Cinema, Teatro, Arte, Spettacolo

ROSENCRANTZ E GUILDESTERN SONO MORT
Messaggio del 17-11-2007 alle ore 19:34:10
“Rosencrantz e Guildenstern sono morti è un film di Tom Stoppard del 1990, trasposizione cinematografica della commedia omonima.

Narra la storia di Rosencrantz e Guildenstern, due personaggi minori della tragedia Amleto (Hamlet), di William Shakespeare, che vengono convocati alla corte del re di Danimarca con il compito di aiutare Amleto, in realtà con lo scopo di capire (e riferire) se egli sia diventato pazzo o se stia fingendo. Il titolo deriva da una battuta pronunciata da un ambasciatore inglese nel finale della tragedia scespiriana. Il film è stato girato in diverse località dell’ex-Jugoslavia.”





Queste sono le prime informazioni che giungono cercando sul web, la più originale, se non tra le migliori, sceneggiature scritte negli ultimi tempi.

Rosencrantz e Guildenstern? Chi sono? "Nessuno"…direbbe qualcuno, o forse “tutti”, per un sillogismo intuitivo. In breve la genialitа del “creatore” è stata, a mio modesto parere, nello “sforare l’espressione dell’arte”, prima su un palcoscenico e poi su uno schermo. Basandosi e partendo su un contesto storico-cuturale (dunque su una verità “irremovibile”) ed evolvendosi in un intreccio di condizioni e situazioni comuni a tutte le generazioni, Tom Stoppard ci ha reso l’opinione “abbozzata” (dal nostro GENERE) sul senso della vita. Ma come?

Per chi l'ha già visto, sia a teatro che sullo schermo, la trama spiegata è semplice a raccontarsi, e ve la ripropongo, ben commentata, da un pezzo ritrovato sul web:

“Quando Rosencrantz e Guildenstern incontrano la prima volta la compagnia di attori e costoro danno dimostrazione della loro abilità per conquistare i due spettatori come pubblico, nel mezzo della rappresentazione si apre una valigia sul carro degli attori, da cui fuoriescono dei pentagrammi. In alcune scene del film questi fogli continuano a ricomparire, dando l’impressione che Rosencrantz e Guildenstern non abbiano mai veramente abbandonato il carro degli attori: proseguono il viaggio, tuttavia sono imprigionati nella scena, o, come dice il capo degli attori, sono parte della rappresentazione. Quest’impressione è rafforzata dal cambio di scene, repentino e improvviso tanto che Rosencrantz e Guildenstern non sanno mai come abbiano raggiunto i diversi luoghi. Dalla foresta alla sala da ballo della corte, da dietro un arazzo della camera della madre di Amleto, la Regina, alla nave che viaggia in direzione dell’Inghilterra: il ritmo incalza e a loro non rimane possibilità di capire come vi siano arrivati e dove siano.
Rosencrantz e Guildenstern non sanno mai chi sia l’uno, chi l’altro e il mondo esterno non li aiuta a fissarli in un’identità: dopo aver affidato loro il compito di sondare Amleto, il Re si accomiata salutandoli per nome, la Regina fa lo stesso ma scambiando i nomi.
Rosencrantz prepara un panino fatto come un hamburger ma non lo mangia dopo che Guildenstern lo critica per giocare sempre con il cibo. Fa l’esperienza di Galilei con il sasso e la piuma, come a Newton una mela gli cade sulla testa facendogli intuire l’effetto della gravità: sembra ogni volta essere sul punto di aver scoperto la legge sottesa al fenomeno, sta per parlare ma poi tace. Con il torsolo della mela inventa una pala e con uno dei fogli di carta costruisce un moderno aeroplano: Guildenstern, impegnato a capire l’evolversi della vicenda, glieli distrugge scocciato.”


E come dice il titolo stesso, solo di una cosa i nostri protagonisti ( di vita?!) sono certi…ovvero di morire.

E in un interevento di Rosencrantz in cui si intuisce tutta la dinamica della loro (nostra) storia:

“Quale sarà stato il momento in cui abbiamo capito per la prima volta cos'è la morte? Deve esserci un momento, uno solo, durante l'infanzia, in cui ci si rende conto per la prima volta che non si va avanti per sempre.
Deve essere sconvolgente…un marchio impresso nella memoria. Eppure non riesco a ricordarlo, Non mi è mai venuto in mente. Cosa ne deduci? Probabilmente nasciamo con l’intuizione di essere mortali. Prima ancora di conoscerne la parola, prima ancora di sapere che esistono le parole, veniamo fuori, insanguinati e urlanti, con la consapevolezza che, per quante bussole possano esserci al mondo, la rotta è comunque una sola, e il tempo è la sua unità di misura.”


