Cultura & Attualità
Brava Gente
Messaggio del 23-11-2009 alle ore 14:13:19
te ne riporto un paio potenti pure per te
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Messaggio del 23-11-2009 alle ore 13:11:23
A euronics tenn a fa un sacco di offerte per le SVEGLIE.
Approfittane!!
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Editato da Ciuc Ja il 23/11/2009 alle 13:11:43
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Editato da Ciuc Ja il 23/11/2009 alle 13:11:43
Messaggio del 23-11-2009 alle ore 11:33:08
e com'è che fino a ieri bassolino&jervolino vincevano a mani basse le elezioni?
questo signore è diventato potente solo oggi?
e com'è che abbiamo visto reparti celere manganellare per risolvere la questione se la camorra era d'accordo?
e com'è che fino a ieri bassolino&jervolino vincevano a mani basse le elezioni?
questo signore è diventato potente solo oggi?
e com'è che abbiamo visto reparti celere manganellare per risolvere la questione se la camorra era d'accordo?
Messaggio del 23-11-2009 alle ore 08:18:26
Un giudice chiede alla Camera l’autorizzazione per arrestare il ‘numero due’ del ministero dell’Economia italiano, accusato di scambiare voti in cambio di favori con la camorra
Chi non ricorda quelle immagini? Napoli tra la fine del 2007 e i primi mesi del 2008. Tutte le televisioni mostrano la meravigliosa città del Vesuvio sommersa dall’immondizia. È appena caduto il governo di Romano Prodi. Diossina, odore fetido, incendi, ribellione popolare. Attacchi agli accampamenti degli zingari. Elezioni: vince Silvio Berlusconi. Napoli lo vota in massa. Il primo Consiglio dei Ministri si celebra lì. “Verrò tutte le settimane fino a che la crisi dell’immondizia non sarà risolta”, dichiara. In appena una settimana, problema risolto. Questo vuol dire governare, quasi un mircolo, commentano i suoi sostenitori.
Chi ha visitato Napoli in quelle settimane sonda l’opinione dei napoletani: l’emergenza immondizia che durava ormai da 15 anni e grazie alla quale molta gente è diventata milionaria – “l’immondizia è ricchezza”, si dice da quelle parti -, era stata creata da una falla nel vecchio patto fra politica e camorra. E si sarebbe potuta risolvere solo rinnovando quell’accordo.
Grazie al libro di Roberto Saviano tutto il mondo sa che Gomorra è lo Stato del sud, il potere più rispettato, l’impresa madre. La grande rete clienterale offre protezione e salari a volontà, la sua metastasi di illegalità contamina tutto: trasporti e costruzioni, droga e politica, sartorie clandestine e gestione portuaria, autostrade e centri commerciali, senza dimenticare la regina degli affari sporchi, il trattamento dei rifiuti – tossici e non – sottomondo di cui la camorra, e soprattutto il clan dei Casalesi, si occupa da 30 anni.
Questa settimana quest’enorme macchia grigia è salita fino allo stesso palazzo del Governo a Roma, martedì il giudice Raffaele Piccirillo ha chiesto alla Camera dei Deputati il via libera per poter arrestare Nicola Cosentino, accusato di “concorso esterno in associazione mafiosa”.
Nato a Casal di Principe nel 1959, Cosentino era il politico emergente del Popolo della Libertà (PDL), la coalizione di Berlusconi. Consigliere della sinistra a 18 anni, fu eletto deputato di Forza Italia nel 1996 ed è l’attuale sottosegretario di Stato all’Economia, vale a dire il numero due del ministro Giulio Tremonti.
Secondo quanto aveva scritto Saviano qualche giorno prima, Cosentino era conosciuto dalle sue parti come Nick O’ Mericano. Nell’accusa di 351 pagine, il giudice Piccirillo afferma che Cosentino lavora da anni per i Casalesi e che ha scambiato voti, denari e favori con il clan più sanguinario e potente della zona.
