Cultura & Attualità
In favore del Protezionismo
Messaggio del 01-02-2012 alle ore 01:46:38
Estratti da un lungo articolo di M. Blodet (da BRIVIDO)
Nel 2011, Apple ha estratto 400 mila dollari di profitto puro da ognuno dei suoi dipendenti, più di Goldman Sach, Exxon o Google.
Solo microscopiche briciole di questo titanico profitto sono state restituite ai lavoratori che l’hanno generato. Anzi il lavoro è pagato sempre meno.
Apprendiamo dall’inchiesta del massimo giornale americano quanto costa fabbricare un computer che viene messo sul mercato a 1.500 dollari: 22 dollari a Elk Grove (cittadina della Silycon Valley californiana), ma 6 dollari a Singapore, e 4,85 a Taiwan. Su un prezzo finale, ripeto, di 1.500 dollari, il costo del lavoro sembra risibile comunque. Eppure la differenza basta, secondo il dogma liberista, a giustificare la delocalizzazione.
«L’intera catena di fornitura oggi è in Cina», si esalta un dirigente di Apple: «Hai bisogno di mille guarnizioni in gomma? La fa la ditta a fianco. Vuoi un milione di viti? È la fabbrica nella strada accanto. Vuoi le viti fatte in modo un po’ diverso? Ci vogliono tre ore». E tutto benissimo, con grande qualità e flessibilità, lavorando tanto e con tanti uomini quando c’è bisogno, e poco con pochi uomini quando non occorre.
Conclude un altro dirigente Apple (tutti anonimi, per prudenza, ci vuol niente a farsi licenziare in tronco):
«Non ci dovete criticare per il fatto che usiamo lavoratori cinesi; gli Stati Uniti hanno smesso di produrre gente con le qualità richieste».
E questo, finalmente, allarma il grande giornale americano: la improvvisa consapevolezza che la delocalizzazione – sottoprodotto inevitabile della globalizzazione – ha provocato una perdita di competenze, di know-how e di tessuto industriale nella nazione, che sta diventando irreversibile.
Non ci saranno mai più in USA i lavoratori «ideali» per il capitalismo terminale – ossia alloggiati a migliaia nei dormitori aziendali, svegliabili nel cuore della notte per cominciare turni di 12 ore, nutriti con tè e un biscotto – perchè i lavoratori americani, pur disposti a quella nuova vita, non sono più capaci di fare il lavoro.
Ovviamente, il giornale di New York non arriva a dire esplicitamente che quelle capacità dei lavoratori cinesi ed asiatici, e il tessuto di distretti industriali integrati che risponde alle «esigenze della casa», non sono eventi naturali: sono stati «regalati» dall’ex Primo Mondo alla Cina e all’Asia, a forza di globalizzazione. È la conseguenza di aver ammesso la Cina nel «mercato globale» nonostante le sue violazioni delle condizioni dettate dal WTO per gli (altri) attori del mercato globale: libera fluttuazione della moneta nazionale, condizioni «decenti» di lavoro, adesione ai Protocolli di Kyoto sull’inquinamento, assenza di dazi doganali.
A queste condizioni, beninteso, solo gli occidentali obbediscono. La Cina invece può infischiarsene delle norme sull’inquinamento, alloggiare i suoi schiavi nei dormitori, violare i minimi sindacali, e distorcere il valore della sua moneta nazionale tenendolo artificialmente basso con interventi monetari di Stato, senza incorrere nelle multe miliardarie del WTO.
Il gioco è sleale, i dadi sono truccati. Ma metterli in discussione significa evocare una parola demoniaca, censurata, una parola tabù: protezionismo.
Read more: http://www.rischiocalcolato.it/2012/01/in-favore-del-protezionismo-maurizio-blondet.html#ixzz1l5QY9ngA
IN FAVORE DEL PROTEZIONISMO
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Editato da Animamundi il 01/02/2012 alle 01:49:40
Estratti da un lungo articolo di M. Blodet (da BRIVIDO)
Nel 2011, Apple ha estratto 400 mila dollari di profitto puro da ognuno dei suoi dipendenti, più di Goldman Sach, Exxon o Google.
