Cultura & Attualità
che rompimento di...
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 05:04:12
non riesco a tradurre "Berlusconi"
non riesco a tradurre "Berlusconi"
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 09:31:55
ma tanto prima o poi dovrà morire pure lui
e con lui tutti quelli che gli stanno intorno
mo non so quando, ma prima o poi dovrà succedere
ma tanto prima o poi dovrà morire pure lui
e con lui tutti quelli che gli stanno intorno
mo non so quando, ma prima o poi dovrà succedere
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 12:01:41
Anche in quel caso non crederanno alla sua morte, ovviamente frutto di un complotto dell'invidia dei comunisti.
Anche in quel caso non crederanno alla sua morte, ovviamente frutto di un complotto dell'invidia dei comunisti.
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 12:18:15
un giorno moriranno anche i comunisti...si spera...
un giorno moriranno anche i comunisti...si spera...
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 12:20:16
il comunista è morto...è solo la moda
il comunista è morto...è solo la moda
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 12:28:55
No no i comunisti vivranno, non bisogna perdere il ritmo complottistico .. come si può sennò dire che le sinistre sprecone che hanno governato negli ultimi 60 anni sono la causa del male e dell'invidia contro l'amore?
No no i comunisti vivranno, non bisogna perdere il ritmo complottistico .. come si può sennò dire che le sinistre sprecone che hanno governato negli ultimi 60 anni sono la causa del male e dell'invidia contro l'amore?
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 12:29:22
Devono governare almeno altre 60 per tenere il ritmo, non so se mi sono scpiecato ..
Devono governare almeno altre 60 per tenere il ritmo, non so se mi sono scpiecato ..
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 13:06:17
Alla parola invidia, il vocabolario di lingua italiana riporta: "desiderare che l'altro NON abbia" e è PALESE che la sinistra desidera che Berlusconi non abbia... Un'altra definizione di invidia è: "voler essere l'invidiato, nelle sue stesse condizioni, nella sua posizione, con le sue ricchezze, con il suo potere..." Dunque a scanso di ironie, è PALESE la sinistra invidia Berlusconi.
Questo è un resoconto in pillole degli ultimi anni di storia italiana...
1. La sinistra usa i giudici di sinistra per provocare tangentopoli e per andare a governare.
2. Berlusconi scende in campo e vince le elezioni alla faccia della sinistra.
3. Siccome la sinistra ci rimane male, usa di nuovo i giudici per fare fuori Berlusconi.
Ora, sappiamo tutti che ogni cittadino è INNOCENTE fino a prova contraria.
Sappiamo tutti che la realtà naturale e la realtà giuridica sono due cose diverse. Una persona può essere innocente dal punto di vista naturale e può essere condannata dal giudice o viceversa. Oltretutto ci sono persone che se ne fregano altamente di Berlusconi e della sinistra, ma usano il caso Ruby come il sale e il pepe per affascinare i suoi amichetti, per avere di nuovo credito presso di loro affinché li corrompa... Il fine ultimo della cattiveria non è distruggere, ma corrompere, diffondere il virus della cattiveria, far diventare cattivo un altro e i CARABINIERI (che leggono questo forum) lo sanno... Con internet i cattivi sono bersagli facili.
Bene, adesso è sufficiente riprendere una sola frase del mio intervento, isolarla dal contesto per usarla contro Berlusconi per tentare di annullare tutto quello che ho detto (agli occhi dei ciuccialoni).
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Editato da Dicembre 2010 il 10/02/2011 alle 13:08:30
Alla parola invidia, il vocabolario di lingua italiana riporta: "desiderare che l'altro NON abbia" e è PALESE che la sinistra desidera che Berlusconi non abbia... Un'altra definizione di invidia è: "voler essere l'invidiato, nelle sue stesse condizioni, nella sua posizione, con le sue ricchezze, con il suo potere..." Dunque a scanso di ironie, è PALESE la sinistra invidia Berlusconi.
Questo è un resoconto in pillole degli ultimi anni di storia italiana...
1. La sinistra usa i giudici di sinistra per provocare tangentopoli e per andare a governare.
2. Berlusconi scende in campo e vince le elezioni alla faccia della sinistra.
3. Siccome la sinistra ci rimane male, usa di nuovo i giudici per fare fuori Berlusconi.
Ora, sappiamo tutti che ogni cittadino è INNOCENTE fino a prova contraria.
Sappiamo tutti che la realtà naturale e la realtà giuridica sono due cose diverse. Una persona può essere innocente dal punto di vista naturale e può essere condannata dal giudice o viceversa. Oltretutto ci sono persone che se ne fregano altamente di Berlusconi e della sinistra, ma usano il caso Ruby come il sale e il pepe per affascinare i suoi amichetti, per avere di nuovo credito presso di loro affinché li corrompa... Il fine ultimo della cattiveria non è distruggere, ma corrompere, diffondere il virus della cattiveria, far diventare cattivo un altro e i CARABINIERI (che leggono questo forum) lo sanno... Con internet i cattivi sono bersagli facili.
Bene, adesso è sufficiente riprendere una sola frase del mio intervento, isolarla dal contesto per usarla contro Berlusconi per tentare di annullare tutto quello che ho detto (agli occhi dei ciuccialoni).
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Editato da Dicembre 2010 il 10/02/2011 alle 13:08:30
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 13:11:03
Lo disse anche Giulio Andreotti, quando venne attaccato da un politico del P.C.I.:
"IL POTERE LOGORA CHI NON CE L'HA!"
Lo disse anche Giulio Andreotti, quando venne attaccato da un politico del P.C.I.:
"IL POTERE LOGORA CHI NON CE L'HA!"
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 13:16:32
Dicembre poverettè Dietro sti scandali ci può essere solo comunione e liberazione, e dopo la caduta di berlusconi vedrai chi andrà al potere... x la tua gioia ovviamente
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Editato da Jena Plissken il 10/02/2011 alle 13:18:48
Dicembre poverettè Dietro sti scandali ci può essere solo comunione e liberazione, e dopo la caduta di berlusconi vedrai chi andrà al potere... x la tua gioia ovviamente
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Editato da Jena Plissken il 10/02/2011 alle 13:18:48
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 13:22:02
Quindi chi paga una minorenne(una volta che la cosa è stata accertata) è innocente dal punto di vista naturale?
Immagino che dal punto di vista naturale sia reato solo andare con gay e trans. Se poi sei prete e vai a bambini anche in questo sei innocente dal punto di vista naturale Ma vatta a riponne va
Quindi chi paga una minorenne(una volta che la cosa è stata accertata) è innocente dal punto di vista naturale?
Immagino che dal punto di vista naturale sia reato solo andare con gay e trans. Se poi sei prete e vai a bambini anche in questo sei innocente dal punto di vista naturale Ma vatta a riponne va
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 14:18:43
Jena,
sei sicuro di aver capito quello che ho detto?
Jena,
sei sicuro di aver capito quello che ho detto?
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 14:48:48
Silvio non morirà ...e quand'anche le Sue spoglie mortali dovessero cedere prima o poi (speriamo poi) alle ingiurie del tempo, la Sua presenza sarà sempre tangibile, qui , in germania, in usa
everywhereeeee
ma perchè queste "minorenni" non riescono a farmi pena?
Silvio non morirà ...e quand'anche le Sue spoglie mortali dovessero cedere prima o poi (speriamo poi) alle ingiurie del tempo, la Sua presenza sarà sempre tangibile, qui , in germania, in usa
everywhereeeee
ma perchè queste "minorenni" non riescono a farmi pena?
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 14:55:54
Scusate...una domanda off-topic:
Allo stato attuale, per un cattolico, è peccato votare Berlusconi?
Scusate...una domanda off-topic:
Allo stato attuale, per un cattolico, è peccato votare Berlusconi?
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 14:57:55
Il problema non sono le mignotte di Silvio (ma pagate da noi e già questo...).
Il problema eè che Silvio ABUSA DEL SUO POTERE per far liberare Ruby (accusata di furto) dalla questura.
Questa è CONCUSSIONE.
Senza poi contare il resto...(corruzione, evasione fiscale, mafia, etc etc.)
Ecco qual è il VERO problema.
Il problema non sono le mignotte di Silvio (ma pagate da noi e già questo...).
