Cultura & Attualità

Il preservativo (in testa)
Messaggio del 20-10-2011 alle ore 00:09:14
Su un dato certamente sbagli Krotone. Se nasci siero positivo, la fedeltà e l'astinenza rimangono i metodi più sicuri a cui eventualmente aggiungere anche il condom non il contrario.
Messaggio del 19-10-2011 alle ore 23:33:09
Messaggio del 19-10-2011 alle ore 23:01:43
Il problema in africa è che una buona percentuale dei nuovi nati nasce sieropositivo. E se lo sei puoi essere fedele, credente o ateo, il preservativo rimane (con le sue lacune ovvio) il miglior metodo per evitare la diffusione anche se Tecnicamente non è infallibile.
Messaggio del 19-10-2011 alle ore 19:42:13
Anche Giovanni Lindo Ferretti se n'è uscito di testa, però io preferisco ricordarlo così










Messaggio del 19-10-2011 alle ore 17:48:36


e ci credo che in Africa il preservativo è inutile: non gli entra!!
Messaggio del 19-10-2011 alle ore 17:23:59
D'accordissimo con te Mur
Il mio intervento non voleva assolutamente vestirsi da "critica", ma solo essere ulteriore spunto.
E' un argomento talmente vasto e delicato che nessuno può permettersi il lusso di dettar legge...
Messaggio del 19-10-2011 alle ore 17:04:10
X Thompson

E' proprio lì il tuo errore logico prima di ogni altro mettere sullo stesso piano Chiese diverse (ma non solo Chiese anche politiche e filosofie mediche), che dicono ed offrono risposte diverse. E sbagli ancora quando dici che l'AIDS non guarda le Chiese. La diffussione dell'HIV tra chi frequenta a fa suoi i diversi messaggi religiosi fanno la differenza (e anche grande).
E se avessi letto gli articoli che ti ho postato sapresti oltre ogni ragionevole dubbio che fermare l'aids non dipende dal condom (che TECNICAMENTE l'aids non ferma) o dalla sua scellerata politica di diffusione ma dipende ben altre politiche. Ma per capirlo bisogna avere la mente aperta e scacciare i pregiudizi...
Messaggio del 19-10-2011 alle ore 16:21:22
Mur,
io non faccio distinzioni tra chiese differenti perche' so che l'AIDS non fa distinzione di vittime.

Ti ho postato quell'articolo perche':
1) e' di ieri e pertanto estremamente attuale
2) la chiesa (qualunque chiesa) sembra non interessarsi a come evitare di contrarre il virus o, una volta contratto, di lasciare che i malati abbiano cure efficaci.
Messaggio del 19-10-2011 alle ore 16:03:01
X Animamundi

Ehm non fraintendo, ed infatti ho specificato CHIARAMENTE come il condom in sè non sia il problema, ma anzi in certi casi sia persino utile, ma ripetendo quello che ha detto e sostenuto anche Green ovvero che una campagna volta solo all'uso del condom (come dice anche il Papa a cui Green da ragione) sia sostanzialmente inutile... Mi sa che chi ha frainteso sei tu (e la cosa non mi sorprende)...

X Thompson

L'articolo che tu riporti si riferisce non certo alla Chiesa Cattolica e porta rispetto ad essa un messaggio decisamente diverso. Ma immagino che quando tu leggi church troppo sottogliezze non le riesci a fare, è naturale per chi di pregiudizi giudica...
Ti invito a fare invece ricerche sul "Depo Provera" che la laicissima OMS ha invece ehm massiciamente introdotto come metodo contraccettivo....

X Uanasgheps

Ricordando come l'Uganda sia uno dei pochissimi paesi africani a maggioranza cattolica ed uno dei pochi a prospettiva di forte sviluppo (ma toh che coincidenza dai dati sembrava un paese di persone intelligenti e quindi certamente atee) ti posto quanto segue.


L'Uganda è stato indicato come raro caso di successo nella lotta al virus dell'HIV del continente africano. Una varietà di approcci contro l'Aids sono stati messi in atto dal governo, a partire dall'educazione alla monogamia, all'astinenza sessuale e, in certi casi dalla promozione dell'uso del preservativo.

Alla fine degli anni 80 oltre il 30% dei cittadini ugandesi aveva contratto il virus dell'HIV. Secondo le fonti governative la percentuale sarebbe scesa al 10% verso la fine degli anni 90, e avrebbe raggiunto un insperato 4,1% nel dicembre 2003. Dal 1986 l'allora presidente Yoweri Katuga Musevini aveva iniziato la sua campagna: "evitare l'Aids è un dovere patriottico". La sigla "Abc" ne riassumeva le intenzioni: (a) Astinenza, (b) fedeltà, e (c) preservativo.

