Cultura & Attualità

Le parole sante del Dalai Lama
Messaggio del 26-11-2009 alle ore 11:08:05
penso che il dalai lama dia 1000 punti a questo personaggio e a tutto quello che questa persona rappresenta
Messaggio del 26-11-2009 alle ore 08:44:48

Più religioni sono meglio di una religione unica, assoluta. Ciascuna ha i suoi metodi, le sue tecniche, c'è chi prega in piedi, chi sdraiato, chi medita. E chi invece non fa nulla di tutto questo, ma è comunque una brava persona.



belle parole, ma per il resto
Messaggio del 25-11-2009 alle ore 19:36:39
Monique,
nessuna invettiva, sempre e solo viva l'Illuminismo
Messaggio del 25-11-2009 alle ore 12:52:16
D. A proposito di laicità. In Italia c'è polemica sui crocefissi nelle aule scolastiche. La Chiesa ha protestato contro una recente sentenza europea che ne chiede la rimozione.

Dalai Lama: E' una questione difficile. Mi viene in mente la questione del mio ritratto, che i tibetani metterebbero ovunque, non solo nelle loro scuole, e che le autorità cinesi ovviamente vietano.
Forse bisogna distinguere tra religione e cultura. Non si può negare che l'Europa abbia radici giudaico-cristiane.
Ma parliamo di cultura, non di religione. Perché lo stesso crocefisso, che per i cristiani rappresenta il sacrificio supremo di Gesù, per gli ebrei assume ben altro significato.
E poi non possiamo nascondere il fatto che siamo oramai in una società multietnica e multireligiosa e che bisogna rispettare la sensibilità di tutti, compresa quella dei laici, senza imporre inutili e ingiuste sofferenze a nessuno.


fonte: L'Espresso 19 novembre 2009

Giusto per esser precisi.
Messaggio del 25-11-2009 alle ore 11:20:19
Vi siete dimenticare di citare questa però:

«L’Italia ha un retroterra cattolico ed è molto importante mantenere questa tradizione». Nel dibattito sul crocifisso nelle aule scolastiche, innescato da una sentenza della Corte di giustizia europea che sollecitava l’Italia a rimuoverlo, si inserisce anche il Dalai Lama . A Roma per il quinto Congresso mondiale parlamentare sul Tibet, il leader spirituale del popolo che vive sul “tetto del mondo” non ha avuto esitazione nell’affermare l’importanza di difendere l’esposizione pubblica del simbolo della cristianità. «Quando visito i paesi stranieri – ha aggiunto il Dalai Lama – sottolineo sempre quanto sia importante per ognuno di essi mantenere le proprie tradizioni ». (19.11.09)

la citazione l'ho tenuta nel cassetto... poi visto l'omissione era il caso di tirarla fuori.
Chissà se adesso il Dalai è una persona perbene... sarà diventato cattolico e/o clericale pure lui, avanti il prossimo epiteto... alla fiera delle invettive c'è posto per tutto e tutti...
Messaggio del 23-11-2009 alle ore 00:46:16
tolleranza, compassione e perdono erano gia' valori umani, pur non credendo in Dio... l'Induismo lo diceva gia' prima del Buddismo
Messaggio del 23-11-2009 alle ore 00:43:24
il Buddismo mi affascina, ma non capisco perche' il Dalai Lama sia tanto attaccato al Tibet...

mi sembra una contraddizione...
Messaggio del 21-11-2009 alle ore 20:41:43

Tremblez, tyrans et vous perfides
L'opprobre de tous les partis,
Tremblez! Vos projets parricides
Vont enfin recevoir leurs prix! (bis)
Tout est soldat pour vous combattre...



Messaggio del 21-11-2009 alle ore 20:00:35
Si Ramblert proporzionalmente è indubitatamente così, seppure all'Illuminismo è da riconoscergli un merito, l'aver fatto riscoprire alla Fede cristiana il bisogno di un interrogarsi costante e a volte radicale verso se stessa.
Messaggio del 21-11-2009 alle ore 18:58:56

La Chiesa Cattolica in 2000 anni non è riuscita a fare quello che hanno fatto gli "Illuministi" in circa un secolo.



Mur, sicuro...sicuro????
Messaggio del 21-11-2009 alle ore 17:17:30
Forse è l'ora di riconoscere che gli uomini, indipendentemente, dalla politica o dal disinteresse per essa, dalla religione o la sua negazione o persino all'indiferenza da essa, dal pensiero progressista o conservatore sono tutti uguali. Fatti delle stesse Miserie e Grandezze in tutte le possibili variazioni percentuali.

