Cultura & Attualità

Magdalene
Messaggio del 07-07-2011 alle ore 16:38:55
Sarà un argomento trito e ritrito, ma ho appeno finito di vedere il film denuncia "magdalene"

sui soprusi subiti da ragazze e giovani donne rinnegate dalla propria famiglia oppure orfane che si

macchiavano di peccati giudicati molto gravi per la benpensante comunità cattolica irlandese. Per espiare le

loro colpe e ritrovare dignità agli occhi della comunità le giovani venivano inviate presso conventi devoti alla

Maria Maddalena (peccatrice convertita da Gesù), Case Magdalene appunto, ove venivano impiegate

soprattutto come lavandaie non retribuite.

Per fortuna qualcosa è cambiato dagli anni '60 e purtroppo qualcosa è peggiorato.

La violenza e la ferocia con cui si accanivano le suore su quelle ragazze mi ha fatto rabbrividire e mi ha

portato ad una riflessione più generale che non vuole, come qualcuno potrebbe pensare, essere l'ennesimo

attacco alla Chiesa.

Dunque mi chiedevo chi cazzo è meritevole di rispetto...non credo si debbe rispettare qualcuno solo per

l'abito che indossa ma solo per la persona che dimostra di essere!

Allora vaffanculo a chi fa della gerarchia (ma è poi necessaria?!) un mezzo per umiliare gli altri...

Nel mio piccolo mi sono sentita trattare come una merda sul posto di lavoro e per fortuna mi sono potuta

concedere il lusso ( ma nella maggior parte dei casi non è così) di mandare letteralmente a fanculo chi

voleva che diventassi una sua schiava!

Forse oltra ad una riflessione personale è anche uno sfogo perché certe cose mi fanno vomitare!!!

E non posso non pensare che anche senza lavoro (spero per poco) sono fortunata perché LIBERA, libera

di pensare, di fare, di non sottomettermi a persone che mi calpestano e ad ideali che non sono i miei.

E se devo rispettare qualcuno non sarà certo per l'abito che indossa o per il ruolo che ricopre!!!
Messaggio del 09-07-2011 alle ore 10:14:15
quesse è lu calle
Messaggio del 09-07-2011 alle ore 14:19:31
Sicuramente questo articolo farà arrabbiare qualcuno che vedrà cadere un altro LUOGOCOMUNISMO, ma è necessario pubblicarlo per l'ennesima volta. Sarà la miliardesima volta che aprono un topic su quel film - scritto e diretto da persone che hanno in odio la Chiesa di Roma e che di conseguenza - non racconta la verità. Naturalmente la gente cattiva non ci crede, perché non è così scema, ma finge di crederci perché in questo modo ha la possibilità di corrompere gli allocchi che in un primo momento credono nella versione del film e in un secondo momento diventano più cattivi dei loro maestri...

Tnet a capì?

In pratica fingeranno di credere nella versione del film, perché nelle loro intenzioni devono corrompere anche me, per farmi diventare peggio di loro. Beh, se hanno tutto questo tempo da perdere che ci provino pure... Tanto che cosa gli costa? Li avverto, però, che sono un osso duro e fin'ora nessuno/a è riuscito a corrompermi fino in fondo, e chi si è avvicinato al risultato è stato ripagato con il pubblico ludibrio (al quale non ha potuto replicare per non sentirsi in imbarazzo) perché non sono dotato del senso dell'omertà.

"UOMO" AVVISATO MEZZO SALVATO!

«Magdalene. Io, cattolico indignato»

«Ma la storia dell’Irlanda racconta qualcosa di diverso: per difendere quei suoi preti, quelle sue suore, quei suoi vescovi, questo popolo ha sopportato secoli di martirio».