La notizia si configura come un colpo terribile per la maggioranza. Berlusconi aveva eletto personalmente il fedele Nick come leader locale destinato a recuperare il potere in Campania, regione rossa da 15 anni e con sei milioni di abitanti. Il suo grande momento sarebbe venuto a marzo del 2010, in occasione delle elezioni regionali. I poetici manifesti azzurri con il volto di Cosentino e il simbolo del PDL erano già stampati. “Cosentino è una macchina di voti”, dicevano i suoi difensori assaporando la probabile disfatta di Antonio Bassolino, governatore della Campania del Partito Democratico (processato tre volte per aver truffato la sua regione durante l’emergenza rifiuti.
Però la macchina si è fermata di colpo e la folgorante carriera di Nick è appesa a un filo. Almeno mezza dozzina di pentiti hanno riferito ai magistrati che O’ Mericano non solo lavora per Berlusconi, ma anche per la camorra. Al momento Berlusconi gli ha fatto sapere che manterrà i suoi incarichi di governo e di partito. “Mi ha chiamato diverse volte dicendomi di resistere: ‘Guarda quello che stanno facendo a me a Milano e Palermo’, mi dice. E io resisto”, ha spiegato il barone di Casal di Principe.
Secondo il magistrato, Nick ha vinto quasi tutte le elezioni alle quali si è presentato grazie all’appoggio dei clan mafiosi. Quando arrivava l’ora di votare, argomenta il giudice Piccirillo, i due grandi padrini rivali, Francesco Schiavone detto Sandokan e Francesco Bidognetti detto Cicciotto e’ Mezzanotte, mettevano da parte i loro dissidi e votavano per O’ Mericano.
Il punto di contatto tra la mafia e il politico è la nota impresa mista Eco 4, che appartiene ai Casalesi e si occupa del trattamento dei rifiuti nella provincia di Caserta. Il giudice ritiene che Cosentino avesse il controllo totale della società. Ricorda che aveva fatto pressioni affinché Eco 4 ottenesse una certificazione antimafia e che con la sua mediazione “rafforzò la cupola e le attività illegali del clan”.
I proprietari ufficiali di Eco 4 erano i fratelli Sergio e Michele Orsi. Il secondo è stato assassinato l’anno scorso, poco dopo aver cominciato a raccontare ai giudici ciò che sapeva. Sempre secondo i giudici l’impresa aspirava ad entrare nel 2001 nel superconsorzio dei rifiuti Impregeco. In cambio del bagno di legalità che Cosentino concedeva, il clan poneva a sua disposizione denaro e voti, afferma l’accusa. Un altro pentito, Dario de Simone, dichiara: “Durante la mia fuga mi sono incontrato spesso con l’avvocato Cosentino. In occasione delle elezioni regionali del 1995, mi chiese espressamente di aiutarlo nella sua prossima campagna elettorale”.
Gaetano Vassallo, un altro imprenditore di rifiuti pentito, afferma che Nick riceveva ogni mese una busta gialla dai casalesi con 50.000 dollari. Carmine Schiavone, il primo pentito del clan, cugino di Sandokan, sostiene che il Popolo della Libertà controllava Eco 4 insieme a Luigi Cesaro, altro deputato – che invia ogni mese 20 chili di mozzarella fresca a Berlusconi – e con Mario Landolfi, ex ministro di Alleanza Nazionale e oggi numero due della cupola regionale della Campania del partito di Berlusconi.
Le accuse, che risalgono ai primi anni novanta, lanciano sospetti su tutta la classe dirigente campana. E di conseguenza su quella nazionale. Che cosa sapeva Berlusconi? E l’opposizione? E Fini? Perché i giudici hanno tardato tanto per agire contro Cosentino?
I deputati del PDL hanno chiesto al Governo di inviare un’ispezione giudiziaria a Napoli per “vigilare sui giudici fanatici”. O’ Mericano e i suoi compagni di partito reclamano la sua innocenza. Il giudice ha fretta di arrestare Nick Cosentino. Teme che se non lo fa, questi “distruggerà le prove”. La maggioranza conservatrice deve autorizzare il suo arresto. Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi, ha anticipato che “le accuse sono inconsistenti”.
