Cultura & Attualità
IL NEMICO
Messaggio del 18-11-2008 alle ore 18:42:30
per una volta quoto Phar Lap
per una volta quoto Phar Lap
Messaggio del 18-11-2008 alle ore 11:12:18
Ki,ho letto solo l'inizio,si cori allo stadio di Begamo ci sono sempre stati,almeno da 50 anni
Ki,ho letto solo l'inizio,si cori allo stadio di Begamo ci sono sempre stati,almeno da 50 anni
Messaggio del 18-11-2008 alle ore 09:15:21


Messaggio del 18-11-2008 alle ore 07:04:46
comincio a supporre che nn siamo più in democrazia.. e la supposta.. fa male....
comincio a supporre che nn siamo più in democrazia.. e la supposta.. fa male....

Messaggio del 18-11-2008 alle ore 00:15:39
leggere ki , paladino di quella sinistra che ha come collante la demonizzazione dell'avversario , fare paternali sulla criminalizzazione della gente , mi fà solo ridere
leggere ki , paladino di quella sinistra che ha come collante la demonizzazione dell'avversario , fare paternali sulla criminalizzazione della gente , mi fà solo ridere
Messaggio del 17-11-2008 alle ore 23:27:47
Chi semina vento, vince le elezioni ma raccoglie tempesta.
Dal caso "Reggiani" si è aperta una becera caccia al nemico di turno, a seconda della notizia di cronaca da mettere in evidenza.
Che poi ha creato questo clima ed un senso comune che spero (anche) il vento prodotto dalla vittoria di Obama riesca a riportare verso quelle politiche di inclusione e tolleranza, degne di un Paese civile, moderno.
Chi semina vento, vince le elezioni ma raccoglie tempesta.
Dal caso "Reggiani" si è aperta una becera caccia al nemico di turno, a seconda della notizia di cronaca da mettere in evidenza.
Che poi ha creato questo clima ed un senso comune che spero (anche) il vento prodotto dalla vittoria di Obama riesca a riportare verso quelle politiche di inclusione e tolleranza, degne di un Paese civile, moderno.
Messaggio del 17-11-2008 alle ore 18:48:57
KI. benvenuto nell'Italia del Banana...
KI. benvenuto nell'Italia del Banana...
Messaggio del 17-11-2008 alle ore 18:36:34
Ieri la partita di calcio tra l’Atalanta di Bergamo e il Napoli è stata caratterizzata da 90 minuti di cori razzisti in un clima revanscista e carico d’odio che in un paese civile avrebbero portato alla sospensione della partita stessa. Scritte razziste e altri episodi di intolleranza hanno caratterizzato l’arrivo e l’intero soggiorno della squadra del Napoli a Bergamo.
Non essendoci, per decisione del ministro degli Interni Roberto Maroni, alcun tifoso del Napoli presente, quel rancore e quel sordido clima di intimidazione era proprio indirizzato contro quel ragazzo mite e sempre sorridente che si chiama Ezequiel Lavezzi. Il Napoli pur essendo più forte ha perso la partita perchè intimorito.
L’indiscriminato odio antimeridionale ha già portato a incostituzionali “leggi speciali” che induriscono le pene a seconda di dove si commette un reato.
Intanto su un altro canale un Ministro della Repubblica, Renato Brunetta, che le cronache ci rivelano essere entrato in Università attraverso la madre di tutte le ope legis (una scandalosa sanatoria) nel 1980 e aver acquistato una villa di pregio (a lui Ravello non fa schifo, deduco) al prezzo di un garage in periferia, sostiene che, in quanto persona di sinistra, sussisterebbe per chi scrive una presunzione di colpevolezza: sono un fannullone.
E in quanto dipendente pubblico sarei un mangiapane a tradimento. Mi accusano anche di una serie di altre cose, storie di parenti che non ho (un po’ come Guccini sono più o meno il primo che ha studiato) o di aver fatto carriera (sic).
Giovedì a Bologna c’è stato l’ennesimo episodio di squadrismo. Un’aggressione a freddo da parte di neofascisti a ragazzi di sinistra rei solo di essere tali. Se a piazza Navona erano state le teste degli studenti ad aver aggredito i manganelli e le cinghie dei fascisti, stavolta la notizia ha fatto presto a sparire dalle cronache. Ma presto ce ne sarà un’altra e un’altra ancora perché c’è un governo disposto ad usare lo squadrismo come massa di manovra e fa sentire gli squadristi impuni. E sarà responsabile del morto che prima o poi ci scapperà.
Dal capo del governo giù giù fino all’ultimo bar oramai in questo paese si può “accusare” qualcuno di essere di sinistra, come fosse una colpa e non più una legittima opzione politica.
Essere di sinistra è un insulto (connivente WV) e ti fa divenire un bersaglio valido per episodi di squadrismo. Essere meridionale è uno stigma (e non parliamo dei migranti). Essere dipendente pubblico è un precedente penale e/o un’aggravante.
Ho apprezzato molto la risposta di Guglielmo Epifani a Brunetta: fai i nomi, porta le prove, altrimenti sei un bugiardo. Bisognerebbe chiedere i nomi e le prove a chiunque diffama dal ministro fino all'ultimo bar di Lanciano: quale impiegato è fannullone, quale concorso è truccato, quale rumeno ruba.
Brunetta non li porterà i nomi perché quello che vuole il governo è avere un nemico interno da additare per i propri insuccessi, un nemico interno da dare in pasto agli umori di pancia piena di merda dei suoi, un nemico interno sul quale accanirsi per cementare consenso. Succedeva negli anni ‘20 e non sembra che a quasi un secolo di distanza le forme dell’individuazione del nemico interno siano poi molto più sofisticate.