Solo microscopiche briciole di questo titanico profitto sono state restituite ai lavoratori che l’hanno generato. Anzi il lavoro è pagato sempre meno.
Apprendiamo dall’inchiesta del massimo giornale americano quanto costa fabbricare un computer che viene messo sul mercato a 1.500 dollari: 22 dollari a Elk Grove (cittadina della Silycon Valley californiana), ma 6 dollari a Singapore, e 4,85 a Taiwan. Su un prezzo finale, ripeto, di 1.500 dollari, il costo del lavoro sembra risibile comunque. Eppure la differenza basta, secondo il dogma liberista, a giustificare la delocalizzazione.
«L’intera catena di fornitura oggi è in Cina», si esalta un dirigente di Apple: «Hai bisogno di mille guarnizioni in gomma? La fa la ditta a fianco. Vuoi un milione di viti? È la fabbrica nella strada accanto. Vuoi le viti fatte in modo un po’ diverso? Ci vogliono tre ore». E tutto benissimo, con grande qualità e flessibilità, lavorando tanto e con tanti uomini quando c’è bisogno, e poco con pochi uomini quando non occorre.
Conclude un altro dirigente Apple (tutti anonimi, per prudenza, ci vuol niente a farsi licenziare in tronco):
«Non ci dovete criticare per il fatto che usiamo lavoratori cinesi; gli Stati Uniti hanno smesso di produrre gente con le qualità richieste».
E questo, finalmente, allarma il grande giornale americano: la improvvisa consapevolezza che la delocalizzazione – sottoprodotto inevitabile della globalizzazione – ha provocato una perdita di competenze, di know-how e di tessuto industriale nella nazione, che sta diventando irreversibile.
Non ci saranno mai più in USA i lavoratori «ideali» per il capitalismo terminale – ossia alloggiati a migliaia nei dormitori aziendali, svegliabili nel cuore della notte per cominciare turni di 12 ore, nutriti con tè e un biscotto – perchè i lavoratori americani, pur disposti a quella nuova vita, non sono più capaci di fare il lavoro.
Ovviamente, il giornale di New York non arriva a dire esplicitamente che quelle capacità dei lavoratori cinesi ed asiatici, e il tessuto di distretti industriali integrati che risponde alle «esigenze della casa», non sono eventi naturali: sono stati «regalati» dall’ex Primo Mondo alla Cina e all’Asia, a forza di globalizzazione. È la conseguenza di aver ammesso la Cina nel «mercato globale» nonostante le sue violazioni delle condizioni dettate dal WTO per gli (altri) attori del mercato globale: libera fluttuazione della moneta nazionale, condizioni «decenti» di lavoro, adesione ai Protocolli di Kyoto sull’inquinamento, assenza di dazi doganali.
A queste condizioni, beninteso, solo gli occidentali obbediscono. La Cina invece può infischiarsene delle norme sull’inquinamento, alloggiare i suoi schiavi nei dormitori, violare i minimi sindacali, e distorcere il valore della sua moneta nazionale tenendolo artificialmente basso con interventi monetari di Stato, senza incorrere nelle multe miliardarie del WTO.
Il gioco è sleale, i dadi sono truccati. Ma metterli in discussione significa evocare una parola demoniaca, censurata, una parola tabù: protezionismo.
Read more: http://www.rischiocalcolato.it/2012/01/in-favore-del-protezionismo-maurizio-blondet.html#ixzz1l5QY9ngA
IN FAVORE DEL PROTEZIONISMO
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Editato da Animamundi il 01/02/2012 alle 01:49:40
Messaggio del 01-02-2012 alle ore 10:45:30
Però ci piace a tutti l'iPod, l'iPad, il macBook.
C'è gente che sarebbe stata disposta a respirarsi pure le scoregge di Jobs quando era in vita... sarebbe bastato commercializzare iFart, e vedi le file all'apple store.
Un'altra cosa: siamo tutti protezionisti, solo che quando lo sono gli altri ci da fastidio.
Però ci piace a tutti l'iPod, l'iPad, il macBook.
C'è gente che sarebbe stata disposta a respirarsi pure le scoregge di Jobs quando era in vita... sarebbe bastato commercializzare iFart, e vedi le file all'apple store.