Durante i primi anni dell'ABC l'uso dei preservativi non era uno degli elementi principali della campagna per la lotta contro l'AIDS. Il presidente Museveni disse: "Ci dicono che tra noi e la distruzione del nostro continente c'è solamente un sottile strato di gomma...i preservativi non possono diventare il mezzo principale per fermare il corso dell'AIDS."[7] Aggiunse che i profilattici dovrebbero essere usati "se non si è in grado di gestire la A e la B... come un'ultima risorsa."[8]

Diverse ricerche mostrano che il calo della diffusione di AIDS in Uganda è dovuto ad astinenza e monogamia piuttosto che all'uso di preservativi. Secondo Dr. Edward Gree, un antropologo dell'Università di harward, e un esperto suil programma ugandese contro l'AIDS, la fedeltà al proprio partner è il fattore più importante del programma, ed è ciò che lo ha reso di successo, seguita dall'astinenza.[9]Nel 2004 uno studio scientifico raggiunse le stesse conclusioni, trovando che l'astinenza tra i giovani adulti e la monogamia e non l'uso di preservativi erano responsabili per il declino dell'AIDS in Uganda.[10]

Nel 1992 nacque l'Ugandese Aids Commission; come conseguenza, nel 98 il tasso di ragazzine incinte fra i 15 ed i 24 anni affette dal virus sarebbe sceso dal 21% dell'anno prima al 9,7%. La Banca Mondiale aveva concesso 50 milioni di dollari nel 94 e concederà altri 47 milioni nel 2001 per quella che sembrava essere una campagna vittoriosa contro l'Aids.

Alcune ricerche più recenti mettono però in guardia da un eccesso di ottimismo: secondo una ricerca pubblicata nel 2002 dal giornale medico The Lancet, le statistiche sarebbero state distorte da un'errata generalizzazione a tutta la popolazione di quanto sarebbe stato misurato in piccole cliniche di città. Secondo la Ong National Guidance and Empowerment Network il tasso di persone affette oggi dall'Hiv in Uganda si aggirerebbe sul 17%, cioè circa quattro volte il tasso ufficiale. Il 1º luglio 2008, il reverendo anglicano ugandese Sam Ruteikara, presidente del comitato nazionale ugandese per la prevenzione dell’Aids, ha dichiarato[11], che «la promozione del preservativo in Africa è fallita», accusando la politica di diffusione del preservativo di essere diventata «un’industria miliardaria» che guarda solo al profitto e che ha distrutto quanto di buono era stato ottenuto dal governo con la precedente campagna favorevole all'astensione.

Da segnalare una campagna condotta in Uganda dagli Stati Uniti in favore dell'astensione sessuale, che è stata criticata per la sua efficacia da Human Rights Watch.

Numerose ricerche condotte in Uganda e nei paesi circostanti, hanno evidenziato che la circoncisione di uomini in età adulta potrebbe essere una modalità poco costosa per ridurre le infezioni di HIV.




e di nuovo

Dal punto di vista medico tentare di combattere l'AIDS con l'uso dei preservativi è una cosa sciocca. Ha detto a Sidney John Billings, specialista nei metodi di regolazione della natalità: "Il preservativo non è garanzia sufficiente per prevenire il contagio dell'AIDS e gli esperti si sono resi conto un'altra volta, che in questo senso, la verità è stata ormai detta". È assolutamente certo che gli spermatozoi possano passare per i buchi microscopici dei preservativi (che hanno una misura di 5 micron), ragione per la quale i preservativi hanno una percentuale di inefficacia per evitare le gravidanze: falliscono nel prevenire le gravidanze al meno in un 17,7 % del tempo durante un anno di uso e possono arrivare a fallire il 36,3 % del tempo nel caso delle giovani non sposate dei gruppi minoritari [2].

Se questo accade nelle gravidanze, dobbiamo tenere conto che:

1) i fallimenti per evitare una gravidanza (dal 15,7 al 36,3 % del tempo) si producono malgrado che la donna ovula soltanto una volta durante il suo ciclo, e quindi il tempo di fertilità durante ogni ciclo è molto limitato, mentre le persone possono contagiare l'AIDS in qualsiasi momento della loro vita.

2) gli spermatozoi possono essere danneggiati per le alte o basse temperature. I pori di lattice dei preservativi delle migliori qualità sono disegnati per evitare, non senza difficoltà, il passo degli spermatozoi, però il virus del AIDS è, secondo alcuni dati scientifici, 3 volte più piccolo che il virus che trasmette l'herpes, 6 volte più che la spirocheta che causa la sifilis, e 450 volte più piccolo che gli spermatozoi . altri senza arrivare a tanto affermano che "sta ben stabilito che il Latex contiene difetti inerenti che sono almeno 50 volte più grandi che il virus del AIDS [3].

