Cultura & Attualità

applicata anche nelle gravidanze
Messaggio del 20-01-2010 alle ore 17:53:41
non assistite cosa comporterebbe? Perché allora ad una paziente che si paga con i propri soldi un intervento sanitario dovrebbe essere richiesto un comportamento ed una moralità diversi da quelli di altre donne? Dove risiederebbe la ratio di una simile discriminazione?
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Editato da Il Piccioso il 20/01/2010 alle 17:54:14
Messaggio del 20-01-2010 alle ore 20:05:38
Piccio, anche nelle liste di trapianti ci sono pazienti "favoriti"(molto tra virgolette): non puoi dare un fegato nuovo a un alcolista, tanto per fare un esempio e capirci
Se si ricorre alla fecondazione assistita, di solito è perchè si ha dei problemi a concepire fisiologicamente: se ci metti anche del tuo o non sei disposto a collaborare con i medici e seguire l'iter terapeutico con tutti i sacrifici che comporta, non puoi pretendere il miracolo, nè tantomeno lo sperpero di risorse a scapito di altri; fermo restando poi che, per mia personalissima forma di coscienza, una donna fumatrice che vuole un figlio, resta incinta e non smette di fumare è un'assassina (e lo dico da donna fumatrice...che però di figli non ne vuole )
Messaggio del 20-01-2010 alle ore 20:08:53
Ciusi,
mi spiace ma il tuo paragone non ha fondamento. La fecondazione assistita dei gameti di una coppia a spese della coppia stessa non preclude in alcun modo le prestazioni di altre coppie od il bilancio pubblico. La discriminazione ha solo un valore etico non accettabile in uno stato laico e democratico.
Messaggio del 20-01-2010 alle ore 20:20:16
Se vietassero ad una donna fumatrice, drogata o alcolista di restare incinta (in maniera assistita o non) non farebbero una lira di danno
Non è un giudizio etico, è tutela del paziente (sia madre che eventuale bambino): ripeto, di fronte ad un paziente non collaborativo non c'è nulla che la medicina possa fare.
Purtroppo è così: avere dei figli comporta sacrifici, e smettere di fumare, bere eccetera per la propria salute e quella del bambino, mi sembra il minimo dei sacrifici e degli sforzi che una donna possa fare.
Semmai è discriminatorio il fatto che il papà possa continuare a fare il cavolo del comodo suo
Messaggio del 20-01-2010 alle ore 20:30:12
Ciusi,
qui stiamo discutendo su una raccomandazione di un'associazione medica a dei medici che invita a violare una legge dello Stato italiano ed i principi e valori costituzionali in tema di salute e libertà per far aderire i pazienti a dei principi etici non condivisi e non condivisibili. Non sono in discussione certamente beni pubblici come l'impiego di risorse economiche derivanti dalle imposte dei cittadini né la salute di altri pazienti. La discriminazione è palese poi quando il paragone viene effettuato sulle donne che non hanno bisogno di effettuare interventi di fecondazione assistita. L'etica di un'associazione medica non può pregiudicare la salute e la libertà di altre persone che hanno dei diritti garantiti dalla Costituzione italiana e dalle leggi del nostro Stato.
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Editato da Il Piccioso il 20/01/2010 alle 20:34:30
Messaggio del 20-01-2010 alle ore 20:30:58
d'accordo con Ciusi.
Messaggio del 20-01-2010 alle ore 22:19:05
Piccio, se richiedi determinate cure e si stabilisce un'iter terapeutico, l'accettazione di quell'iter (che può prevedere anche divieti comportamentali) è la conditio sine qua non per accedere a tali cure.
Nessuna discriminazione: il medico di fronte ad una donna che ha problemi a restare incinta e che si rivolge a lui per la fecondazione assistita dice "ok, per fare questo e per far sì che le cose vadano a buon fine e che nè lei nè l'eventuale bambino corriate dei rischi, deve smettere di fumare bere eccetera...altrimenti avanti il prossimo che io non metto a repentaglio una situazione già di per sè precaria (anche qualora queste persone fossero masochiste e consapevoli dei rischi che sono superiori ai benefici)".
Non è la legge o il suggerimento della legge a discriminare ma la natura stessa: una donna che può tranquillamente concepire non ha bisogno di affidarsi (e quindi fidarsi ) a nessun dottore e non deve sottoporsi a nessuna limitazione comportamentale.
Messaggio del 21-01-2010 alle ore 08:26:19
Mi sembra il minimo smettere di bere, fumare, o dimagrire se vuoi avere un figlio sano e vuoi rimanere in vita...

