Cultura & Attualità
L' "onorevole" Calderoli (lega nord) intervistato dal TG5 pensava di non essere inquadrato a figura intera e invece si scopre essere in mutande. CHE SPETTACOLO!!!!



giornalisti poco professionali

giornalisti poco professionali
per non dire di peggio
Giornalisti infimi, e lui anche un pò buzzurro..
ma tu guarda da chi cacchio dobbiamo essere informati....io il cameraman lo schiafferei ai lavori forzati...
Ah, voi vi incazzate con il cameraman e il giornalista ?

Ma con chicazzo ho a che fare!!!!


Ecco da chi siamo (ancora per poco) governati:
Dopo l’abrogazione da parte della Corte costituzionale della sua immunità, gli intellettuali italiani denunciano la sua deriva populista.
Dal nostro corrispondente a Roma
Siamo lontani dagli scandali sessuali dell’estate e dalle folli aggressioni contro la stampa. Il gioco si è improvvisamente fatto più duro: è la Costituzione ora ad essere nel mirino di Silvio Berlusconi. Niente meno. E non scarta l’idea di una mostruosa manifestazione – una nuova marcia su Roma? – per denunciare l’azione dei giudici. Di tutti i giudici. Quelli della Corte Costituzionale, che hanno osato sfidarlo l’8 ottobre respingendo la legge che lo metteva al riparo da azioni penali per la durata del suo mandato. Quelli dei tribunali civili, che hanno avuto la faccia tosta una settimana prima di condannarlo a versare 750 milioni d’euro di danni al suo grande rivale e proprietario de «La Repubblica», Carlo De Benedetti.
Il Cavaliere aveva scippato a quest’ultimo la proprietà della casa editrice Mondatori, in seguito ad una sentenza nel 1991. Un verdetto ottenuto corrompendo gli avvocati e il magistrato dell’epoca, ha sentenziato il 3 ottobre un tribunale di Milano. Insomma, Berlusconi è attaccato su tutti i fronti da quelle che egli chiama le «toghe rosse». C’è anche la procedura di divorzio da sua moglie che si annuncia cruenta. Veronica non demorde: vuole che l’impero sia diviso in parti uguali tra i cinque rampolli Berlusconi, i suoi tre figli e i due di primo letto. Una soluzione che priverebbe suo marito del controllo del suo impero mediatico, cioè del fondamento stesso del suo potere. Silvio Berlusconi è anche contrariato dal deterioramento della sua immagine all’estero. Da quelli che lo ridicolizzano o lo crocifiggono. Dal modo in cui è stato trattato dagli Stati Uniti durante il summit di Pittsburg («Mi hanno ricevuto come un paria, un tipo a cui è meglio non avvicinarsi troppo», avrebbe confidato ad un amico). Schiumante di rabbia, irascibile, aggressivo, completamente destabilizzato da questa offensiva, ha dunque fatto un nuovo passo verso il populismo autoritario appellandosi al «popolo» che lo ha eletto e legittimato, contro le «istituzioni» e contro lo stato che lo perseguitano.
«È la notte della Repubblica», scrive il quotidiano «La Repubblica».
«La situazione è torbida», diagnostica Iginio Ariemma, politologo. Gli intellettuali che abbiamo contattato sono dello stesso parere. Anche se alcuni fra loro non esitano a intravedere la morte violenta del berlusconismo, tutti riconoscono che la popolarità reale del presidente del Consiglio e la tragica assenza di un’alternativa di governo consigliano prudenza. Ciò non impedisce di denunciare la «deriva» del Cavaliere. Un uomo diventato tanto più pericoloso in quanto messo alle strette. Allora Berlusconi si ribella e, come dice Stefano Menichini, direttore del quotidiano «Europa», «cerca di dare colpi per paura di riceverne».
MARCO BELLOCCHIO regista «È più irascibile, più vulnerabile, più stanco del solito»
