Cultura & Attualità
È l’ultimo che ha visto il Che nella giungla della Bolivia. È l’ultimo testimone di un’esecuzione ancora oggi oscura. Dariel Alarcón Ramírez, detto «Benigno», ex guerrigliero della rivoluzione cubana, vive dal 1996 a Parigi, inseguito da una condanna a morte e dall’accusa di aver tradito il regime per il quale ha combattuto con onore. Che Guevara fu il capo seguito fino alla fine, un fratello che gli insegnò «a leggere e scrivere» e a «rispettare i nemici e i prigionieri». Ha ancora gli occhi umidi, Benigno, quando racconta la «trappola mortale» in cui cadde il mito rivoluzionario di intere generazioni.
E sfoga rabbia e delusione per una «macchinazione di cui furono responsabili Fidel Castro e l’Unione Sovietica ». «Volevamo esportare la rivoluzione. Fummo abbandonati nella giungla. Il Che andò incontro alla morte, sapendo di essere stato tradito. Il 9 ottobre 1967, eravamo a pochi metri dalla scuola dove l’esercito boliviano lo teneva prigioniero. Il nostro commando si era disperso. Altrimenti avremmo tentato di liberarlo a costo di morire».

Per fortuna ha parlato con Fidel Castro ancora vivo così potrà difendersi da queste infamanti accuse.
La logica comunista

NON IMPORTA CHI L'ABBIA UCCISO,anche se ha fatto un bene all'umanità,liberandola da un vile assassino,l'imnportante è che abbia fatto la fine che meritava

a proposito,chi ha incastrato Roger Rabbit?

Farlappe, ultimamente stai a "nitrire" una miriade di cazzate.


Ki,le uniche cazzate sono quelle che i hanno messa in testa a voi sinistri
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Chi ha ucciso Guevara?
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