Cultura & Attualità
Ecco a cosa pensano
Messaggio del 15-11-2012 alle ore 13:19:28
«Via il crocifisso dal vostro ufficio»
Il sindaco del Pd ai volontari della Misericordia di Castelnuovo. E loro: «Non si tocca»
LIVORNO – Il crocifisso va tolto dalla parete a «garanzia della laicità del locale che è pubblico e a uso civico» ordina il Comune di Rosignano Marittimo (centrosinistra, con sindaco del Pd) con tanto di documento ufficiale con timbri e firme inviato al distaccamento della Misericordia di Castelnuovo, paesino sulle colline a pochi minuti di auto dalla godereccia Castiglioncello (quella del Sorpasso di Dino Risi e dei festival dedicati al cinema). Apriti cielo. L’antica e venerabilissima Confraternita della Misericordia, una potenza cattolica del volontariato e della protezione civile (tra le altre cose le Misericordie hanno ambulanze, gestiscono cimiteri, organizzano trasporto pazienti) legge il documento e inorridisce. «Il crocifisso? Non si tocca», avvertono all’unanimità i dirigenti e immediatamente avvertono dell’affronto il vescovo di Livorno, monsignor Simone Giusti e i vertici nazionali dell’associazione.
IL SINDACO - Ma il Comune di Rosignano, sindaco Alessandro Franchi (Pd) in testa, non arretra di un passo. E non solo non annulla la richiesta ma toglie le deleghe a un assessore ribelle dell’Idv che aveva concesso i locali all’associazione senza informare la giunta. «Il sindaco per tre volte mi aveva “consigliato” di non andare all’inaugurazione del nuovo distaccamento – racconta l’assessore “trombato” Luca Simoncini – ma io ho “disobbedito” agli ordini e mi sono presentato nella stanza dove era ancora appeso il crocifisso. Due giorni dopo sono stato cacciato».
IL VESCOVO - All’inaugurazione è arrivato anche il vescovo Giusti che ha benedetto i locali e lanciato un sorriso di approvazione verso il Cristo appeso alla parete. Insomma, quasi un «caso diplomatico», o forse più prosaicamente una storia postmoderna alla Peppone e don Camillo. Anche se dietro la storia pare si nascondano rivalità mai assopite tra la cattolica Misericordia e la laicissima Società volontaria di soccorso (Svs), da sempre un faro nella rossa Livorno. E che guarda caso nel centro civico ha una stanza accanto ai rivali cattolici. «Quella stanza era stata data in concessione alla Svs – conferma l’ex assessore – ma siccome non veniva utilizzata abbiamo deciso di accettare la richiesta della Misericordia. So per certo che dopo questa scelta alcuni alti dirigenti della Svs hanno telefonato arrabbiatissimi al sindaco. Che poi si è infuriato con me». Il sindaco Alessandro Franchi smentisce l’ex assessore: «Non ho ricevuto alcuna telefonata e comunque non sarebbe servita a niente – spiega -. Le deleghe all’assessore sono state tolte perché la stanza è stata data arbitrariamente in concessione senza informare la giunta. E questo è solo l’ultimo errore che ha commesso Simoncini durante il suo mandato. Il suggerimento di togliere il crocifisso è stato deciso solo per ottemperare al nostro regolamento che vieta nei centri civici, che sono utilizzati da più soggetti e associazioni, di apporre simboli di ogni genere. Comunque nessuno toglierà il crocifisso in quella stanza e questo Comune, che resta laico, continua a mantenere ottimi rapporti con i rappresentanti di tutte le religioni».
IL CROCIFISSO RESTA - Dunque il crocifisso resta appeso, nonostante il regolamento e la lettera del Comune. «Noi non abbiamo nessuna intenzione di toglierlo – conferma il responsabile della Misericordia di Castelnuovo, Andrea Filippi – perché è un simbolo della nostra cultura, non offende nessuno e non accettiamo diktat sulla libertà di professare il nostro credo religioso. Infine il crocifisso è il simbolo del cristianesimo che, se non sbaglio, unisce idealmente non solo l’Italia ma tutta la nostra Europa». Sulla vicenda il consigliere di «Più Toscana», Gian Luca Lazzeri, ha presentato un’interrogazione alla giunta regionale nella quale si parla di un grave atto che riporta alla memoria odiosi sentimenti anti clericali.