Il problema eè che Silvio ABUSA DEL SUO POTERE per far liberare Ruby (accusata di furto) dalla questura.
Questa è CONCUSSIONE.
Senza poi contare il resto...(corruzione, evasione fiscale, mafia, etc etc.)
Ecco qual è il VERO problema.
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 15:36:51
E' basta con tutte queste accuse....in Libia, in Bielorussia, in Corea del nord, in Iran , in Pakistan, in Russia, in Cina......una cosa del genere non avrebbe fatto notizia.....mi domando perche' da noi tutto questo casino
E' basta con tutte queste accuse....in Libia, in Bielorussia, in Corea del nord, in Iran , in Pakistan, in Russia, in Cina......una cosa del genere non avrebbe fatto notizia.....mi domando perche' da noi tutto questo casino
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 17:09:34
A D...
Se ti putess sentì Gesù!!!!!!!!!!!
A D...
Se ti putess sentì Gesù!!!!!!!!!!!
Messaggio del 10-02-2011 alle ore 17:17:17
CVD: cambiare discorso (o negarne una piccola parte) per negare tutto l'impianto del discorso dell'avversario. Niente di nuovo no? Adesso ci mettiamo di mezzo il peccato e le orecchie di Gesù e il giochetto è fatto!
CVD: cambiare discorso (o negarne una piccola parte) per negare tutto l'impianto del discorso dell'avversario. Niente di nuovo no? Adesso ci mettiamo di mezzo il peccato e le orecchie di Gesù e il giochetto è fatto!
Messaggio del 11-02-2011 alle ore 11:21:50
ma tu guarda che cazz si deve leggere dopo 20 anni ca ssa merda sta rovinando il nostro paese, ca è innocente fino a prova contraria!!
ma se so 20 anni che è colpevole e che grazie alla sua carriera mafiosa fa e rifà le leggi a suo piacimento, grazie soprattutto a tutti i coglioni che l'hanno messo dove sta....
Qua bisogna toglierselo al più presto dalle palle, ed ogni mezzo è ben accetto. Altro che cattiveria e invidia.
ma tu guarda che cazz si deve leggere dopo 20 anni ca ssa merda sta rovinando il nostro paese, ca è innocente fino a prova contraria!!
ma se so 20 anni che è colpevole e che grazie alla sua carriera mafiosa fa e rifà le leggi a suo piacimento, grazie soprattutto a tutti i coglioni che l'hanno messo dove sta....
Qua bisogna toglierselo al più presto dalle palle, ed ogni mezzo è ben accetto. Altro che cattiveria e invidia.
Messaggio del 11-02-2011 alle ore 13:44:27
La cosa più "bella" da fare per risolvere i problemi dell'Italia è passare il tempo a pensare alla prossima "fumata"...
Così fa (in qualche modo) Berlusconi (nella mente dei sinistri) e così fanno i suoi avversari...
La cosa più "bella" da fare per risolvere i problemi dell'Italia è passare il tempo a pensare alla prossima "fumata"...
Così fa (in qualche modo) Berlusconi (nella mente dei sinistri) e così fanno i suoi avversari...
Messaggio del 11-02-2011 alle ore 14:33:22
ciò che non m'aggrada, oltre al fatto di rivedere la faccia di cullù su giornali stranieri che mi sta sul cazzo come tutti i politici attuali, è che non ci facciamo tutta stà gran bella figura...bah...
ciò che non m'aggrada, oltre al fatto di rivedere la faccia di cullù su giornali stranieri che mi sta sul cazzo come tutti i politici attuali, è che non ci facciamo tutta stà gran bella figura...bah...
Messaggio del 11-02-2011 alle ore 14:44:32
io per molto tempo ho venduto auto, in alcuni frangenti ho giustificato anche l'impossibile ma questo è troppo anche per me
io per molto tempo ho venduto auto, in alcuni frangenti ho giustificato anche l'impossibile ma questo è troppo anche per me
Messaggio del 11-02-2011 alle ore 16:30:42
deluzz, per farti un' idea di ciò che all' estero dicono di "noi", basta che ti affacci ogni tanto su sso sito...
deluzz, per farti un' idea di ciò che all' estero dicono di "noi", basta che ti affacci ogni tanto su sso sito...
Messaggio del 11-02-2011 alle ore 20:55:48
Ruby aveva dichiarato di essere la nipote di Mubarak e Berlusconi e i suoi ci avevano creduto. Infatti molti parlamentari del PdL sapevano che era la nipote di Mubarak e lo sapevano anche le loro signore. Berlusconi telefonò al commissariato per evitare un incidente diplomatico, perché sapeva che era la nipote di Mubarak o comunque ci aveva creduto. In ogni caso il suo DUBBIO giustifica il gesto e lo rende LEGALE, in quanto la piccola poteva esserlo o non esserlo, ma se lo fosse stato ci sarebbe stato un incidente diplomatico. Non lo dico io, ma lo dicono i professori che difendono il premier...
Ruby aveva dichiarato di essere la nipote di Mubarak e Berlusconi e i suoi ci avevano creduto. Infatti molti parlamentari del PdL sapevano che era la nipote di Mubarak e lo sapevano anche le loro signore. Berlusconi telefonò al commissariato per evitare un incidente diplomatico, perché sapeva che era la nipote di Mubarak o comunque ci aveva creduto. In ogni caso il suo DUBBIO giustifica il gesto e lo rende LEGALE, in quanto la piccola poteva esserlo o non esserlo, ma se lo fosse stato ci sarebbe stato un incidente diplomatico. Non lo dico io, ma lo dicono i professori che difendono il premier...
Messaggio del 11-02-2011 alle ore 21:53:52
ooooohhhoo Dicembre guardaaaa:
E Non lo dico mica io, ma addirittura Google stesso !
ooooohhhoo Dicembre guardaaaa:
E Non lo dico mica io, ma addirittura Google stesso !
Messaggio del 12-02-2011 alle ore 09:37:18
e allora dai di double penetration alla nipote di mubarak
e allora dai di double penetration alla nipote di mubarak
Messaggio del 12-02-2011 alle ore 12:00:15
jacrì! esiste ancora gente che crede agli asini volanti!! addavero!!
Dicembre, fai più bella figura a stare zitto su questo tema.
jacrì! esiste ancora gente che crede agli asini volanti!! addavero!!
Dicembre, fai più bella figura a stare zitto su questo tema.
Messaggio del 12-02-2011 alle ore 14:57:36
L'italia è un paese di poveri senza dignità e di ricchi senza cultura. (A.M.)
L'italia è un paese di poveri senza dignità e di ricchi senza cultura. (A.M.)
Messaggio del 12-02-2011 alle ore 15:08:49
...Uana,tu sei stato più volte fotografato nei festini Arcoresi....
...Uana,tu sei stato più volte fotografato nei festini Arcoresi....
Messaggio del 12-02-2011 alle ore 15:16:09
guardate dopo l'asino volante anche....
guardate dopo l'asino volante anche....
Messaggio del 12-02-2011 alle ore 16:04:07
No, no! Non credo negli asini volanti! Leggete bene, prima di commentare, altrimenti potrei capire che avete una ridotta capacità razionale e di giudizio, e che siete voi che credete nelle sciocchezze... In questo caso Berlusconi potrà essere condannato per violenza carnale, per sfruttamento e per altri reati (NON LO SO!) ma sicuramente non per concussione. Il mio è un discorso legale, non reale, e la difesa di Berlusconi (se questa sarà la sua traccia difensiva) è ineccepibile. Siete liberi di credermi o di non credermi, ma non lo dicono solo i suoi avvocati, lo dice anche il mio datore di lavoro che fa il penalista.
Però mi rendo conto che non sono io a non capire niente: in certi ambienti - dove per essere qualcuno si deve bere, si deve fumare e si deve essere contro Berlusconi - i "vaffanculo" sono molto più importanti di una certa competenza. Ad esempio in virtù del fatto che sono suo elettore, fan e cittadino italiano, potrei denunciare chiunque lo diffama, ma non ce n'è bisogno: sono offese che si commentano da sé e mi fanno tanto, tanto ridere...
E Berlusconi COMANDA!
A norma di legge: "a lavar la testa all'asino si perde tempo, acqua e sapone"...