Un'altra cosa: siamo tutti protezionisti, solo che quando lo sono gli altri ci da fastidio.
Messaggio del 01-02-2012 alle ore 14:36:16
approfitto che oggi sono incazzato nero(come sempre veramente)
PREMESSA:gli stipendi nel mondo sono da sempre bassi,gli squali ricchi sono sempre piu` ricchi.
Non sono comunista,non sono un fascista(oddio,dipende dallle angolazioni) e come tanti mi alzo tutte le mattine per farmi un gran mazzo di culo(usero` tanti termini volgari,perdonatemi).
Ci lamentiamo della Cina ma come dice il buon Gipsy(ti stimo sempre) una via per ribellarci e` sotto i nostri occhi.Boicottiamo.
Io oggi sono solo contro tutti ma cerco di andare in culo al capitalismo becero come posso.Ho la macchina ma uso spesso i mezzi(nel mio paese me lo posso permettere).A casa(Lanciano) vado con le ST(suole tacchi) oppure prendo i rari mezzi,senza problemi,i bus non sono solo roba pe li cafun(quelli vanno in SUV).
Compro da tempo solo roba made in Italy(sempre piu` rara),provo a starci attento,niente Timberland fatte in Indonesia,Ralph fatte in Cina,Armani fatti in Bangladesh;gli vado in quel posto(proso) da anni.Mi compro una bella maglia no logo ma tecnica,calda anche cara ma cerco di capire chi la fa.L`esercizio stressa ma mi appaga.
Boicotto la Coca cola(la uso solo post chiovo,come medicinale) e uso l`acqua contaminata della Fara del rubinetto(quando arriva).
Faccio piccole elemosine,ma non per tutti,i bimbi devono fare i bimbi,non gli accattoni per strada,dando loro 1 euro aggraviamo il loro problema.
Stimo Monti,ma non sono contento dell´Amministrazione controllata della politica,comunque sia la colpa e` dei 630 deputati e 315 senatori che non hanno legiferato non certo di Monti,sicuro Berlusconi ci ha messo il carico a bastoni,quello degli inzaccatori(a pagamento).
Da tempo chiedo lo sconto e lo scontrino,pur non considerandoli il male ,oggi lo scontrino,domani la fattura,dopodomani le fatture false e siamo messi come siamo messi in Italia e in Europa(non ACCETTO lezioni di morale da nessuno).
I centesimi li raccolgo da terra,molti li gettano.Considero i Cinesi come gli Albanesi,i Camerunensi o via dicendo,potenzialita`immense di mercato ma a cui il mercato deve dare chiare regole.
Non e` che siccome esportiamo(ma in che %???)cibo,design e vino in Cina dobbiamo dalla Cina accettare anche la merda in barattolo,mi dispiace ma non la penso in questo modo.Se l`export fa 10% e l`import dalla Cina fa 90% qualche domanda dobbiamo farcela.
Forse rinunciamo a quel 10% che fa ricco i soliti squali e accontentiamoci anche del 9% dell`import purche`abbia delle regole.
Non sono perfetto ma sto incazzato nero,vedo la poverta`tutti i giorni,ovunque,aumentare,a Lanciano come nel resto del mondo e mi preoccupo per me,la mia famiglia e per la povera gente.Gli squali capitalisti li impiccherei ma bada che non sono un bolscevico,le regole ci vogliono,l`economia(sana)ci vuole.
Caro Animamundi,per chiudere,ritengo giusto il tuo post e spesso ti stimo,meno le guerre che fai con Mur(che palle)ma io nel mio piccolo(siamo puntini,altri ci inquadrano)mi ribello.Se lo fai anche tu la mia stima per te aumenta,ma su usi Apple vai a cagare come mia moglie che per il pc non conosce compromessi,io uso una mezza cagata da 300 euro
approfitto che oggi sono incazzato nero(come sempre veramente)
PREMESSA:gli stipendi nel mondo sono da sempre bassi,gli squali ricchi sono sempre piu` ricchi.
Non sono comunista,non sono un fascista(oddio,dipende dallle angolazioni) e come tanti mi alzo tutte le mattine per farmi un gran mazzo di culo(usero` tanti termini volgari,perdonatemi).