di Vittorio Messori

Alla fine della proiezione di Magdalene, Leone d'oro a Venezia, nel cinema milanese gli spettatori hanno applaudito. Mentre li guardavo sfollare, immerso tutto solo nella poltrona, pensavo che - se mi avessero riconosciuto - qualcuno mi avrebbe ingiunto, indignato, di vergognarmi di dirmi ancora cattolico. In effetti, si sono ridotte a poche le minoranze contro le quali la dittatura del «politicamente corretto» permette - anzi, incoraggia - il disprezzo: fumatori, obesi, pedofili, nazisti, cattolici. Anzi, le due ultime categorie sembrano ormai unite, come conferma la locandina di quell' altro film, dove la croce di Cristo si trasforma nella croce uncinata di Hitler. Forse (pensavo uscendo dal cinema) sarebbe tempo che anche i cattolici mettessero in piedi ciò che gli ebrei, e giustamente, hanno creato da tempo: un'Anti-defamation League, che rivendichi i diritti della verità e la dignità delle persone. A cominciare da quelle suore - di sadismo e depravazione da pasoliniana Salò -, esse pure femmine, ma che non rientrano nei proclami del regista scozzese: «Ho voluto denunciare la violenza imposta alle donne, a tutte le donne». Tranne a quelle, s' intende, che hanno una croce sul petto, diffamate da Peter Mullan che, per coltivare meglio lo scandalo, si dice «cattolico» solo perché battezzato in quella Chiesa. A promemoria degli spettatori, tanto indignati per quanto visto sullo schermo quanto ignari della realtà, andranno dunque precisate alcune cose:

1) I Magdalen' s Insti tutes, prima ancora che case religiose, erano «Riformatori giudiziari», «Case di correzione minorile», in diretto collegamento con il ministero della Giustizia e la magistratura della Repubblica d' Irlanda. La gestione, affidata a congregazioni religiose (avviene tuttora anche in Italia, dove le suore sono ancora presenti nelle carceri femminili e in molti altri, civilissimi Paesi del mondo), era sottoposta al controllo degli ispettori dello Stato, che esigeva dalle suore rigorosa sorveglianza e disciplina sulle ospiti e teneva le monache responsabili in caso di fuga o rivolta.

2) La grande maggioranza delle ricoverate era composta da giovanissime inviate negli Istituti con sentenza dei tribunali minorili a causa di reati penali. A queste vere e proprie detenute, degne ovviamente di compassione ma spesso turbolente se non pericolose, Mullan non accenna affatto, concentrandosi su tre casi della minoranza composta da ragazze ricoverate nelle Houses su richiesta esplicita dei genitori.

3) Queste ospiti erano immediatamente dimesse se i genitori o i tutori lo richiedevano, come ammette il film stesso, dove basta l'arrivo di un fratello con la lettera del parroco del villaggio per permettere a una delle ragazze di far subito le valigie.

4) Il lavoro manuale era imposto dalla convenzione con lo Stato, sia per fini «rieducativi» che per intenti economici: almeno parte della spesa per la gestione dei Riformatori doveva rientrare grazie all'attività delle lavanderie, i cui clienti erano soprattutto Ferrovie dello Stato, accademie militari e altri enti governativi. Dei soldi che, ossessivamente, è fatta contare dal regista, la Superiora doveva rendere ragione al ministero della Giustizia oltre che alla sua Congregazione religiosa.

5) Come ha ammesso Mullan stesso, in Gran Bretagna le Case di correzione minorili (gestite, qui, dalla Chiesa anglicana) non differivano da quelle irlandesi, quanto a regolamento sostanzialmente carcerario. Nei mitici, esclusivi, costosi colleges, essi pure anglicani - da Oxford, a Cambridge, a Eton - dove si allevavano i rampolli delle migliori famiglie dell' Impero, i ragazzi non erano trattati molto meglio: anche qui erano in vigore, tra l'altro, le punizioni corporali, con fruste, bastoni, digiuni imposti, inginocchiamenti in pubblico.

6) Non a caso Mullan ha scelto per il suo atto d'accusa il 1964. Uno degli ultimi anni, cioè, dell' Ancien Régime: sia per la Chiesa, alla vigilia della svolta del Postconcilio, sia per la società civile, prossima a quel Sessantotto che avrebbe determinato un cambio totale di sensibilità e di prospettive. Come al solito, anche qui si cade in quello che per gli storici è il peccato mortale: giudicare con le categorie attuali, con la vulgata corrente, una cultura passata, anche se solo da quarant' anni ma che valgono secoli.

