Cultura & Attualità
e cosi`...
Messaggio del 30-11-2009 alle ore 14:41:50
Leggendo la lettera mi sono trovato in accordo con quanto scritto avendolo vissuto sulla mia pelle e vedendolo tutti i giorni.
Ciò che mi fa rabbia è l'ipocrisia di certa gente filo-di-sinistra, filo-perbenista, filo-qualunquista. Lui, il caro Celli, sa per primo che in Italia un posto degno di questo nome non lo ottieni se non con calcio "in culo" e ci dice bene se cè anche un po di merito... E lui cosa fa? scrive una lettera?!?!?!?!? ma che non mi venga a dire cazzate! Lui ha una posizione da cui "PUò" tentare di fare qualcosa! "PUò" cercare di cambiare le cose! e che fa? come al solito si lamenta e scrive una lettera dal suo studio in radica e pelle ottenuto con chissà quanti "compromessi"...
Leggere una denuncia su qualcosa che egli stesso condivide tutti i giorni mi da fastidio nonostante sia, ripeto, completamente daccordo con il contenuto!
IPOCRITA.
PS. quante agevolazioni avrà il succitato figlio nonostante tutto?
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Editato da Krotone2 il 30/11/2009 alle 14:46:41
Leggendo la lettera mi sono trovato in accordo con quanto scritto avendolo vissuto sulla mia pelle e vedendolo tutti i giorni.
Ciò che mi fa rabbia è l'ipocrisia di certa gente filo-di-sinistra, filo-perbenista, filo-qualunquista. Lui, il caro Celli, sa per primo che in Italia un posto degno di questo nome non lo ottieni se non con calcio "in culo" e ci dice bene se cè anche un po di merito... E lui cosa fa? scrive una lettera?!?!?!?!? ma che non mi venga a dire cazzate! Lui ha una posizione da cui "PUò" tentare di fare qualcosa! "PUò" cercare di cambiare le cose! e che fa? come al solito si lamenta e scrive una lettera dal suo studio in radica e pelle ottenuto con chissà quanti "compromessi"...
Leggere una denuncia su qualcosa che egli stesso condivide tutti i giorni mi da fastidio nonostante sia, ripeto, completamente daccordo con il contenuto!
IPOCRITA.
PS. quante agevolazioni avrà il succitato figlio nonostante tutto?
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Editato da Krotone2 il 30/11/2009 alle 14:46:41
Messaggio del 30-11-2009 alle ore 13:56:37
Cmq hai ragione Just: pure Brunetta è un ex sessantottino
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Editato da Uomodimondo il 30/11/2009 alle 13:56:55
Cmq hai ragione Just: pure Brunetta è un ex sessantottino

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Editato da Uomodimondo il 30/11/2009 alle 13:56:55
Messaggio del 30-11-2009 alle ore 13:50:54
Infatti è risaputo che senza politica e familismi a malapena ti paghi le bollette, come il fatto che alla luiss si paga proprio per ottenere un buon impiego...
Infatti è risaputo che senza politica e familismi a malapena ti paghi le bollette, come il fatto che alla luiss si paga proprio per ottenere un buon impiego...
Messaggio del 30-11-2009 alle ore 13:50:00
ci vo le palle! no le chiacchiere
ci vo le palle! no le chiacchiere

Messaggio del 30-11-2009 alle ore 13:44:37
Strano che sempre dei lottizzati e boiardi vogliano condannare questo Paese...
Strano che sempre dei lottizzati e boiardi vogliano condannare questo Paese...
Messaggio del 30-11-2009 alle ore 13:11:22
atè non è che capita solo qui , è che l'italiano per sua natura deve sempre esagerare .
atè non è che capita solo qui , è che l'italiano per sua natura deve sempre esagerare .
Messaggio del 30-11-2009 alle ore 13:09:26
vuoi diventare ariano come me?
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Editato da Just il 30/11/2009 alle 13:10:07
vuoi diventare ariano come me?

