Cultura & Attualità
di "miracoli" ne sono avvenuti ben pochi...
Si chiama "miracolo" quel che scientificamente non si puo' spiegare (perche' non si hanno ancora le capacita' per farlo)
Figuratevi che una volta gli uomini vedendo i fulmini nel cielo li chiamavano ..."ZEUS incazzato nero ! "


..in Italia stiamo ancora discutendo su queste cose, il che dovrebbe farci capire a che livello siamo nel campo dei diritti civili..al medioevo!!
Tristezza!
no prof,

ma quando mi parli di "correre" o trombare, beh, non sono certo esempi calzanti

ciusi ha fatto un ottimo "riassunto" del tutto.
non mi serve una legge che mi dice quando sono vivo o morto, perchè per me sono morto se obbligato a stare attaccato ad una macchina con il cervello fuso, e vorrei che questa mia volontà, visto che parliamo di ME, venga rispettata.
I criteri certi ci sono, di "miracoli" ne sono avvenuti ben pochi...
Divo, tu fai lo speziale...io chiedevo conferma a qualche avvocato

in italia non mi pare che il suicidio sia un reato


di sicuro da noi viene considerato un peccato


prof, ovvio che parlando di testamento biologico, si tratta di poter stabilire la propria volontà a riguardo di determinate situazioni di salute. Se vuoi suicidarti, puoi farlo in un qualsiasi momento e non devi chiedere il permesso a nessuno (anche se in Italia, correggetemi se sbaglio, paradossalmente il suicidio è presente come reato

Puoi autodeterminarti ed esprimere la tua volontà su situazioni come quelle dello stato vegetativo, che non è riconosciuto come morte cerebrale perchè di fatti il cervello morto non è...ma non lo è del tutto: ovvero puoi conservare delle funzioni vitali(respiro, riflesso oculare, deglutizione, gesti meccanici...uno solo di questi o tutti insieme) ma non sei cosciente...sei appunto, un vegetale. C'è la remota possibilità di un risveglio, ma anche dopo solo un mese di stato vegetativo, al risveglio non sarai tanto meno vegetale di prima dato che il tuo cervello sì è ampiamente necrotizzato e ha quindi compromesso fortemente la qualità della vita. Ecco, c'è qualcuno al quale questa vita(laddove dovesse risvegliarsi)potrebbe non star bene e quindi decide che per lui va bene morire quando viene accertato lo stato di coma irreversibile o persistente.
Per la morte cerebrale invece il discorso è diverso...se sono presenti certi criteri, è morte a tutti gli effetti e su questo si son messi d'accordo tanto tempo fa

Altra domanda rivolta più in generale
Secondo voi se questo signore, in Belgio, fosse stato veramente considerato "morto" lo arebbero tenuto in "vita" per 23 anni?
INFATTI!!!
Professò...
te la posso fare io una domanda?
Quand'è che i medici, per salvare delle vite, eseguono (non decidono perchè a decidere sono sempre l'interessato o i suoi familiari) l'espianto degli organi?
Ma tu guarda cazzarola che devi sempre credere che ti stia prendendo per il culo o che jetto sette pe ariccoje otto!
Ma quali puttanate e pesare le parole!
Vedi Uana,
per poter "proteggere" diritti meritevoli, debbono esserci norme di diritto!
Una norma di diritto per poter funzionare non deve essere fallace!
Se i criteri sui quali si fonda una norma sono fallaci beh anche la norma lo sarà!
L'autodeterminazione è fallace ed io la escluderei!
Sarei più propenso ad uno "stadio oggettivo"!
Ma quale?
Ma chi lo decide?
Quale comunità scientifica dovrebbe decidere per me?
Quale comunità dovrebbe "sbagliare" per me (come letto a monte!!)?
Non c'è solo chi è per il testamento biologico e chiè contro!!
C'è anche chi sarebbe disposto a decidere in un senso o nell'altro se vi fossero dei criteri CERTI e non FALLACI!
mo non so se mi so spiegato...perchè non ho tempo... ma credimi non sto scherzando o provocando o bastiancontrarieggiando!
------------
Editato da O Professore il 26/11/2009 alle 11:14:58
pure io preferisco crepare quanda nin mi s'arifarà cchiù la chicca
la vera morte ni iè quanda nin ti s'arifà cchiù la chicca, ma quanda nin tì cchiù li quatrini pè lu viagra


Miooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo

mi avevi promesso di non morire


io non sarò di quelle che dicono che dopo la mia morte ti puoi rifare una vita ed essere felice...dovrai piangere e disperarti finché (se mai dovesse esserci qualcosa oltre la vita terrena) ci riuniremo nell'aldilà!

cmq..a parte questa piccola parentesi (ero obbligata a farlo) credo anch'io che l'importante sia poter garantire la libertà di scelta in determinate condizioni ma come o professore mi chiedo quali siano i termini e chi sia in grado di fissarli

no professò, ti so capite, ma se vuoi ti posso ricacciare come funziona nei paesi dove è legale, ma non serve a molto, visto ca tu vuliss sapere, immagino, come funzionerebbe in ITALIA.
Beh, visto ca nin ci sta niente di scritto, nessuno può risponderti, posso solo pensare come "dovrebbe essere".
Poi se vogliamo andare a finire a puttanate, sci pure io preferisco crepare quanda nin mi s'arifarà cchiù la chicca

mo se vuoi stare a pesare le parole, fa pure, ma io non parlo di un braccio, una gamba o una chicca, parlo di vivere attaccato ad una macchina con il cervello spappolato... detto papale papale... è un tantino diverso.
professò ma hai idea di come era diventato il corpo di Englaro?
No, perchè ti hanno fatto vedere solo le foto da giovane e bella...
quella era tortura vera e propria e c'era veramente da festeggiarne la morte, per lei.
------------
Editato da Uanasgheps il 26/11/2009 alle 11:01:55
aspé...
E' alla morte cerebrale oppure no? prima mi si fatte fa 1+1 e mo mi dici "posso darti solo risposte personali...", "per me...", "io preferisco"?
ma c'è un disegno di legge, un criterio comune, col quale confrontarsi ed aderire (o meno) oppure quando parlate di Englaro, di accanimento terapeutico, di "vita/non vita" state tutti a parlare del "secondo me", "del non è giusto però"?
A sto punto quoto pharlap: io decido che quando non potrò più correre oppure fare sesso o parlare o vedere e camminare o tutte ste impossibilità insieme ... "SECONDO ME" non è piu vita...
Anche questa, detta alla Ciusi sarebbe "autodeterminazione" e quindi libertà! Uana, ti assicuro che non stò inzummando né provocando o altro... è solo voglia di sapere!
------------
Editato da O Professore il 26/11/2009 alle 10:53:34
------------
Editato da O Professore il 26/11/2009 alle 10:55:12
quando faranno una legge, potrò risponderti, per adesso posso solo darti risposte "personali", e credo che si sia capito che preferisco morire se la natura ha deciso così, invece che rimanere attaccato ad una macchina che mi tiene in "vita".... per me, nel momento in cui non ho più vita se non attaccato ad una macchina e ho perso per sempre la maggiorparte delle mie funzioni cerebrali, io sono morto.
Ok!
Grazie Uana!
Quindi se ti dichiarano "cerebralmente morto", e sempre se hai redatto testamento biologico, possono staccare la spina!
Giusto?
professò è semplice, cerca TESTAMENTO BIOLOGICO, cerca MORTE CEREBRALE, fa 1 + 1 e trovi la risposta.
...tante chiacchiere e nisciune arisponne!
...e ji ve la riddummanne:
nel testamento biologico di cui tanto si parla posso decidere io quando farla finita?
posso, cioè, di mio pugno decidere e mettere per iscritto quel è il mio limite massimo fino a quale arrivare: stadio vegetativo, coma irreversibile ecc...?
oppure c'è uno stadio (condizione di vita/non vita) oggettivo da raggiungere?"
E se c'è uno stadio oggettivo (praticamente il "quando") chi lo fissa?
chi decide quale è la condizione di "vita/non vita" tale da permettere il "distacco della spina"?
Quoto la compagna extraparlamentare

Monique, soprattutto in questo momento storico, purtroppo non ho legislatori nè tantomeno portavoci che mi rappresentino: il mio punto di vista è totalmente tagliato fuori dallo scenario politico attuale, ma questa è un'altra storia

la libertà non è un gioco e non è affatto un concetto tetro. Sono io (e nessun altro al posto mio) che dovrei poter decidere, in determinati casi, cosa fare di me e della mia vita: proprio per questo gradirei che ci fossero gli strumenti legislativi per poter affermare il mio pensiero a riguardo senza che l'attuazione della mia libertà vada a compromettere quella di un altro che invece con me non si trova d'accordo. Tu intendi "un po' a me e un po' a te"nel senso che una volta sono libera io e una volta tu....per me invece vuol dire che un po' a ciascuno non fa male a nessuno

