Cultura & Attualità

Incendio sulla costa
Messaggio del 06-09-2011 alle ore 12:05:35
Incendio sulla costa dei trabocchi, tra san vito e fossacesia.
L'ho sentito alla radio
Messaggio del 06-09-2011 alle ore 12:21:15
era un falò dei pidazuzze
Messaggio del 06-09-2011 alle ore 13:00:20
Pare che hanno deviato la circolazione dalla SS/16 alle strade interne
Messaggio del 06-09-2011 alle ore 13:11:03
ma dove?? qui non si vede nulla??
Messaggio del 06-09-2011 alle ore 14:18:01
azzarola
Messaggio del 06-09-2011 alle ore 15:35:30
eiasà
che schifosi esseri...se è vero che è doloso, sono delle merdacce
Messaggio del 06-09-2011 alle ore 17:08:31
I danni al patrimonio arboreo e paesaggistico sono ingenti. L'incendio e' scoppiato proprio nel giorno in cui a Roma, al Ministero dell'Ambiente, si discutte della perimetrazione del parco della Costa Teatina.
Quindi bisogna vedere a chi non fa piacere questo parco, no?
Messaggio del 06-09-2011 alle ore 17:36:46
oppure chi ha interessi particolari a che il parco si faccia e in che modo si deve fare per soddisfare tali interessi
Messaggio del 06-09-2011 alle ore 19:41:40

Quindi bisogna vedere a chi non fa piacere questo parco, no?


Per una volta, siamo d'accordo. Io qualche idea ce l'ho, ma essendo destituita da ogni fondamento, la tengo per me


oppure chi ha interessi particolari a che il parco si faccia e in che modo si deve fare per soddisfare tali interessi


Sì, certo. Non sai quanti costruttori edili mettono fuoco ai propri cantieri perché vengano su più velocemente...
Pensa che io l'altro giorno ho completamente distrutto il mio ufficio con una ruspa, l'ho proprio asfaltato, per far accelerare l'imbianchino che stava ritinteggiando dentro.
Messaggio del 07-09-2011 alle ore 01:08:18

L'incendio e' scoppiato proprio nel giorno in cui a Roma, al Ministero dell'Ambiente, si discutte della perimetrazione del parco della Costa Teatina.



quotando Mirko che quota Anvedi che quota l'articolo aggiungo

Maledetti figli di PUTTANA. (scusate)
Messaggio del 07-09-2011 alle ore 07:10:52
io quoto One:FIGLI DI PUTTANA
quella e' una zona che amo,se quella macchia potesse parlare di certi tramonti e di certe albe
BASTARDI
Messaggio del 07-09-2011 alle ore 07:42:44

Catasto incendi

La Legge n. 353/2000
La legge quadro in materia di incendi boschivi n. 353/2000 definisce divieti, prescrizioni e sanzioni sulle zone boschive e sui pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco prevedendo la possibilità da parte dei comuni di apporre, a seconda dei casi, vincoli di diversa natura sulle zone interessate.

La definizione di incendio boschivo, pur essendo stata già individuata dalla giurisprudenza in più occasioni, viene fissata in termini precisi e oggettivi dalla Legge, dove l’incendio boschivo viene definito “Un fuoco con suscettività ad espandersi su aree boscate, cespugliate o arborate, comprese eventuali strutture ed infrastrutture antropizzate poste all’interno delle predette aree, oppure su terreni coltivati o incolti e pascoli limitrofi a dette aree”.

In particolare la legge stabilisce vincoli temporali che regolano l’utilizzo dell’area interessata ad incendio: un vincolo quindicennale, un vincolo decennale ed un ulteriore vincolo di cinque anni. Innanzitutto le zone boschive ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni (vincolo quindicennale), è comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell’ambiente.

Inoltre, sulle zone boschive e sui pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco, è vietata per dieci anni la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l’incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione.

Infine sono vietate per cinque anni, sui predetti soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica autorizzazione concessa dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, per le aree naturali protette statali, o dalla regione competente, negli altri casi, per documentate situazioni di dissesto idrogeologico e nelle situazioni in cui sia urgente un intervento per la tutela di particolari valori ambientali e paesaggistici

Messaggio del 07-09-2011 alle ore 11:09:50
Insomma, lì non si potrà costruire più nulla per i prossimi 25 anni, se ho capito bene.
Dove per costruire mi riferisco al "destinare la zona a/per", non tanto alla realizzazione di strutture edili.
Messaggio del 07-09-2011 alle ore 11:42:08
la cosa che più non capisco è questa:


Infine sono vietate per cinque anni, sui predetti soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale



anche la pineta che sta di fronte camping santo stefano è andata in fiamme anni fa ed ora è un deserto di cenere, ma è vietato rinboschire, piantare, rinverdire. Questo è uno scempio.
Messaggio del 07-09-2011 alle ore 12:32:56
Per i prossimi 20/25 anni, andremo lì a raccogliere capperi e, per la gioia di Monique, gli afrodisiaci asparagi , come in Sicilia
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Editato da Oktoberfest il 07/09/2011 alle 12:35:40
Messaggio del 07-09-2011 alle ore 12:41:25