PS: non è difficile mettere zizzania, è sufficiente creare un equivoco: uno vi dice fammi quattro linee parallele e se le fate orizzontali, vi fa la cazziata, perché le voleva verticali e se le fate oblique, vi fa la cazziata, perché le avete fatte oblique... Sono sicuro che è capitato anche a voi: alcune parole che avete detto sono state amplificate, travisate, cambiate di senso e ve le hanno rovesciate addosso. Sappiamo tutti che Berlusconi ha detto più volte che ama le belle donne, no? Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare: una cosa è riprenderlo con il telefonino mentre accarezza tre miss in Sardegna e una cosa è scoparci.
E' un'accusa che si contraddice da sé...: la sinistra combatte contro un diritto (???) che è stato ottenuto dalla sinistra. Hanno ipotizzato che Berlusconi abbia fatto chissà che per far cadere il governo, lo fa Vendola, Cicciolina e Luxuria alla luce del sole è CULTURA (???) perché sono una specie protetta... Sapete dove si contraddice la sinistra? IL BOVE DICE CORNUTO ALL'ASINO!
Prima ha fatto il 68 e il 77 per farsi due scopate fuori porta, poi lo fa Berlusconi (così dicono loro...) e non va bene più! Che ipocriti! Che moralisti! Ma non sono loro che hanno fatto la rivoluzione per scopare? E allora? Chi è il porco, Berlusconi o chi l'accusa? E su questo sito, ce ne sono sono tanti che dichiarano di essere porci peggio di lui... Prima hanno lottato per ottenere un diritto e poi accusano chi ne usufruisce, perché è il premier di un partito contrario. Prima hanno appoggiato Bebbe Englaro e poi andranno contro l'avversario di turno che userà quel diritto... E più che scandalo Ruby, a me sembra uno scandalo a luce ROSSA! Ma con voi il ragionamento vale fino ad un certo punto. Siete peggio delle squadracce fasciste! La vostra parola d'ordine è DIFFAMARE AD OGNI COSTO, anche in assenza di prove!
Mi raccomando, eh? Adesso mi dovrete accusare con le mie stesse parole: ipocrita, moralista, fascista, porco, asino, bove, ecc. ecc.
No, no! Non credo negli asini volanti! Leggete bene, prima di commentare, altrimenti potrei capire che avete una ridotta capacità razionale e di giudizio, e che siete voi che credete nelle sciocchezze... In questo caso Berlusconi potrà essere condannato per violenza carnale, per sfruttamento e per altri reati (NON LO SO!) ma sicuramente non per concussione. Il mio è un discorso legale, non reale, e la difesa di Berlusconi (se questa sarà la sua traccia difensiva) è ineccepibile. Siete liberi di credermi o di non credermi, ma non lo dicono solo i suoi avvocati, lo dice anche il mio datore di lavoro che fa il penalista.
Però mi rendo conto che non sono io a non capire niente: in certi ambienti - dove per essere qualcuno si deve bere, si deve fumare e si deve essere contro Berlusconi - i "vaffanculo" sono molto più importanti di una certa competenza. Ad esempio in virtù del fatto che sono suo elettore, fan e cittadino italiano, potrei denunciare chiunque lo diffama, ma non ce n'è bisogno: sono offese che si commentano da sé e mi fanno tanto, tanto ridere...
E Berlusconi COMANDA!
A norma di legge: "a lavar la testa all'asino si perde tempo, acqua e sapone"...
PS: non è difficile mettere zizzania, è sufficiente creare un equivoco: uno vi dice fammi quattro linee parallele e se le fate orizzontali, vi fa la cazziata, perché le voleva verticali e se le fate oblique, vi fa la cazziata, perché le avete fatte oblique... Sono sicuro che è capitato anche a voi: alcune parole che avete detto sono state amplificate, travisate, cambiate di senso e ve le hanno rovesciate addosso. Sappiamo tutti che Berlusconi ha detto più volte che ama le belle donne, no? Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare: una cosa è riprenderlo con il telefonino mentre accarezza tre miss in Sardegna e una cosa è scoparci.
E' un'accusa che si contraddice da sé...: la sinistra combatte contro un diritto (???) che è stato ottenuto dalla sinistra. Hanno ipotizzato che Berlusconi abbia fatto chissà che per far cadere il governo, lo fa Vendola, Cicciolina e Luxuria alla luce del sole è CULTURA (???) perché sono una specie protetta... Sapete dove si contraddice la sinistra? IL BOVE DICE CORNUTO ALL'ASINO!
Prima ha fatto il 68 e il 77 per farsi due scopate fuori porta, poi lo fa Berlusconi (così dicono loro...) e non va bene più! Che ipocriti! Che moralisti! Ma non sono loro che hanno fatto la rivoluzione per scopare? E allora? Chi è il porco, Berlusconi o chi l'accusa? E su questo sito, ce ne sono sono tanti che dichiarano di essere porci peggio di lui... Prima hanno lottato per ottenere un diritto e poi accusano chi ne usufruisce, perché è il premier di un partito contrario. Prima hanno appoggiato Bebbe Englaro e poi andranno contro l'avversario di turno che userà quel diritto... E più che scandalo Ruby, a me sembra uno scandalo a luce ROSSA! Ma con voi il ragionamento vale fino ad un certo punto. Siete peggio delle squadracce fasciste! La vostra parola d'ordine è DIFFAMARE AD OGNI COSTO, anche in assenza di prove!
Mi raccomando, eh? Adesso mi dovrete accusare con le mie stesse parole: ipocrita, moralista, fascista, porco, asino, bove, ecc. ecc.
Messaggio del 12-02-2011 alle ore 16:17:20
Animamundi,
per ottenere ragione hai quotato la mia dichiarazione così:
e per cambiare senso a quello che ho scritto, hai evitato di quotare la premessa:
e per far credere che sei più fregno dei professori che difendono Berlusconi, hai evitato di quotare la mia conclusione che ho ascoltato su Radio 24 Ore:
Animamundi,
per ottenere ragione hai quotato la mia dichiarazione così:
e per cambiare senso a quello che ho scritto, hai evitato di quotare la premessa:
e per far credere che sei più fregno dei professori che difendono Berlusconi, hai evitato di quotare la mia conclusione che ho ascoltato su Radio 24 Ore:
Messaggio del 12-02-2011 alle ore 17:35:23
Dicembre...questo è quello che ha detto il Tuo amico Rotondi Pazzesco!!!
Dicembre...questo è quello che ha detto il Tuo amico Rotondi Pazzesco!!!
Messaggio del 12-02-2011 alle ore 18:05:10
Oktober,
la tua idea è buona, ma hai sbagliato trasmissione. L'intervento di cui parlo, l'ho sentito sulla "zanzara" due o tre giorni fa. Se vuoi, continua le tue ricerche...
Questo è uno stralcio di un libro che ho letto tre anni fa. Parla dei sette vizi capitali e questo è il capitolo dedicato all'invidia...
Invidia
Tutti sono capaci di condividere le sofferenze di un amico. Ci vuole, invece, un’anima veramente bella per godere del successo di un amico.
Oscar Wilde, L’anima dell’uomo sotto il socialismo
«L’invidia è quella disposizione che induce l’uomo a godere del male altrui e, al contrario, a rattristarsi dell’altrui bene.» Così il filosofo Baruch Spinoza nella sua Etica (3, 24) apparsa nel 1677 definiva limpidamente il sesto vizio capitale. Lo stesso pensatore olandese proponeva in un’altra sua opera, il Trattato teologico-politico (1670), un programma destinato in qualche modo a contrastare la malevolenza insita in questo vizio: «Seduto curavi humanas actiones non ridere, non lugere, neque detestari sed intelligere» (1, 4), cercare non di deridere, di compiangere o di detestare, bensì di comprendere i comportamenti degli altri. Questo dovrebbe essere l’atteggiamento del saggio. L’invidia rimane, comunque, la sentinella sempre vigile, pronta a far squillare la sua tromba per seminare nel cuore quel duplice e antitetico sentimento: tristitia de bono proximi .. exultatio de malo eiusdem, amarezza per il successo del prossimo (amarezza per le elezioni vinte da Berlusconi), sottile e perverso godimento del suo fallimento (godimento per le sue vicende giudiziarie) , come già dichiarava san Tommaso d’Aquino nella sua Summa theologiae (II, II, 36, 4 ad 3).