Nick Cosentino riferirà ai deputati il giorno 18. Forse se la caverà. Storicamente la Camera dei Deputati nega ai giudici l’80% delle richieste di arresto contro i colleghi. In un clima dominato da un leader che si dice perseguitato da una caterva di giudici comunisti, non sembra probabile che il Popolo della Libertà (PDL) accetti che uno dei suoi finisca dentro. Soprattutto se si tratta di O’ Mericano, l’uomo che sapeva tutto sulla spazzatura.
Un giudice chiede alla Camera l’autorizzazione per arrestare il ‘numero due’ del ministero dell’Economia italiano, accusato di scambiare voti in cambio di favori con la camorra
Chi non ricorda quelle immagini? Napoli tra la fine del 2007 e i primi mesi del 2008. Tutte le televisioni mostrano la meravigliosa città del Vesuvio sommersa dall’immondizia. È appena caduto il governo di Romano Prodi. Diossina, odore fetido, incendi, ribellione popolare. Attacchi agli accampamenti degli zingari. Elezioni: vince Silvio Berlusconi. Napoli lo vota in massa. Il primo Consiglio dei Ministri si celebra lì. “Verrò tutte le settimane fino a che la crisi dell’immondizia non sarà risolta”, dichiara. In appena una settimana, problema risolto. Questo vuol dire governare, quasi un mircolo, commentano i suoi sostenitori.
Chi ha visitato Napoli in quelle settimane sonda l’opinione dei napoletani: l’emergenza immondizia che durava ormai da 15 anni e grazie alla quale molta gente è diventata milionaria – “l’immondizia è ricchezza”, si dice da quelle parti -, era stata creata da una falla nel vecchio patto fra politica e camorra. E si sarebbe potuta risolvere solo rinnovando quell’accordo.
Grazie al libro di Roberto Saviano tutto il mondo sa che Gomorra è lo Stato del sud, il potere più rispettato, l’impresa madre. La grande rete clienterale offre protezione e salari a volontà, la sua metastasi di illegalità contamina tutto: trasporti e costruzioni, droga e politica, sartorie clandestine e gestione portuaria, autostrade e centri commerciali, senza dimenticare la regina degli affari sporchi, il trattamento dei rifiuti – tossici e non – sottomondo di cui la camorra, e soprattutto il clan dei Casalesi, si occupa da 30 anni.
Questa settimana quest’enorme macchia grigia è salita fino allo stesso palazzo del Governo a Roma, martedì il giudice Raffaele Piccirillo ha chiesto alla Camera dei Deputati il via libera per poter arrestare Nicola Cosentino, accusato di “concorso esterno in associazione mafiosa”.
Nato a Casal di Principe nel 1959, Cosentino era il politico emergente del Popolo della Libertà (PDL), la coalizione di Berlusconi. Consigliere della sinistra a 18 anni, fu eletto deputato di Forza Italia nel 1996 ed è l’attuale sottosegretario di Stato all’Economia, vale a dire il numero due del ministro Giulio Tremonti.
Secondo quanto aveva scritto Saviano qualche giorno prima, Cosentino era conosciuto dalle sue parti come Nick O’ Mericano. Nell’accusa di 351 pagine, il giudice Piccirillo afferma che Cosentino lavora da anni per i Casalesi e che ha scambiato voti, denari e favori con il clan più sanguinario e potente della zona.
La notizia si configura come un colpo terribile per la maggioranza. Berlusconi aveva eletto personalmente il fedele Nick come leader locale destinato a recuperare il potere in Campania, regione rossa da 15 anni e con sei milioni di abitanti. Il suo grande momento sarebbe venuto a marzo del 2010, in occasione delle elezioni regionali. I poetici manifesti azzurri con il volto di Cosentino e il simbolo del PDL erano già stampati. “Cosentino è una macchina di voti”, dicevano i suoi difensori assaporando la probabile disfatta di Antonio Bassolino, governatore della Campania del Partito Democratico (processato tre volte per aver truffato la sua regione durante l’emergenza rifiuti.
