Messaggio del 03-08-2009 alle ore 11:37:59
si, ma in questo caso la colpa è dell'anas che procede con notevole ritardo alla costruzione della terza corsia del raccordo.
insomma, dare la colpa al passante significa farlo cornuto e mazziato
il passante è a 5 corsie (magari fossero tutte così le strade ) ed il raccordo è a due questo crea un "imbuto" e nei giorni in cui il traffico è massiccio la situazione degenera.
la fase progettuale prima ed operativa-cantierabile poi credo comprenda, correggimi se sbaglio, anche che il progettista (della ditta che ha vinto l'appalto o dell'ente pubblico che l'ha commissionato) preveda che il passaggio da 5 a 2 corsie possa creare problemi in caso di sovrannumero di auto in una zona che, non solo in periodi di esodo balcanico, tende ad essere strapiena di veicoli.
non è il passante in sè che è opera buona, ma come sempre la negligenza e il pressappochismo di una larga fetta delle persone che operano, da interne o esterne, in settori nevralgici del paese.
Messaggio del 03-08-2009 alle ore 10:58:03
senza polemica, ma da quel che ho capito io il problema non è il passante di Mestre, bensì l'allaccio successivo all'autostrada: il passante è a 5 corsie (magari fossero tutte così le strade ) ed il raccordo è a due questo crea un "imbuto" e nei giorni in cui il traffico è massiccio la situazione degenera.
ma se vogliamo dare la colpa a qualcosa, io non la darei al passante...
Oggi, mentre già dalla notte gli automobilisti sono bloccati lungo questo magnifico passante di Mestre, opera indispensabile costata 120 miliardi di euro, dentro le loro scatolette di metallo arroventate in un serpentone di oltre 30 km di coda, dal comune di Spinea fino Quarto d’Altino, ripenseranno certo con commozione a quelle lacrime di Galan, a quelle parole di Berlusconi.
L’intento non è di polemizzare con Galan, Berlusconi & company......
Ma semplicemente di fare una riflessione su promesse, parole, dichiarazioni degli uomini (e donne) di potere e sul fatto che esse vanno sempre vagliate alla prova dei fatti.
Che sono quelli che in Italia mancano, da troppo tempo.