Mettendomi nei panni del dottore, se so che è PROVATO che una donna con determinati problemi ha alte possibilità di complicazioni per lei o per il bambino, puoi avere tutti i soldi di questo mondo, ma non voglio essere complice di un omicidio, quindi, o risolvi i tuoi problemi, oppure saluti e baci...
Messaggio del 21-01-2010 alle ore 11:06:08
Beh, se una coppia decide di ricorrere alla fecondazione assistita sicuramente è perché il desiderio d'avere un figlio è grandissimo e quindi, come poter poi giustificare un comportamento da parte della madre che possa mettere in pericolo la vita stessa del futuro nascituro?

E comunque, se il rifiuto di dar inizio alla "procedura" da parte dei medici nei confronti di chi non ha intenzione di cambiare le proprie abitudini per avere la possibilità di dare alla luce il figlio che tanto desidera (non è assurdo e contradditorio ?! ) cosituisce una violazione della legge, allora forse è la legge che andrebbe rivista...o no???
Messaggio del 21-01-2010 alle ore 14:17:35
No,
Medusa, la Legge stabilisce che i protocolli medici vengano stabiliti dall'Istituto Superiore di Sanità o da organismi pubblici simili e non da associazioni private di alcuni medici. Il fatto di restare incinta per una donna con gravi problemi di sterilità od infertilità di lei o di lui è una ipotesi e rimandata al futuro dopo l'intervento di fecondazione assistita, la scelta dei medici è attuale e prefigura un processo alle intenzioni di natura etica. In caso la donna dovesse restare incinta dovere del medico sarebbe quello di sconsigliare vivamente determinati comportamenti sbagliati sul piano della salute, non certamente di selezionare l'accesso in strutture a pagamento determinando scelte di valore che non sono previste in nessuna norma giuridica. Per quanto riguarda il concepituro ( e non il concepito) ricordo che solo il diritto canonico e qualche repubblica sudamericana lo considerano un soggetto di diritto. Parte da qui quindi il problema della laicità dello Stato.
Messaggio del 21-01-2010 alle ore 17:37:43
Mannaggia ci avevo messo un'eternità a scrivere (dato che sto a lavoro ) e poi mi sono accorta che non avevo effettuato il login

vedrò quindi di riassumere...

quanto alla tua obiezione:

Perché allora ad una paziente che si paga con i propri soldi un intervento sanitario dovrebbe essere richiesto un comportamento ed una moralità diversi da quelli di altre donne? Dove risiederebbe la ratio di una simile discriminazione?



Io rispondo che tutte le donne dovrebbero avere comportamento e moralità che non mettano a rischio una possibile gravidanza o una già in atto...

detto questo certamente credo che una donna che desideri così tanto avere un figlio e che ricorra per questo alla fecondazione assistita sia da condannare doppiamente qualora assumesse uno stile di vita che potesse mettere a rischio un eventuale esito positivo della terapia o peggio, se è riuscita nell'intento, la vita del futuro nascituro...

doppiamente perché che caxxo di donna è una che desidera con tutte le sua forze avere un bambino e che poi non riesce a desistere dal bere o fumare o altro??? il suo è allora un capriccio?

forse il paragone che sto per fare è un po' forte dato che si parla di una vita a tutti gli effetti e di una che è tale solo in potenza ma considerando esclusivamente il comportamento della madre ( o futura madre) che differenza passa tra chi getta in un cassonetto un figlio indesiderato ( o solo perché pensa di non essere in grado per le più svariate cause di gestirlo) e chi invece lo desidera a tal punto da mettere in pericolo la buona riuscita della terapia?

Non sarebbe forse da condannare più il comportamento della seconda...