Ci lamentiamo della Cina ma come dice il buon Gipsy(ti stimo sempre) una via per ribellarci e` sotto i nostri occhi.Boicottiamo.
Io oggi sono solo contro tutti ma cerco di andare in culo al capitalismo becero come posso.Ho la macchina ma uso spesso i mezzi(nel mio paese me lo posso permettere).A casa(Lanciano) vado con le ST(suole tacchi) oppure prendo i rari mezzi,senza problemi,i bus non sono solo roba pe li cafun(quelli vanno in SUV).
Compro da tempo solo roba made in Italy(sempre piu` rara),provo a starci attento,niente Timberland fatte in Indonesia,Ralph fatte in Cina,Armani fatti in Bangladesh;gli vado in quel posto(proso) da anni.Mi compro una bella maglia no logo ma tecnica,calda anche cara ma cerco di capire chi la fa.L`esercizio stressa ma mi appaga.
Boicotto la Coca cola(la uso solo post chiovo,come medicinale) e uso l`acqua contaminata della Fara del rubinetto(quando arriva).
Faccio piccole elemosine,ma non per tutti,i bimbi devono fare i bimbi,non gli accattoni per strada,dando loro 1 euro aggraviamo il loro problema.
Stimo Monti,ma non sono contento dell´Amministrazione controllata della politica,comunque sia la colpa e` dei 630 deputati e 315 senatori che non hanno legiferato non certo di Monti,sicuro Berlusconi ci ha messo il carico a bastoni,quello degli inzaccatori(a pagamento).
Da tempo chiedo lo sconto e lo scontrino,pur non considerandoli il male ,oggi lo scontrino,domani la fattura,dopodomani le fatture false e siamo messi come siamo messi in Italia e in Europa(non ACCETTO lezioni di morale da nessuno).
I centesimi li raccolgo da terra,molti li gettano.Considero i Cinesi come gli Albanesi,i Camerunensi o via dicendo,potenzialita`immense di mercato ma a cui il mercato deve dare chiare regole.
Non e` che siccome esportiamo(ma in che %???)cibo,design e vino in Cina dobbiamo dalla Cina accettare anche la merda in barattolo,mi dispiace ma non la penso in questo modo.Se l`export fa 10% e l`import dalla Cina fa 90% qualche domanda dobbiamo farcela.
Forse rinunciamo a quel 10% che fa ricco i soliti squali e accontentiamoci anche del 9% dell`import purche`abbia delle regole.
Non sono perfetto ma sto incazzato nero,vedo la poverta`tutti i giorni,ovunque,aumentare,a Lanciano come nel resto del mondo e mi preoccupo per me,la mia famiglia e per la povera gente.Gli squali capitalisti li impiccherei ma bada che non sono un bolscevico,le regole ci vogliono,l`economia(sana)ci vuole.
Caro Animamundi,per chiudere,ritengo giusto il tuo post e spesso ti stimo,meno le guerre che fai con Mur(che palle)ma io nel mio piccolo(siamo puntini,altri ci inquadrano)mi ribello.Se lo fai anche tu la mia stima per te aumenta,ma su usi Apple vai a cagare come mia moglie che per il pc non conosce compromessi,io uso una mezza cagata da 300 euro
Messaggio del 01-02-2012 alle ore 14:38:13
...ed io una maxicagata da 150 che però va meje di nù Toshiba(Uana me la truccate)
...ed io una maxicagata da 150 che però va meje di nù Toshiba(Uana me la truccate)
Messaggio del 01-02-2012 alle ore 15:45:42
La globalizzazione è una scelta economica, allo stesso modo possiamo creare o adoperare scelte economiche che bilancino gli scompensi derivati da quella scelta. Non si vede perchè essa debba essere giudicata in modo inopportunamente politico secondo schemi che non hanno più molta aderenza alla realtà. Quando il mercato dei derivati (cioè fuffa) supera quello del pil mondiale (e lo fa di molto negli ultimo 10 anni) allora significa che la ricchezza viene slegata dalla realtà con effetti disastrosi. Correzioni sono opportune ma le scelte del consumatore solo in parte sono la risposta. Il problema è di tipo politico-umanistico.
