Al via totodirigenti per successione in Cina
E’ ancora top secret la data ufficiale dell’apertura del 18esimo Congresso del Partito Comunista cinese, nel corso del quale verrà selezionata la nuova leadership del Paese, ma la tensione nell’aria sembra indicare che manchino ormai solo poche settimane. Pechino infatti sta per imbarcarsi in un decennale “cambio della guardia”, che rimpiazzerà l’attuale Comitato permanente del Politburo, composto da 9 persone, con un nuovo gruppo di persone che saranno – per i prossimi 10 anni – alla testa del Paese. Gli 11 nomi fuori discussione sono quelli di Xi Jinping, che dovrebbe prendere il posto del Presidente Hu Jintao, e Li Keqiang, che diventera’ primo ministro sostituendo Wen Jiabao. A parte queste poche certezze, le indiscrezioni sul futuro immediato della Cina, per ora, sembrano concentrarsi sul fatto che l’attuale nucleo centrale del potere sarà ulteriormente diminuito, passando da nove a sette persone. Il Politburo stesso, invece, dovrebbe restare agli attuali 24 membri. Fra i posti che potrebbero essere eliminati dal ristretto gruppo di leader, quello del massimo supervisore alla sicurezza. Attualmente, questo è ricoperto da Zhou Yongkang, visto come uno degli uomini più vicini a Bo Xilai, l’ex-Segretario di Partito di Chongqing, caduto in disgrazia in seguito allo scandalo che ha portato all’incarcerazione di sua moglie, Gu Kailai, per l’omicidio di un uomo d’affari britannico. Zhou, prossimo alla pensione, ha guidato il suo dipartimento verso un’espansione tale da portare il budget nazionale per la sicurezza interna fino a 110 miliardi di dollari l’anno – più di quanto la Cina non spenda per la difesa, almeno stando alle statistiche ufficiali. Quest’espansione era stata resa possibile anche dall’enorme investimento fatto per la sicurezza in occasione dei Giochi Olimpici di Pechino, nel 2008. Ora, le indiscrezioni che circolano quasi incontrollate sul nuovo assetto del potere in preparazione a Pechino dicono che stiamo per assistere al ritorno di alcuni dei protetti dell’ex-Presidente Jiang Zemin, che si accompagnerebbe ad una diminuzione dunque dei poteri della Pubblica Sicurezza, divenuta troppo forte agli occhi di alcuni. Così, potrebbe essere promosso l’attuale Segretario di Partito di Shanghai, Yu Zhengsheng, che dovrebbe sostituire Wu Bangguo alla Presidenza del Comitato permanente dell’Assemblea Nazionale del Popolo. Dopo di lui, viene dato per quasi certo anche l’uomo che ha sostituito Bo Xilai a Chongqing, Zhang Dejiang, che andrebbe a sostituire Jia Qinglin a capo della Conferenza Consultativa del Popolo cinese, una delle massime posizioni nella dirigenza nazionale. Zhang è però visto come un uomo molto conservatore, poco aperto alle riforme politiche. Secondo il quotidiano di lingua inglese di Hong Kong, il South China Morning Post, Li Yuanchao, matematico, ora al Dipartimento dell’Organizzazione, potrebbe aspirare alla vice-presidenza. Zhang Gaoli, invece, attualmente alla guida del Partito nella città di Tianjin, potrebbe assurgere al Politburo insieme al Capo del Dipartimento della propaganda, Liu Yunshan – a meno che non venga promossa Liu Yandong, l’unica donna nel Politburo attuale, direttrice del Consiglio di Stato. Se questo dovesse accadere, sarebbe la prima volta che una donna accede all’esclusivo Comitato permanente del Politburo. La maggioranza dei nomi che circolano in questi giorni, e che andrebbe dunque a formare la cosiddetta “quinta generazione” della leadership cinese, è composta da “principi”, ovvero, figli e nipoti della prima e seconda generazione di dirigenti, che avevano legato il loro nome alla Rivoluzione del 1949.
fonte: ANSA