Ora capisco la storia del processo alle intenzioni, della laicità dello stato e delle scelte di valore che non dovrebbero essere contemplate dalle norma giuridiche ma credo anche che non si possa rimanere indifferenti di fronte a certe situazioni e far appello alla legge...a volte le leggi possono essere riviste...

mi sa cmq che viaggiamo su due binari opposti..
Messaggio del 21-01-2010 alle ore 19:34:01
Pieri riprovaci!
Messaggio del 21-01-2010 alle ore 19:53:52
Medusa,
torno a chiederti: i tuoi sono o no giudizi morali? Credi che il diritto di una donna e del suo compagno a poter ricorrere alle tecniche della fecondazione assistita debbano essere sottoposte all'etica di un'associazione medica o ai diritti ed i doveri sanciti nella Costituzione italiana e nelle Leggi approvate dal Parlamento?
Messaggio del 21-01-2010 alle ore 20:02:49
Si, ok, ma per portare avanti sempre e ostinatamente le tua ideologia politica non puoi portare ad esempio argomentazioni che nn hanno i piedi per camminare.
La mia opinione è ovviamente palese ed in linea con quella di ciusi e medusa!
Messaggio del 21-01-2010 alle ore 20:16:28
La mia ideologia si fonda sulla libertà personale riguardo al proprio corpo, l'autodeterminazione, e non sull'imposizione delle altre ideologie sul proprio corpo. Il mio corpo è mio e lo gestisco io. Sono due ideologie che si contrappongono: una che si basa sulla libertà e sulla responsabilità e l'altra che si fonda sui divieti e le imposizioni etiche esterne riguardo al corpo degli individui.
Messaggio del 21-01-2010 alle ore 20:31:40
Appunto il tuo corpo non quello di un bambino al quale devi garantire sempre e comunque il meglio sin dal momento del suo concepimento! quindi in questo caso ancor di più
Messaggio del 21-01-2010 alle ore 20:33:37
Qui stiamo parlando prima del concepimento, di un concepimento difficile da realizzare, non di un concepimento già avvenuto. Il concepituro e non il concepito.
Messaggio del 21-01-2010 alle ore 21:55:36
appunto, e siccome non basta una ciulatina per aver un bel pupo in carne ed ossa, ma costa tanto sacrificio, è meglio se le cose si fan per bene, senza fumo alcon droga e affini

ma in genere, la donna che si sottopone a tali trattamenti (dolorosi fisicamente e psicologicamente) non ha bisogno di esortazioni a eliminare cattive abitudini

Messaggio del 21-01-2010 alle ore 22:04:29
Mikemio,
un invito, un'esortazione, un consiglio sono ben accetti, una discriminazione fondata sull'etica di un'associazione medica ed in contrasto con le norme vigenti no.
Messaggio del 21-01-2010 alle ore 22:21:40
Piccio, per portare acqua al tuo mulino travisi le cose. Qui non si parla nè di giudizi etici, nè di limitazioni di libertà personali, nè tantomeno di diritti del nascituro.
E' molto più semplice: se hai bisogno di cure, ti devi affidare al medico e quando ti affidi al medico non sei più tu che decidi di te stesso, ma segui quello che il medico ti dice di fare (se vuoi curarti e guarire).
Dunque: tu donna che hai problemi a restare incinta, vai dal dottore al quale ti AFFIDI e questo ti dice che vista la tua storia clinica, per facilitare il concepimento ed evitare inutili rischi (di fallimento o di salute madre/concepituro) devi seguire una certa linea terapeutica. Se accetti questo, bene: si può proseguire con il tentativo di fecondazione incrociando le dita...ma almeno hai eliminato una grossa percentuale di fallimento a monte.
L'avevo già riassunto prima, ma forse non mi spiego bene


se richiedi determinate cure e si stabilisce un'iter terapeutico, l'accettazione di quell'iter (che può prevedere anche divieti comportamentali) è la conditio sine qua non per accedere a tali cure.



nulla di più semplice e nulla di più lontano dalla disputa di laicità dello stato
Che vi stia bene o no, il medico in quanto a salute ne sa più di chi medico non lo è

Ps: forse non conosci nessuno che abbia avuto problemi di infertilità, altrimenti ti renderesti conto da te che legge o non legge, di fronte a questi piccoli divieti (non morali ma dettati da ragioni terapeutiche ) una donna nemmeno si pone il problema e non si sente minimamente giudicata a livello morale