Gli Incendi Boschivi e il Catasto delle Aree bruciate (O.P.C.M. 3606/2007)
L’estate del 2007 per molto tempo verrà ricordata come una delle più disastrose per gli incendi boschivi. L’Italia, la Grecia, l’Albania rappresentano l’apice ma la piaga degli incendi boschivi, più in generale, colpisce indistintamente tutti i paesi dell’area mediterranea.
Ogni anno nel periodo caldo vengono distrutti migliaia e migliaia di ettari di boschi con un danno ambientale e patrimoniale enorme, a cui vanno aggiunti i costi per fronteggiare questo subdolo nemico che si nasconde in comportamenti superficiali e spesso intenzionali. Una guerra di pochi che impegna risorse di tutti e mette a rischio la vita di chi questa guerra la combatte ma anche del singolo cittadino.
Una delle cause ‘storiche’ degli incendi è legata sicuramente allo sfruttamento dei suoli, un bosco andato in fumo poteva diventare, l’anno successivo terreno edificabile o pascolo per le greggi o altro ancora.
Questo fino al 2000 quando entra in vigore una legge in base alla quale le aree interessate da incendi non possono vederne cambiata la destinazione, in altre parole non può essere utilizzata in modo diverso per quindici anni.
La Legge-quadro in materia di incendi boschivi (L.353/2000) stabilisce, infatti, (art.10) che le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco, non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni.
Il meccanismo è molto semplice, annualmente i Comuni sul cui territorio si siano verificati incendi di aree boschive o a pascolo sono tenuti a censire tramite un apposito catasto, cosiddetto “catasto degli incendi”, le aree percorse dal fuoco ‘congelandole’. È evidente che a fronte di una soluzione semplice, quasi un uovo di Colombo, spesso si accompagnano difficoltà oggettive. Per realizzare il ‘catasto degli incendi’ infatti servono risorse, uomini e mezzi di cui gli enti locali non sempre dispongono.
E forse per questo motivo o magari usandolo come scusa in molti Comuni, quasi tutti, il catasto degli incendi boschivi non era mai stato istituito, almeno fino all’estate appena passata.
A seguito dei gravi incendi che hanno colpito l’Italia centro-meridionale, infatti, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha dichiarato (27 luglio 2007) lo stato di emergenza, cui ha fatto seguito un ordinanza (O.P.C.M. n. 3606 del 28 agosto 2007), con la quale ha nominato il Capo del Dipartimento della protezione civile quale Commissario delegato per il superamento del contesto emergenziale delle regioni Lazio, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia.
Per risolvere il ‘problema’ delle risorse ha stabilito che per la realizzazione del catasto incendi i Comuni, possono avvalersi del lavoro di chi questo compito lo svolge abitualmente per motivi istituzionali, vale a dire del Corpo Forestale dello Stato che non solo dispone dei rilievi delle aree ma che li mantiene costantemente aggiornati.
Infatti, a tutti i Comuni interessati è stato fornito il materiale cartografico delle perimetrazioni degli incendi, i cosiddetti poligoni, e l’elenco delle particelle catastali percorse dal fuoco.
L’elenco delle aree percorse dal fuoco deve essere esposto, per eventuali osservazioni, all’albo pretorio comunale per un periodo di trenta giorni, trascorsi i quali valutate le eventuali osservazioni presentate, i Comuni approvano, entro ulteriori 60 giorni, gli elenchi definitivi e le relative perimetrazioni.
A coadiuvare il Commissario delegato nel compito di effettuare la ricognizione dei Comuni tenuti a censire (ai sensi della legge n. 353/2000, art.10,c.2) i soprassuoli percorsi dal fuoco,l’ordinanza (art.1, c.7) individua le figure dei ‘soggetti attuatori’ identificandoli nei Presidenti delle Regioni, per il Lazio e la Campania e i diciannove Prefetti per la Sicilia, la Calabria e la Puglia.
Qualora venga riscontrata inattività da parte del Comune nel dare corso alla istituzione del catasto, i soggetti attuatori, previa diffida, agiranno in via sostitutiva avvalendosi dei dati forniti dal Corpo forestale dello Stato e del Corpo Forestale della Regione Siciliana. I dati così elaborati e certificati saranno quindi resi disponibili ai Comuni per il successivo accatastamento da parte dei comuni stessi.
Va specificato che la 353/2000 sancisce l’obbligo di provvedere al censimento per i soli Comuni i cui territori siano stati percorsi dal fuoco. In questa prima fase, quindi - pur guardando con favore l’iniziativa di quei comuni che in assenza di incendi hanno voluto istituire con un’apposita delibera della giunta il catasto degli incendi nominandone un responsabile (ad oggi circa il 20% dei Comuni delle cinque Regioni) - l’attività sostitutiva dei soggetti attuatori è concentrata soprattutto su quei Comuni tenuti al censimento sulla base dei dati in possesso del Corpo Forestale dello Stato.
Ad una prima ricognizione basata su dati disponibili a pochi giorni dall’entrata in vigore dell’ordinanza (18 settembre) risultava che dei 1.985 Comuni ricadenti nelle Regioni Lazio, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, aveva istituito il catasto degli incendi in conformità alle prescrizioni di legge solo l’8-10%.
Al 24 ottobre, poco più di un mese dopo, per la Sicilia i dati relativi alle perimetrazioni degli incendi sono in corso di validazione e, sulla base dei dati disponibili, sui 390 comuni della regione, di cui circa 160 (dato provvisorio) tenuti alla redazione del catasto delle aree bruciate, 131 hanno di fatto attivato le procedure.
È andata diversamente per i Comuni del Lazio, della Calabria, della Campania e della Puglia, infatti alla stessa data (24 ottobre) l’82,40% dei Comuni tenuti all’istituzione del catasto, sulla base dei dati in possesso del Corpo Forestale dello Stato, ha avviato le procedure previste dalla Legge 353/2000 (art. 10). In particolare nel Lazio tutti i Comuni interessati hanno istituito il catasto delle aree bruciate.
Fermo restando che quanto previsto dalla normativa vigente in materia di incendi boschivi e catasto delle aree bruciate interessa, evidentemente, la totalità del territorio nazionale, l’ordinanza 3606 interviene in quelle regioni (Lazio, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) che in avvio della stagione estiva 2007 hanno manifestato caratteristiche di eccezionalità. Successivamente, in data 22 ottobre 2007 una seconda ordinanza, la 3624, ha esteso tali disposizioni anche ad Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Marche, Molise, Sardegna ed Umbria.



