Cultura & Attualità
Etica e Business...
Messaggio del 16-07-2011 alle ore 07:38:40
sono d'accordo, ma siamo sicuri che gli islamici predicano come razzolano? a me sembra che per loro l'ipocrisia sia normale, in ogni caso...
spero che adesso sia chiaro...
sono d'accordo, ma siamo sicuri che gli islamici predicano come razzolano? a me sembra che per loro l'ipocrisia sia normale, in ogni caso...
spero che adesso sia chiaro...
Messaggio del 15-07-2011 alle ore 21:42:31
Finanza Islamica
La finanza islamica è basata su alcune interpretazioni del Corano. I suoi due pilastri centrali consistono nel fatto che non si possono ottenere interessi sui prestiti (divieto del riba) e che bisogna effettuare investimenti socialmente responsabili.
[...]
La differenza fondamentale dalla finanza tradizionale è il divieto di guadagnare sugli interessi ( ribā ), dato che l'obbligo di investire in modo socialmente responsabile non è diverso da quelli presenti in varie altre religioni.
[...]
La seconda differenza tra la finanza islamica e quella tradizionale è l'enfasi sugli investimenti socialmente responsabili. Mentre secondo la tradizione occidentale è semplicemente possibile investire in modo responsabile per l'Islam ciò è strettamente obbligatorio.
Questo include l'obbligo di assicurarsi che i propri soldi non siano utilizzati per scopi non etici, come ad esempio droghe, armi, alcol, pornografia e terrorismo.
l'etica non è un monopolio
Finanza Islamica
La finanza islamica è basata su alcune interpretazioni del Corano. I suoi due pilastri centrali consistono nel fatto che non si possono ottenere interessi sui prestiti (divieto del riba) e che bisogna effettuare investimenti socialmente responsabili.
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La differenza fondamentale dalla finanza tradizionale è il divieto di guadagnare sugli interessi ( ribā ), dato che l'obbligo di investire in modo socialmente responsabile non è diverso da quelli presenti in varie altre religioni.
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La seconda differenza tra la finanza islamica e quella tradizionale è l'enfasi sugli investimenti socialmente responsabili. Mentre secondo la tradizione occidentale è semplicemente possibile investire in modo responsabile per l'Islam ciò è strettamente obbligatorio.
Questo include l'obbligo di assicurarsi che i propri soldi non siano utilizzati per scopi non etici, come ad esempio droghe, armi, alcol, pornografia e terrorismo.
l'etica non è un monopolio
Messaggio del 15-07-2011 alle ore 18:47:41
conosci l'ironia?
conosci l'ironia?
Messaggio del 15-07-2011 alle ore 18:46:48
una volta aiutavo un sacerdote che era presidente della caritas diocesana e quando arrivavano i mussulmani e gli ortodossi con le bollette della luce e del gas (che non potevano pagare) e chiedevano i viveri, il sacerdote (scherzando) diceva: ma non potrebbero farsi aiutare dai loro fratelli? che andassero a chiedere i viveri alla moschea o al pope! non ce l'hanno un pope?
una volta aiutavo un sacerdote che era presidente della caritas diocesana e quando arrivavano i mussulmani e gli ortodossi con le bollette della luce e del gas (che non potevano pagare) e chiedevano i viveri, il sacerdote (scherzando) diceva: ma non potrebbero farsi aiutare dai loro fratelli? che andassero a chiedere i viveri alla moschea o al pope! non ce l'hanno un pope?
Messaggio del 14-07-2011 alle ore 23:22:36
Messaggio del 14-07-2011 alle ore 19:05:04
c'è un errore di fondo in questo pezzo...un grosso errore...d'altronde radio vaticana tira l'acqua al suo mulino...
ora, l'errore è questo: la dottrina sociale non è prerogativa della chiesa, ma di tutte le religioni (dimmene una che non predichi, almeno a parole, l'aiuto ai più bisognosi), quindi l'etica serve, serve quella cristiana, quella musulmana, quella indù e tutte le altre, compresa la atea, la più disinteressata di tutte (l'ateo aiuta i bisognosi senza speranza di una ricompensa postuma...)...poi gli stronzi ci sono in tutte le categorie....
c'è un errore di fondo in questo pezzo...un grosso errore...d'altronde radio vaticana tira l'acqua al suo mulino...
ora, l'errore è questo: la dottrina sociale non è prerogativa della chiesa, ma di tutte le religioni (dimmene una che non predichi, almeno a parole, l'aiuto ai più bisognosi), quindi l'etica serve, serve quella cristiana, quella musulmana, quella indù e tutte le altre, compresa la atea, la più disinteressata di tutte (l'ateo aiuta i bisognosi senza speranza di una ricompensa postuma...)...poi gli stronzi ci sono in tutte le categorie....
Messaggio del 14-07-2011 alle ore 17:45:36
Un cristiano non mette su un piedistallo la propria categoria, sbeffeggiando gli altri solo perchè di idee, filosofie, o religioni diverse.
Misteri della fede.
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Editato da Uanasgheps il 14/07/2011 alle 17:47:24
Un cristiano non mette su un piedistallo la propria categoria, sbeffeggiando gli altri solo perchè di idee, filosofie, o religioni diverse.
Misteri della fede.
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Editato da Uanasgheps il 14/07/2011 alle 17:47:24
Messaggio del 14-07-2011 alle ore 17:07:10
Le "grandi" menti del forum lo considereranno carta straccia, ma le menti elette se lo leggeranno e lo condivideranno in pieno. La fonte è Radio Vaticana...