P.P.S. Anche se per ragioni diverse, vedi un po' tu se per una volta pure Pepetta dev'essere d'accordo con me
Messaggio del 21-01-2010 alle ore 22:26:08
Ciusi,
qui c'è una preclusione a monte dettata da scelte etiche di un'associazione medica, non di un comitato scientifico riconosciuto dallo Stato italiano a statuire i protocolli terapeutici.
Messaggio del 21-01-2010 alle ore 22:34:13
Piccio, il problema non si pone e sai perchè? legge o non legge, il medico ti dice di smettere di fumare, bere eccetera prima di procedere con la fecondazione assistita perchè devi eliminare a monte i fattori di rischio che porterebbero al fallimento della terapia. E' questo che non capisci: non c'è una legge a sancirlo, ma l'iter è comunque quello (ed è giusto che lo sia).
Se non vuoi seguire quanto dicono i medici, resta incintO da solo, no?
Messaggio del 21-01-2010 alle ore 22:37:27
Ciusi,
tu sai che io non fumo e non ho mai fumato, quindi sai anche che nel caso un uomo potesse restare incinto io non avrei di questi problemi. Resta invece il fatto che la libertà di una donna che non deve ricorrere alle tecniche di fecondazione assistita è maggiore di una che vi debba ricorrere.
Messaggio del 21-01-2010 alle ore 22:44:21
E grazie
E se è per questo, la libertà di un possessore di spermatozoi è maggiore di quella della detentrice di ovuli e utero Questa Madre Natura è proprio discriminatoria e per niente laica!!!
Son divieti per garantire il più possibile la riuscita del risultato e ripeto che in questo, è la natura a creare delle differenze, non i medici
Piccio, il giorno in cui potrò esercitare la professione...sappi che non ti vorrò tra i miei pazienti
Messaggio del 22-01-2010 alle ore 09:22:42
ma scusate, non vi sembra comunque logico e doveroso mollare sigarette alcol e via dicendo quando si cerca una gravidanza a tutti i costi?

stiamo a fare blablabla senza sapere che chi si sottopone a tali pratiche ha già rinunciato praticamente a tutto e mette a repentaglio anche la propria salute...
Messaggio del 22-01-2010 alle ore 11:05:37
"Perché allora ad una paziente che si paga con i propri soldi un intervento sanitario dovrebbe essere richiesto un comportamento ed una moralità diversi da quelli di altre donne? Dove risiederebbe la ratio di una simile discriminazione?"

...Perchè nn è che pagando la paziente è esonerata dall'avere un atteggiamento consono alla sua futura gravidanza, xchè una moralità ed un comportamento corretto sn prerogative di una futura mamma sia che paghi sia che nn paghi qs tipo di intervento.

La vera discriminazione nn è imporre un determinato tipo di comportamento ad una paziente pagante o nn pagante, la vera discriminazione sta nel far PAGARE qs tipo di intervento!

Perchè nn tt le coppie possono permettersi qs tipi di costi.

La discriminazione sta nel rendere possibile una gravidanza solo a persone che possono permetterselo economicamente, e adesso ditemi se è piu' importante tutelare la moralità di una donna a cui viene chiesto un determinato comportamento x ottenere buoni risultati oppure se è piu' importante tutelare la moralità di una donna che nn puo' permettersi una gravidanza x via dei costi.


Messaggio del 22-01-2010 alle ore 11:11:09
Ciusiiiiiiiiiiiii siamo pur sempre due FEMMINE ( e che femmine!! )
Messaggio del 22-01-2010 alle ore 11:30:52
Bambi,
figurati se io non sono per far rientrare la fecondazione assistita tra gli interventi finanziati dal servizio sanitario nazionale. Quelli che lo vogliono a pagamento sono gli stessi che vogliono limitarlo il più possibile.
Messaggio del 22-01-2010 alle ore 12:15:11

Medusa,
torno a chiederti: i tuoi sono o no giudizi morali? Credi che il diritto di una donna e del suo compagno a poter ricorrere alle tecniche della fecondazione assistita debbano essere sottoposte all'etica di un'associazione medica o ai diritti ed i doveri sanciti nella Costituzione italiana e nelle Leggi approvate dal Parlamento?



Certo che i miei sono anche giudizi morali e dico ANCHE perché da un lato mi trovo d'accordissimo con il pensiero di Ciusi soprattutto quanto espresso in queste parole:


Piccio, se richiedi determinate cure e si stabilisce un'iter terapeutico, l'accettazione di quell'iter (che può prevedere anche divieti comportamentali) è la conditio sine qua non per accedere a tali cure.



ma del resto come si può non esprimere anche un giudizio morale su un tale argomento?

Per rispondere alla tua seconda domanda dico che a volte forse la Costituzione italiana e le leggi del Parlamento andrebbero riviste di pari passo con ciò che avviene anche in campo medico scientifico, e se questo significherebbe dare un giudizio di valore, morale che (giammai!!! ) possa mettere in discussione la laocotà dello stato...beh..che dire...ben venga!!!