«Ti odio perché tu hai ciò che io non ho e che desidero» (il potere di Silvio!)
È stato uno degli ultimi romanzi di questa scrittrice scozzese di Edimburgo, vissuta a lungo in Italia e morta ottantottenne nel 2006 a Firenze: Muriel Spark l’ha intitolato semplicemente Invidia (2004) — come nel 2006 farà per un suo romanzo Alain Elkann — e in quelle pagine ha cercato di scavare all’interno di una sorta di grotta tenebrosa dell’anima, brulicante di serpi. «Che cos’è l’invidia? E dire: quello che hai tu è mio, è mio, è mio? Non proprio. È dire: ti odio perché tu hai ciò che io non ho e che desidero. Io voglio essere, sì, ma nella tua posizione (ECCO!), con le tue opportunità (IDEM!), con il tuo fascino (IDEM!), la tua bellezza (IDEM!), le tue capacità (ECCE HOMO!) e la tua ricchezza spirituale (BENISSIMO!)... L’invidia è un’afflizione dello spirito e, a differenza di altri peccati della carne, non provoca piacere a nessuno. E un’emozione dolorosa per chi la prova, che ha effetti ugualmente dolorosi negli altri (GLI ASINI LITIGANO E I BARILI SI SFASCIANO!).»
Così la Spark cercava di circoscrivere quello spazio oscuro, rappresentandolo narrativamente nella vicenda di un geniale diciassettenne, già autore di un romanzo votato al successo e destinato a generare una gelosia irrefrenabile nell’ambiente chiuso di un college svizzero. Fra le tante variazioni che presto cercheremo di far emergere dal terreno complesso di questo vizio, la scrittrice ne ha individuate subito due: spesso invidiare non è tanto voler possedere in proprio ciò che l’altro rivela in doti e qualità. No, è l’odio nudo e crudo per quello che l’altra persona è e ha: «Ti odio perché tu hai ciò che io non ho e che desidero». Per questo l’invidioso non solo si rode dentro, ma cerca di demolire l’altro, seminando calunnie, sognando persino la morte del suo contendente ideale. (AVETE CAPITO ADESSO?) C’è, poi, un’altra caratteristica dell’invidioso: egli vive «un’afflizione dello spirito». Sì, invidiare è una maledizione e un tormento che non concede tregua e che avvelena l’esistenza. BENISSIMO!!!
Aveva, allora, ragione il grande Cervantes quando, nel suo Don Chisciotte (1605-1615), usava per l’invidia un’immagine che ha una genesi biblica: è «un verme roditore» dell’anima e del corpo, «radice di mali infiniti». Nel libro dei Proverbi si legge, infatti, che «l’invidia è una carie per le ossa» di chi la accoglie in cuore (14,30). Che si tratti di una grave sindrome morale dai risvolti psicofisici è un dato che si incontra spesso leggendo quanto è stato scritto su questo peccato capitale. Così, per esempio, Bo Carpelan, autore finlandese di lingua svedese, nel suo Il libro di Benjamin (1997), diario del protagonista che con lucidità medita sulla quotidianità, sui figli, sui ricordi, sulla politica, sul tempo e così via, offre una riflessione pertinente anche al nostro tema: «L’invidia è indubbiamente una malattia, come la gelosia. L’unica medicina è probabilmente una dose sostanziosa di umorismo e di autocritica. Dov’è la farmacia che la venda? E quand’è stata l’ultima volta che ho incontrato qualcuno capace di prendersi in giro?».
Malattia dell’anima, l’invidia — che, come vedremo, è sposa della superbia, ha per sorella la gelosia e per figlia l’infelicità — ha a disposizione scarsi antidoti come l’autocritica e l’autoironia. Imbattersi in una persona che è pronta ad assumere questi vaccini è raro, e così la malattia s’insedia con il suo corteo dei malanni accessori come il livore, l’astio, la malevolenza, la cattiveria. È facile che essa si diffonda e colpisca un po’ tutti i settori della società, da quelli politici al mondo degli affari, dalle stesse Chiese agli intellettuali (costoro, forse, sono fra i più frenetici nel praticarla). Nell’introduzione alla terza giornata del suo Decamerone (1348-1353 circa) Boccaccio confessava di illudersi che «lo ‘mpetuoso vento e ardente della invidia non dovesse percuotere se non l’alte torri o le levate cime degli alberi. Ma io mi trovo nella mia estimazione ingannato» perché l’invidia si diffonde come una zizzania in tutti i campi e alla fine, conclude lo scrittore di Certaldo, «sola la miseria è senza invidia nelle cose presenti».
Questo vizio ha una sua costanza e razionalità perché se «la fortuna è cieca, l’invidia ha gli occhi» osservava Corrado Alvaro nel suo romanzo Gente in Aspromonte (1930). Infatti, se «gli uomini non riconoscono mai la propria fortuna, quella degli altri a loro non sfugge mai» (così Pierre Daninos nel suo Un certo signor Blot del 1960). E, allora, «chi possiede la felicità» consigliava André Gide nel suo Re Candaule (1901) «si nasconda o nasconda agli altri la sua felicità», se non vuole essere subito vittima dell’invidia. Essa, infatti, è instancabile nello scovare l’oggetto del suo tormento e nell’esercitarsi incessantemente nella ricerca di tutto ciò che può far secernere gelosia o malevolenza. In uno dei suoi Nuovi racconti romani (1959) intitolato Quant’è caro, Alberto Moravia gustosamente comparava l’invidia a «una palla di gomma che più la spingi sotto e più ti torna a galla».
«Gli invidiosi muoiono, l’invidia mai»
Eppure, accanto a questa instancabile costanza, che rivela una sua coerenza e persino una razionalità, l’invidia si manifesta anche come una bufera che tutto devasta, che non conosce limiti e che si presenta come incontrollabile, assurda, illogica. Scherzava, ma non troppo, Nietzsche quando nella Gaia scienza (1882) suggeriva: «Non augurate all’invidioso di aver figli: sarebbe geloso di loro perché non può più avere la loro età!». Il cervello dell’invidioso è in fiamme e partorisce mostri, auspicando per il suo avversario esiti innominabili (morte, umiliazione), senza però osare confessarli apertamente. Sulla malevolenza, fra l’altro, piomba la «nemesi immanente» ben nota alla tradizione morale classica, per cui è lo stesso peccato a diventare punizione, fatta di angosce, livore, infelicità, insonnia.
C’è, però, una paradossale funzione positiva che l’invidia esercita suo malgrado, quella di essere una specie di rilevatore o di cartina di tornasole del valore autentico, quando esso si manifesta. Jonathan Swift, il famoso autore dei Viaggi di Gulliver (1726), ne traeva una vera e propria legge:
IMPARATELO A MEMORIA...:
«Quando al mondo appare un genio, potete riconoscerlo da un segno inequivocabile: tutti si coalizzano contro di lui».
E un astuto uomo politico come Richelieu, quando sentiva con insistenza parlar male di qualcuno, lo convocava subito per poterlo meglio conoscere ritenendolo sicuramente interessante e utile ai suoi scopi. In una commedia particolarmente significativa al riguardo come Il Tartufo (1664), Molière ribadiva che «la virtù è sempre perseguitata: gli invidiosi muoiono, l’invidia mai».
Di fronte alla persona di qualità l’invidioso sa di non poter competere. «Una mosca può pungere un cavallo maestoso, e farlo trasalire. Ma la mosca è sempre e soltanto un insetto e l’altro rimane pur sempre un cavallo.» Questo paragone che compare nella Vita di Samuel Johnson (1791), un classico della letteratura biografica opera dello scozzese James Boswell, fa pensare a quei...
cagnolini da salotto, truci e abbaianti a perdifiato, che, nel loro inoffensivo furore, hanno l’unico effetto di provocare l’ilarità di chi li osserva.
Così è l’invidioso nei confronti dell’uomo o della donna intelligente, superiore, nobile. L’unica sua consolazione — ironizzava lo scrittore londinese Max Beerbohm nel suo romanzo Zuleika Dobson (1911) — è che potrà sempre pensare che la persona colta e brillante farà una brutta fine!