«Berlusconi ha soltanto approfittato del cambiamento dell’Italia. Il grande trauma che ha colpito questo paese risale agli anni ‘80. La caduta del comunismo è stata accompagnata dalla fine degli ideali e della politica tout court. Allora Berlusconi ha avuto buon gioco a proclamare, come in altri tempi Reagan: «Arricchitevi; non pagate le tasse, etc.», facendo appello al materialismo più primitivo. Ha perfettamente cavalcato questo movimento selvaggio ed egoista. Insomma, quando l’idea che si potesse rendere il mondo più giusto e più onesto è crollata, la piazza era aperta all’avventura berlusconiana. E quando il PCI, che rappresentava, anche agli occhi dello straniero, un’«altra Italia», è sparito, tutto diventava possibile nella penisola, anche il peggio. E il peggio è arrivato. Detto questo, i recenti scandali e le prese di distanza della Chiesa hanno indebolito il Cavaliere. Alla televisione, lo si vede più truccato, più stanco, più vulnerabile, teso e irascibile del solito. Come se qualcosa si fosse rotto».
ANDREA CAMILLERI scrittore, autore di [romanzi] polizieschi «È il frutto di una malattia degenerativa della democrazia»
«C’è una differenza fondamentale tra il fascismo ed il regime berlusconiano. Il primo è stato una dittatura esplicita. Il secondo è un sistema di potere fondato su un solo uomo, tra i più ricchi del mondo, che domina l’informazione con il suo impero delevisivo, possiede due quotidiani e numerose riviste, è proprietario della più grande casa editrice, la Mondadori. È in grado di far tacere i direttori di giornali o i giornalisti che non sono d’accordo con lui. È stato a casa sua che sono stati designati i direttori dei telegiornali della RAI: controlla di fatto 5 canali nazionali su 6. Mussolini non era un ipocrita e non si atteggiava a vittima. Berlusconi al contrario ha l’audacia di sostenere che l’80% dei mezzi di comunicazione sono nelle mani dei comunisti e quindi contro di lui. Insomma, Mussolini è stato un dittatore. Berlusconi, lui è il frutto e la radice di una malattia degenerativa della democrazia.»
ANTONIO TABUCCHI scrittore «L’opposizione non è all’altezza per contrastare il fenomeno populista»
«Alle dieci domande che «la Repubblica» pone a Silvio Berlusconi da quattro mesi, da parte mia ne aggiungerei due. La prima: «È normale in una democrazia occidentale che un presidente del Consiglio possieda un bunker protetto dal segreto di stato nella sua Villa Certosa in Sardegna?» La seconda: «È normale che Vladimir Putin, in visita in Sardegna da Berlusconi, vi giunga con un incrociatore russo non controllato?» Da molto tempo denuncio i pericoli che corre la libertà di stampa in Italia. Ne «l’oca la passo», uscito nel 2002 [2006, N.d.T.], dicevo che l’Italia appartiene solo apparentemente alle democrazie europee. L’opposizione non mi sembra all’altezza per contrastare il fenomeno populista. Durante gli attacchi di Berlusconi contro i giornali, si è accontentata di distribuire delle T-shirt con la scritta «Denunciateci tutti». Sarebbe stato meglio scrivere: «Denunciatelo tutti» e invitare i cittadini a mettere Berlusconi all’indice per i suoi attentati alla Costituzione».
SANDRO VERONESI scrittore «La fine sarà violenta e costosa, ma arriverà»
«Ci sono due Italie e due popoli italiani che hanno radici diverse. L’una fa appello alla resistenza al fascismo, all’ispirazione solidale che fece nascere la nostra Costituzione. È una radice molto nobile ma ancora fragile (la Costituzione ha poco più di 60 anni!). L’altra radice è portatrice del fascismo. Che per vent’anni fu un vasto movimento popolare, capace di cancellare le libertà e di lanciarsi nella guerra contro le democrazie occidentali. È una «brutta» radice. Ma esiste. Si accompagna ad un violento anticomunismo, ad una mentalità populista, antidemocratica e violenta. Questa radice è riemersa perché il destino ha voluto che si presentasse sulla scena un uomo come Berlusconi, con il suo apparato politico e mediatico molto potente. Dopo aver pescato nelle acque torbide non ancora totalmente metabolizzate dal nostro popolo, il momento della sua caduta si avvicina. La fine sarà violenta e costosa, ma arriverà».
Nouvel Observateur
e che problema c'è


oddìììì!!!

mi immagino come si sarà incaxxato calderoli!!


che ridere!!!!

Ci mancherebbe solo Idi Amin in questo banchetto di Pantagruel!!!!...
Nuova reply all'argomento:
da chicazzo siamo governati!!!!
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