Questo governo, questo clima infame che hanno creato (la citazione craxiana è voluta), pretende davvero di farci sentire stranieri in casa nostra in quanto (per chi scrive) uomo del Sud, persona di sinistra.
Non arriverà a privarci della cittadinanza e della nostra “condizione di cileni”, come fece Augusto Pinochet con gli allendisti, ma dobbiamo ribattere colpo su colpo alla calunnia, alla diffamazione e alla discriminazione.
Quella che oramai subiamo sulla nostra pelle e quella che subiscono, spesso in forma più grave quelli che ci circondano, spesso molto più deboli socialmente di noi, i migranti, soprattutto quelli senza permesso di soggiorno (loro li chiamano clandestini) ma anche i disabili, le madri sole e molte altre categorie alle quali l’aggressività di questo governo rende la vita ancora più difficile.
L’unica Italia possibile è quella che include, non questa che discrimina, esclude ed è continuamente a caccia di un nemico.
Ieri la partita di calcio tra l’Atalanta di Bergamo e il Napoli è stata caratterizzata da 90 minuti di cori razzisti in un clima revanscista e carico d’odio che in un paese civile avrebbero portato alla sospensione della partita stessa. Scritte razziste e altri episodi di intolleranza hanno caratterizzato l’arrivo e l’intero soggiorno della squadra del Napoli a Bergamo.
Non essendoci, per decisione del ministro degli Interni Roberto Maroni, alcun tifoso del Napoli presente, quel rancore e quel sordido clima di intimidazione era proprio indirizzato contro quel ragazzo mite e sempre sorridente che si chiama Ezequiel Lavezzi. Il Napoli pur essendo più forte ha perso la partita perchè intimorito.
L’indiscriminato odio antimeridionale ha già portato a incostituzionali “leggi speciali” che induriscono le pene a seconda di dove si commette un reato.
Intanto su un altro canale un Ministro della Repubblica, Renato Brunetta, che le cronache ci rivelano essere entrato in Università attraverso la madre di tutte le ope legis (una scandalosa sanatoria) nel 1980 e aver acquistato una villa di pregio (a lui Ravello non fa schifo, deduco) al prezzo di un garage in periferia, sostiene che, in quanto persona di sinistra, sussisterebbe per chi scrive una presunzione di colpevolezza: sono un fannullone.
E in quanto dipendente pubblico sarei un mangiapane a tradimento. Mi accusano anche di una serie di altre cose, storie di parenti che non ho (un po’ come Guccini sono più o meno il primo che ha studiato) o di aver fatto carriera (sic).
Giovedì a Bologna c’è stato l’ennesimo episodio di squadrismo. Un’aggressione a freddo da parte di neofascisti a ragazzi di sinistra rei solo di essere tali. Se a piazza Navona erano state le teste degli studenti ad aver aggredito i manganelli e le cinghie dei fascisti, stavolta la notizia ha fatto presto a sparire dalle cronache. Ma presto ce ne sarà un’altra e un’altra ancora perché c’è un governo disposto ad usare lo squadrismo come massa di manovra e fa sentire gli squadristi impuni. E sarà responsabile del morto che prima o poi ci scapperà.
Dal capo del governo giù giù fino all’ultimo bar oramai in questo paese si può “accusare” qualcuno di essere di sinistra, come fosse una colpa e non più una legittima opzione politica.
Essere di sinistra è un insulto (connivente WV) e ti fa divenire un bersaglio valido per episodi di squadrismo. Essere meridionale è uno stigma (e non parliamo dei migranti). Essere dipendente pubblico è un precedente penale e/o un’aggravante.
Ho apprezzato molto la risposta di Guglielmo Epifani a Brunetta: fai i nomi, porta le prove, altrimenti sei un bugiardo. Bisognerebbe chiedere i nomi e le prove a chiunque diffama dal ministro fino all'ultimo bar di Lanciano: quale impiegato è fannullone, quale concorso è truccato, quale rumeno ruba.
Brunetta non li porterà i nomi perché quello che vuole il governo è avere un nemico interno da additare per i propri insuccessi, un nemico interno da dare in pasto agli umori di pancia piena di merda dei suoi, un nemico interno sul quale accanirsi per cementare consenso. Succedeva negli anni ‘20 e non sembra che a quasi un secolo di distanza le forme dell’individuazione del nemico interno siano poi molto più sofisticate.
Questo governo, questo clima infame che hanno creato (la citazione craxiana è voluta), pretende davvero di farci sentire stranieri in casa nostra in quanto (per chi scrive) uomo del Sud, persona di sinistra.
Non arriverà a privarci della cittadinanza e della nostra “condizione di cileni”, come fece Augusto Pinochet con gli allendisti, ma dobbiamo ribattere colpo su colpo alla calunnia, alla diffamazione e alla discriminazione.
Quella che oramai subiamo sulla nostra pelle e quella che subiscono, spesso in forma più grave quelli che ci circondano, spesso molto più deboli socialmente di noi, i migranti, soprattutto quelli senza permesso di soggiorno (loro li chiamano clandestini) ma anche i disabili, le madri sole e molte altre categorie alle quali l’aggressività di questo governo rende la vita ancora più difficile.
L’unica Italia possibile è quella che include, non questa che discrimina, esclude ed è continuamente a caccia di un nemico.

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