purtroppo Ciusi non devi chiederlo a me... magari puoi chiederlo ai tuoi legislatori talebani che ti obbligano a vivere... magari un domani un medico sarà esentatto dal farti vivere dopo unn incidente stradale perché la sua conscienza, non la tua, prevederà indicibili sofferenze per te (mentre tu vorresti vivere, ricordi il caso del bimbo nato 48 ore prima?). E dovremo rispettare la sua coscienza (o incoscienza, dipende dai punti di vista...). E' il gioco tetro della libertà... un po' a me e un po' a te....
per fortuna siamo ancora tutti liberi di vivere...e purtroppo siamo obbligati a farlo anche quando non vogliamo

questa non è libertà

e non capisco, non ce la faccio proprio, perchè il libero arbitrio e l'autodeterminazione di se stessi facciano così tanta paura.
Essere favorevoli alla possibilità di eutanasia vuol forse dire che io vado in giro a staccare i respiratori artificiali o le macchine che tengono in vita chi ha deciso di restare in coma in attesa di svegliarsi? o accettare la possibilità di aborto vuol dire forse andare in giro a buttare le donne incinte giù dalle scale e farle abortire?

se qualcuno può e ha la pazienza di farlo, per favore, mi spieghi perchè altri possono decidere al posto mio anche quando io sarei l'unica a poter aver voce in capitolo in merito.
Uana, chiedi un po' ai sondaggisti del referendum del 2005 sulla fecondazione artificiale... sappiamo com'è andata a finire. Purtroppo (per i alcuni) i sondaggi sono aleatori, si possono camuffare a paicere (vedasi Vostro Presidente del Consiglio), in cabina elettorale nessuno (per ora) viene a controllarti.
i sondaggi sono un pallottoliere.... la realtà tutta un'altra cosa


Da un sondaggio dell'aprile 2006, pubblicato anche su Torino medica, l'organo ufficiale dell'Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Torino, e avente come target infermieri (in maggioranza tra i 30 e i 40 anni, impiegati in reparti di terapia intensiva, lungo-degenza e chirurgia), è emerso che:[23][24]
* il 74% degli infermieri interpellati è favorevole alla "dolce morte" passiva
o di cui l'83% anche a quella attiva
* il 44% ha avuto diverse esperienze di pazienti che hanno chiesto espressamente e ripetutamente di morire perché venisse posto fine alle loro sofferenze atroci e senza speranza.
* il 76% invoca il testamento biologico;
* l'8% si dichiara disposto a praticare l'eutanasia anche illegalmente, senza richiesta esplicita del paziente
* il 37% si dice disposto ad aiutare i pazienti a mettere fine a un calvario, anche ricorrendo al suicidio assistito.
* il 76% degli infermieri credenti è favorevole all'eutanasia volontaria.
Una dichiarazione anticipata di trattamento (detta anche testamento biologico, o più variamente testamento di vita, direttive anticipate, volontà previe di trattamento) è l'espressione della volontà da parte di una persona (testatore), fornita in condizioni di lucidità mentale, in merito alle terapie che intende o non intende accettare nell'eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di esprimere il proprio diritto di acconsentire o non acconsentire alle cure proposte (consenso informato) per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti, malattie che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione.
Monique io ho imparato le differenze tra i vari stati di coma all'incirca a 17 anni quando ero rappresentante giovanile dell'AIDO...
Dai dai! Che puoi farcela anche tu...
Il punto infatti come ha evidenziato Divo non è tanto esser d'accordo o meno, potrei anche esser contrario ad una pratica, ma lasciar libero chiunque voglia avvalersene di avere la libertà di farlo.
Ad oggi in Italia questa possibilità non c'è..e come devo morire di certo non deve deciderlo Gasparri!
la voglio anch'io e visto che il potere di fare le leggi ce l'hanno le persone che noi mandiamo al governo l'unico modo che abbiamo per batterci è il voto...ma finora col mio voto non ho mai risolto nulla

ma qualcuno sa oppure può,per cortesia, darmi una risposta?
nel testamento biologico di cui tanto si parla posso decidere io quando farla finita?
posso, cioè, di mio pugno decidere e mettere per iscritto quel è il mio limite massimo fino a quale arrivare: stadio vegetativo, coma irreversibile ecc...?
oppure c'è uno stadio (condizione di vita/non vita) oggettivo da raggiungere?"
E se c'è uno stadio oggettivo (praticamente il "quando") chi lo fissa?
chi decide quale è la condizione di "vita/non vita" tale da permettere il "distacco della spina"?
Ste cose, davvero, non le so!
grazie!
Anais, la questione è se tu vuoi che una Legge ti permetta di decidere. Io la voglio e mi batto per averla.
certo piccioso, se ci fosse permesso decidere