E sai benissimo che le mie parole non sono dettate né da un sentimento religioso né da chi sa quale ideologia politica...sono solo frutto di una semplice riflessione...credo che la sensibilità umana non appartenga in particolare a nessun colore politico, religioso ecc...quindi cosa c'entra la laicità dello stato?
Messaggio del 22-01-2010 alle ore 12:22:33
Medusa,
la posizione espressa da quell'associazione medica è frutto di un'ideologia ed anche del disconoscimento del valore della laicità dello Stato. Se tu ritieni che una Legge o la Costituzione italiana in alcune parti siano sbagliate puoi iniziare una battaglia per modificarla. Ma finché esse sono vigenti la posizione di una semplice associazione medica non può limitare i diritti di di una cittadina italiana. Per quanto riguarda l'iter terapeutico c'è qualche ente più qualificato di quell'associazione medica a stabilire i protocolli da rispettare. E ripeto per l'ennesima volta che stiamo parlando di concepituro e non concepito, solo una determinata posizione ideologica tende nel Mondo ad assegnare diritti al concepituro.
Messaggio del 22-01-2010 alle ore 12:35:27
Ma davvero non mi so spiegare bene in italiano?
ditemelo e aiutatemi, vi prego dov'è mk22 che qui i suoi disegnini potrebbero tornare utili..

Facciamo un esempio: io, Ciusi, fumatrice da 10 anni, già ora potrei essere il 20% meno fertile di quanto sarei stata se non avessi mai acceso una sigaretta in vita mia;
se il fumo influisce negativamente sulla fertilità di una donna sana (o presunta tale, trattandosi di me ) mi spiegate come fa a non risultare chiaro che una donna non fertile, fumando, aggrava solo la sua infertilità?
ergo, dal medico che ci vai a fare?
Ancora una volta, non c'entrano niente nè il concepituro nè la morale
Ps: l'iter terapeutico è questo, che poi quest'associazione voglia farlo passare come legge è del tutto indifferente e appartiene alla sfera cavillo-burocratese.

E non c'entra la morale nemmeno quando all'inizio ho chiamato assassina (o potenziale tale) la donna che restando incinta non smette di fumare, bere e drogarsi: trattasi di dati oggettivi
Messaggio del 22-01-2010 alle ore 12:37:29
fare sempre gli interessi delle case farmaceutiche in nome della giustizia e laicità dello stato
Messaggio del 22-01-2010 alle ore 12:51:35
Tuttobene,
semmai soprattutto delle cliniche private dove si praticano gli interventi di fecondazione assistita. E' un atteggiamento laico anche quello di non demonizzare le cliniche private e l'industria farmaceutica.

Ciusi,
una cosa è spiegare alla donna i rischi ed i propri interessi dal punto di vista medico, un altro conto invece è escludere a priori da un intervento una donna che non smette o non riesce a smettere di fumare prima che sia intervenuto il concepimento. I soldi poi sono della donna, se si riducono le probabilità di successo i problemi sono suoi e non della clinica.
Messaggio del 22-01-2010 alle ore 13:31:29
Sono questi i numeri che mi interessano e che mi fanno affermare che una donna fumatrice che si ostina ad esserlo in garvidanza è una PAZZA! E per questo ritengo giusto le restrizioni in fatto di fecondazione assistita che le verranno date!!


Sistema nervoso: la nicotina agisce anche sulle terminazioni nervose del feto ed è in grado di modificare in modo duraturo il sistema nervoso e i collegamenti tra i neuroni. A questo proposito è documentato che i figli di donne fumatrici possono manifestare disturbi neuro-comportamentali di lunga durata: sono più eccitabili, iperattivi e hanno delle performance intellettive inferiori.
Sistema respiratorio: il fumo attivo e passivo sono nocivi in maniera specifica per le vie respiratorie, aumentando la frequenza di patologie come:


Asma
Bronchite, faringiti, tonsilliti
Bronchiolite
Infezioni vie aeree inferiori
Tosse, aumentata produzione di secrezioni
Ridotta funzionalità polmonare
Otite Media Acuta
Russamento e disturbi del sonno
Ipertrofia adenoidea
SIDS (sindrome da morte improvvisa): il rischio della morte in culla del lattante sembra essere in correlazione con l'abitudine materna al fumo. Per morte improvvisa si intende il decesso inspiegabile e inatteso del lattante. Le cause rimangono oscure, ma è certo che vi sono alcuni fattori che aumentano il rischio che questo accada e tra questi c'è l'esposizione al fumo. Diversi studi condotti in Inghilterra negli anni '90 hanno evidenziato che il fumo passivo prima e dopo la nascita può determinare il manifestarsi di questo evento, poiché l'attività cardiaca e nervosa di un neonato che è stato vittima di questa pratica durante la gestazione è diversa da quella di un bambino che non è mai stato esposto al fumo. Esistono rapporti molto stretti tra fumo e fertilità:

La nicotina altera la motilità tubarica ostacolando il trasporto degli ovociti e l’incontro con gli spermatozoi.