7) Ogni comunità umana ha le sue oscurità. Ma si offendono gli spettatori, se si vuole far credere loro che delle suore potessero dilettarsi a far mettere nude, prima di cena, le loro ospiti, giocando a stabilire chi avesse i seni più grandi, le natiche più provocanti, il pube più villoso. Vizi e deviazioni esistevano e esistono anche nelle famiglie religiose, ma clandestini (si non caste, tamen caute): il semplice sospetto di trastulli sessuali così esibiti, avrebbe provocato un' immediata inchiesta canonica, portando alla dispersione della comunità. Altrettanto assurdo, per chi conosca le regole religiose, il tocco sadico delle suore che ogni giorno banchettano fastosamente davanti alle ragazze che trangugiano la loro sbobba.

8) Tutto il film è costruito per dare allo spettatore un senso di oppressione, il mancamento di aria e di libertà di una società gravata dal peso dispotico, oscuro della Chiesa. Ma la storia dell' Irlanda racconta qualcosa di diverso: per difendere quei suoi preti, quelle sue suore, quei suoi vescovi, questo popolo ha sopportato secoli di martirio inflitto dai protestanti inglesi e ancor oggi lotta nelle contee del Nord. Questo popolo, di cui il non irlandese Mullan vorrebbe ricordarci le sofferenze inflitte dalla casta clericale, in realtà ha disseminato la sua fede, con ostinazione eroica, in un Commonwealth ostile, fondando la Chiesa cattolica negli Stati Uniti, in Australia, nella Nuova Zelanda. Non a caso la cattedrale di New York è dedicata a San Patrizio, patrono d' Irlanda. Un popolo, questo, che, spinto da miseria e persecuzioni, è partito dalla sua isola a villaggi interi, a stendardi dei santi spiegati, con alla testa proprio il parroco e le suore. Magdalen' s Sisters comprese.

Laico: «Magdalene. Io, cattolico indignato», di Vittorio Messori, Corriere della Sera, 14 settembre 2002.

La mentalità oggi è, quanto meno, confusionaria e contraddittoria. Sembra tutto uguale, cioè lecito. Ognuno difende il suo - cosa ovvia -, ma sembra non interessato a scoprire se sia vero o no. Il prestigioso storico Hobsbawn si ostina a vantarsi comunista nonostante “particolari” come i gulag; il regista del film Magdalene con un colpo di frusta annulla mille anni di storia irlandese; il parroco del paese emiliano dove è successa la tragedia del piccolo Jacopo, si limita a commentare.

Nella confusione, c’è qualcosa che vale? Chi si attacca alle idee non è un uomo ragionevole, ma un uomo ideologico, perché un ideale non è l’affermazione ostinata di un proprio pensiero contro tutto e contro tutti, ma è qualcosa che dura perché porta la speranza che promette.

La storia è il luogo in cui l’ideale si fa conoscere, perciò: l’ideale del comunismo si è rivelato un’ideologia perché è stato distruttivo; pensare che essere laici significhi essere anticristiani è un preconcetto ideologico, perché altrimenti non si spiegherebbe come mai la cattedrale della laicissima New York possa essere dedicata al santo irlandese Patrizio.

Per essere laici bisogna essere ragionevoli: disposti a riconoscere quello che accade, fino al punto da mettersi in discussione. La sfida per tutti, anche per noi che siamo cristiani, è quella di essere laici. Per esempio, quel prete anziano sopra citato si è dimostrato veramente laico, nel pregare, perché ha riconosciuto che non c’era commento o analisi che tenesse. Ci poteva essere solo una domanda di pietà a chi poteva rispondere.
Messaggio del 09-07-2011 alle ore 15:07:43
Ma se lu Belgie si separa.....che la capitale sara' ancora Bruxelles????????????
Messaggio del 09-07-2011 alle ore 15:40:31
Un colpo di distrazione che NON DOVREBBE PERMETTERE al lettore di leggere l'articolo di Messori:


Ma se lu Belgie si separa.....che la capitale sara' ancora Bruxelles????????????



Invece gli spiriti eletti per dimostrare a Luca Canali di essere spiriti eletti, se lo leggeranno lo stesso.
Messaggio del 09-07-2011 alle ore 15:44:21
Gli spiriti eletti se lo leggeranno a maggior ragione e non si faranno fregare, perché la verità è di tutti e non appartiene ad una sola persona che distrae il pubblico con una battuta spiritosa per nasconderla...

tnet a capì?
Messaggio del 09-07-2011 alle ore 21:13:55
vedrò il film..
Messaggio del 10-07-2011 alle ore 02:34:30
vediti il film e poi leggiti l'articolo...
Messaggio del 10-07-2011 alle ore 11:43:00
il manifesto di propaganda di un paese, l'inghilterra, che è al primo posto in Europa per tasso di gravidanze minorili... con numeri da sud-est asiatico... certe cose ti fanno apprezzare persino la chiesa cattolica...