3) i preservativi vengono con difetti che li fanno rompere durante l'uso. [4]

4) anche quando un preservativo di buona qualità potesse impedire il passo del virus dell'AIDS, bisogna considerare che, quando l'uomo lo tocca, lo fa con le mani umide di secrezioni uretrali e bulbo uretrali pre-eiaculatorie che appaiono prima della erezione, per lo che il lato esterno del preservativo si contamina con questi fluidi, e tutte le secrezioni pre-eiaculatorie (dell'ordine del 0,2 a 0,5 ml.) di un infetto possiedono il virus del AIDS, identico a quello che si incontra nello sperma, per questo tutto soggetto zero positivo potrebbe contagiare la sua copia, anche nel caso nel quale il preservativo non lasciasse passare nulla. [5]

Nel bollettino di ONAIDS (principale diffusore dei preservativi per combattere l'AIDS) ha dichiarato, nella sua analisi del 1998 che ai "preservativi distribuiti o venduti per numero di persone che ricevono materiale educativo", no se li imputano variazioni nella zero prevalenza del VIH nella popolazione" [6], vale a dire che: la distribuzione di preservativi non diminuisce la quantità di infetti per più preservativi che si regalino alla popolazione sessualmente attiva.

Così si capisce che, per esempio, nell'anno 1998 la quantità di persone infette sono aumentate di un 10 % (quasi 6 milioni di persone più che nel 1998; una media di 11 persone per minuto) [7], per questo il dottore Peter Piot, direttore di ONAIDS, informa recentemente che la epidemia del AIDS si trova fuori controllo.

Per questa ragione nessuno degli 800 sessuologi che assistevano alla conferenza (la National Conference on HIV, Washinton DC 15-18 novembre 1991) sollevò la mano quando fu domandato loro se affidassero la vita ad un preservativo durante le relazioni sessuali con una persona che loro sapessero avesse l'AIDS [8].

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Editato da Mur il 19/10/2011 alle 16:07:33
Messaggio del 19-10-2011 alle ore 15:40:10
Dalla BBC News London di ieri:

clicca qui
Messaggio del 19-10-2011 alle ore 15:37:34

Don't misunderstand me; I am not anti-condom. All people should have full access to condoms, and condoms should always be a backup strategy for those who will not or cannot remain in a mutually faithful relationship.



Edward Green
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2009/03/27/AR2009032702825.html

NON FRAINTENDETEMI; Io non sono contro l'uso del preservativo. TUTTI DOVREBBERO AVERE PIENO ACCESSO ALL'USO DEI PRESERVATIVI E il preservativo dovrebbe SEMPRE essere visto come una strategia ALTERNATIVA etc etc...

Capito MUR?

NON FRAINTENDERE

Queste dichiarazioni sono la dimostrazione ulteriore che certe campagne (VIETARE L'USO DEL PRESERVATIVO PER MOTIVI RELIGIOSI) sono solo propaganda a cui si abbeverano coloro i quali non hanno coscienza ne conoscenza della realtà fattuale.

Messaggio del 19-10-2011 alle ore 15:33:09
Studi validi solo per Africa... ovviamente.

Uganda Report....

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Editato da Uanasgheps il 19/10/2011 alle 15:34:00
Messaggio del 19-10-2011 alle ore 15:12:12
Edward Green, direttore (non cattolico e non critiano) dell’AIDS Prevention Research Project della Harvard School of Public Health and Center for Population and Development Studies, ha dichiarato: «Diffondevo contraccentivi in Africa. Oggi dico che solo la fedeltà coniugale batterà l’Aids». E ancora: «il Papa ha davvero ragione. Le prove che abbiamo dimostrano che, in Africa, i preservativi non funzionano come intervento per ridurre il tasso di infezione da HIV. Quello che si riscontra in realtà è una relazione tra un più largo uso di preservativi e un maggiore tasso di infezione [...]. Chi usa i preservativi è convinto che siano più efficaci di quanto realmente sono, finendo così per assumere maggiori rischi sessuali [...]. Una conseguenza dell’incremento nell’uso dei preservativi può essere anche un aumento del sesso occasionale [...]. Si è cominciato a notare qualche anno fa che, in Africa, i paesi con maggiore disponibilità di preservativi e tassi superiori di loro utilizzo avevano anche il più alto tasso di infezione da HIV».

Fermo restando che in casi specifici, con piena consapevolezza e maturità delle persone coinvolte, il condom può aiutare ed essere utile nella difesa di alcuni soggetti a rischio queste dichiarazioni sono la dimostrazione ulteriore che certe campagne (la Chiesa Cattolica è genocida ad esempio) sono solo propaganda a cui si abbeverano coloro i quali non hanno coscienza ne conoscenza della realtà fattuale.

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