X Il Piccioso

Sisi torniamoci all'Illuminismo. In Francia in 30 anni ci furono dai 15.000 ai 70.000 condannati a morte (a seconda delel varie fonti) di cui almeno 10.000 senza neanche regolare processo. In prigione ci finirono dai 100.000 ai 300.000 incarcerazioni spesso per sospetti reati di opinione controrivoluzionaria, oltre ovviamente alle numerose persecuzioni contro i religiosi. La mistificazione e la riscruttura della storia in quegli anni è stata così enorme da averne conseguenze tutt'oggi.
La Chiesa Cattolica in 2000 anni non è riuscita a fare quello che hanno fatto gli "Illuministi" in circa un secolo. Sisi torniamoci, non vedo l'ora di salutare tutti chiamandoli "cittadino" magari nel mese di "Brumaio".
Oh povera Italia.
Messaggio del 20-11-2009 alle ore 19:06:46
Quoto Divo torniamo all'Illuminismo
Messaggio del 20-11-2009 alle ore 11:15:48
Ci sarà un motivo perchè nessuno lo vuole incontrare ... con i WUONG nci si mette nisciune ... se vogliono pisciare in testa a chi gli pare loro hanno i numeri per poterlo fare. Secondo voi Obama in previsione dell'incontro con i WUONG ANDAVA A FARE il Fascion con il DALAI LAMA :rolf:


FATE L'AMORE NON FATE LA GUERRA PIS
Messaggio del 20-11-2009 alle ore 10:59:46

..fonte???


Dimas ma perchè è una novita? Per cortesia ... non entro nel merito geopolitico della questione , ma è storia vecchia . Posso capire che i cinesi hanno la mano pesante ma il clero tibetano campa sopra la povertà del loro popolo (fonte di gente che è stata li )..in questa questione la fede "religiosa" è un fatto apparente è solo una questione politica... e dopo tanto fervore per una "religione" che non conosciamo e non vogliamo conoscere ,dopo ci indignamo per questioni legate alla CHIESA ... a me sembra solo una moda .
Messaggio del 20-11-2009 alle ore 10:35:08
..fonte???
Messaggio del 20-11-2009 alle ore 05:34:13

Qual'è il sistema sociale e politico che difende il Dalai Lama? Da dove vengono lui ed il suo Governo in esilio? Che programma politico sostengono e perchè lo scontro con la Cina? Chi è questo astuto stratega del marketing politico? Il 14° Dalai Lama adesso sostiene la democrazia, sembra difficile credere che il rappresentante di un sistema medievale e feudale come quello abbattuto dall’Armata di Liberazione possa sostenere la Democrazia. La verità è che il Dalai Lama rappresenta il marketing di stile americano adattato alla politica. E’ famoso e celebre come lo sono i Mc Donald’s, Adidas e Nike. E’ un divo così come lo sono Zidane e Brad Pitt e adesso, come se non bastasse, ha annunciato che il suo successore sarà una donna. Si comporta proprio come i governi occidentali, impegnati a guadagnarsi le simpatie delle categorie meno rappresentante. Peccato che il Tibet non abbia colonie in Africa altrimenti il ministro dei rituali sarebbe stata una donna nera (vedi Condoleza Rice che non rappresenta assolutamente né le donne né la popolazione nera).

Il Dalai Lama denuncia che il Governo cinese non ha mai rispettato gli accordi del 1951, con i quali l’Armata di Liberazione e il Governo tibetano hanno concordato la formula “di un paese due sistemi”. Ciò significava che il Tibet restava cinese, ma poteva conservare le sue caratteristiche politiche e sociali. Il punto è che il Dalai Lama non ha mai avuto il coraggio di dire quali erano le caratteristiche politiche e sociali del Tibet che sognava. “Caratteristiche politiche e sociali” sa di folklore, pertanto riscuote la simpatia degli occidentali, ma si tratta di ben altro. Il sistema feudale tibetano era dominato dai nobili e dai monasteri (vi ricorda qualcosa?), il 5% della popolazione possedeva tutte le risorse (terra, pascoli, foreste, fiumi). Il 95% era invece composta da schiavi e servi della gleba (La Francia di Luigi XVI a confronto era progressista). E’ inutile dire che la certezza del diritto, i sindacati e qualsiasi strumento che in genere tutela i più deboli erano del tutto assenti. Questi schiavi appartenevano a chi li acquistava o a chi possedeva la terra sulla quale erano nati. Ancora nel 1951 questi schiavi potevano essere venduti, offerti in dono e usati per pagare debiti.