La nicotina diminuisce la produzione di progesterone alterando il ciclo e modificando l’endometrio, ostacolando quindi l’annidamento e la maturazione dell’ovocito fecondato.
La coppia che fuma ha il 40% in meno di probabilità riproduttive.Il rischio di gravidanze extrauterine aumenta del 20-30%.
Il fumo sarebbe coinvolto nel 40% dei distacchi di placenta.
Un incremento statisticamente significativo di inserzione previa della placenta si osserva nelle gestanti fumatrici.
Il rischio di parto prematuro aumenta del 70% in gravide che fumano 10 sigarette al giorno; se il numero di sigarette fumate è inferiore il rischio comunque aumenta del 40%.
Nelle donne fumatrici si ha un anticipo della menopausa
La nicotina assunta dalla donna agisce negativamente anche sull’allattamento, influenzando il rilascio della prolattina determinandone una riduzione a livello basale e dell’ossitocina,riducendo di consequenza l’eiezione del latte,forse a causa dell’aumento dell’adrenalina circolante.Nelle donne fumatrici si riscontra una riduzione della produzione di latte in media di 250-300 ml
Nel latte di donne fumatrici, per effetto della nicotina, si osservano:

minori concentrazioni di Vitamina C ed E
minore contenuto di sodio e iodio
minore concentrazione di grassi totali
alterazione del pH (minor palatabilità)
Più di 30 sigarette al giorno devono essere considerate grave e assoluta controindicazione all’allattamento al seno per gli effetti di grave tossicità sul bambino.

Il counselling teso ad informare la donna sui danni derivati dall’azione del fumo è scientificamente ritenuto la modalità più efficiente per la prevenzione del tabagismo in gravidanza.Il counselling può essere molto ben effettuato dall’ostetrica , in quanto è il personale più vicino alla donna in un momento cosi particolare della sua vita.

Il problema di smettere per una donna dedita a questa pratica non è certamente di lieve entità, ma la forza di volontà e il sostegno della consapevolezza che questo atto sarà di sicuro beneficio per il bimbo che sta portando in grembo la aiuteranno ad abbandonare questa cattiva abitudine. Ll'effetto dannoso è in un rapporto direttamente proporzionale con il numero di sigarette fumate

Il supporto di familiari e amici è importante per il successo della fumatrice, ma, mentre una donna su tre smette in gravidanza, solo 1 partner su 20 riesce a rinunciare all’abitudine tabagica. Il ruolo maschile nella coppia è quindi molto importante, per migliorare la propria salute riproduttiva, aiutare la propria partner e proteggere i propri figli. è inutile insistere eccessivamente sui danni da fumo, dato che le gestanti che non riescono a smettere di fumare quasi sempre già vivono con senso di colpa la loro condizione, ma piuttosto dare degli argomenti su cui riflettere e di cui discutere con i propri familiari e amici, e proporre programmi per la soluzione del problema. Se una fumatrice, malgrado la fortissima motivazione che indubbiamente dà la gravidanza, non riesce a modificare il suo comportamento, ha evidentemente seri problemi alle spalle, e quindi occorre tentare una riduzione del danno, motivandola a ridurre il numero delle sigarette fumate per poi affrontare in seguito il problema in modo definitivo. Se la paziente, una volta nato il bambino eviterà di fumare in sua presenza, sarà un fatto sicuramente positivo, anche perché questo nuovo modo di porsi nei riguardi della propria abitudine tabagica la renderà più consapevole del proprio problema e costituirà uno stimolo reiterato alla decisione di una cessazione definitiva.