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Editato da Just il 30/11/2009 alle 13:10:07
Messaggio del 30-11-2009 alle ore 13:08:20
stando al post.
l'amarezza di quella lettera non sta tanto nel suo contenuto come ipotetico caso isolato o grido di dolore personale, ma nella sua assoluta e piena riproducibilità: in quanti facciamo nostre quelle parole? verso i figli, verso gli amici, verso chi ha il coraggio di staccarsi da un marciume che ci trascina dietro giorno dopo giorno.
e comunque, tornando a Just, il 68 non è stato un fenomeno solo italiano e le colpe sono pienamente occidentali, però sembra che tutto questo accada solo qui.
stando al post.
l'amarezza di quella lettera non sta tanto nel suo contenuto come ipotetico caso isolato o grido di dolore personale, ma nella sua assoluta e piena riproducibilità: in quanti facciamo nostre quelle parole? verso i figli, verso gli amici, verso chi ha il coraggio di staccarsi da un marciume che ci trascina dietro giorno dopo giorno.
e comunque, tornando a Just, il 68 non è stato un fenomeno solo italiano e le colpe sono pienamente occidentali, però sembra che tutto questo accada solo qui.
Messaggio del 30-11-2009 alle ore 13:05:38
Just, i tuoi interventi mi fanno venir voglia di eugenetica
Just, i tuoi interventi mi fanno venir voglia di eugenetica

Messaggio del 30-11-2009 alle ore 13:04:26
1 modo ci sarebbe
un colpo di stato e mettere renato brunetta come dittatore
1 modo ci sarebbe
un colpo di stato e mettere renato brunetta come dittatore
Messaggio del 30-11-2009 alle ore 13:03:26
non c'è più niente da fare .
quando l'uovo è rotto non si può riincollare .
non c'è più niente da fare .
quando l'uovo è rotto non si può riincollare .
Messaggio del 30-11-2009 alle ore 12:59:28
e invece noi just cosa stiamo facendo di meglio dei 68ini???
e invece noi just cosa stiamo facendo di meglio dei 68ini???

Messaggio del 30-11-2009 alle ore 12:55:17
w la repubblica ceca
a breve ti raggiungo
w la repubblica ceca


Messaggio del 30-11-2009 alle ore 12:54:24
come dicevo io
il fallimento della passata generazione di sessantottini lo paghiamo noi
come dicevo io
il fallimento della passata generazione di sessantottini lo paghiamo noi

Messaggio del 30-11-2009 alle ore 12:44:45
...mentre la gente di questo paese continua a pensare a crocifissi, aborti e cazzi in culo (quelli veri, dei trans nei culi dei nostri politici, e quelli dei nostri politici nei nostri culi)...qualcuno lancia messaggi come vox clamans in deserto...
(tratto da repubblica, ma credo che sia presente anche in altri giornali)
SCUOLA & GIOVANI
LA LETTERA. Il direttore generale della Luiss
avremmo voluto che l'Italia fosse diversa e abbiamo fallito
"Figlio mio, lascia questo Paese"
di PIER LUIGI CELLI
"Figlio mio, lascia questo Paese"
L'università La Sapienza di Roma
Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.
Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l'idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai.
Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l'affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.
Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E' anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l'Alitalia non si metta in testa di fare l'azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell'orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d'altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l'unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.
Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po', non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato - per ragioni intuibili - con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici per i destini industriali del Paese. Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all'infinito, annoiandoti e deprimendomi.
Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell'estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni.
Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.
Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze.
Preparati comunque a soffrire.
Con affetto,
tuo padre
L'autore è stato direttore generale della Rai. Attualmente è direttore generale della Libera Università internazionale degli studi sociali, Luiss Guido Carli.
(30 novembre 2009)
saluti...
...mentre la gente di questo paese continua a pensare a crocifissi, aborti e cazzi in culo (quelli veri, dei trans nei culi dei nostri politici, e quelli dei nostri politici nei nostri culi)...qualcuno lancia messaggi come vox clamans in deserto...
(tratto da repubblica, ma credo che sia presente anche in altri giornali)
SCUOLA & GIOVANI
LA LETTERA. Il direttore generale della Luiss
avremmo voluto che l'Italia fosse diversa e abbiamo fallito
"Figlio mio, lascia questo Paese"
di PIER LUIGI CELLI
"Figlio mio, lascia questo Paese"
L'università La Sapienza di Roma
Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.
Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l'idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai.
Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l'affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.
Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E' anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l'Alitalia non si metta in testa di fare l'azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell'orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d'altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l'unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.
Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po', non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato - per ragioni intuibili - con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici per i destini industriali del Paese. Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all'infinito, annoiandoti e deprimendomi.
Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell'estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni.
Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.
Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze.
Preparati comunque a soffrire.
Con affetto,
tuo padre
L'autore è stato direttore generale della Rai. Attualmente è direttore generale della Libera Università internazionale degli studi sociali, Luiss Guido Carli.
(30 novembre 2009)
saluti...
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