Cultura & Attualità

Global legal standard
Messaggio del 07-07-2009 alle ore 14:13:26
Mentre Gordon Brown propone al G8 il suo piano fasullo anticrisi salvabanche (soprattutto quelle degli speculatori britannici), pare ci sia un boom dei futures sul grano.
Chi vogliamo affamare oggi coi soldi pubblici inglesi?
Messaggio del 07-07-2009 alle ore 03:00:14

vedo che sei anche un esperto di Storia del diritto pubblico romano

Suppongo che la scelta di definire i dodici punti come "le dodici tavole" non sia per nulla casuale
Messaggio del 07-07-2009 alle ore 02:58:24
È un'idea di Tremonti che non nasce a caso e ha una storia antica e un seguito nutrito, oltre che nemici piuttosto agguerriti.
Messaggio del 06-07-2009 alle ore 21:29:01
Adonai,
vedo che sei anche un esperto di Storia del diritto pubblico romano
Messaggio del 06-07-2009 alle ore 13:43:03
è come se satana mi parlasse di amore fraterno con la vasellina in mano: più di incularmi, non può fare.
Messaggio del 06-07-2009 alle ore 12:10:16
Quelli erano i dieci comandamenti. Le dodici tavole della legge sono un'altra cosa.
Messaggio del 06-07-2009 alle ore 12:03:03

Le dodici «tavole» per un’economia etica
Pronto il testo Ocse elaborato dall’Italia

ROMA - Le dodici «tavole» per un’economia più giusta e sostenibile stanno per planare sui lavori dei Grandi della Terra da mercoledì riuniti all’Aqui la. ......



tè ricalà mosè, a salvarci dalla crisi economica, o berlusconi farà credere a tutto il mondo di essere mosè travestito da silviazzo berlusconi......
Messaggio del 06-07-2009 alle ore 12:00:24

Le dodici «tavole» per un’economia etica
Pronto il testo Ocse elaborato dall’Italia

ROMA - Le dodici «tavole» per un’economia più giusta e sostenibile stanno per planare sui lavori dei Grandi della Terra da mercoledì riuniti all’Aqui­la. Oggi saranno visibili a tutti sul sito dell’Ocse, l’orga­nizzazione dei 30 Paesi più industrializza­ti del mondo, che ha lavorato a stretto contatto con gli esperti nominati dal mi­nistro dell’Economia Giulio Tremonti e con i tecnici del cancelliere tedesco Ange­la Merkel.

I passaggi chiave fanno forti riferimenti all’integrità, alla legalità e al­la trasparenza dei mercati e della proprie­tà sotto l’occhio vigile della «politica» impegnata a monitorare e a migliorare di continuo gli assetti regolatori non so­lo della finanza ma anche dell’economia «reale». Ovunque ci sono riferimenti al­l’etica, alla giustizia, alla responsabilità. Anche il premier britannico Gordon Brown ha pronto un suo piano anticrisi in cinque punti che sotto­porrà al G8: più credito da parte delle banche, in­tervenire sul prezzo del petrolio, scoraggiare il protezionismo, favorire l’occupazione dei giova­ni, rilanciare le tesi del G20 di Londra.

Al pragmatismo di Downing Street si con­trappone la visione rego­latoria delle dodici tavole della legge. Chi ha lavora­to in questi mesi al pro­getto fa notare come la domanda di etica, dopo il crack Usa, sta aumentan­do ovunque. Il mese scor­so alla Business School della statunitense Har­vard 400 studenti, prima di ricevere il lo­ro bravo master Mba, hanno fatto una sorta di «giuramento di Ippocrate» (quel­lo dei medici prima di iniziare la profes­sione) contro l’avidità impegnandosi a servire «con integrità il bene comune». Le «tavole», in quanto tali, si ispirano a principi molto ideali ma ci sono passag­gi estremamente legati all’attualità e alla crisi economica che ha creato decine di milioni di disoccupati.

