Cultura & Attualità

In cento giorni...
Messaggio del 03-05-2009 alle ore 13:09:12
Dida,
il problema è che dai del comunista a tutti con troppa facilità, per esempio a me
Messaggio del 03-05-2009 alle ore 12:54:10
ma come il giornalaccio!!! Quello che Animamundi aveva sbeffeggiato quando riportai un articolo non così generoso nei confronti nel neretto, improvvisamente diventa un quotidiano da citare?

Siete delle carcasse in decomposizione, rendetevene conto, prima cercare un appiglio in Obama per la sinistra in Italia (si può fare ) e adesso pure il quotidiano del "porco oscurantista e fondamentalista". Patetici.
Messaggio del 02-05-2009 alle ore 14:38:49

avet ragione a volte mi faccio prendere la mano




Non è vero...è che sei semplicemente un codino rimbecillito




Messaggio del 02-05-2009 alle ore 13:55:59
Adonaccio, al dire il vero un'idea me l'ho fatto..., sarà che oramai... i repubblicani teo-neocon fanno schifo anche all'elefante!!!!...
Messaggio del 02-05-2009 alle ore 13:40:28
avet ragione a volte mi faccio prendere la mano
Messaggio del 02-05-2009 alle ore 13:37:37
Dida, è una prrroposta che non puoi rrrrifiutare
Messaggio del 02-05-2009 alle ore 13:34:37
dida, penso sia il momento di darsi una moderata con i termini
Messaggio del 02-05-2009 alle ore 13:33:57
Invece di pensare a cosa avrei fatto io, dovresti pensare al perché il Foglio ha pubblicato un simile articolo
Messaggio del 02-05-2009 alle ore 13:31:49
Adonaccio, l'ho postato proprio per vedere come te e i tuoi amichetti fate a defenestrare l'articolo...
Messaggio del 02-05-2009 alle ore 13:25:35
mentre l'Unità da tempo ha ridotto il formato fra poco diventa tascabile
Messaggio del 02-05-2009 alle ore 13:19:57
Noto con grande piacere che Il Foglio di Ferrara ha conquistato anche la sinistra
Messaggio del 02-05-2009 alle ore 13:17:52
Letame in letargo ci rimmarrai Tu e tutti gli altri compagni tuoi per i prossimi 50 anni,del resto ci siete abituati fino a mani pulita in Italia NON AVETE CONTATO UN CAZZO,io non sto facendo propaganda bensì una considerazione dei fatti COMUNISTELLO DEI MIEI STIVALI DA LAVORO
Messaggio del 02-05-2009 alle ore 11:42:53
Qualcuno s'è svegliato dal letargo per far misera propaganda per il candidato della destra






Messaggio del 02-05-2009 alle ore 10:54:11
Come no in Italia ci sono tanti Obama solo che a differenza sua i nostri sono dei veri e propri FALLITI: OCCHETTO,DALEMA,FASSINO,RUTELLI,BERSANI,MARINIVELTRONI,FRANCESCHINI,DEL TURCO e non ultimo il grande D'ALFONZO e non dimentichiamoci sentore COLETTI che candidatosi a sindaco della sua Ortona veniva scofitto al primo turno da uno sconosciuto Fratino.Con questa cozzaglia il centroDX in Italia ha vita facile per almeno altri 50 anni con o senza Berlusconi,L'esempio sono le elezioni in prov. di CH chiunque si fosse presentato per il centroDX avrebbe vinto con un ampio margine.
Messaggio del 02-05-2009 alle ore 10:00:23
Gli States stanno avanti di almeno 15-20 anni rispetto a noi.

Quello che stà succedendo ai Repubblicani americani può essere visto come ciò che attende la Destra italiana, quando la sua unica ragione di successo e prosperità al momento ovvero il suo leader carismatico Silvio Berlusconi, scomparirà (probabilmente solo per morte naturale)

Quando, per forza di cose dopotutto ha 72 anni, Re Silvio lascerà il trono vacante la destra italiana sarà un tale cumulo di cialtroni baciapile, ignoranti razzisti-populisti, veline, Gasparri, Mastelli varii ed eventuali che autoimploderà da solo nello squallore generale.

