Cinema, Teatro, Arte, Spettacolo

Virzì e la puntualità dell'artista
Messaggio del 07-08-2007 alle ore 15:44:07
io tutta 'sta cattiveria in virzì oh, non ce l'ho mai vista...prometto di rivedere alcune pellicole comunque.
Messaggio del 06-08-2007 alle ore 16:06:41
Bisognerà vedere se Virzì sarà cattivo come in passato o compiaciuto come un Muccino qualsiasi... ha ragione Dodò, prendiamolo con le molle.
Messaggio del 06-08-2007 alle ore 15:33:28
neo-neorealismo?
Messaggio del 06-08-2007 alle ore 12:22:59
ma il problema è che, secondo me, sarà l'ennesima autocelebrazione di una società.
lo spettatore contento dirà "ohibò esistono i call center, non lo sapevo", prenderà atto e tornerà poi a casa come se nulla fosse. non farà un'operazione di critica, ma si limiterà - scusa la ripetizione - a dare atto ad un qualcosa che esiste già e che è già, a suo modo, grottesco.
Messaggio del 06-08-2007 alle ore 12:20:06
Ernè tu ti accorgi ch equesta società è grottesca, ma fidati fai parte di una minoranza, probabilmente guiardando un film di Germi 40 anni fa qualcuno avrà fatto le tue stesse osservazioni "è così limpido il degrando che non c'è motivo di rappresentarlo", ma per molta gente questo è "il migliore dei mondi possibili" o il peggiore, ma certamente non il più ridicolo e se Virzì riesce nell'operazione di rendere il grottesco evidente gliene va reso atto
Messaggio del 06-08-2007 alle ore 12:16:04
vi state focalizzando su quella frase, chi ciccise a me.
ripeto, io per un insieme di cose non vedo come si possa fotografare una società che è già grottesca di sua e che è già la presa in giro di una presa in giro. il bagaglino lo può fare, perchè è lo specchio fedele di un ammasso di gente, famosa o meno, che gioca ad un qualcosa che è già commedia.
non era affatto la stessa cosa per la vera commedia all'italiana dean, affatto. ecco perchè avrei preferito qualcosa di diverso da un regista considerato da molti come un vero maestro.
Messaggio del 06-08-2007 alle ore 12:12:54
Concordo con Adonai, non sta scritto da nessuna parte che un regista debba essere un intellettuale, anzi meno intellettuali, più artigiani.
Poi bisogna dire che il tema non sarà nuovo, ma il cinema italiota non lo aveva ancora mai trattato, quindi a ragione Virzì si può definire un precursore. Stiamo parlando di un film che non abbiamo ancora visto quindi tutto va preso con le molle, ma se i temi dell'attualità sono questi di cosa dovrebbe parlare chi si rifà alla commedia all'italiana? di cosa parlavano germi e risi se non del loro tempo? La commedia all'italiana era uno spaccato dell'italietta del boom affrontato senza ipocrisia e con la giusta dose di cattiveria, quello che in ferie d'agosto ha fatto Virzì riferita alla metà degli anni 90, speriamo faccia la stessa cosa con questo film.
Sulla Ferilli concordo, ma attenzione, in un film sulla piccolezza italiana lei funziona certo meglio della Morante
Messaggio del 06-08-2007 alle ore 12:00:24
non limitarti a questo breve testo estrapolato, punta più sull'affermazione che ne segue che spiega la mia idea di.

na figura guida per la società, che sappia anticipare i tempi, indicando il marcio che sta per arrivare e non urlare quando siamo già nella merda.
Messaggio del 06-08-2007 alle ore 11:57:04
il primo è la bella vita se non ricordo male, sempre con quella presunta attrice.
rispetto al post invece, cosa pensi?
Messaggio del 06-08-2007 alle ore 11:56:16

una figura intellettuale, artista

L'altra sera ero alla Rocca e sul palco premiavano un regista, ospite della manifestazione, che si definiva artigiano e puntualizzava di non essere artista, ma artigiano, cioè senza la pretesa dell'intellettualità. Io penso che le migliori pagine dell'arte ce l'abbiano regalate quelle persone che avevano ben chiaro il loro ruolo di artigiano e non artista-padreterno.
Messaggio del 06-08-2007 alle ore 11:55:44
a me è piaciuto molto "Ferie d'agosto" con la ferilli, forse il suo primo film.
Messaggio del 06-08-2007 alle ore 11:51:52
in post precedenti, virzì è stato definito come uno dei migliori registi italiani, l'ultimo dei grandi, ecc.
io per regista con la R maiuscola intendo ancora una figura intellettuale, artista. una figura guida per la società, che sappia anticipare i tempi, indicando il marcio che sta per arrivare e non urlare quando siamo già nella merda. insomma, un regista - come uno scrittore, un giornalista, un critico, un sociologo anche, a suo modo - deve, con i mezzi che a disposizione, non limitarsi a raccontare la quotidianità, ma anticipare con forza i problemi se vuole fare un cinema vero, non un servizio di telegiornale.
con questo non voglio negare la contemporaneità di un film, per carità. non voglio dire che non si possono realizzare film su ciò che ci circonda al momento, ma riprendendo monicelli "a me sembra che quasi tutto il cinema italiano recente rappresenti la realtà come se tutto andasse bene così com'è, senza dissacrazione né grande critica".
perchè virzì. perchè ho visto e letto che la sua prossima pellicola, con ghini e quella cagna opportunista e non-attrice della ferilli, parlerà di un argomento innovativo, scioccante, da precursore: dei call center. cioè, arriva dopo anni in cui docenti, ricercatori, stampa, sindacati, mondo del lavoro, ecc. parlano e parlano di call center. cavalca l'onda, quando magari avrebbe dovuto anticiparla anni e anni fa.
è questo secondo me il ruolo del regista adesso, se non vuole limitarsi a narrare grottescamente quanto di grottesco già esiste. non essendoci spazi per una critica feroce della realtà, bisogna obbligatoriamente o relazionarsi al passato (vedi: l'ultimo film di monicelli) o guardare al futuro, anticipando allo spettatore, grazie alla propria arte, tematiche future, problemi in vista.

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