La globalizzazione è una scelta economica, allo stesso modo possiamo creare o adoperare scelte economiche che bilancino gli scompensi derivati da quella scelta. Non si vede perchè essa debba essere giudicata in modo inopportunamente politico secondo schemi che non hanno più molta aderenza alla realtà. Quando il mercato dei derivati (cioè fuffa) supera quello del pil mondiale (e lo fa di molto negli ultimo 10 anni) allora significa che la ricchezza viene slegata dalla realtà con effetti disastrosi. Correzioni sono opportune ma le scelte del consumatore solo in parte sono la risposta. Il problema è di tipo politico-umanistico.
Messaggio del 01-02-2012 alle ore 16:04:16
Condivisibile, ma credo che l'articolo ponesse l'accento più sulla perdita di know-how da parte degli stati uniti che sull'economia selvaggia in generale.
In poche parole, gli states, in nome del profitto e del cosiddetto benessere, hanno venduto le loro conoscenze, arrivando ad un livello di astrazione che gli ha fatto perdere il contatto con la realtà.
Inoltre, forse sarò anche retrogrado, ma io il male dell'economia attuale lo vedo nella perdita di responsabilità, ovvero il sistema delle scatole cinesi, utilizzato dalle multinazionali per controllare tutto e far andare l'economia come pare a loro, fa fallire società sane per salvarne altre con grossi buchi economici, fa in modo che un prodotto si venda o non si venda... insomma fa schifo.
Credo che il problema, per sintetizzare, sia il concetto stesso di S.P.A. il concetto stesso di azioni. Una società, per come la vedo io DEVE essere associata ad una o più persone fisiche, non controllata da altre società a loro volta controllate... in una catena tentacolare, in cui la responsabilità e di tutti e di nessuno.
Non c'è chiarezza, e quando non c'è chiarezza, solitamente chi ci rimette è chi è in buona fede.
In realtà sono un liberista, il mercato deve essere libero e con un minimo numero di regole, MA devono anche esserci dei responsabili diretti.
Quando si tornerà a questo (e spero che una bella crisi globale ci riporti indietro di 100-200 anni) forse si vedrà una crescita.
Per quanto riguarda il boicottare: finché si può fare... era proprio quello il senso dell'articolo, per molte cose è oramai praticamente impossibile
Condivisibile, ma credo che l'articolo ponesse l'accento più sulla perdita di know-how da parte degli stati uniti che sull'economia selvaggia in generale.
In poche parole, gli states, in nome del profitto e del cosiddetto benessere, hanno venduto le loro conoscenze, arrivando ad un livello di astrazione che gli ha fatto perdere il contatto con la realtà.
Inoltre, forse sarò anche retrogrado, ma io il male dell'economia attuale lo vedo nella perdita di responsabilità, ovvero il sistema delle scatole cinesi, utilizzato dalle multinazionali per controllare tutto e far andare l'economia come pare a loro, fa fallire società sane per salvarne altre con grossi buchi economici, fa in modo che un prodotto si venda o non si venda... insomma fa schifo.
Credo che il problema, per sintetizzare, sia il concetto stesso di S.P.A. il concetto stesso di azioni. Una società, per come la vedo io DEVE essere associata ad una o più persone fisiche, non controllata da altre società a loro volta controllate... in una catena tentacolare, in cui la responsabilità e di tutti e di nessuno.
Non c'è chiarezza, e quando non c'è chiarezza, solitamente chi ci rimette è chi è in buona fede.
In realtà sono un liberista, il mercato deve essere libero e con un minimo numero di regole, MA devono anche esserci dei responsabili diretti.
Quando si tornerà a questo (e spero che una bella crisi globale ci riporti indietro di 100-200 anni) forse si vedrà una crescita.
Per quanto riguarda il boicottare: finché si può fare... era proprio quello il senso dell'articolo, per molte cose è oramai praticamente impossibile
Messaggio del 04-02-2012 alle ore 01:03:50
Questionta'
mi dici che ci ni endr il "progresso" ?
Certo che voi l'ideologia ce l'avete come imprinting proprio...
Questionta'
mi dici che ci ni endr il "progresso" ?
Certo che voi l'ideologia ce l'avete come imprinting proprio...
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