Il problema italiano è poi peggiorato dal fatto che, purtroppo, all'orizzonte non si vede nessun "Obama de noantri", dato che la..."sinistra" italiana stà messa ancora peggio del partito Repubblicano americano post Bush.


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Editato da Animamundi il 02/05/2009 alle 10:01:57
Messaggio del 02-05-2009 alle ore 09:30:57
Caro Corso, sono in attesa del tuo intervento...


Il partito orfano di Bush in cerca d’identità
Insulti radio e miss omofobe
Deriva trash dei repubblicani

«Il partito repubblicano si sta com­portando come un culto apocalittico; come un gruppetto di duri e puri in at­tesa di qualche Grande Evento Catarti­co che cambierà le cose a loro vantag­gio. Perciò la realtà attuale non gli inte­ressa; il presente non è che un'aberrazione tem­poranea ». Il sito liberal Mahablog prende in giro il Gop (Grand Old Party) perché è sempre più estre­mista e sempre meno in sintonia con gli america­ni, anche bianchi e mode­rati. Molti americani, più che usare le brillanti meta­fore di Mahablog, guarda­no con stupore un partito ormai minoritario a Washington però molto impegnato ad animare la tv spazzatura; e le radio, e i siti web. E' lo stesso partito che qualche anno fa stravinceva, che dettava la sua «social agenda» (molta famiglia, niente abor­to, molta religione, molte armi da fuo­co) all'intero Paese; che schierava una vispa squadra di intellettuali neocon ascoltatissimi anche all'estero, i quali trattavano i progressisti da poveracci. E che ora viene rappresentato da una squadra surreale, con nuove figure pa­recchio pop.

Una di loro è diventata in due setti­mane più seguita di Dick Cheney (ex vicepresidente molto in pista, anche per difendere le torture con cui la Cia ha ottenuto molte «valide informazio­ni ») e di Rush Limbaugh (ampio con­duttore radiofonico con tredici milioni di fans, che ha augurato a Barack Oba­ma di fallire ed è visto dagli irriducibili come il vero leader del Gop). Si chia­ma Carrie Prejean, ha 21 anni, è Miss California, ha forse perso il titolo di Miss America per essersi dichiarata contraria alle nozze gay. Da allora (19 aprile) è ospite continua dei talk show, ha aderito e girato uno spot per la National Organization for Marriage, è andata a Washington per fare lob­bying «a favore del matrimonio tradi­zionale ». Nel frattempo flirta con l'olimpionico Michael Phelps (non de­ve essere contraria alle droghe leggere, allora, o forse lo ha redento). Il trio Limbaugh-Cheney-Miss Cali­fornia è molto apprezzato dai comici li­beral di tarda serata: a corto di materia­le perché è complicato sfottere Oba­ma, si sono buttati sui repubblicani estremi.

Hanno grandi soddisfazioni (i comici) anche da Michele Bachmann, la deputata del Minnesota che l'anno scorso voleva commissioni maccarti­ste per indagare sul Congresso. A ini­zio aprile ha spiegato alla radio che Obama vuole creare «campi di rieduca­zione » per i giovani, per convertirli al socialismo. I timori di Bachmann han­no divertito molti telespettatori e uten­ti web; ma — insieme a tutto il resto — innervosiscono i suoi colleghi più moderati, o riformisti, o semplicemen­te realisti. Per questo un gruppo di no­tabili repubblicani, preoccupati della nomea di «partito dei no» e della deri­va trash, sta lanciando un'iniziativa di «rebranding». «Brand» vuol dire «marca», e loro vogliono rendere più dignitosa e appe­tibile la marca Gop. Attraverso un nuo­vo gruppo, il National Council for a New America; si riunirà domani ad Ar­lington, sobborgo virginiano della ca­pitale, poi andrà in tour per rinconqui­stare gli stati persi. Ci saranno John Mc­Cain, Jeb Bush, alcuni governatori pre­sentabili come il giovane indiano-ame­ricano Bobby Jindal della Louisiana, conservatore non imbarazzante (per­ciò manca Sarah Palin dell'Alaska, ora meno visibile ma vera diva della deri­va Gop-trash; iniziata o forse diventata chiara l'anno scorso, ad agosto, quan­do fu annunciata la sua candidatura; che fu un successo pop sul momento e poi un disastro, come è noto).