Mai, comunque, gli passerà per la mente di confrontarsi con lui, perchè già Plinio il Vecchio, nella sua Storia Naturale, asseriva che «è più facile invidiare che emulare» (35, 63), è più comodo criticare che paragonarsi a un altro sicuramente superiore.
I vaccini contro l’invidia
«Dicono che gli amici si vedono nelle difficoltà... Io dico che gli amici li vedi nella fortuna, quando le cose ti vanno bene, e l’amico rimane indietro e tu vai avanti e ogni passo avanti che fai è per l’amico come un rimprovero o addirittura un insulto... Allora lo vedi l’amico. Se ti è veramente amico, lui si rallegra della tua fortuna, senza riserve... Ma se non ti è veramente amico, il tarlo dell’invidia gli entra nel cuore e glielo rode.» Invidia e amicizia: ecco un altro confronto che coinvolge il vizio che stiamo considerando. Lo descrive molto efficacemente Moravia nel brano che abbiamo appena citato, desunto sempre dai Nuovi racconti romani.
In esergo al capitolo abbiamo posto la battuta sarcastica di Oscar Wilde (pubblicata nel 1891 su «The Fortnightly Review») che va nella stessa direzione. Come si fa restare indifferenti di fronte a un amico che soffre o è in miseria? Ma quando l’amico si rivela più intelligente, più buono e più fortunato dite e ti sta sempre un passo avanti o su un gradino più alto, allora «il tarlo dell’invidia ti entra nel cuore e lo rode». Fra gelosia e amicizia la lotta è spesso impari, prevale presto la prima. Si continua, certo, a frequentare l’altro, ma ormai dentro si ha il morso del serpente che avvelena i rapporti. Mark Twain andava un po’ oltre e, nella sua opera Seguendo l’equatore (1897), questo vivace e mordace scrittore americano diceva un’altra verità: «Ci vogliono il tuo nemico e il tuo amico insieme per colpirti al cuore: il primo per calunniarti, il secondo per venirtelo a dire».
Ecco, allora, la domanda scontata: con quali vaccini ci si può immunizzare o almeno guarire da questa malattia dello spirito che toglie la pace e che, non per nulla, è associata spesso all’aggettivo «livido» denotante una pelle verdastra o violacea, segno di una salute incrinata, di un corpo infetto e malridotto? Come si ribadirà, la sorgente ultima dell’invidia è nella superbia e, quindi, la via dell’umiltà — prima di essere umiliati (ECCO CHE FINE FARANNO I SUOI ACCUSATORI!!!!) — potrebbe essere una soluzione, frutto di una severa autoeducazione delle passioni che conducono all’astio, alla gelosia, al livore. Scriveva Paul Valéry nei suoi Cattivi pensieri (1943): «Considerate bene ciò che invidiate e vi accorgerete che c’è sempre una felicità che non avete, una libertà che non vi concedete, un coraggio, un’abilità, una forza, dei vantaggi che vi mancano e della cui mancanza vi consolate col disprezzo». Sì, spesso alla radice dell’invidia aggressiva c’è un successo frustrato, un disprezzo malcelato, un orgoglio ferito.
C’è, però, un’altra fondamentale strada da imboccare, ancor più ardua di quella dell’umiltà. A proposito dell’invidia, come degli altri vizi capitali, Tommaso d’Aquino affermava che è un peccato contro la carità. E la cosa è evidente, tant’è vero che già san Paolo nel suo celebre inno all’agàpe, ossia all’amore, non esitava a mettere fra le qualità di questa virtù il fatto che essa non sia invidiosa (1 Cor 13,4), memore dell’universale amore di Dio che «fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti» (Mt 5,45). «Contro la superiorità di un altro» consiglierà Goethe nelle Affinità elettive (1809) «non c’è altro mezzo di salvezza all’infuori dell’amore». E il sociologo e storico scozzese Adam Ferguson, nei suoi Principi di scienza politica e morale (1792), faceva già balenare cosa significasse la liberazione dal morso dell’invidia attraverso l’amore.
Scriveva, infatti, che «chi desidera il bene altrui scopre che la felicità degli altri è la fonte più generosa per la propria felicità. La sua esistenza, libera dall’egoismo, dalla viltà e dall’avidità, diventa intrepida, audace, capace di qualsiasi impresa... Il suo animo si infiamma, si riempie di zelo e dimentica le preoccupazioni personali che sono alla base delle penose ansie di paura, gelosia e invidia». Sono, però, pochi quelli che riescono sinceramente a incamminarsi lungo questo percorso, come sono pochi quelli che possono confessare con verità di vivere secondo il suggerimento del romanziere cattolico francese Georges Bemanos (1888-1948): «Il segreto della felicità è trovare la propria gioia nella gioia dell’altro». Sottolineare i meriti dell’altro, magnificarne le opere, godere per i suoi successi, pubblicizzare il bene altrui sarebbe, a questo punto, un corollario che sboccia, però, solo da un’anima veramente nobile e grande, capace di praticare con coraggio e decisione la carità autentica.
Abbiamo finora tracciato in forma piuttosto libera e col supporto di varie voci una sorta di spettro variegato delle molteplici peculiarità e delle «livide» coloriture dell’invidia. Non dimentichiamo, però, che non sono pochi quelli che amano essere invidiati e lo fanno soprattutto con la sfacciata ostentazione delle loro fortune: per costoro vale il principio «più invidia, più onore». Alfredo Panzini, scrittore marchigiano, nella sua Lanterna di Diogene (1907) notava che «il milionario non godrebbe niente se gli mancasse l’invidia del popolo». A questo punto vorremmo penetrare più in profondità nella struttura costitutiva di questo vizio che Tommaso d’Aquino collocava fra i peccati contro lo Spirito Santo e che san Gregorio Magno nei suoi Moralia in Hiob (5, 51) curiosamente dipingeva anche nella sua sintomatologia somatica, sulla scia forse delle Metamorfosi di Ovidio (2, 760 sgg.): Color pallore afficitur, oculi deprimuntur, mens accenditur, membra frigescunt, il colorito s’impallidisce, gli occhi s’abbassano, la mente s’irffiamma, le membra si raffreddano.
Oktober,
la tua idea è buona, ma hai sbagliato trasmissione. L'intervento di cui parlo, l'ho sentito sulla "zanzara" due o tre giorni fa. Se vuoi, continua le tue ricerche...
Questo è uno stralcio di un libro che ho letto tre anni fa. Parla dei sette vizi capitali e questo è il capitolo dedicato all'invidia...
Invidia
Tutti sono capaci di condividere le sofferenze di un amico. Ci vuole, invece, un’anima veramente bella per godere del successo di un amico.
Oscar Wilde, L’anima dell’uomo sotto il socialismo
«L’invidia è quella disposizione che induce l’uomo a godere del male altrui e, al contrario, a rattristarsi dell’altrui bene.» Così il filosofo Baruch Spinoza nella sua Etica (3, 24) apparsa nel 1677 definiva limpidamente il sesto vizio capitale. Lo stesso pensatore olandese proponeva in un’altra sua opera, il Trattato teologico-politico (1670), un programma destinato in qualche modo a contrastare la malevolenza insita in questo vizio: «Seduto curavi humanas actiones non ridere, non lugere, neque detestari sed intelligere» (1, 4), cercare non di deridere, di compiangere o di detestare, bensì di comprendere i comportamenti degli altri. Questo dovrebbe essere l’atteggiamento del saggio. L’invidia rimane, comunque, la sentinella sempre vigile, pronta a far squillare la sua tromba per seminare nel cuore quel duplice e antitetico sentimento: tristitia de bono proximi .. exultatio de malo eiusdem, amarezza per il successo del prossimo (amarezza per le elezioni vinte da Berlusconi), sottile e perverso godimento del suo fallimento (godimento per le sue vicende giudiziarie) , come già dichiarava san Tommaso d’Aquino nella sua Summa theologiae (II, II, 36, 4 ad 3).
«Ti odio perché tu hai ciò che io non ho e che desidero» (il potere di Silvio!)