Dal lavoro che abbiamo realizzato è risultato che:

il 45% delle donne ha ridotto il fumo in gravidanza continuando comunque a fumare
il 30% delle donne non ha mai fumato
il 25% delle donne ha smesso di fumare una volta venute a conoscenza di essere incinte
Il 99% delle donne conosce gli effetti nocivi del fumo
Tra queste però solo il 15% conosce gli effetti nocivi specifici e precisi, la restante percentuale rimane sul vago dimostrando apertamente di avere soltanto nozioni vaghe apprese in modo generico dalla televisione o magari dai giornali. Ciò dimostra che la maggior parte non ha avuto una giusta e precisa educazione medico-scientifica.
Tra le donne gravide fumatrici:

Il 65% delle donne fuma meno di 10 sigarette al giorno
Il 25% fuma tra le 10 e le 20 sigarette al giorno
Il 10% ne fuma più di 20
Il 20% dei neonati alla nascita pesava meno di 2500 g
Il 70% pesava tra i 2500 g e i 3500 g
Il 10% pesava più di 3500 g
Il 65% delle donne non ha avuto particolari problemi in gravidanza
Il 35% afferma invece di aver avuto problemi
I disturbi più frequenti sono stati:alterazioni degli scambi vascolari utero-placentari,riduzione di peso del feto rispetto all’epoca gestazionale, tachicardia fetale.
L’80% delle donne allatta
Il 10% non allatta
Il 10% allatta con difficoltà
Il 92% delle donne intervistate afferma di aver provato a smettere di fumare in gravidanza
Il 8% nega
Il 95% delle donne dice di sentirsi in colpa di fumare nonostante la gravidanza
Il 2% non di è mai sentita in colpa
Il 3 % afferma di sentirsi in colpa solo qualche volta

Messaggio del 22-01-2010 alle ore 13:34:06
Scusami Piccioso ma veramente questa volta trovo il tuo modo di ragionare assurdo e bada bene che non lo dico per offendere o solo perché non sono d'accordo ma perché veramente non capisco come si debba riportare sempre e cmq tutto alla Costituzione, alla Legge alla laicità dello stato ecc...

Capisco che quella donna ha dei diritti e che l'associazione medica diciamo che "per Legge" dovrebbe attenersi a un certo protocollo ma appunto per questo dico che forse allora dovrebbero essere gli enti più qualificati di cu parli tu a stabilire un altro tipo di protocollo che si assicuri che a questo tipo di terapia, che dovrebbe essere a spese dello stato, abbiano accesso solo le persone "meritevoli"...si ho detto meritevoli...

Ora mi dirai che non c'entra la meritocrazia, come hai già detto che le mie idee sono cmq frutto di ideologie...beh ovviamente tutti hanno un pensiero, un modo di sentire e vedere le cose e se per questo devo etichettare il mio modo intendere il mondo...beh allora che così sia...

tanto più volte mi hanno etichettato come comunista, anarchica ecc...ma chi se ne frega!!!

Io ho un pensiero e può capitare nella vita di trovarsi a volte più a destra, a volte più a sinistra, altre al centro, sotto, sopra...ma è veramente così importante avere una posizione netta sempre e comunque o è meglio guardare le singole situazioni e ragionare in base ai PROPRI ideali, principi e comportarsi di conseguenza senza pensare di agire in maniera incoerente perché per un attimo ci può sembrare di rinnegarli?

Io non rinnego perché non mi sento di aver sposato alcun credo né ideologia specifica, l'importante è non rinnegare me stessa e non sentirmi in balìa del pensiero altrui né una banderuola...

per il resto se per questo pensiero che ho espresso devo essere etichettata come una moralista, una fuori legge ( ) ben venga

ovviamente si parla e si discute senza la minima intenzione di voler offendere e se così può sembrare mi scuso in anticipo ma a volte quando parto non riesco a fermarmi...
Messaggio del 22-01-2010 alle ore 14:00:47

Io ho un pensiero e può capitare nella vita di trovarsi a volte più a destra, a volte più a sinistra, altre al centro, sotto, sopra