Maria Laura Rodotà

Il Corriere della Sera.it
Messaggio del 02-05-2009 alle ore 09:18:01
Beh...il "neretto" s'è dato da fare...


Presidenza sette più
Obama in cento giorni ha sbaragliato il Partito repubblicano
L’opposizione alla Casa Bianca non esiste più e la strada è spianata per far approvare tutti i progetti da New Deal. “E il settimo giorno si riposa”

New York. Barack Obama ha festeggiato con una conferenza stampa in diretta televisiva i suoi primi cento giorni alla Casa Bianca, la pietra miliare politico-giornalistica che dai tempi di Franklin Delano Roosevelt (1933) impone ai presidenti di trarre un primo bilancio del mandato. Il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, ha dato all’Amministrazione un voto da sette più (“B+”), ma è troppo presto per trarre conclusioni.

Una cosa certa c’è: il democratico Obama ha relegato il Partito repubblicano all’irrilevanza politica, sia al Congresso sia nel paese. La defezione del settantanovenne senatore repubblicano moderato della Pennsylvania Arlen Specter, passato ai democratici, è il segnale più chiaro. Specter ha lasciato il partito perché i sondaggi delle primarie repubblicane lo davano sotto di ventuno punti dietro a un conservatore doc, a dimostrazione che il partito si è spostato decisamente a destra. La scelta di Specter, assieme al probabile insediamento di Al Franken come senatore del Minnesota, dà ai democratici la super maggioranza di sessanta senatori, capace di evitare l’ostruzionismo dei repubblicani previsto dai regolamenti di Capitol Hill.

Obama dovrà ricordarsi della lezione del 1976, l’ultima volta che un partito ha avuto una maggioranza così ampia, sprecata da Jimmy Carter e sfociata in una sconfitta due anni dopo e nel trionfo di Ronald Reagan nel 1980. Il presidente non sembra correre questi pericoli e, al momento, l’unica speranza dei repubblicani è che l’economia continui ad andare male e che le ricette di Obama peggiorino la situazione. In realtà, ora, Obama davanti a sé non ha più ostacoli per far approvare il suo ambizioso programma di avvicinamento dell’America al modello socialdemocratico europeo e completare il processo cominciato con il New Deal di Roosevelt nel 1933 e continuato con la Great Society di Lyndon B. Johnson nel 1965. Grazie alla super maggioranza di cui potrà disporre, il presidente potrà far approvare l’assicurazione sanitaria universale e garantire alla classe media tutta una serie di diritti, a cominciare dall’istruzione universitaria. Nominare giudici liberal nelle corti federali, a tutela del nuovo approccio, sarà una passeggiata, così come tassare le grandi aziende che emettono gas inquinanti. “Oh, e nel frattempo, vuole anche sistemare il sistema finanziario, guidare l’industria automobilistica e costruire in tutto il paese un sistema ferroviario ad alta velocità. E il settimo giorno, si riposa”, ha scherzato, ma mica tanto, l’editoriale del Wall Street Journal di ieri.

Resta improbabile che Obama possa ottenere tutto ciò o che trovi i soldi per pagare le sue proposte, ma la via è spianata. I repubblicani sono alle corde, sono un partito regionale, arroccato nel profondo sud, che allontana le minoranze, spaventa gli indipendenti e crede che sia intelligente alienarsi l’elettorato ispanico. La vecchia “grande tenda” ideata da Reagan sotto cui trovavano rifugio conservatori, moderati, libertari è stata abbattuta da un revanscismo di destra che non solo non si accorge di essere minoritario, ma è convinto di essere “maggioranza silenziosa” e crede che l’unico modo per emergere sia di alzare la voce e serrare le file. I leader sono i conduttori radiofonici come Rush Limbaugh, compiaciuti che Specter se ne sia andato e speranzosi che altri moderati come John McCain possano seguirlo.

Il Foglio.it

Da noi non succederebbe nemmeno in cent'anni!!!!...

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