È stato uno degli ultimi romanzi di questa scrittrice scozzese di Edimburgo, vissuta a lungo in Italia e morta ottantottenne nel 2006 a Firenze: Muriel Spark l’ha intitolato semplicemente Invidia (2004) — come nel 2006 farà per un suo romanzo Alain Elkann — e in quelle pagine ha cercato di scavare all’interno di una sorta di grotta tenebrosa dell’anima, brulicante di serpi. «Che cos’è l’invidia? E dire: quello che hai tu è mio, è mio, è mio? Non proprio. È dire: ti odio perché tu hai ciò che io non ho e che desidero. Io voglio essere, sì, ma nella tua posizione (ECCO!), con le tue opportunità (IDEM!), con il tuo fascino (IDEM!), la tua bellezza (IDEM!), le tue capacità (ECCE HOMO!) e la tua ricchezza spirituale (BENISSIMO!)... L’invidia è un’afflizione dello spirito e, a differenza di altri peccati della carne, non provoca piacere a nessuno. E un’emozione dolorosa per chi la prova, che ha effetti ugualmente dolorosi negli altri (GLI ASINI LITIGANO E I BARILI SI SFASCIANO!).»
Così la Spark cercava di circoscrivere quello spazio oscuro, rappresentandolo narrativamente nella vicenda di un geniale diciassettenne, già autore di un romanzo votato al successo e destinato a generare una gelosia irrefrenabile nell’ambiente chiuso di un college svizzero. Fra le tante variazioni che presto cercheremo di far emergere dal terreno complesso di questo vizio, la scrittrice ne ha individuate subito due: spesso invidiare non è tanto voler possedere in proprio ciò che l’altro rivela in doti e qualità. No, è l’odio nudo e crudo per quello che l’altra persona è e ha: «Ti odio perché tu hai ciò che io non ho e che desidero». Per questo l’invidioso non solo si rode dentro, ma cerca di demolire l’altro, seminando calunnie, sognando persino la morte del suo contendente ideale. (AVETE CAPITO ADESSO?) C’è, poi, un’altra caratteristica dell’invidioso: egli vive «un’afflizione dello spirito». Sì, invidiare è una maledizione e un tormento che non concede tregua e che avvelena l’esistenza. BENISSIMO!!!
Aveva, allora, ragione il grande Cervantes quando, nel suo Don Chisciotte (1605-1615), usava per l’invidia un’immagine che ha una genesi biblica: è «un verme roditore» dell’anima e del corpo, «radice di mali infiniti». Nel libro dei Proverbi si legge, infatti, che «l’invidia è una carie per le ossa» di chi la accoglie in cuore (14,30). Che si tratti di una grave sindrome morale dai risvolti psicofisici è un dato che si incontra spesso leggendo quanto è stato scritto su questo peccato capitale. Così, per esempio, Bo Carpelan, autore finlandese di lingua svedese, nel suo Il libro di Benjamin (1997), diario del protagonista che con lucidità medita sulla quotidianità, sui figli, sui ricordi, sulla politica, sul tempo e così via, offre una riflessione pertinente anche al nostro tema: «L’invidia è indubbiamente una malattia, come la gelosia. L’unica medicina è probabilmente una dose sostanziosa di umorismo e di autocritica. Dov’è la farmacia che la venda? E quand’è stata l’ultima volta che ho incontrato qualcuno capace di prendersi in giro?».
Malattia dell’anima, l’invidia — che, come vedremo, è sposa della superbia, ha per sorella la gelosia e per figlia l’infelicità — ha a disposizione scarsi antidoti come l’autocritica e l’autoironia. Imbattersi in una persona che è pronta ad assumere questi vaccini è raro, e così la malattia s’insedia con il suo corteo dei malanni accessori come il livore, l’astio, la malevolenza, la cattiveria. È facile che essa si diffonda e colpisca un po’ tutti i settori della società, da quelli politici al mondo degli affari, dalle stesse Chiese agli intellettuali (costoro, forse, sono fra i più frenetici nel praticarla). Nell’introduzione alla terza giornata del suo Decamerone (1348-1353 circa) Boccaccio confessava di illudersi che «lo ‘mpetuoso vento e ardente della invidia non dovesse percuotere se non l’alte torri o le levate cime degli alberi. Ma io mi trovo nella mia estimazione ingannato» perché l’invidia si diffonde come una zizzania in tutti i campi e alla fine, conclude lo scrittore di Certaldo, «sola la miseria è senza invidia nelle cose presenti».
Questo vizio ha una sua costanza e razionalità perché se «la fortuna è cieca, l’invidia ha gli occhi» osservava Corrado Alvaro nel suo romanzo Gente in Aspromonte (1930). Infatti, se «gli uomini non riconoscono mai la propria fortuna, quella degli altri a loro non sfugge mai» (così Pierre Daninos nel suo Un certo signor Blot del 1960). E, allora, «chi possiede la felicità» consigliava André Gide nel suo Re Candaule (1901) «si nasconda o nasconda agli altri la sua felicità», se non vuole essere subito vittima dell’invidia. Essa, infatti, è instancabile nello scovare l’oggetto del suo tormento e nell’esercitarsi incessantemente nella ricerca di tutto ciò che può far secernere gelosia o malevolenza. In uno dei suoi Nuovi racconti romani (1959) intitolato Quant’è caro, Alberto Moravia gustosamente comparava l’invidia a «una palla di gomma che più la spingi sotto e più ti torna a galla».
«Gli invidiosi muoiono, l’invidia mai»
Eppure, accanto a questa instancabile costanza, che rivela una sua coerenza e persino una razionalità, l’invidia si manifesta anche come una bufera che tutto devasta, che non conosce limiti e che si presenta come incontrollabile, assurda, illogica. Scherzava, ma non troppo, Nietzsche quando nella Gaia scienza (1882) suggeriva: «Non augurate all’invidioso di aver figli: sarebbe geloso di loro perché non può più avere la loro età!». Il cervello dell’invidioso è in fiamme e partorisce mostri, auspicando per il suo avversario esiti innominabili (morte, umiliazione), senza però osare confessarli apertamente. Sulla malevolenza, fra l’altro, piomba la «nemesi immanente» ben nota alla tradizione morale classica, per cui è lo stesso peccato a diventare punizione, fatta di angosce, livore, infelicità, insonnia.
C’è, però, una paradossale funzione positiva che l’invidia esercita suo malgrado, quella di essere una specie di rilevatore o di cartina di tornasole del valore autentico, quando esso si manifesta. Jonathan Swift, il famoso autore dei Viaggi di Gulliver (1726), ne traeva una vera e propria legge:
IMPARATELO A MEMORIA...:
«Quando al mondo appare un genio, potete riconoscerlo da un segno inequivocabile: tutti si coalizzano contro di lui».
E un astuto uomo politico come Richelieu, quando sentiva con insistenza parlar male di qualcuno, lo convocava subito per poterlo meglio conoscere ritenendolo sicuramente interessante e utile ai suoi scopi. In una commedia particolarmente significativa al riguardo come Il Tartufo (1664), Molière ribadiva che «la virtù è sempre perseguitata: gli invidiosi muoiono, l’invidia mai».
Di fronte alla persona di qualità l’invidioso sa di non poter competere. «Una mosca può pungere un cavallo maestoso, e farlo trasalire. Ma la mosca è sempre e soltanto un insetto e l’altro rimane pur sempre un cavallo.» Questo paragone che compare nella Vita di Samuel Johnson (1791), un classico della letteratura biografica opera dello scozzese James Boswell, fa pensare a quei...
cagnolini da salotto, truci e abbaianti a perdifiato, che, nel loro inoffensivo furore, hanno l’unico effetto di provocare l’ilarità di chi li osserva.
Così è l’invidioso nei confronti dell’uomo o della donna intelligente, superiore, nobile. L’unica sua consolazione — ironizzava lo scrittore londinese Max Beerbohm nel suo romanzo Zuleika Dobson (1911) — è che potrà sempre pensare che la persona colta e brillante farà una brutta fine!
Mai, comunque, gli passerà per la mente di confrontarsi con lui, perchè già Plinio il Vecchio, nella sua Storia Naturale, asseriva che «è più facile invidiare che emulare» (35, 63), è più comodo criticare che paragonarsi a un altro sicuramente superiore.
