Cinema, Teatro, Arte, Spettacolo
nuovo colossal di Tornatore
Messaggio del 12-09-2009 alle ore 10:02:20
Messaggio del 03-09-2009 alle ore 17:09:22
io Tornatore lo ritengo un grande regista ma in alcuni film commette l'errore di perdere di vista la storia centrale e si sofferma troppo sui particolari e poi vuole strafare. Io ritengo il suo migliore film Una pura formalità, il suo film più semplice e sorprendente, il peggiore è Malena.
io Tornatore lo ritengo un grande regista ma in alcuni film commette l'errore di perdere di vista la storia centrale e si sofferma troppo sui particolari e poi vuole strafare. Io ritengo il suo migliore film Una pura formalità, il suo film più semplice e sorprendente, il peggiore è Malena.
Messaggio del 02-09-2009 alle ore 13:37:25
a me Tornatore fa un pò cagare come regista...
a me Tornatore fa un pò cagare come regista...
Messaggio del 02-09-2009 alle ore 10:24:27
Il kolossal alla Mostra: 150 minuti, due anni di lavoro e 35 mila comparse. In due lingue: baariota e italiana
Giuseppe Tornatore scende dalla lancia al Lido. È stanco e sudato, ma sorride cortese a fotografi e giornalisti. Felice? «Certo». Emozionato? «Di più». Stasera il suo Baarìa , 150 minuti di storia e storie di una famiglia di Bagheria, due anni di lavoro, oltre 200 attori, 35 mila comparse, 1431 musicisti, brani di Ennio Morricone, costo circa 30 milioni di euro, sarà mostrato qui, in concorso, evento d’apertura della 66ª Mostra d’arte cinematografica. «Un grande onore. Pare siano vent’anni che non capitava a un italiano... » ricorda fiero.
In che lingua verrà presentato? Baariota o italiana? «Entrambe, ma quella siciliana avrà i sottotitoli, italiani e inglesi. Per la proiezione ufficiale, preferirei però la versione originale. Molto più suggestiva. E poi, dopo 10 minuti, la musicalità della parlata entra nell’orecchio, si fa comprensibile a tutti. Fidatevi. Il dialetto è una ricchezza straordinaria, basta non strumentalizzarlo », avverte Peppuccio, che nei giorni scorsi sul Corriere aveva bacchettato l’uso «razzista» fattone dalla Lega. «Baarìa è un capolavoro, consiglio a tutti gli italiani di andarlo a vedere», invita da Danzica Silvio Berlusconi nei panni del critico di cinema. «Credo che sia il film che più mi ha impressionato», aggiunge. «Il protagonista si iscrive pure al Pci, ma è un comunista puro, che vuol cambiare il mondo, ma poi va in Russia e si accorge degli errori del comunismo».
Insomma, tutto bene quel che finisce bene. Compreso il fatto che Medusa, che ha prodotto il film, è cosa sua. «Adesso diranno che lo raccomando perché ho secondi fini», sospira. Stasera intanto in passerella ci sarà suo figlio Piersilvio scortato da Briatore che promette party billionari sul suo yacht. Chissà se inviteranno Michael Moore, qui per presentare Capitalism : «Un film dove c’è tutto: passione, amore, romanticismo e 14 mila posti di lavoro persi ogni giorno », avverte il caustico regista Usa. In platea anche 35 attori di Baarìa : da Scianna a Grimaudo, da Sastri a Ficarra e Picone, Lo Cascio, Lo Verso, Bova, Finocchiaro... Assente la strabella Monica Bellucci, presente l’astro nascente Margareth Madé, 27 anni, sangue e tratti mediterranei. Un cognome d’arte inventato per lei da Tornatore. L’originale, Maccarone, non suonava troppo bene. A presentare la serata la siciliana Maria Grazia Cucinotta. «Ah sì? — stupisce Tornatore —. Non lo sapevo». Firmerà il documento contro i tagli alla cultura? «Già fatto. Sono sempre stato sul fronte di queste battaglie».
Del manifesto, sottoscritto da molti registi, verrà data lettura oggi da Francesca Comencini. Cento autori sul fronte, Global Beach in spiaggia. La protesta ci sarà ma non ci sono sentori di barricate. Tutti sembrano più interessati alle feste. Per quella di stasera, tema Baarìa, il menu è da commissario Montalbano: caponatine, cassate, vini siculi offerti da Florence e Paolo Marzotto. Niente fuochi d’artificio, tagliati dall’austerity. Niente più Leoni alati di Dante Ferretti. Il cantiere per il nuovo Palazzo del Cinema ha fatto ribaltare la mappa della Mostra. Il frontone rosso sistemato sul vecchio Palazzo si allunga a segnare la zona dove sorge la nuova Perla 2. «Si sono ottimizzati e ridisegnati gli spazi», commenta soddisfatto il presidente della Biennale Paolo Baratta. Da oggi intanto la parola al cartellone. Per l’Italia, oltre a Tornatore, sono in corsa Placido con Il grande sogno , Francesca Comencini con Lo spazio bianco , Giuseppe Capotondi con La doppia ora . Tra i 24 titoli del concorso, molti destinati a suscitare polemiche. Dal claustrofobico Lebanon girato dentro un carro armato, al post- apocalittico The Road , dall’horror splatter di Romero Survival of the Dead , ai miracoli di Lourdes. Cuori di tenebra promettono Chéreau con Persecution ed Herzog con il Cattivo tenente, glamour gay lo assicura Tom Ford, stilista texano, neo regista con A single man.