Anais,
puoi chiedermelo adesso cosa devono fare in caso succedesse a me, così lo saprai senza ombra di dubbio: staccare immediatamente la spina, per il mio bene e per quello di chi mi sta vicino.
Immaginatevi Divo a vegetà per anni, rinunciando alla porchetta

monique, sai che differenza c'è tra te e, ad esempio, me?? che tu vuoi imporre le tue idee, io no

nel senso: se tu dovessi finire in coma, per me puoi restarci pure trent'anni


io non imporrei mai la mia volontà su di te, se tu quella roba lì me la chiami "vita" sei liberissima di viverla... però gradirei la reciprocità

si tratta di libertà di scelta


Oddio... chissà come fanno a decidere quando espiantare gli organi!
Cmq sia forse avete ragione meglio lasciarli "vivere", in fondo c'è un sacco di gente che senza cervello campa benissimo!
è un argomento difficile...
...una domanda però mi sia concessa:
nel testamento biologico di cui tanti si parla posso decidere io quando farla finita?
cioè di mio pugno decido e scrivo il mio limite massimo e fino a quale condizione dovrò arrivare?
oppure c'è uno stadio (condizione di vita/non vita) oggettivo da raggiungere?"
E se c'è uno stadio oggettivo chi lo fissa? chi decide quale è la condizione di "vita/non vita" tale da permettere il "distacco della spina?"
illuminatemi.
crasso, se quello che ci hanno raccontato è vero, credo ci sia ben poco da chiedere, lui vuole vivere e sono contento per lui, così come vorrei essere contento di poter fare il mio testamento biologico LIBERAMENTE.
crasso


comunque nn lo possiamo dire noi se quell'uomo vuole vivere o no, ma se riesce a comunicare glielo si può chiedere.
è una macchina che interpreta e afferma. Se per te quella è una vita umana, possiamo stare a discutere in eterno. Per me non lo è.

------------
Editato da Uanasgheps il 24/11/2009 alle 17:11:15
E magari tra 100 anni scopriranno che anche nella bara possiamo sentire e si ha voglia di urlare... che facciamo? Smettiamo di seppellire i morti?
insomma un uomo afferma che "sentiva, voleva urlare" in quello stato (e gli altri lo consideravano morto) e stiamo parlando di morte?
complimenti... vivissimi

lettera pontificale di Paolo VI indirizzata ai medici cattolici nel 1970:
«Il carattere sacro della vita è ciò che impedisce al medico di uccidere e che lo obbliga nello stesso tempo a dedicarsi con tutte le risorse della sua arte a lottare contro la morte. Questo non significa tuttavia obbligarlo a utilizzare tutte le tecniche di sopravvivenza che gli offre una scienza instancabilmente creatrice. In molti casi non sarebbe forse un’inutile tortura imporre la rianimazione vegetativa nella fase terminale di una malattia incurabile? In quel caso, il dovere del medico è piuttosto di impegnarsi ad alleviare la sofferenza, invece di voler prolungare il più a lungo possibile, con qualsiasi mezzo e in qualsiasi condizione, una vita che non è più pienamente umana e che va naturalmente verso il suo epilogo: l’ora ineluttabile e sacra dell’incontro dell’anima con il suo Creatore, attraverso un passaggio doloroso che la rende partecipe della passione di Cristo. Anche in questo il medico deve rispettare la vita».
Ok Monique proverò a parlare la tua lingua!
Sicuramente per rimanere 23 anni in quelle condizioni il Signore lo stava punendo per le sue colpe!!!
Poi la scienza del Demonio ha permesso "con una nuova tecnologia di «scanning»" di sottrarlo al suo giusto castigo... ma tanto non ah scampo la sua anima brucerà nel fuoco dell'Inferno per l'eternità!
Va bene adesso? Ti è più familiare questo linguaggio?
Ora se vuoi parlare il mio leggiti quanto ti ho detto e poi prova a rispondere!
Quoto anch'io Uanasgheps, vorrei morire anch'io perchè sono io e solo io l'arbitro del mio dolore e delle mie sofferenze.