I vaccini contro l’invidia
«Dicono che gli amici si vedono nelle difficoltà... Io dico che gli amici li vedi nella fortuna, quando le cose ti vanno bene, e l’amico rimane indietro e tu vai avanti e ogni passo avanti che fai è per l’amico come un rimprovero o addirittura un insulto... Allora lo vedi l’amico. Se ti è veramente amico, lui si rallegra della tua fortuna, senza riserve... Ma se non ti è veramente amico, il tarlo dell’invidia gli entra nel cuore e glielo rode.» Invidia e amicizia: ecco un altro confronto che coinvolge il vizio che stiamo considerando. Lo descrive molto efficacemente Moravia nel brano che abbiamo appena citato, desunto sempre dai Nuovi racconti romani.
In esergo al capitolo abbiamo posto la battuta sarcastica di Oscar Wilde (pubblicata nel 1891 su «The Fortnightly Review») che va nella stessa direzione. Come si fa restare indifferenti di fronte a un amico che soffre o è in miseria? Ma quando l’amico si rivela più intelligente, più buono e più fortunato dite e ti sta sempre un passo avanti o su un gradino più alto, allora «il tarlo dell’invidia ti entra nel cuore e lo rode». Fra gelosia e amicizia la lotta è spesso impari, prevale presto la prima. Si continua, certo, a frequentare l’altro, ma ormai dentro si ha il morso del serpente che avvelena i rapporti. Mark Twain andava un po’ oltre e, nella sua opera Seguendo l’equatore (1897), questo vivace e mordace scrittore americano diceva un’altra verità: «Ci vogliono il tuo nemico e il tuo amico insieme per colpirti al cuore: il primo per calunniarti, il secondo per venirtelo a dire».
Ecco, allora, la domanda scontata: con quali vaccini ci si può immunizzare o almeno guarire da questa malattia dello spirito che toglie la pace e che, non per nulla, è associata spesso all’aggettivo «livido» denotante una pelle verdastra o violacea, segno di una salute incrinata, di un corpo infetto e malridotto? Come si ribadirà, la sorgente ultima dell’invidia è nella superbia e, quindi, la via dell’umiltà — prima di essere umiliati (ECCO CHE FINE FARANNO I SUOI ACCUSATORI!!!!) — potrebbe essere una soluzione, frutto di una severa autoeducazione delle passioni che conducono all’astio, alla gelosia, al livore. Scriveva Paul Valéry nei suoi Cattivi pensieri (1943): «Considerate bene ciò che invidiate e vi accorgerete che c’è sempre una felicità che non avete, una libertà che non vi concedete, un coraggio, un’abilità, una forza, dei vantaggi che vi mancano e della cui mancanza vi consolate col disprezzo». Sì, spesso alla radice dell’invidia aggressiva c’è un successo frustrato, un disprezzo malcelato, un orgoglio ferito.
C’è, però, un’altra fondamentale strada da imboccare, ancor più ardua di quella dell’umiltà. A proposito dell’invidia, come degli altri vizi capitali, Tommaso d’Aquino affermava che è un peccato contro la carità. E la cosa è evidente, tant’è vero che già san Paolo nel suo celebre inno all’agàpe, ossia all’amore, non esitava a mettere fra le qualità di questa virtù il fatto che essa non sia invidiosa (1 Cor 13,4), memore dell’universale amore di Dio che «fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti» (Mt 5,45). «Contro la superiorità di un altro» consiglierà Goethe nelle Affinità elettive (1809) «non c’è altro mezzo di salvezza all’infuori dell’amore». E il sociologo e storico scozzese Adam Ferguson, nei suoi Principi di scienza politica e morale (1792), faceva già balenare cosa significasse la liberazione dal morso dell’invidia attraverso l’amore.
Scriveva, infatti, che «chi desidera il bene altrui scopre che la felicità degli altri è la fonte più generosa per la propria felicità. La sua esistenza, libera dall’egoismo, dalla viltà e dall’avidità, diventa intrepida, audace, capace di qualsiasi impresa... Il suo animo si infiamma, si riempie di zelo e dimentica le preoccupazioni personali che sono alla base delle penose ansie di paura, gelosia e invidia». Sono, però, pochi quelli che riescono sinceramente a incamminarsi lungo questo percorso, come sono pochi quelli che possono confessare con verità di vivere secondo il suggerimento del romanziere cattolico francese Georges Bemanos (1888-1948): «Il segreto della felicità è trovare la propria gioia nella gioia dell’altro». Sottolineare i meriti dell’altro, magnificarne le opere, godere per i suoi successi, pubblicizzare il bene altrui sarebbe, a questo punto, un corollario che sboccia, però, solo da un’anima veramente nobile e grande, capace di praticare con coraggio e decisione la carità autentica.
Abbiamo finora tracciato in forma piuttosto libera e col supporto di varie voci una sorta di spettro variegato delle molteplici peculiarità e delle «livide» coloriture dell’invidia. Non dimentichiamo, però, che non sono pochi quelli che amano essere invidiati e lo fanno soprattutto con la sfacciata ostentazione delle loro fortune: per costoro vale il principio «più invidia, più onore». Alfredo Panzini, scrittore marchigiano, nella sua Lanterna di Diogene (1907) notava che «il milionario non godrebbe niente se gli mancasse l’invidia del popolo». A questo punto vorremmo penetrare più in profondità nella struttura costitutiva di questo vizio che Tommaso d’Aquino collocava fra i peccati contro lo Spirito Santo e che san Gregorio Magno nei suoi Moralia in Hiob (5, 51) curiosamente dipingeva anche nella sua sintomatologia somatica, sulla scia forse delle Metamorfosi di Ovidio (2, 760 sgg.): Color pallore afficitur, oculi deprimuntur, mens accenditur, membra frigescunt, il colorito s’impallidisce, gli occhi s’abbassano, la mente s’irffiamma, le membra si raffreddano.
Messaggio del 12-02-2011 alle ore 23:00:54
per dicembre...ascolta e...rimani in silenzio...!!!...!!!...!!!ma ti rendi conto chi cerchi di difendere...!!!...!!!
per dicembre...ascolta e...rimani in silenzio...!!!...!!!...!!!ma ti rendi conto chi cerchi di difendere...!!!...!!!
Messaggio del 13-02-2011 alle ore 04:58:28
guarda... se mi postate travaglio o santoro neanche clicco sul play
jamme sù...
all'estero dicono quello che leggono sui giornali di de benedetti , gruppo di potere avversario...
e siccome in italia c'è la dittatura...
toglietevi l'anello dal naso e la sveglia appesa al collo e smettetela di credere a tutte le cacate che vi dicono!!!
guarda... se mi postate travaglio o santoro neanche clicco sul play
jamme sù...
all'estero dicono quello che leggono sui giornali di de benedetti , gruppo di potere avversario...
e siccome in italia c'è la dittatura...
toglietevi l'anello dal naso e la sveglia appesa al collo e smettetela di credere a tutte le cacate che vi dicono!!!
Messaggio del 13-02-2011 alle ore 09:10:23
e questa insight, caro just, da cosa l'avresti dedotta?
e questa insight, caro just, da cosa l'avresti dedotta?
Messaggio del 13-02-2011 alle ore 10:01:51
dai just fai un piccolo sforzo...!!!...guarda che travaglio non morde...!!!...!!!...!!!
dai just fai un piccolo sforzo...!!!...guarda che travaglio non morde...!!!...!!!...!!!
Messaggio del 13-02-2011 alle ore 10:22:39
tè raggione just,noi anti berlusconiani, nel 2011 crediamo ancora che ci sia stato il massacro di 6 milioni di Ebrei
eh si,siamo proprio dei coglioni,come dice lui
tè raggione just,noi anti berlusconiani, nel 2011 crediamo ancora che ci sia stato il massacro di 6 milioni di Ebrei
eh si,siamo proprio dei coglioni,come dice lui
Messaggio del 13-02-2011 alle ore 22:06:18
Su Marrazzo c'era un video o su Berlusconi? Dove sono le prove su Berlusconi. Non ditemi che un bonifico e l'affitto di un'appartamento a favore di alcune ragazze costituisce un reato...
Su Marrazzo c'era un video o su Berlusconi? Dove sono le prove su Berlusconi. Non ditemi che un bonifico e l'affitto di un'appartamento a favore di alcune ragazze costituisce un reato...