Vi invito alla visione reale e non, e per chi ne è a conoscenza di dire la sua
Messaggio del 17-11-2007 alle ore 20:42:40
fajn te je bilo spoznat. ja, morda gremo pa drugic res skupaj na kaksen koncertic. Pridn bot in hvala za lubcka
Messaggio del 17-11-2007 alle ore 20:43:11
aja ti si mi puslov viski ha ha dbest tenks.drgac pa vecer je bil super za vse,kar se tice vokala na spilu,kurc to smo pa mi,k bomo odigal popoln spil bomo pa razpadl.
drz se pa velik hudih spilou u menzi
Messaggio del 18-11-2007 alle ore 10:06:32
C11, l'ho studiato all'università per un esame... bellissimo! L'ho riletto in seguito per puro piacere e lo consiglio vivamente. E' divertentissimo!

Scusate ma ho trovato solo citazioni in English...




Guildenstern: What's the first thing you remember?
Rosencrantz: Oh, let's see. . . . The first thing that comes into my head, you mean?
Guildenstern: No — the first thing you remember.
Rosencrantz: Ah. ... No, it's no good. It's gone. It was a long time ago.
Guildenstern: No, you don't take my meaning. What's the first thing you remember after all the things you've forgotten?
Rosencrantz: Oh, I see... I've forgotten the question.


Rosencrantz: I don't believe in it anyway.
Guildenstern: What?
Rosencrantz: England.
Guildenstern: Just a conspiracy of cartographers, then?


Rosencrantz: Another curious scientific phenomenon is the fact that the fingernails grow after death, as does the beard.
Guildenstern: What?
Rosencrantz: Beard.
Guildenstern: But you're not dead.
Rosencrantz: I didn't say they only started to grow after death. The fingernails also grow before birth - though not the beard.
Guildenstern: What?
Rosencrantz: BEARD! What's the matter with you?
[pause]
Rosencrantz: The toenails, on the other hand, never grow at all.
Guildenstern: The toenails on the other FOOT never grow at all.
Rosencrantz: ...no.
Messaggio del 18-11-2007 alle ore 10:56:56
Iriysie sono ce citazioni più divertenti ihihih

ora le riporto in italiano per far capire meglio, anche se sono comprensibili:


Guildenstern: [...] Qual'è la prima cosa che ricordi?
Rosencrantz: Oh, vediamo un pò...la prima cosa che mi viene in mente, vuoi dire?
Guildenstern:No, la prima cosa che ricordi
Rosencrantz: Ah. ... No, inutile, è andata è passato troppo tempo.

Guildenstern: Non mi hai capito. Qual'è la prima cosa dopo tutte quelle che hai dimenticato?
Rosencrantz: Ah, ho capito (pausa) Ho dimenticato la domanda.



Rosencrantz: [...]Tanto non ci credo.
Guildenstern: A cosa?
Rosencrantz: All'Inghilterra...
Guildenstern: Vuoi dire che è solo un complotto dei cartografi?!


Rosencrantz:Un altro curioso fenomeno scientifico è il fatto che le unghie delle mani crescono dopo la morte, come la barba.
Guildenstern: Cosa?
Rosencrantz: La barba!
Guildenstern: Ma tu non sei morto.
Rosencrantz: Non ho detto che cominciano a crescere dopo la morte! Le unghie delle mani crescono anche prima della nascita, ma la barba no
Guildenstern: Cosa?
Rosencrantz: La barba! Che ti prende? Le unghie delle dita dei piedi però non crescono affatto
Guildestern: Le unghie dei piedi non crescono affatto?
Rosencrantz: Non è così? E' buffo: io mi taglio le unghie delle mani in continuazione, e ogni volta che penso di tagliarle constato che in effetti ne hanno bisogno. Ora, per esempio. E d'altra parte, per quanto ne so, non mi taglio mai le unghie dei piedi. Dovrebbero essersi ormai arrotolate sotto la pianta dei piedi, ma non è così. Non ci penso mai. Forse me le taglio distrattamente, pensando ad altro.
Messaggio del 18-11-2007 alle ore 12:10:52
ma ci stà qualche non ebreo in mezzo a cast e produzione di ssò film???

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