io invece non capisco perchè la morte viene vista come qualcosa di "brutto".
eppure, soprattutto per chi crede, dovrebbe essere un momento bello.... o no ???
Tutto questo attaccamento alla vita, mi sembra un controsenso...
cmq...
quando mia nonna è morta, dopo 7 anni di stato vegetativo a letto,in casa, senza potersi muovere o comunicare in alcun modo, anche io ero contento.
per me lei era morta 7 anni prima.
Quando in una società democratica il suicidio è un "valore" non siamo al capolinea, l'abbiamo già oltrepassato perché tutto il lavoro degli operatori sanitari che nel giuramento di ippocrate (?) servono la vita è reso vano. Quando la vita ha lo stesso valore di atti di morte significa che il sapore mortifero già vive dentro di noi. Significa che la follia di Nietzche frantumatasi in pazzia alberga già nella modernità in molte menti... con tutto il rispetto per chi vive la gioia della vita...
x Bruce
prova a leggere il libro di P. Ciociola su Eluana così capirai la montagna di balle che ti hanno propinato in tv e che magari inconsciamente hai già fatto fiorire... o magari perchè non dici che la sera della morte hanno organizzato una festa con i neurologi e i giornalisti che "avrebbero dovuto accudirla"? una festa per una morte.... prova a digitare su google UNA FESTA PER ELUANAe leggi il racconto di qualche giornalista che è stato invitato (il più tranquillo ha detto che la cosa sapeva di macabro... ma per chi il suicidio o l'omocidio di conseziente è uun valore cos'è il macabro?). Suvvia, c'è tempo per capire che la vita non dipende dalle qualità... magari ci si arriva dopo 80 anni. La sottoscritta c'è arrivata dopo anni di fatiche e dolore dentro una corsia d'ospedale, non è per tutti, forse neanche per te.... oddio troppo complicato!
quant'è brutto il moralismo mischiato all'ipocrisia con una spruzzatina di religiosità deviata.
Chi ritiene che una persona debba vivere a quelle condizioni deve solo fare una cosa:
legati ad un letto in modo che tu non possa muovere niente tranne le palpebre degli occhi.
Verrò io a portarti e a imboccarti solo pappette di merda, ti cambierò il pannolone, ti farò un mare di iniezioni e ti imbottirò di medicine. E tu li niente, puoi muovere solo gli occhi.
Dopo una settimana implorerai la morte.
Ste situazioni purtroppo esistono solo perchè ci mette sempre la bocca la Chiesa e i finti moralisti che traggono in qualche modo un guadagno.
Perchè non possiamo affidarci alla nostra morale e al buon senso di esserei umani senza subire influenze di puttanate? Molte persone soffrirebbero di meno, sia il diretto ammalato che chi gli sta attorno.
sdassssssssssssss
Monique io ho imparato le differenze tra i vari stati di coma all'incirca a 17 anni quando ero rappresentante giovanile dell'AIDO...
Dai dai! Che puoi farcela anche tu...
Ah mentre ti sforzi, se ti capita, visto che sei così attenta a captare ciò che accade nel mondo vedi se ti riesci di dare un'occhiata ai risultati degli esami sul corpo della sfortunata Eluana Englaro.
------------
Editato da Bruce Wayne il 24/11/2009 alle 13:11:16
progresso, civiltà, VELLUTATA BARBARIE
allora accendi un focaraccio sotto casa tua e traducici tutto quello che hai scritto coi segnali di fumo.
Adesso!!

"Urlavo senza che nessuno potesse sentire - è riuscito a dire -. Sono stato il testimone della mia sofferenza mentre i dottori cercavano di parlarmi, sino al giorno in cui ci hanno rinunciato."
"Houben è stato dato per spacciato..."
«Come nascere una seconda volta», è stata una delle sensazioni che è riuscito a esternare.
capisco, fa male sorvolare...
Houben, oggi 46enne e in grado di comunicare grazie a un pc e ad una particolare testiera che gli consente di rapportarsi al mondo esterno.
Il "progresso" che tanto contesti permette anche questo!


