsi” tra i disagi del dopoguerra; Vita da Cani, il memorabile “Guardie e ladri” con Aldo Fabrizi(la cui fotografia è del grande Mario Bava), “Totò e i re di roma”… tutti sceneggiati e co-diretti con Steno(il glorioso papà dei vanzina).

Totò&Carolina è il film più censurato dalla storia del cinema italiano, uscito con 2 anni di ritardo, reo di aver offeso le forze dell’ordine e il cattolicesimo.

“Un eroe dei nostri tempi” rappresenta il trampolino di lancio x l’attore più importante del cinema italiano: Alberto Sordi.

Ma è il 58 l’anno decisivo, quello ke segna l’uscita di 1 dei più grandi capolavori del nostro cinema: “I soliti ignoti”.
Il film, ke instaura la collaborazione di Monicelli con gli sceneggiatori Age&Scarpelli, segna l’avvio della Commedia all’italiana, di cui quoto 1 bellissima definizione:


"L'osservazione critica del costume, attraverso l'utilizzo di attori, non più di «tipi» presi dalla strada, e di sceneggiatori specialisti del genere", aggiungendovi, quale marchio personale, una... macabra cattiveria. Sostiene a riguardo:"Il macabro e il comico si accoppiano bene e facilmente, è una cosa che ho preso da René Clair. La cattiveria si usa poco nella comicità, ma, quando si sa usarla, funziona in maniera straordinaria. In Italia viene dalla commedia dell'arte, dalle marionette, la commedia all'italiana ha solo ripreso una tradizione. Il pubblico all'estero impazzisce, perché non riesce a capire come possiamo divertirci sulle nostre stesse turpitudini: pensi a Sordi, che ha fatto ridere mettendo in piedi una figura di sopraffattore, di cattivo".



E’ proprio con questo film ke Gassman, attore di teatro shakespeariano, da 1 svolta decisiva alla sua carriera, interpretando 1 personaggio di commedia.
Il film ottiene 1 nomination all’Oscar, come miglior film straniero.

Subito dopo arriva “La Grande Guerra”, dove gassmann e sordi, soldati scansafatiche e vigliacchi, diventano alla fine eroi loro malgrado.

Il più grande successo di pubblico rimane “L’armata Brancaleone”, favolosa genialata del regista, in cui un Gassman scatenatissimo guida 1 banda di straccioni, divertentissimi soprattutto x il linguaggio latino-maccheronico-aulico-ciociaro.

Monicelli nn si ferma e continua a raccontare,con la consueta cattiveria, l’Italia ke cresce negli anni del boom, con “Romanzo popolare”. Nn manca l’impegno civile vigoroso, come la protesta operaia nei “I compagni”, però fallimentare al botteghino.

Nel 1975 un altro notevole successo commerciale: Amici miei, ereditato dal grande Pietro Germi, scomparso poco prima di realizzare il film. Successivamente il film godrà di 2 seguiti.

Il 1977 è l’anno del macabro “Un borghese piccolo piccolo”. Pier Paolo Pisolini disse ke la nostra è la peggiore borghesia d’Europa. Monicelli prende la palla al balzo, trasformando l’Albertone nazionale in una sorta di mostro: un comune impiegato statale benpensante, qualunquista, pronto al compromesso, a rinunciare ad ogni regola morale pur di vendicare la morte la figlio, x cui aveva sacrificato tutta l’esistenza.
Il film, ke più passano gli anni più diventa attuale, vince il david di donatello.

Arrivano gli anni80, ma Monicelli ha ancora da raccontare, anche se con discontinuità: “Speriamo che sia femmina” ottiene ben 2 david di donatello, x il miglior film e la migliore regia; poi “Il marchese del grillo” con cui viene premiato miglior regista al Festival di berlino, “I Picari”…
Il regista nn si ferma nemmeno negli anni 90, realizzando diversi film ma solo 1 davvero degno di nota: il cattivissimo “Parenti Serpenti”, satira feroce sul provincialismo meschino, tra tradizioni(la squilla) e cognomi tipicamente lancianesi.

Monicelli è vincitore del Leone d’oro alla carriera nel 1991.

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Editato il 01:14:56 15/02/2005 da skin
Messaggio del 15-02-2005 alle ore 09:35:09
purtroppo ho visto poco e grazie a validi consigli altrui, ma per quello che ho visto (i soliti ignoti, brancaleone, un borgese piccolo piccolo e parenti serpenti ) posso dire che m'è piaciuto tanto: un regista che mai è sceso a compromessi per quanto gli fosse possibile, e le feroci satire e critiche che attraversano i suoi film lo dimostrano; la cosa che stimo di più è che è riuscito a conciliare massa e cinema d'autore, portando sullo schermo bellissime opere ( almeno quelle che ho visto le posso giudicar tali ) ad un pubblico vasto e di diverse estrazioni sociali o educative.
Messaggio del 21-02-2005 alle ore 23:32:43
spero che questo post non sia per la sua dipartita, visto che il 15 marzo compira' 90 anni! lunga vita al MAESTRO che ho avuto l'onore di conoscere PERSONALMENTE al Sulmona Film Festival: aabbiamo anche cenato assieme dopo la premiazione e ho il suo autografo!!!!!
e ce chi si ostina a dire che sia un regista minore...
Ho visto un borghese piccolo piccolo proprio in questi giorni e mi ha colpito proprio come ha saputo cogliere l'italianità, grazie anche alla superiorità recitativa di Alberto Sordi.
Messaggio del 22-02-2005 alle ore 00:42:33
possibile che con maestri del genere il cinema italiano riesca a fare cosi poco???????
Messaggio del 22-02-2005 alle ore 09:01:54
IN CHE SENSO??????
Messaggio del 22-02-2005 alle ore 14:21:46
nel senso che mi dite che fine ha fatto il cinema italiano....ultimamente poca roba....anzi pochissima...
Messaggio del 22-02-2005 alle ore 14:45:51
I registi giovani bravi ci sono..purtroppo i fondi cinematografici sono pochi..e pochi sono quelli che scommettono su di loro..