per rispondere a crasso

anche la pineta che sta di fronte camping santo stefano è andata in fiamme anni fa ed ora è un deserto di cenere, ma è vietato rinboschire, piantare, rinverdire. Questo è uno scempio.


lo stato finzanziava profumatamente le attività di rimboschimento e ripristino, si erano però create in alcune regioni vere e proprie organizzazioni che prima incendiavano e poi si vedevano appaltare e consegnare i lavori di ripristino e rimboschimento
per quanto riguarda la zona del cavalluccio, e questo incendio, la mano è certamente dolosa e i colpevoli sono solo da ricercare nella zona fra i residenti, quella è una delle aree più sensibili e maggiormente sottoposte ad attivitivà di controllo e prevenzione da parte di squadre di Volontari di PC della Regione Abruzzo e dei Vigili del Fuoco, vista l'ora in cui l'incendio si è sviluppato deve essere stata la mano di uno che conosce perfettamente la zona e tutte le sue vie di fuga, e tutta l'azione di monitoraggio che in quella zona viene fatto...ultimamente ci sono pure malati di mente, per far scappare i cinghiali che stanno proliferando sotto i boschi lungo la costa, si divertono ad appiccare fuochi.
Messaggio del 07-09-2011 alle ore 16:56:03
FC,
sento puzza di speculazione edilizia....
Messaggio del 07-09-2011 alle ore 19:51:56

Sì, certo. Non sai quanti costruttori edili mettono fuoco ai propri cantieri perché vengano su più velocemente...
Pensa che io l'altro giorno ho completamente distrutto il mio ufficio con una ruspa, l'ho proprio asfaltato, per far accelerare l'imbianchino che stava ritinteggiando dentro.



non hai mai sentito di quelli che mettono fuoco alle loro proprietà per buscare i soldi dell'assicurazione? questo per rispondere al tuo intelligentissimo e saccentissimo intervento. se poi vuoi argomentare, o sapere le mie argomentazioni, parliamone. ma non prendermi per scemo.
Messaggio del 09-09-2011 alle ore 14:59:19

Monterubbiano, volontario aggredito da piromane
pubblicata da Protezione Civile Mattinale il giorno mercoledì 7 settembre 2011 alle ore 23.15
FERMO / Un volontario del servizio di prevenzione antincendi di Monterubbiano, il 36enne Antonio Minopoli è stato aggredito da un piromane ed è rimasto ferito.
Minopoli della protezione civile di Porto Sant’Elpidio, stava compiendo un giro di ricognizione in un’area agricola, quando ha avvistato un uomo che si aggirava con alcune esche incendiarie e un accendino.
Avvicinatosi per dissuadere il piromane dall’appiccare il fuoco è stato assalito e colpito con una pietra al volto e al capo.
Il volontario ha riportato un trauma cranico, è stato soccorso dai colleghi e dal 118.
Le forze dell’ordine stanno setacciando la zona per rintracciare l’aggressore, forse la stessa persona che si aggirava con aria circospetta qualche giorno fa nella stessa area.


Messaggio del 09-09-2011 alle ore 18:13:32
Allora, uno così, non lo vogliamo mettere sulla graticola come si faceva una volta?

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