Cultura & Attualità

Desertec
Messaggio del 03-07-2009 alle ore 19:08:45

Energia dal deserto

Sfruttare l'energia solare nel deserto del Sahara. Un gruppo di scienziati, in cui partecipa anche il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, lancia il progetto Desertec. L'idea si basa sul semplice fatto che in sole sei ore arriva nel continente africano una quantità di energia solare pari a quella consumata nel mondo in un anno. Se i deserti nordafricani e mediorientali fossero coperti da impianti solari per lo 0,3% della loro superficie potrebbero rifornire di energia l'intero continente europeo oltre che la stessa area mediorientale e nordafricana. A ciò si aggiunge l'assenza di emissioni Co2 nel processo di produzione dell'elettricità. In estrema sintesi: energia pulita, rinnovabile e rivendibile. L'area mediorientale potrebbe presto affiancare l'oro nero con l'oro giallo.
Progetto Archimede in Africa

Gli impianti solari nel progetto Desertec, promosso dal fisico Gerhard Knies, si basano sulla tecnologia solare termodinamica, quella già attuata da Rubbia nel progetto Archimede di Priolo e in Spagna. L'energia solare viene riflessa dagli specchi e concentrata verso un tubo per riscaldare il liquido contenuto e dare luogo a una circolazione naturale all'interno dell'impianto. Il flusso del liquido genera energia utile per azionare le turbine e quindi produrre energia. Non si tratta pertanto di fotovoltaico .
Le critiche al progetto Desertec

Il progetto non è però esente da critiche. In primo luogo il costo eccessivo. Il progetto Desertec richiede un investimento di 400 miliardi di euro. L'aspetto dei costi uno dei principali punti critici di questa promettente tecnologia. In secondo luogo la stabilità politica dei paesi nordafricani e mediorientali. Trattandosi di una tecnologia ancora sperimentale questo secondo aspetto può influire enormemente sul calcolo del rischio degli investimenti e quindi sulla difficoltà ad accedere concretamente ai finanziamenti.



In realtà la mia riflessione è un'altra: l'unica acqua che possa essere usata per la produzione energetica è quella marina desalinizzata; quanto costa effettivamente desalinizzare l'acqua necessaria e renderla disponibile presso gli impianti? Qual è effettivamente il rapporto tra quantità d'acqua utilizzata ed energia prodotta?
Messaggio del 03-07-2009 alle ore 20:09:51
sai i suicidi di massa?
Messaggio del 03-07-2009 alle ore 21:00:18
Spara sta cazzata
Messaggio del 03-07-2009 alle ore 21:29:21
c'ho messo un punto interrogativo in più!!
era una considerazione, sorry.
Messaggio del 03-07-2009 alle ore 21:36:09
Adonai,
lo sai quanti sono 400 miliardi di euro?
Messaggio del 03-07-2009 alle ore 21:54:34
si, 160 milioni euro per ogni Stato Europeo che partecipa al progetto
Messaggio del 03-07-2009 alle ore 21:56:15
Etna, vai a leggere l'ordine di grandezza del Bilancio annuale dello Stato italiano e poi ne riparliamo...
Messaggio del 03-07-2009 alle ore 22:00:26
quindi mi vorresti dire che questo progetto (conoscendo MOLTO BENE IL SETTORE DEL SOLARE) di almeno 3 anni (minimo) non si possono stanziare 50 milioni di euro per un progetto del genere?
Messaggio del 03-07-2009 alle ore 22:02:05
Etna,
rileggi bene, 400 miliardi di euro c'è scritto nell'articolo
Messaggio del 03-07-2009 alle ore 22:02:16
parlo di 3 anni...se non vi sn intoppi.... ma ne occorrono almeno 9...
Messaggio del 03-07-2009 alle ore 22:06:12
Etna, fai finta di non capire, l'ordine di grandezza di questo progetto industriale è mostruoso...
Messaggio del 03-07-2009 alle ore 22:08:00
sorry avevo letto male effettivamente come investimento è improponibile

si tratta di 16 miliardi di euro per ogni stato dell'UE...la vedo dura
Messaggio del 03-07-2009 alle ore 22:09:40
Per far capire agli altri diciamo che lo Stato italiano per ricostruire L'Aquila ha in previsione di spendere circa 10 miliardi di euro in 20 anni...
Messaggio del 03-07-2009 alle ore 22:15:15
si si infatti picciò concordo in pieno...ho errato io...è una cifra improponibile...certo il progetto è affascinante, ci si può e ci si deve ragionare...però la vedo utopica...