Messaggio del 10-07-2011 alle ore 18:48:50

il manifesto di propaganda di un paese, l'inghilterra, che è al primo posto in Europa per tasso di gravidanze minorili... con numeri da sud-est asiatico... certe cose ti fanno apprezzare persino la chiesa cattolica...



Per non parlare degli aborti minorili che in Inghilterra sono in continuo aumento, rispetto agli aborti di donne di 20 - 30 - 40 anni...

La causa, come al solito, era un manifesto pubblicitario che reclamizzava i prodotti anticoncezionali che invitava le minorenni a farne un uso indiscriminato e che (dulcis in fundo) faceva il verso alla Chiesa Cattolica e alle ragazze cattoliche che (non?) ne facevano uso...

Ecco il risultato...
Messaggio del 11-07-2011 alle ore 10:21:53
Le Case Magdalene sorsero in Inghilterra e in Irlanda nel XIX secolo, avendo convenzionalmente come scopo, la riabilitazione di donne che avevano lavorato come prostitute. In Irlanda le Case prendevano il nome da Santa Maria Maddalena, che secondo la tradizione cattolica si pentì dei suoi peccati e divenne una fedele seguace di Gesù.
Le Case Magdalene furono in breve prese sotto l'amministrazione e la tutela da parte della Chiesa cattolica, che ne aiutò la diffusione: le Case, però, che inizialmente erano concepite solo come ricoveri di breve durata, si trasformarono nel tempo in istituzioni a lungo termine. La ragione d'essere di queste Case si discostava, così, sempre più dal loro intento iniziale, cioè togliere dalla strada le prostitute e riabilitarle nella società, aiutandole a trovare un impiego fisso che, a causa dei loro trascorsi, le era sempre stato negato. Alle penitenti era richiesto di lavorare, soprattutto come lavandaie, il più delle volte contro la loro stessa volontà. Le suore, cui era affidata la dirigenza degli istituti, attuavano severe regole e duri provvedimenti, atti a scoraggiare la volontà delle donne ad abbandonare gli istituti e che, allo stesso tempo, cercavano di motivare loro alla penitenza.
L'esistenza delle Case Magdalene non fu tenuta di gran conto fino al 1993, quando un ordine di suore a Dublino vendette parte del convento a un imprenditore immobiliare. I resti delle 155 pazienti, che erano stati tumulati in tombe anonime all'interno della proprietà, furono esumati e, fatta eccezione per un corpo, cremati e seppelliti in una tomba comune nel cimitero di Glasnevin. Questo scatenò uno scandalo pubblico.

Nel 1999 Mary Norris, Josephine McCarthy e Mary-Jo McDonagh, pazienti della Casa, fecero un resoconto del trattamento ricevuto nella Casa. Nel documentario "Sex in a Cold Climate" del 1998 furono intervistate ex detenute delle Case Magdalene, che riferirono di aver subito abusi sessuali, psicologici e fisici continuati sia dalle suore che dai preti e di essere state completamente isolate dal mondo esterno durante il periodo di detenzione.

Questo è ciò che riporta Wikipedia ma ciò che mi preme sottolineare non è tanto il comportamento adottato dalle suore in questi istituti e quindi condannare in toto la Chiesa ma esporre la riflessione che è scaturita nella mia mente in seguito alla visione di questo film.
Ovviamente tali pensieri li ho sempre avuti ma in certe circostanze si fanno sentire in maniera più forte.

In sintesi mi sono posta 3 domande:

1)Cos'è il rispetto?

2)Sono tutti meritevoli di rispetto?

3)Un abito, l'appartenenza ad una determinata classe sociale, un titolo e simili sono elementi sufficienti a garantire il rispetto altrui?


