Sospesa la produzione in Italia: appello
delle rianimazioni pediatriche per riaverlo
Il pentothal MILANO- Un fatto è certo: negli ospedali italiani, le scorte di tiopentale sodico, più noto con il nome commerciale di Pentothal, si stanno ormai esaurendo. Bisogna approvvigionarsi all’estero, con tempi più lunghi e a costi maggiorati. Lo denunciano i responsabili dei servizi di anestesia e rianimazione dei nostri più importanti ospedali pediatrici, sottolineando che il problema è grave e molto delicato. Grave, perché il Pentothal viene utilizzato quotidianamente ed è riconosciuto come farmaco insostituibile e addirittura salvavita in tutta una serie di situazioni. Molto delicato, dal momento che la carenza del barbiturico è legata al suo utilizzo per le esecuzioni capitali negli Stati Uniti. Prima di esaminare la situazione negli ospedali pediatrici è necessario ricordare cosa è successo.
CRISI INTERNAZIONALE -Il tiopentale sodico destinato anche al nostro mercato sarebbe dovuto uscire dalle linee dello stabilimento Hospira di Liscate, in provincia di Milano, succursale italiana di Hospira Inc., aziendA farmaceutica dell’Illinois leader nella produzione del barbiturico nata da una costola di Abbott, la multinazionale che negli anni Trenta scoprì e lanciò il tiopentale sodico . Nel 2010, l’azienda madre ha incontrato difficoltà nella produzione in patria, puntando così tutto sulla filiale di Liscate. Anche se Hospira ha sempre precisato di non aver mai avallato l’utilizzo del farmaco nelle procedure impiegate per la pena di morte, il sistema di approvvigionamento delle carceri di massima sicurezza dei 37 Stati che compiono le esecuzioni capitali con il tiopentale sodicol è entrato in crisi e di fatto si è verificata una moratoria. Ma Reprieve , un’organizzazione non governativa britannica che si batte contro la pena di morte, ha scoperto e denunciato le «fonti alternative» di rifornimento del barbiturico in Inghilterra, Germania e Italia appunto. La Gran Bretagna ha imposto lo stop all’esportazione negli Stati Uniti. Grazie all’azione congiunta dell’associazione italiana «Nessuno tocchi Caino» sulla vicenda dello stabilimento di Liscate sono state presentate mozioni parlamentari e denunce penali. Così il Governo italiano è intervenuto e il 21 gennaio scorso Hospira ha deciso non solo di sospendere la produzione ma anche di uscire completamente dal mercato mondiale del barbiturico. Non solo. Subito dopo l'«ammutinamento» si è esteso anche alla Germania, dove il ministro della sanità Philipp Rösler ha ordinato ai principali laboratori del Paese di non vendere il tiopentale sodico agli Stati Uniti.
L'APPELLO - Le difficoltà create dalla decisione di Hospira sono note a tutti i medici delle rianimazioni pediatriche. Nessuno però si è ancora mosso a livello ufficiale. Molto ha pesato di sicuro il timore che un loro intervento potesse essere frainteso o strumentalizzato. A lanciare il sasso nello stagno italiano, allora, ci ha pensato Andrea Canepa, anestesista rianimatore pediatrico dell’ospedale di Alessandria. È lui che ha scritto una lettera al Corriere, chiedendo «la riabilitazione del tiopentale agli occhi dell’opinione pubblica». E ne spiega i motivi. «Io e decine dei miei colleghi usiamo il tiopentale quotidianamente – spiega -. Per l’induzione dell’anestesia nei bimbi più piccoli è il farmaco di routine. Nel trattamento delle forme più gravi dell’epilessia è ancora un farmaco fondamentale. Nei bimbi traumatizzati cranici che sviluppano un’ipertensione endocranica, possibile causa di morte e di lesioni cerebrali permanenti, è un farmaco consigliato univocamente dalla letteratura internazionale». Non solo . L’alternativa al tiopentale sodico è il propofol, ma Canepa fa presente che basta aprire il foglio illustrativo allegato dalle case farmaceutiche ad ogni confezione di propofol per leggere queste frasi: «Per la sedazione in terapia intensiva l’uso del prodotto deve essere tassativamente limitato ai pazienti adulti». «in anestesia … generalmente controindicato nei bambini di età inferiore ai tre anni». «Non autorizzato l’uso per l’induzione dell’anestesia sotto il mese di età ». «Nei pazienti epilettici potrebbe causare episodi convulsivi». In un documento ufficiale anche la Società americana di anestesiologia ha espresso «estrema preoccupazione» per la carenza di tiopentale sodico.