Messaggio del 13-02-2011 alle ore 22:58:04
Dicembre, marrazzo ha subito un'irruzione illegale e un ricatto, il reato non l'ha commesso ma l'ha subito... e si è dimesso. Berlusconi invece è indagato per prostituzione minorile e concussione(nessuno dice che è colpevole). Capisci la differenza o devo chiamare Mk22 a farti il disegnino?
Dicembre, marrazzo ha subito un'irruzione illegale e un ricatto, il reato non l'ha commesso ma l'ha subito... e si è dimesso. Berlusconi invece è indagato per prostituzione minorile e concussione(nessuno dice che è colpevole). Capisci la differenza o devo chiamare Mk22 a farti il disegnino?
Messaggio del 14-02-2011 alle ore 07:44:48
Dicembre, cominci a cadere sul ridicolo.
Le prove ci sono eccome, ma non possono ancora renderle "troppo" pubbliche... un po' di pazienza e sso post lo riuppiamo.
Per il passato, ti rinfresco un po' la memoria
Che la legge,poi, a sso paese si applica solo ai morti di fame, è altro discorso...
Dicembre, cominci a cadere sul ridicolo.
Le prove ci sono eccome, ma non possono ancora renderle "troppo" pubbliche... un po' di pazienza e sso post lo riuppiamo.
Per il passato, ti rinfresco un po' la memoria
Che la legge,poi, a sso paese si applica solo ai morti di fame, è altro discorso...
Messaggio del 17-02-2011 alle ore 14:50:21
Come vedi è colpevole in tutte le motivazioni, ma è innocente in tutte le sentenze. Cercano di affossarlo in tutti i modi, ma poi lo assolvono sempre, perché ha il favore del popolo e se lo mettono in galera, la sinistra non vincerà più per i prossimi 100 anni.
Uana,
ognuno giudica per quello che è. I porci dividono il mondo in porci e scrofe e per loro è impossibile trovare una ragazza vergine, perché dicono che non esiste... Anche i miserabili giudicano allo stesso modo, anche gli infelici e le persone senza speranza. Ti è mai capitato di vedere una persona che dalla distanza sembrava un tuo amico e quando si è avvicinato l'hai guardato meglio e hai capito che non lo era? Per giudicare obiettivamente non occorre solo il dato di fatto, perché il dato di fatto (da solo) potrebbe essere sbagliato. Per giudicare bene occorre una metodologia corretta (una per ogni argomento di indagine) che funziona su base etica. Se il risultato corrisponde al punto di vista del cuore, allora è vero. Ma per arrivarci occorre avere una grande fede che non ho. Solo lo stupore conosce ciò che è vero e la sua innocenza ci stupisce...
Se vuoi, puoi anche dire che il mio discorso è ridicolo, ma considera che non giudicheresti in base ad una riflessione seria più obiettiva, ma in base a quello che sei...
------------
Editato da Dicembre 2010 il 17/02/2011 alle 14:52:17
Come vedi è colpevole in tutte le motivazioni, ma è innocente in tutte le sentenze. Cercano di affossarlo in tutti i modi, ma poi lo assolvono sempre, perché ha il favore del popolo e se lo mettono in galera, la sinistra non vincerà più per i prossimi 100 anni.
Uana,
ognuno giudica per quello che è. I porci dividono il mondo in porci e scrofe e per loro è impossibile trovare una ragazza vergine, perché dicono che non esiste... Anche i miserabili giudicano allo stesso modo, anche gli infelici e le persone senza speranza. Ti è mai capitato di vedere una persona che dalla distanza sembrava un tuo amico e quando si è avvicinato l'hai guardato meglio e hai capito che non lo era? Per giudicare obiettivamente non occorre solo il dato di fatto, perché il dato di fatto (da solo) potrebbe essere sbagliato. Per giudicare bene occorre una metodologia corretta (una per ogni argomento di indagine) che funziona su base etica. Se il risultato corrisponde al punto di vista del cuore, allora è vero. Ma per arrivarci occorre avere una grande fede che non ho. Solo lo stupore conosce ciò che è vero e la sua innocenza ci stupisce...
Se vuoi, puoi anche dire che il mio discorso è ridicolo, ma considera che non giudicheresti in base ad una riflessione seria più obiettiva, ma in base a quello che sei...
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Editato da Dicembre 2010 il 17/02/2011 alle 14:52:17
Messaggio del 17-02-2011 alle ore 16:14:58
Dicembre, a Lanciano ci sono persone che hanno ucciso altre e che sono tranquillamente libere di andarsene in giro, ma quelle persone ormai sono morte...
Questo per dire che i dati sono giustissimi e, soprattutto, veritieri e provati.
Quello che è sbagliato è il giudizio che tanti italiani hanno espresso, riponendo fiducia per troppo tempo in qualcuno che non ha fatto altro che pigliarci per culo.
Se tu conoscessi un po' di storia di quest' uomo, quella vera, non quella di Studio Aperto, non potresti che avere una sola unica opinione su di lui.
Per la cronaca, non ho nulla contro di te come persona, ci mancherebbe, non ti conosco... io giudico quello che leggo, sia chiaro, non CHI lo scrive.
Dicembre, a Lanciano ci sono persone che hanno ucciso altre e che sono tranquillamente libere di andarsene in giro, ma quelle persone ormai sono morte...
Questo per dire che i dati sono giustissimi e, soprattutto, veritieri e provati.
Quello che è sbagliato è il giudizio che tanti italiani hanno espresso, riponendo fiducia per troppo tempo in qualcuno che non ha fatto altro che pigliarci per culo.
Se tu conoscessi un po' di storia di quest' uomo, quella vera, non quella di Studio Aperto, non potresti che avere una sola unica opinione su di lui.
Per la cronaca, non ho nulla contro di te come persona, ci mancherebbe, non ti conosco... io giudico quello che leggo, sia chiaro, non CHI lo scrive.
Messaggio del 18-02-2011 alle ore 00:54:36
Messaggio del 18-02-2011 alle ore 12:14:16
Messaggio del 18-02-2011 alle ore 19:12:29
Lavare la testa agli asini è una perdita di tempo acqua e sapone...
Lavare la testa agli asini è una perdita di tempo acqua e sapone...
Messaggio del 18-02-2011 alle ore 19:14:10
Messaggio del 18-02-2011 alle ore 19:48:49
qui l'invidia, nell'altro topic la superbia. ne mancano altri 5, se i miei ricordi del catechismo non mi ingannano, e facciamo l'en plein. se per caso decidessi di sparpagliarne la spiegazione in altre sezioni del forum, tipo quella informatica (a volte, con i computer, siamo còlti dall'ira) o quella gastronomica (gola,) o quella sportiva (chi non fa attività fisica di nessun tipo potrebbe, ahi lui, incorrere nell'accidia), fa' un fischio.
qui l'invidia, nell'altro topic la superbia. ne mancano altri 5, se i miei ricordi del catechismo non mi ingannano, e facciamo l'en plein. se per caso decidessi di sparpagliarne la spiegazione in altre sezioni del forum, tipo quella informatica (a volte, con i computer, siamo còlti dall'ira) o quella gastronomica (gola,) o quella sportiva (chi non fa attività fisica di nessun tipo potrebbe, ahi lui, incorrere nell'accidia), fa' un fischio.
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 11:52:29
Ancora nghe ssa cazz di invidia... ma quale invidia d'egitto, l'unica parola che mi viene è SCHIFO.
invidioso lo sarei stato se faceva qualcosa di buono, se fosse stato veramente un genio, ma, purtroppo per tutti, non ha fatto un cazzo di niente ed è stato solo un ladro, porco e pedofilo.
Sso papiro, in questo caso, non c'entra un emerito cazzo.
Ancora nghe ssa cazz di invidia... ma quale invidia d'egitto, l'unica parola che mi viene è SCHIFO.
invidioso lo sarei stato se faceva qualcosa di buono, se fosse stato veramente un genio, ma, purtroppo per tutti, non ha fatto un cazzo di niente ed è stato solo un ladro, porco e pedofilo.
Sso papiro, in questo caso, non c'entra un emerito cazzo.
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 18:38:36
Condivido quanto sopra e, secondo me, Dicembre usa qué:
Condivido quanto sopra e, secondo me, Dicembre usa qué:
Nuova reply all'argomento:
che rompimento di...
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