Per proteggere i loro interessi, i signorotti locali e i lussuosi monasteri (che per la cronaca appartengono alla stessa famiglia di quelli che in Birmania reclamano Democrazia) non disprezzavano il ricorso a leggi che pochi nella storia hanno osato pensare: il tredicesimo ed il sedicesimo codice stabilivano il costo della vita umana per i diversi ranghi sociali. Non solo il governo aveva delle proprie prigioni, ma anche i signori e i monasteri ne possedevano. Uno scenario, questo, che non ricorda nemmeno il mio trisnonno.

Tra le punizioni previste dalla legge c’erano anche le mutilazioni corporee: piedi, occhi, mani, lingua, nulla era disprezzato, come dire che del maiale non si butta niente. I piedi spesso venivano anche tagliuzzati e nemmeno la morte tramite affogamento era rara.

Le tre istituzioni del Tibet (monasteri, signorotti e Dalai Lama) felicemente imponevano corvèe, tasse e ricorrevano spesso anche all’usura. La popolazione non solo doveva pagare tasse a chiunque gliele chiedeva, ma doveva anche svolgere lavoro non retribuito per le terre dei signori.

La nobiltà e i monaci si recavano spesso a Lhasa (la capitale del Tibet), erano accomunati da medesimi interessi, stringevano alleanze e difendevano la propria classe di appartenenza. Costoro, alla metà del XX° secolo erano fermamente convinti che la maggioranza della popolazione dovesse essere tratta diversamente da loro. Tutto ciò farebbe sorridere, se non fosse tragicamente vero!

La fusione tra politica e religione era il cuore del sistema, la religione non era solo una fede, ma soprattutto un sistema di dominio. I monasteri ed i monaci godevano a pieno titoli dei privilegi feudali. Era vietato credere in altre religioni. Proprio così, il campione del dialogo tra religioni vietava di credere in altre religioni! Ciò dimostra quanto il Tibet fosse un sistema chiuso e reazionario, e quanto fosse isolato dal mondo. Nella seconda metà del XX° secolo nessuno Stato imponeva una sola religione, ma in Tibet ciò accadeva!

Questa tendenza antidemocratica continua a perpetuarsi oggi, nel governo in esilio del Tibet che vede incarichi importanti affidati ai familiari del Dalai Lama. La sua ed altre poche famiglie controllano le attività del Governo tibetano in esilio. Solo ultimamente sembra che stiano adottando forme democratiche, come la separazione dei poteri. Nel 2007 il Dalai Lama scopre la separazione dei poteri, ma l’ultima parola spetta sempre a lui e il Governo in esilio conserva ancora una forma teocratica.



Messaggio del 19-11-2009 alle ore 22:19:58

le religioni hanno fallito il loro compito.
Forse è giunto il momento di riconoscere che valori come tolleranza, compassione e perdono sono valori umani, non religiosi.


forse è l'ora di riconoscere che le religioni sono delle truffe, ed i religiosi dei truffatori, compreso il dalai lama
Messaggio del 19-11-2009 alle ore 20:09:37
Tenzin Gyatso...che rompimento di coglioni!!!




Messaggio del 19-11-2009 alle ore 19:57:12
Beh... ammetto che ha tutta la mia simpatia!!!!...
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Editato da Ramblert il 19/11/2009 alle 19:57:35
Messaggio del 19-11-2009 alle ore 15:16:29
E' un grande.....senza aggiungere nient'altro.....
Messaggio del 19-11-2009 alle ore 15:05:51
D. Lei insiste molto sui temi spirituali. In particolare, mostra attenzione e rispetto per la scienza, ipotizzando una via "laica" alla salvezza e l'illuminazione. Un messaggio in controtendenza rispetto alle spinte fondamentaliste di altre religioni, da quella cattolica all'Islam.

R. "E' vero. La religione è utile, ma non indispensabile. L'importante è raggiungere lo scopo, che è quello dell'illuminazione, della verità.
La religione non deve mai chiudersi nel dogma. Per questo dobbiamo essere grati alla scienza, a tutti coloro che ci aiutano a spiegare la realtà.
Più religioni sono meglio di una religione unica, assoluta. Ciascuna ha i suoi metodi, le sue tecniche, c'è chi prega in piedi, chi sdraiato, chi medita. E chi invece non fa nulla di tutto questo, ma è comunque una brava persona.
Dobbiamo avere rispetto per tutti i credenti delle varie religioni, ma anche i non credenti. La maggior parte della gente, oggi, è su posizioni agnostiche. E non ha tutti i torti, visto che le religioni hanno fallito il loro compito.
Forse è giunto il momento di riconoscere che valori come tolleranza, compassione e perdono sono valori umani, non religiosi.



Rispetto e stima per lo spessore culturale e l'apertura mentale di questo grande uomo, che nessun capo di Stato vuole incontrare.

FREE TIBET!!

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