che poi la volontà di ognuno andrebbe espressa tramite proprio il testamento biologico

ma solo i talebani come monique vorrebbero imporre la propria volontà su chiunque(BARBARIE)
------------
Editato da Jena Plissken il 24/11/2009 alle 11:55:43
Io la penso come Uana,pensa che appena non mi si alzerà più l'uccello,e appena non potrò più ingozzarmi di amatriciana,carbonara,cotiche e fagioli e compagnia bella


uana,ti quoto col sangue!
Si chiama libertà.
Se lui vuole continuare a "vivere" in questo modo, bene, è da apprezzare e lo ammiro, ma se IO penso che questa per me non è vita, e preferisco la morte, la mia volontà va rispettata, non può esistere una legge umana o "divina" che mi vieti questo.
Io preferisco la morte a questa vita, dove sta scritto che la vita è più bella?
Lo credevano incosciente da ventitrè anni, un test svela che sente e capisce
Quando finalmente ha potuto comunicare, battendo un dito su una speciale tastiera collegata a un personal computer, Rom Houben ha ammesso che negli infiniti giorni passati nella prigione di un incoscienza apparente «aveva cercato di evadere sognando».
Per i medici era in coma, paralizzato da un incidente automobilistico nel 1983. Stato vegetativo persistente, è la diagnosi che ha accompagnato la sua scheda personale, almeno sino a che i ricercatori hanno trovato una via per capire che il cervello era ancora in attività. Gli hanno insegnato a esprimersi e lui l’ha fatto. «Urlavo senza che nessuno potesse sentire - è riuscito a dire -. Sono stato il testimone della mia sofferenza mentre i dottori cercavano di parlarmi, sino al giorno in cui ci hanno rinunciato».
C’era ancora Ronald Reagan alla Casa Bianca e il Muro di Berlino era in piedi, quando Houben è stato dato per spacciato. Il suo dramma s’è consumato nove anni prima di quello che ha colpito Eluana Englaro, la donna di Lecco ridotta a un vegetale nel 1992 e morta lo scorso febbraio in seguito alla sospensione della nutrizione artificiale. In medicina è difficile mettere a confronto singoli casi per trarre delle conclusioni esatte, però è chiaro che l’avventura di Rom, che oggi ha 46 anni, è potenzialmente in grado di riaprire il dibattito sul trattamento dei pazienti in stato di incoscienza permanente.
L’intenzione di Steven Laureys, il neurologo dell’Università di Liegi che in un articolo ha reso pubblica la vicenda di Houben, è proprio questa. Attirare l’attenzione sui tanti casi di coma che, a suo avviso, potrebbero essere stati erroneamente diagnosticati in tutto il mondo. All’inizio, con uno nuova tecnologia di «scanning», gli specialisti hanno potuto dimostrare che l’attività celebrare non era interrotta. In un secondo momento, utilizzando uno strumento ad alta sensibilità, dunque in grado di registrare movimenti anche minimi, hanno cominciato «a parlare con Rom» che ha potuto raccontare la sua storia.
Le rivelazioni
«Come nascere una seconda volta», è stata una delle sensazioni che è riuscito a esternare. La paralisi era stata istantanea, ha fatto sapere ai medici, un dramma nel dramma per un ventenne dinamico, appassionato di arti marziali. Ci sono voluti altri 23 anni perché Laureys e i suoi trovassero il bandolo della matassa. «Per tutto questo tempo ho sognato una vita migliore. - ha spiegato ai medici - E "frustrazione" è una parola che certamente non basta a definire come mi sono sentito». Adesso «voglio leggere, parlare con gli amici attraverso il computer e profittare della mia vita, adesso che la gente sa che non sono morto».
«Non è un caso isolato»
Laureys, belga, quarantunenne, auspica che Rom sia il simbolo della sua battaglia contro il coma irreversibile diagnosticato troppo alla leggera. In un uno studio firmato per la rivista scientifica «BioMedCentral Neurology», lo specialista ha scritto di ritenere tutt’altro che isolate le circostanze in cui si è trovato il giovane belga. «Al 41 per cento di chi è in stato di minima incoscienza viene diagnosticato erroneamente uno stato vegetativo - sostiene - mentre sappiamo che tutti coloro che risultano consapevoli possono essere curati e compiere progressi significativi». Il passo successivo è quello di tracciare un punto interrogativo sui casi clinici ritenuti senza ritorno. Rom Houben, in buona sostanza, può diventare il simbolo di chi si oppone all'eutanasia. Lui, in fondo, è uno che ce l'ha fatta.
Chissà quanti sono morti in nome dell'eutanasia e sentivano tutto: progresso, civiltà, VELLUTATA BARBARIE
Nuova reply all'argomento:
23 ANNI DI COMA, SENTIVA E CAPIVA..
Registrati
Mi so scurdate la password
Hai problemi ad effettuare il login?
segui le istruzioni qui