spereme ca capita massere



Messaggio del 22-01-2010 alle ore 14:04:29
Piccio, per usare un linguaggio da signora...io me ne sbatto dei soldi e di chi paga. Ti dico cosa devi fare se vuoi avere una chance di restare incinta, che ci sono delle cose alle quali devi rinunciare se vuoi concepire, altrimenti io medico non posso aiutarti e non posso iniziare una terapia fallimentare e rischiosa.
Me ne sbatto dei soldi anche perchè l'etica professionale (e qui sì che c'entra l'etica ) mi impedisce di bombardarti di ormoni, sottoporti a stress psicologico e fisico se già so che il rapporto rischio/beneficio non consente nemmeno il tentativo; quindi così facendo sto tutelando la tua salute, non limitando la tua libertà. Non vuoi accettare questo? bene, libera di farlo ma io medico sono liberissimo di non accettarti come mia paziente (e nessun medico che risponde a tale titolo e a tale etica professionale, vorrà farlo).
E' una dura lezione, ma si impara fin da piccini: la libertà è una gran cosa, ma finisce laddove inizia quella di un altro.
Messaggio del 22-01-2010 alle ore 14:04:36
Pepetta,
la donna in questione non è ancora incinta, quindi quello che tu dici non ancora si pone.

Medusa,
le tecniche di fecondazione medicalmente assistita sono oggi a totale carico del paziente e non del servizio sanitario nazionale.
Messaggio del 22-01-2010 alle ore 16:56:17
"le tecniche di fecondazione medicalmente assistita sono oggi a totale carico del paziente e non del servizio sanitario nazionale."


...SBAGLIATO!....CI SONO STRUTTURE PUBBLICHE CHE EFFETTUANO FECONDANZIONI MEDICALMENTE ASSISTITE BASTA PAGARE IL TICKET, MA CN LISTE D'ATTESA CHE VI LASCIO IMMAGINARE, ALTRIMENTI NN SAREBBERO PUBBLICHE STRUTTURE...GIUSTO??
Messaggio del 22-01-2010 alle ore 17:00:27
soluzione GRATUITA : datela di piu'

Messaggio del 22-01-2010 alle ore 17:00:37
Bambi,
sono così pochi i centri pubblici in Italia che effettuano la fecondazione medicalmente assistita che praticamente sono ininfluenti. La stragrande maggioranza dei pazienti deve ricorrere a strutture private, in Italia o all'estero.
Messaggio del 23-01-2010 alle ore 11:26:44
Calma baby,
la Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (Eshre) è una società laica; la rivista Human Reproduction è laica.

Ma al Piccioso non basta, la legge deve assicurare quello che lui crede. Vuole che la legge assicuri quel che lui vuole e se non lo fa lo Stato è antidemocratico.... ma Zelig è anche su questo forum?
Messaggio del 23-01-2010 alle ore 23:55:54
Cagliari ospedale microcitemico, uno dei migliori centri per la procreazione assistita in europa. gratis..nun se paga nulla ed il prof. monni e la sua equipe sono fra i migliori in europa
Messaggio del 23-01-2010 alle ore 23:57:36
PICCIO' sei costretto ad andare all'estero solo se devi ricorrere alla fecondazione eterologa che in italia è proibita.

proibizione del cazzo, chi lo vuol fare lo fa lo stesso, spendendo un po' di più
Messaggio del 25-01-2010 alle ore 12:48:30
Mikemio,
nel referendum del 2005 sulla fecondazione assistita c'erano 4 quesiti. Tu non sei andata a votare e quindi non ricordi che diedero 4 schede agli elettori...

Monique,
anche l'UDC è un'associazione non riconosciuta laica.
Messaggio del 25-01-2010 alle ore 17:38:48
lo so, Picciosetto, la purga del giugno 2005 fa ancora il suo effetto... non ancora vi riuscite a spiegare come mai la gente non è venuta a votare... lo so, sono sempre gli altri che non hanno capito, gli altri che che sono stati abbindolati dalla Chiesa, gli altri che sono indottrinati, sempre gli altri gli altri gli altri...... mAI che la gente vi ha capiti per quello che siete no?
Messaggio del 25-01-2010 alle ore 19:18:33
Monique,
sono oltre 14 anni che in Italia i referenda non raggiungono il quorum, forse non c'era bisogno manco di fare campagna per l'astensione Oramai non dipende più dal tema o dall'impegno delle persone, va riformata la Costituzione ed abrogato l'istituto del quorum come già avviene in altri Paesi. Così avremo campagne referendarie serie per il sì e per il no.
Messaggio del 25-01-2010 alle ore 19:57:03
PICCIO scusa ma mi fai ridere credimi, ne so un po' piu' di te
Messaggio del 25-01-2010 alle ore 20:00:28
Mikemio,
brava, mi fa piacere che ne sai di più del delegato per tutta la provincia di Chieti dal comitato promotore nazionale sul quesito numero 3

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applicata anche nelle gravidanze

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