Convegno in Vaticano su etica e business. Il prof. Zamagni: l'economia senza valori ha i giorni contati.
Continua in Vaticano il convegno “Executive Summit on Ethics for the Business World”, che vede imprenditori ed esponenti della finanza confrontarsi a due anni dall’Enciclica Caritas in veritate. Ieri, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, aveva detto che “l’assolutizzazione del profitto è un movente insufficiente in un’economia e in una società che oggi hanno a che fare con sfide nuove, tra le quali l’ambiente, i beni comuni e la globalizzazione”. Temi ripresi dall’economista Stefano Zamagni, che afferma come propria la mancanza di etica abbia provocato le crisi di questi anni. Alessandro Guarasci lo ha intervistato:
R. – Si potrebbero usare la crisi della Grecia, così come quella della Spagna, del Portogallo e dell’Irlanda come esempi di studio che mostrano come aver separato l’economia dall’etica abbia i giorni contati; come pure l’aver fatto credere, sbagliando, che si potesse continuare sulla via del progresso economico e dell’avanzamento della produttività, slegandosi dall’etica.
D. – L’Italia sta meglio secondo lei in questo momento? Si parla di manovre che possono oscillare dai 3 ai 30 miliardi; dipende anche dagli anni di esercizio dove si collocano queste manovre…
R. - E’ chiaro che l’Italia sta molto meglio. Per fortuna, per tutta una serie di ragioni, da noi quella sottocultura che in altri Paesi ha fatto credere, come dicevo poc’anzi, che si potesse separare l’economia dall’etica, non ha mai attecchito. Questo non vuol dire che tutti i nostri imprenditori si comportino bene. Però, quando si comportano male sanno che fanno male: non c’è una giustificazione teorica come è avvenuto negli altri Paesi.
D. – In questo caso, la Dottrina sociale della Chiesa ci viene in aiuto?
R. – E’ ovvio, perché è da secoli che la Dottrina sociale della Chiesa predica il principio di sussidiarietà: lo predica, ma la gente non la ascolta, perché molti pensano che la sussidiarietà sia il contrario della solidarietà: sciocchezza più grossa non è mai stata detta. Ecco perché Benedetto XVI nella Caritas in veritate dice quella bella frase: la solidarietà e la sussidiarietà sono come le due facce della stessa medaglia. L’una realizza e sostiene l’altra. Una solidarietà senza sussidiarietà produce assistenzialismo, distruzione di risorse. Una sussidiarietà senza solidarietà produce particolarismi e quindi ingiustizie. Tutte e due devono marciare alla stessa velocità. (bf)
Le "grandi" menti del forum lo considereranno carta straccia, ma le menti elette se lo leggeranno e lo condivideranno in pieno. La fonte è Radio Vaticana...
Convegno in Vaticano su etica e business. Il prof. Zamagni: l'economia senza valori ha i giorni contati.
Continua in Vaticano il convegno “Executive Summit on Ethics for the Business World”, che vede imprenditori ed esponenti della finanza confrontarsi a due anni dall’Enciclica Caritas in veritate. Ieri, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, aveva detto che “l’assolutizzazione del profitto è un movente insufficiente in un’economia e in una società che oggi hanno a che fare con sfide nuove, tra le quali l’ambiente, i beni comuni e la globalizzazione”. Temi ripresi dall’economista Stefano Zamagni, che afferma come propria la mancanza di etica abbia provocato le crisi di questi anni. Alessandro Guarasci lo ha intervistato:
R. – Si potrebbero usare la crisi della Grecia, così come quella della Spagna, del Portogallo e dell’Irlanda come esempi di studio che mostrano come aver separato l’economia dall’etica abbia i giorni contati; come pure l’aver fatto credere, sbagliando, che si potesse continuare sulla via del progresso economico e dell’avanzamento della produttività, slegandosi dall’etica.
D. – L’Italia sta meglio secondo lei in questo momento? Si parla di manovre che possono oscillare dai 3 ai 30 miliardi; dipende anche dagli anni di esercizio dove si collocano queste manovre…
R. - E’ chiaro che l’Italia sta molto meglio. Per fortuna, per tutta una serie di ragioni, da noi quella sottocultura che in altri Paesi ha fatto credere, come dicevo poc’anzi, che si potesse separare l’economia dall’etica, non ha mai attecchito. Questo non vuol dire che tutti i nostri imprenditori si comportino bene. Però, quando si comportano male sanno che fanno male: non c’è una giustificazione teorica come è avvenuto negli altri Paesi.
D. – In questo caso, la Dottrina sociale della Chiesa ci viene in aiuto?
R. – E’ ovvio, perché è da secoli che la Dottrina sociale della Chiesa predica il principio di sussidiarietà: lo predica, ma la gente non la ascolta, perché molti pensano che la sussidiarietà sia il contrario della solidarietà: sciocchezza più grossa non è mai stata detta. Ecco perché Benedetto XVI nella Caritas in veritate dice quella bella frase: la solidarietà e la sussidiarietà sono come le due facce della stessa medaglia. L’una realizza e sostiene l’altra. Una solidarietà senza sussidiarietà produce assistenzialismo, distruzione di risorse. Una sussidiarietà senza solidarietà produce particolarismi e quindi ingiustizie. Tutte e due devono marciare alla stessa velocità. (bf)
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