Ad esempio quelli prodotti da PROCACCI spesso sono bei film
Messaggio del 22-02-2005 alle ore 17:53:46
Anch'io concordo con dimas! e poi tocca anche a chi crede di avere delle potenzialita' agire: oggi la possibilità di realizzare un corto e' nelle mani di tutti... basta avere qualcosa da dire e un po' di tecnologia
Messaggio del 23-02-2005 alle ore 00:55:22
purtroppo se qualcuno avesse talento...in un modo o nell'altro uscirebbe fuori...poi le chiacchiere se le porta il vento....ovvio che i soldi darebbero maggiori possibilita'.....
Messaggio del 23-02-2005 alle ore 11:17:49
Uhm... un po sono d'accordo con dimas... lo stesso Monicelli, anni fa, spiegò il vero male del cinema italiano: mancanza d'industria, tutto qui.
Se manca l'industria, mancano gli artigiani, quei registi ke scelgono 1 cinema commerciale, ma cmq nobile.
Fino a 20 anni fa il cinema italiano sfornava centinaia di film all'anno, di tutti i generi(commedia, poliziesco, erotico, comico, thriller e horror) e molti di questi film erano destinati soprattutto al mercato estero. Nn è 1 caso ke registi come Lenzi e Fulci, a lungo snobbati dalla critica, sono poi riemersi come grandi autori perkè i loro film spopolavano all'estero, soprattutto in america(e nn è nemmeno 1 caso ke nn sono passati inosservati sotto gli occhi di tarantino).
Se manca l'artigianato, nn si crea economia... il risultato è molti autori o attori restano in mezzo a 1 strada, a meno ke nn siano tanto raccomandati da partecipare alle fiction televisive.
L'artigianato(attuale) è oramai tutto nelle mani di un paio di produttori(de laurentiis e medusa) e dei fratelli Vanzina, ke nn sono certo stupidi(il loro primi film sono godibilissimi, guarda caso quando esisteva il cinema) ma avendo oramai acqisito 1 posizione di monopolio, nn si preoccupano più nemmeno la qualità. La qualità(media) cresce solo con la concorrenza, cosa ke qui manca da 20 anni a sta parte, durante i quali si è vista solo qualche mina vagante del cinema comico, come pieraccioni o aldo&giovanni e giacomo. Ma il problema è ke sono comici, nn registi.
X il resto, il miglior regista italiano, a livello di cinema medio(tra il commerciale e l'autore) è Virzì... è forse anche l'unico.

Purtroppo il governo nn fa nulla x aiutare il cinema. Negli utlimi anni, i finanziamenti pubblici sono scesi di oltre il 30%, mi domando come il cinema italiano possa sopravvivere a queste condizioni.
Molti attori sono scesi in piazza, speriamo bene.
Messaggio del 23-02-2005 alle ore 14:36:26
tutti i governi europei finanziano il cinema e lo spettacolo in genere ma ovviamente il nostro deve sempre distinguersi per la sua lungimiranza!!!
Messaggio del 23-02-2005 alle ore 14:50:32
Lo stato che finanzia il cinema? ti ricordo i finanziamenti di veltroni per film mai usciti.
I film devono difendersi sul mercato e magari dopo essere premiati, per favore smettiamola con questo assistenzialismo becero
Messaggio del 23-02-2005 alle ore 15:10:48
Se c'era 1 politica sbagliata, ora nn c'è più nemmeno 1 politica. Poi i finanziamenti nn riguardano solo il cinema, ma anke il teatro e lo spettacolo in generale. Dean, se poi nn c'è più nemmeno 1 mercato, come si fa? Io nn parlo di finanziamenti(politicizzati) a fondo perduto, ma il governo pur deve intervenire in quake modo, altrimenti se ne va tutto a puttane.
Messaggio del 23-02-2005 alle ore 22:46:29
forse no ai finanziamenti, ma magari sì a politiche tassative particolari o quantomeno vantaggiose per permettere la produzione di film magari a registi giovani o innovativi non favoriti dal mercato delle multisale...
Messaggio del 24-02-2005 alle ore 22:05:29
io continuo a dire che se ci fosse talento.....in qualke modo verrebbe fuori...con piu fatica magari....
Messaggio del 25-02-2005 alle ore 00:14:53
Quote:
Purtroppo il governo nn fa nulla x aiutare il cinema. Negli utlimi anni, i finanziamenti pubblici sono scesi di oltre il 30%, mi domando come il cinema italiano possa sopravvivere a queste condizioni.
A me pare che il miglior cinema italiano sia quello degli anni in cui il cinema aveva ben pochi spiccioli a disposizione.E pur vero che quello stesso cinema doveva tutto al fascismo che aveva investito tantissimo nel cinema, aveva creato cinecittà etc.Però come è stato il cinema non va avanti xké manca l'industria e l'industria manca xké il prodotto non si vende... e il prodotto non si vende xké molti registi italiani pensano di essere dei vati, di essere degl'intellettuali, di essere bravissimi e di essere dei geni e alla fine ricacciano film pallosi e astrusi che nessuno vedrebbe mai nemmeno gratis.
Messaggio del 25-02-2005 alle ore 00:16:28
Quote:
tutti i governi europei finanziano il cinema e lo spettacolo in genere ma ovviamente il nostro deve sempre distinguersi per la sua lungimiranza!!!
mai visto un film europeo al cinema in vita mia...

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