Però la macchina si è fermata di colpo e la folgorante carriera di Nick è appesa a un filo. Almeno mezza dozzina di pentiti hanno riferito ai magistrati che O’ Mericano non solo lavora per Berlusconi, ma anche per la camorra. Al momento Berlusconi gli ha fatto sapere che manterrà i suoi incarichi di governo e di partito. “Mi ha chiamato diverse volte dicendomi di resistere: ‘Guarda quello che stanno facendo a me a Milano e Palermo’, mi dice. E io resisto”, ha spiegato il barone di Casal di Principe.
Secondo il magistrato, Nick ha vinto quasi tutte le elezioni alle quali si è presentato grazie all’appoggio dei clan mafiosi. Quando arrivava l’ora di votare, argomenta il giudice Piccirillo, i due grandi padrini rivali, Francesco Schiavone detto Sandokan e Francesco Bidognetti detto Cicciotto e’ Mezzanotte, mettevano da parte i loro dissidi e votavano per O’ Mericano.
Il punto di contatto tra la mafia e il politico è la nota impresa mista Eco 4, che appartiene ai Casalesi e si occupa del trattamento dei rifiuti nella provincia di Caserta. Il giudice ritiene che Cosentino avesse il controllo totale della società. Ricorda che aveva fatto pressioni affinché Eco 4 ottenesse una certificazione antimafia e che con la sua mediazione “rafforzò la cupola e le attività illegali del clan”.
I proprietari ufficiali di Eco 4 erano i fratelli Sergio e Michele Orsi. Il secondo è stato assassinato l’anno scorso, poco dopo aver cominciato a raccontare ai giudici ciò che sapeva. Sempre secondo i giudici l’impresa aspirava ad entrare nel 2001 nel superconsorzio dei rifiuti Impregeco. In cambio del bagno di legalità che Cosentino concedeva, il clan poneva a sua disposizione denaro e voti, afferma l’accusa. Un altro pentito, Dario de Simone, dichiara: “Durante la mia fuga mi sono incontrato spesso con l’avvocato Cosentino. In occasione delle elezioni regionali del 1995, mi chiese espressamente di aiutarlo nella sua prossima campagna elettorale”.
Gaetano Vassallo, un altro imprenditore di rifiuti pentito, afferma che Nick riceveva ogni mese una busta gialla dai casalesi con 50.000 dollari. Carmine Schiavone, il primo pentito del clan, cugino di Sandokan, sostiene che il Popolo della Libertà controllava Eco 4 insieme a Luigi Cesaro, altro deputato – che invia ogni mese 20 chili di mozzarella fresca a Berlusconi – e con Mario Landolfi, ex ministro di Alleanza Nazionale e oggi numero due della cupola regionale della Campania del partito di Berlusconi.
Le accuse, che risalgono ai primi anni novanta, lanciano sospetti su tutta la classe dirigente campana. E di conseguenza su quella nazionale. Che cosa sapeva Berlusconi? E l’opposizione? E Fini? Perché i giudici hanno tardato tanto per agire contro Cosentino?
I deputati del PDL hanno chiesto al Governo di inviare un’ispezione giudiziaria a Napoli per “vigilare sui giudici fanatici”. O’ Mericano e i suoi compagni di partito reclamano la sua innocenza. Il giudice ha fretta di arrestare Nick Cosentino. Teme che se non lo fa, questi “distruggerà le prove”. La maggioranza conservatrice deve autorizzare il suo arresto. Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi, ha anticipato che “le accuse sono inconsistenti”.
Nick Cosentino riferirà ai deputati il giorno 18. Forse se la caverà. Storicamente la Camera dei Deputati nega ai giudici l’80% delle richieste di arresto contro i colleghi. In un clima dominato da un leader che si dice perseguitato da una caterva di giudici comunisti, non sembra probabile che il Popolo della Libertà (PDL) accetti che uno dei suoi finisca dentro. Soprattutto se si tratta di O’ Mericano, l’uomo che sapeva tutto sulla spazzatura.
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