Tra i primi punti viene indicato il superamento del segre­to bancario, nuove governance societa­rie, il rispetto degli standard per la difesa dell’ambiente, del lavoro, della società che «non devono andare verso il basso» ma mirare a una «convergenza condivi­sa al massimo livello da strutture legali internazionali». Così come ci sono ampi riferimenti alla lotta contro l’evasione e l’elusione fiscale, contro la criminalità fi­nanziaria e il «riciclaggio del denaro sporco» che vanno «effettivamente colpi­ti e puniti». Nel mirino dei nuovi Global Legal Standard anche i superstipendi dei top manager non solo bancari — fatti di stock option e paracaduti d’oro — che devono essere «sostenibili», collegati a obiettivi di lungo termine e condivisi da tutta la filiera degli stakeholder. Di con­seguenza la governance delle grandi compagnie — siano esse private o pub­bliche, industriali o finanziarie — deve rispettare precisi schemi legali condivisi dal management e dagli azionisti senza nascondere attività illecite, debiti ma­scherati, pratiche fiscali non corrette, manipolazione improprie dei bilanci.

La convinzione dei «progettisti» del nuovo codice è che se questi principi fos­sero stati adottati e rispettati da tutti, la piaga dei titoli tossici, un caso Madoff o il fallimento della Lehman Brothers, non sarebbero stati possibili. E la crisi che ha sconvolto il mondo evitata. Il summit del G8 dell’Aquila si occupe­rà per primo del documento di 72 pagi­ne, grossomodo il dossier conosciuto co­me Lecce Framework, una sorta di «rela­zione tecnica» per spiegare e documenta­re i dodici punti essenziali. Nessuno si il­lude che il G8 riesca ad entrare nel detta­glio della mole dei criteri giuridici che sottendono le «regole». Sufficiente per adesso sarebbe un «endorsement» politi­co che condivida la filosofia di base del lavoro fatto sino ad ora dall’asse Parigi (Ocse)-Roma-Berlino per proiettare i principi del Global Legal Standard e del Global Charter a livello del G20 perché è impensabile agire al di fuori di un peri­metro politico e giuridico che escluda i nuovi attori economici come la Cina e l’India. Se ci sarà il via libera dal G8, il team di nove giuristi-politici-economisti messo in campo alla fine di febbraio da Tremon­ti (Guido Rossi, Enrico Letta, Giulio Na­politano, Silvia Cipollina, Carlo Baldocci, Vittorio Grilli, Gustavo Visentini, Gabrie­le Crespi Reghizzi e Alberto Santamaria) proseguirà il lavoro in contatto con i te­deschi e gli esperti Ocse per sbarcare al G20 di Pittsburgh in settembre e succes­sivamente al G8 finanziario di Istanbul in ottobre.

Il segretario generale dell’Oc­se Angel Gurria, che ha fatto della lotta ai paradisi fiscali e alla disoccupazione una sua personale battaglia, si è appas­sionato a questa iniziativa italiana e ne segue pervicacemente gli sviluppi. Il mondo si sta del resto muovendo su questo solco. Il presidente degli Stati Uni­ti Barack Obama, il 17 giugno scorso, e senza aspettare i suggerimenti del Finan­cial Stability Board, ha proposto al Con­gresso quella che ha definito «la più grande riforma dal ’29»: ha così dato maggiori poteri ispettivi alla Fed, creato un’Authority per i consumatori e incari­cato il segretario al Tesoro Tim Geithner di guidare un «consiglio di coordinamen­to » per identificare i rischi emergenti. La Commissione europea proprio venerdì ha presentato in modo autonomo una se­rie di linee guida per centralizzare il fun­zionamento dei derivati e aumentare la sicurezza dei mercati. Mosse tutte giuste ma è proprio quel­lo che il meccanismo del Global Legal Standard con le sue «tavole del diritto» vorrebbe in fin dei conti evitare: che ogni Paese si blindi al proprio interno con una serie di provvedimenti slegati dal contesto internazionale. Perché se la crisi è globale, come ormai tutti sosten­gono, non ha senso reagire con metodi locali.



Corriere.it

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