1)Quanto alla prima domanda direi che per me la parole rispetto è sinonimo di stima che una persona si GUADAGNA quando ad esempio vive seguendo determinati ideali come l'uguaglianza, la non belligeranza, la libertà di espressione e che la portano ad avere un comportamento verso gli altri sincero, altruista, senza arroganza e ipocrisia; quando mette la propria vita a servizio di un obiettivo, di un progetto che ha come scopo quello di rendere il pianeta un posto migliore; quando quella persona anche nel suo piccolo contribuisce al bene comune.
E per questo distinguo il rispetto dal “quieto vivere” ossia dall'osservanza di regole civili che è giusto che ci siano e che ci aiutano a vivere in armonia...o almeno così dovrebbe essere!

2)Ovviamente la risposta non può che essere negativa e non credo ci sia bisogno di dilungarmi oltre.
3) NO! NO! NO!
Ecco perché il film mi ha fatto tanto incazzare! Non perché siano delle suore le autrici di torture fisiche e psicologiche ma soprattutto
l'idea che un abito, una posizione di comando permetta di fare tutto questo e alla fine lo stesso abito, la stessa posizione di comando suscitino una sorta di rispetto reverenziale
Tutto questo non può che far schifo!

Credo sia chiaro dunque che il mio intento non sia quello di condannare la Chiesa in toto.
Ovviamente nel caso particolare delle Case Magdalene sicuramente il comportamento tenuto dalle religiose fu riprovevole ma del resto loro sono persone come le altre, né più né meno per cui non mi stupisce che possano essere capaci di compiere atti simili.
Chiaramente, appartenendo loro ad una confessione religiosa che predica tutt'altro, sicuramente ciò non può che destare maggiore scalpore.

Ma il punto è quindi certamente allora un abito, una classe sociale, un titolo non possono essere il criterio per determinare chi sia o no meritevole di rispetto, o meglio non possono stabilire che quella persona lo meriti incondizionatamente.

IL RISPETTO VA MERITATO!

e soprattutto mi fa schifo chi usa la sua posizione per fare i propri interessi a scapito di altri, chi usa la violenza e si nasconde dietro un abito, chi fa della gerarchia ( che è poi necessaria?!) uno strumento di sottomissione.

Credo di aver espresso chiaramente il mio pensiero...forse anche dilungandomi troppo

e cmq “l'abito non fa la monaca” scusate...battuta infelice

Messaggio del 11-07-2011 alle ore 11:59:25
IL RISPETTO E' VERITA'
il resto è Sentimento
Messaggio del 13-07-2011 alle ore 15:02:08


Il pettegolezzo è originato dall'invidia e descrive chi lo fa. Per capire che cosa dice un tale di me, è sufficiente sapere com'è. Se una donna mi dice: "figlio di puttana" molto probabilmente ha un figlio illegittimo: non è la prima volta che mi è successo e devo dire che questo metodo è molto, molto preciso.

A questo punto la domanda è questa: come sono il regista e il produttore del film? Sono brave persone? Sono persone oneste? Questa è la domanda che ti devi porre, non le sciocchezze che hai visto in Magdalene. Perché attaccare un cattolico solo, in virtù dei suoi peccati, è come attaccare tutta la Chiesa, è come attaccare Dio in persona e come dice il vangelo: chi non è con noi...
Messaggio del 13-07-2011 alle ore 15:32:47
Mi sa che parliamo 2 lingue differenti oppure dovrei dire che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire?
Comunque, credo di aver spiegato in maniera chiara quale sia il nocciolo della mia riflessione che sicuramente non è attaccare la Chiesa ma:

l'idea che alcune persone a causa dell'abito che indossino,della loro classe sociale, di un titolo, debbano meritare per questo un rispetto incondizionato

e il comportamento di chi, forte di quegli elementi, li usa a proprio favore calpestando, umiliando e sottomettendo gli altri.

Ora è ovvio che nel caso specifico del film, siano le suore ad essere messe sotto accusa, ma ho detto anche nell'intervento precedente, che anche se si fosse trattato di guardie, militari, medici, sarte ecc,per me non avrebbe fatto differenza.
Certo, quando si tratta di persone la cui religione professa l'amore e il perdono per il prossimo, è ovvio che la cosa faccia più scalpore ma ho anche detto che pure questo per me non fa tanta differenza visto che considero le stesse suore o i ministri di dio o di budda, maometto, topolino, comunque alla fine, uomini come altri...