«Una selezione che è un caleidoscopio del presente, un inventario dei modi possibili di fare cinema e di produrlo», assicura Marco Müller, per il sesto anno direttore della Mostra. Dolente per una costola incrinata da una caduta dalla bici, si consola sorseggiando micro tazze di thè, cinese s’intende, invecchiato 20 anni. Sostiene: «Fa passare tutti i mali e garantisce il buon umore». La corsa all’accaparramento è in atto.
Il kolossal alla Mostra: 150 minuti, due anni di lavoro e 35 mila comparse. In due lingue: baariota e italiana
Giuseppe Tornatore scende dalla lancia al Lido. È stanco e sudato, ma sorride cortese a fotografi e giornalisti. Felice? «Certo». Emozionato? «Di più». Stasera il suo Baarìa , 150 minuti di storia e storie di una famiglia di Bagheria, due anni di lavoro, oltre 200 attori, 35 mila comparse, 1431 musicisti, brani di Ennio Morricone, costo circa 30 milioni di euro, sarà mostrato qui, in concorso, evento d’apertura della 66ª Mostra d’arte cinematografica. «Un grande onore. Pare siano vent’anni che non capitava a un italiano... » ricorda fiero.
In che lingua verrà presentato? Baariota o italiana? «Entrambe, ma quella siciliana avrà i sottotitoli, italiani e inglesi. Per la proiezione ufficiale, preferirei però la versione originale. Molto più suggestiva. E poi, dopo 10 minuti, la musicalità della parlata entra nell’orecchio, si fa comprensibile a tutti. Fidatevi. Il dialetto è una ricchezza straordinaria, basta non strumentalizzarlo », avverte Peppuccio, che nei giorni scorsi sul Corriere aveva bacchettato l’uso «razzista» fattone dalla Lega. «Baarìa è un capolavoro, consiglio a tutti gli italiani di andarlo a vedere», invita da Danzica Silvio Berlusconi nei panni del critico di cinema. «Credo che sia il film che più mi ha impressionato», aggiunge. «Il protagonista si iscrive pure al Pci, ma è un comunista puro, che vuol cambiare il mondo, ma poi va in Russia e si accorge degli errori del comunismo».
Insomma, tutto bene quel che finisce bene. Compreso il fatto che Medusa, che ha prodotto il film, è cosa sua. «Adesso diranno che lo raccomando perché ho secondi fini», sospira. Stasera intanto in passerella ci sarà suo figlio Piersilvio scortato da Briatore che promette party billionari sul suo yacht. Chissà se inviteranno Michael Moore, qui per presentare Capitalism : «Un film dove c’è tutto: passione, amore, romanticismo e 14 mila posti di lavoro persi ogni giorno », avverte il caustico regista Usa. In platea anche 35 attori di Baarìa : da Scianna a Grimaudo, da Sastri a Ficarra e Picone, Lo Cascio, Lo Verso, Bova, Finocchiaro... Assente la strabella Monica Bellucci, presente l’astro nascente Margareth Madé, 27 anni, sangue e tratti mediterranei. Un cognome d’arte inventato per lei da Tornatore. L’originale, Maccarone, non suonava troppo bene. A presentare la serata la siciliana Maria Grazia Cucinotta. «Ah sì? — stupisce Tornatore —. Non lo sapevo». Firmerà il documento contro i tagli alla cultura? «Già fatto. Sono sempre stato sul fronte di queste battaglie».
Del manifesto, sottoscritto da molti registi, verrà data lettura oggi da Francesca Comencini. Cento autori sul fronte, Global Beach in spiaggia. La protesta ci sarà ma non ci sono sentori di barricate. Tutti sembrano più interessati alle feste. Per quella di stasera, tema Baarìa, il menu è da commissario Montalbano: caponatine, cassate, vini siculi offerti da Florence e Paolo Marzotto. Niente fuochi d’artificio, tagliati dall’austerity. Niente più Leoni alati di Dante Ferretti. Il cantiere per il nuovo Palazzo del Cinema ha fatto ribaltare la mappa della Mostra. Il frontone rosso sistemato sul vecchio Palazzo si allunga a segnare la zona dove sorge la nuova Perla 2. «Si sono ottimizzati e ridisegnati gli spazi», commenta soddisfatto il presidente della Biennale Paolo Baratta. Da oggi intanto la parola al cartellone. Per l’Italia, oltre a Tornatore, sono in corsa Placido con Il grande sogno , Francesca Comencini con Lo spazio bianco , Giuseppe Capotondi con La doppia ora . Tra i 24 titoli del concorso, molti destinati a suscitare polemiche. Dal claustrofobico Lebanon girato dentro un carro armato, al post- apocalittico The Road , dall’horror splatter di Romero Survival of the Dead , ai miracoli di Lourdes. Cuori di tenebra promettono Chéreau con Persecution ed Herzog con il Cattivo tenente, glamour gay lo assicura Tom Ford, stilista texano, neo regista con A single man.
«Una selezione che è un caleidoscopio del presente, un inventario dei modi possibili di fare cinema e di produrlo», assicura Marco Müller, per il sesto anno direttore della Mostra. Dolente per una costola incrinata da una caduta dalla bici, si consola sorseggiando micro tazze di thè, cinese s’intende, invecchiato 20 anni. Sostiene: «Fa passare tutti i mali e garantisce il buon umore». La corsa all’accaparramento è in atto.
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