Marco Gasperetti 15 novembre 2012
«Via il crocifisso dal vostro ufficio»
Il sindaco del Pd ai volontari della Misericordia di Castelnuovo. E loro: «Non si tocca»
LIVORNO – Il crocifisso va tolto dalla parete a «garanzia della laicità del locale che è pubblico e a uso civico» ordina il Comune di Rosignano Marittimo (centrosinistra, con sindaco del Pd) con tanto di documento ufficiale con timbri e firme inviato al distaccamento della Misericordia di Castelnuovo, paesino sulle colline a pochi minuti di auto dalla godereccia Castiglioncello (quella del Sorpasso di Dino Risi e dei festival dedicati al cinema). Apriti cielo. L’antica e venerabilissima Confraternita della Misericordia, una potenza cattolica del volontariato e della protezione civile (tra le altre cose le Misericordie hanno ambulanze, gestiscono cimiteri, organizzano trasporto pazienti) legge il documento e inorridisce. «Il crocifisso? Non si tocca», avvertono all’unanimità i dirigenti e immediatamente avvertono dell’affronto il vescovo di Livorno, monsignor Simone Giusti e i vertici nazionali dell’associazione.
IL SINDACO - Ma il Comune di Rosignano, sindaco Alessandro Franchi (Pd) in testa, non arretra di un passo. E non solo non annulla la richiesta ma toglie le deleghe a un assessore ribelle dell’Idv che aveva concesso i locali all’associazione senza informare la giunta. «Il sindaco per tre volte mi aveva “consigliato” di non andare all’inaugurazione del nuovo distaccamento – racconta l’assessore “trombato” Luca Simoncini – ma io ho “disobbedito” agli ordini e mi sono presentato nella stanza dove era ancora appeso il crocifisso. Due giorni dopo sono stato cacciato».
IL VESCOVO - All’inaugurazione è arrivato anche il vescovo Giusti che ha benedetto i locali e lanciato un sorriso di approvazione verso il Cristo appeso alla parete. Insomma, quasi un «caso diplomatico», o forse più prosaicamente una storia postmoderna alla Peppone e don Camillo. Anche se dietro la storia pare si nascondano rivalità mai assopite tra la cattolica Misericordia e la laicissima Società volontaria di soccorso (Svs), da sempre un faro nella rossa Livorno. E che guarda caso nel centro civico ha una stanza accanto ai rivali cattolici. «Quella stanza era stata data in concessione alla Svs – conferma l’ex assessore – ma siccome non veniva utilizzata abbiamo deciso di accettare la richiesta della Misericordia. So per certo che dopo questa scelta alcuni alti dirigenti della Svs hanno telefonato arrabbiatissimi al sindaco. Che poi si è infuriato con me». Il sindaco Alessandro Franchi smentisce l’ex assessore: «Non ho ricevuto alcuna telefonata e comunque non sarebbe servita a niente – spiega -. Le deleghe all’assessore sono state tolte perché la stanza è stata data arbitrariamente in concessione senza informare la giunta. E questo è solo l’ultimo errore che ha commesso Simoncini durante il suo mandato. Il suggerimento di togliere il crocifisso è stato deciso solo per ottemperare al nostro regolamento che vieta nei centri civici, che sono utilizzati da più soggetti e associazioni, di apporre simboli di ogni genere. Comunque nessuno toglierà il crocifisso in quella stanza e questo Comune, che resta laico, continua a mantenere ottimi rapporti con i rappresentanti di tutte le religioni».
IL CROCIFISSO RESTA - Dunque il crocifisso resta appeso, nonostante il regolamento e la lettera del Comune. «Noi non abbiamo nessuna intenzione di toglierlo – conferma il responsabile della Misericordia di Castelnuovo, Andrea Filippi – perché è un simbolo della nostra cultura, non offende nessuno e non accettiamo diktat sulla libertà di professare il nostro credo religioso. Infine il crocifisso è il simbolo del cristianesimo che, se non sbaglio, unisce idealmente non solo l’Italia ma tutta la nostra Europa». Sulla vicenda il consigliere di «Più Toscana», Gian Luca Lazzeri, ha presentato un’interrogazione alla giunta regionale nella quale si parla di un grave atto che riporta alla memoria odiosi sentimenti anti clericali.
Marco Gasperetti 15 novembre 2012
Messaggio del 15-11-2012 alle ore 13:26:18
(Fonte Corriere.it).
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Editato da El Treble il 15/11/2012 alle 13:26:59
(Fonte Corriere.it).