Messaggio del 04-07-2009 alle ore 03:30:48

artecipano al consorzio, guidato dal colosso delle assicurazioni Munich Re, gruppi come la Siemens, la Rwe e la Deutsche Bank, ma al tavolo della prima riunione - fissata per il 13 luglio prossimo - siederanno anche rappresentanti del ministero dell'Economia tedesco e dell'organizzazione non governativa Club di Roma.

''Vogliamo fondare una societa' con l'obiettivo di presentare piani di attuazione concreti entro due, tre anni'', ha detto al giornale Torsten Jeworrek, membro del consiglio di amministrazione della Munich Re. Anche partner europei e nordafricani potrebbero presto prendere parte a Desertec. ''Su Italia e Spagna siamo ottimisti e dal Nord Africa riceviamo segnali positivi'', ha spiegato Jeworrek, il quale si e' invece dimostrato scettico sull'adesione dei francesi, ''che puntano ancora molto sul nucleare'', ha detto. Il progetto si basa sulla generazione di energia termica solare con un contenuto tecnologico relativamente basso, poiche' utilizzera' una sistema di specchi per riscaldare l'acqua piuttosto che una serie di sofisticate cellule fotovoltaiche. Per trasportare questa energia, e' prevista la realizzazione di una nuova rete di trasmissione ad alta tensione dal deserto del Magreb fino all'Europa.



Questo consorzio ritiene di poter attuare il progetto, si saranno fatti i loro conti.

Ma io mi domando ancora: i costi di manutenzione naturali (contro l'usura) e quelli non naturali (come il furto dei materiali, perché credo che controllare impianti così importanti sia una grande difficoltà), più l'approvvigionamento di acqua in aree in cui l'acqua è più preziosa dell'oro, non costituiscono un impedimento materiale.
A meno che non sia semplicemente il paradigma di tutte le ecotruffe, un atto di sciacallaggio in piena regola in un settore ambiguo, drogato da incentivi di ogni genere, senza i quali la cosiddetta convenienza delle fonti di energia rinnovabile va a farsi benedire.
Messaggio del 04-07-2009 alle ore 04:09:18
cosa che dovresti iniziare a fare anche tu.
Messaggio del 04-07-2009 alle ore 08:30:08
i costi "non naturali" come li chiami tu...sono assicurabili da qualsiasi impresa assicurativa in riassicurazione (quasi tutte), la manutenzione dipende dal tipo di impianto se fisso o a girasole.
Messaggio del 04-07-2009 alle ore 08:48:54
C'è da dire che, all'utente finale, quali possiamo essere noi, cittadini normali, limoni da spremere fino all'ultima goccia di sangue, non ci sarebbe una grande differenza di costi con quello che spendiamo ora. Quindi penso che, a parità di costi, ci rispiarmiamo un sacco d'inquinamento e ci guadagnamo sulla salute...altro che le sigarette.
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Editato da Anvedi il 04/07/2009 alle 08:49:55
Messaggio del 04-07-2009 alle ore 12:30:30
Adonai, ti sbagli, il sistema solare termodinamico:
1) non usa acqua come termovettore, ma sali fusi (quindi l'acqua non serve proprio)
2) anche se usasse l'acqua non ne servirebbe molta, visto che il circuito e chiuso e il termovettore rimane sempre nel circuito. Servirebbero solo dei minimi rabbocchi periodici dovuti alle perdite minime cusate da imperfezioni nel circuito.

Il mio problema è un'altro. Perchè l'Italia dovrebbe investire per produrre centrali nel deserto in Africa, quando anche noi abbiamo il sole?
Mi spiego meglio, perchè dobbiamo continuare a dipendere da uno stato estero, quando potremmo essere indipendenti? Lo stesso discorso vale anche di più per il nucleare (come se l'Italia avesse dell'uranio)
Messaggio del 04-07-2009 alle ore 16:09:18

i costi "non naturali" come li chiami tu...sono assicurabili da qualsiasi impresa assicurativa in riassicurazione (quasi tutte)


Permettimi di obiettare che dipende dal rischio.


1) non usa acqua come termovettore, ma sali fusi (quindi l'acqua non serve proprio)

Ho letto espressamente altrove che serve l'acqua per far girare le turbine, mentre i sali fusi servono per immagazzinare il calore da riutilizzare per poter mantenere l'impianto in funzione anche di notte. Ma come dici tu, può essere che mi sbagli


2) anche se usasse l'acqua non ne servirebbe molta, visto che il circuito e chiuso e il termovettore rimane sempre nel circuito. Servirebbero solo dei minimi rabbocchi periodici dovuti alle perdite minime cusate da imperfezioni nel circuito.

Sono d'accordo che possa servirne poca, ma quanta poca in un impianto enorme. E quanto cresce il fabbisogno quando l'impianto comincia a diventare meno efficiente a causa di usura?

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