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Editato da El Treble il 15/11/2012 alle 13:26:59
Messaggio del 15-11-2012 alle ore 14:11:27
El treble... c'hanno ragione... simboli religiosi non dovrebbero essere in locali statali che sono per definizione LAICI
El treble... c'hanno ragione... simboli religiosi non dovrebbero essere in locali statali che sono per definizione LAICI
Messaggio del 15-11-2012 alle ore 14:32:15
Please Gipsy...
Please Gipsy...
Messaggio del 15-11-2012 alle ore 19:54:35
Anche il simbolo della Croce rossa è un simbolo prettamente religioso ed espressamente religioso, ma non viene rimosso da nessun locale pubblico e statali in cui sia presente
Anche il simbolo della Croce rossa è un simbolo prettamente religioso ed espressamente religioso, ma non viene rimosso da nessun locale pubblico e statali in cui sia presente
Messaggio del 16-11-2012 alle ore 13:19:47
è la solita prepotenza, quella di imporre simboli religiosi in accessi pubblici. Ma, purtroppo, è una prepotenza legalizzata (l'ultima sentenza della corte europea afferma che non è reato, anche se non necessario, esporre simboli religiosi in accessi pubblici), quindi è inutile stare a far notare che l'Italia è, per costituzione, uno stato laico. Le religioni sono arroganti per statuto.
Io, quando vado in ufficio (non ne ho uno fisso, dipende da dove mi mandano) mi sono attrezzato: appendo di fianco a qualsiasi simbolo religioso una bella faccia di un demone (o qualche altra cosa, a seconda di come mi sento ispirato...) e mi dichiaro satanista, e visto che l'art. 8 cost. è chiaro, nessuno mi può rompere.
prima di affermare certe cose, prive di ogni fondamento, sarebbe il caso di informarsi. Dal sito ufficiale della croce rossa si legge:
-La croce rossa su sfondo bianco viene adottata quale simbolo di protezione e neutralità riconosciuto a livello internazionale.
L'emblema, privo di significato religioso, è scelto invertendo i colori federali della bandiera svizzera, in omaggio al paese ospitante. (leggi qui)
è la solita prepotenza, quella di imporre simboli religiosi in accessi pubblici. Ma, purtroppo, è una prepotenza legalizzata (l'ultima sentenza della corte europea afferma che non è reato, anche se non necessario, esporre simboli religiosi in accessi pubblici), quindi è inutile stare a far notare che l'Italia è, per costituzione, uno stato laico. Le religioni sono arroganti per statuto.
Io, quando vado in ufficio (non ne ho uno fisso, dipende da dove mi mandano) mi sono attrezzato: appendo di fianco a qualsiasi simbolo religioso una bella faccia di un demone (o qualche altra cosa, a seconda di come mi sento ispirato...) e mi dichiaro satanista, e visto che l'art. 8 cost. è chiaro, nessuno mi può rompere.
prima di affermare certe cose, prive di ogni fondamento, sarebbe il caso di informarsi. Dal sito ufficiale della croce rossa si legge:
-La croce rossa su sfondo bianco viene adottata quale simbolo di protezione e neutralità riconosciuto a livello internazionale.
L'emblema, privo di significato religioso, è scelto invertendo i colori federali della bandiera svizzera, in omaggio al paese ospitante. (leggi qui)
Messaggio del 16-11-2012 alle ore 18:24:10
La bandiera Svizzera riporta un simbolo puramente religioso. È per questo motivo che nei paesi musulmani si adotta la Mezzaluna. Chi afferma il contrario dice favolette.
La bandiera Svizzera riporta un simbolo puramente religioso. È per questo motivo che nei paesi musulmani si adotta la Mezzaluna. Chi afferma il contrario dice favolette.
Messaggio del 16-11-2012 alle ore 18:32:33
il sito ufficiale della croce rossa non saprebbe cosa indica il proprio simbolo???
bè, ora le ho lette tutte!!!!!
il sito ufficiale della croce rossa non saprebbe cosa indica il proprio simbolo???
bè, ora le ho lette tutte!!!!!
Messaggio del 16-11-2012 alle ore 18:49:02
L'importante è che ci credano gli atei
L'importante è che ci credano gli atei
Messaggio del 17-11-2012 alle ore 00:07:18
ecco a cosa pensate
ecco a cosa pensate
Messaggio del 17-11-2012 alle ore 02:59:19
Speriamo che sia reciproca la cosa
Speriamo che sia reciproca la cosa
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