Quindi per l'ultima volta ribadisco, e spero che sia chiaro, che ciò che vado a criticare è che non trovo sia giusto che il rispetto alcune persone debbano riceverlo in modo incondizionato e che

alcune persone messe in determinate situazioni che le portino a dover assumere diciamo, il controllo, oppure a dover sorvegliare, insomma a stare in un gradino più alto gerarchicamente, su di altre, per questo se ne approfittino, diventando delle bestie senza controllo.
Messaggio del 13-07-2011 alle ore 21:35:01



Vi è stato insegnato dagli antichi: ama il tuo amico e odia quelli che ti perseguitano, ma io vi dico: ama il prossimo tuo come te stesso. Se amaste solo i vostri amici che merito ne avreste? Non fanno così anche i pagani?

Messaggio del 13-07-2011 alle ore 23:02:54
Messaggio del 14-07-2011 alle ore 07:15:13
Mah Dicé, con te non si può parlare dato che continui a spostare la discussione su argomenti che non c'entrano nulla...e cmq dal tuo ultimo intervento dovrei intuire che allora coloro che perseguitano nel film sono le suore???

Messaggio del 15-07-2011 alle ore 18:19:53
forse non mi sono spiegato... allora ripeto, ma penso che sarà del tutto inutile, pcché quess è la forz!


«Magdalene. Io, cattolico indignato»

«Ma la storia dell’Irlanda racconta qualcosa di diverso: per difendere quei suoi preti, quelle sue suore, quei suoi vescovi, questo popolo ha sopportato secoli di martirio».

di Vittorio Messori

Alla fine della proiezione di Magdalene, Leone d'oro a Venezia, nel cinema milanese gli spettatori hanno applaudito. Mentre li guardavo sfollare, immerso tutto solo nella poltrona, pensavo che - se mi avessero riconosciuto - qualcuno mi avrebbe ingiunto, indignato, di vergognarmi di dirmi ancora cattolico. In effetti, si sono ridotte a poche le minoranze contro le quali la dittatura del «politicamente corretto» permette - anzi, incoraggia - il disprezzo: fumatori, obesi, pedofili, nazisti, cattolici. Anzi, le due ultime categorie sembrano ormai unite, come conferma la locandina di quell' altro film, dove la croce di Cristo si trasforma nella croce uncinata di Hitler. Forse (pensavo uscendo dal cinema) sarebbe tempo che anche i cattolici mettessero in piedi ciò che gli ebrei, e giustamente, hanno creato da tempo: un'Anti-defamation League, che rivendichi i diritti della verità e la dignità delle persone. A cominciare da quelle suore - di sadismo e depravazione da pasoliniana Salò -, esse pure femmine, ma che non rientrano nei proclami del regista scozzese: «Ho voluto denunciare la violenza imposta alle donne, a tutte le donne». Tranne a quelle, s' intende, che hanno una croce sul petto, diffamate da Peter Mullan che, per coltivare meglio lo scandalo, si dice «cattolico» solo perché battezzato in quella Chiesa. A promemoria degli spettatori, tanto indignati per quanto visto sullo schermo quanto ignari della realtà, andranno dunque precisate alcune cose:

1) I Magdalen' s Insti tutes, prima ancora che case religiose, erano «Riformatori giudiziari», «Case di correzione minorile», in diretto collegamento con il ministero della Giustizia e la magistratura della Repubblica d' Irlanda. La gestione, affidata a congregazioni religiose (avviene tuttora anche in Italia, dove le suore sono ancora presenti nelle carceri femminili e in molti altri, civilissimi Paesi del mondo), era sottoposta al controllo degli ispettori dello Stato, che esigeva dalle suore rigorosa sorveglianza e disciplina sulle ospiti e teneva le monache responsabili in caso di fuga o rivolta.

2) La grande maggioranza delle ricoverate era composta da giovanissime inviate negli Istituti con sentenza dei tribunali minorili a causa di reati penali. A queste vere e proprie detenute, degne ovviamente di compassione ma spesso turbolente se non pericolose, Mullan non accenna affatto, concentrandosi su tre casi della minoranza composta da ragazze ricoverate nelle Houses su richiesta esplicita dei genitori.

3) Queste ospiti erano immediatamente dimesse se i genitori o i tutori lo richiedevano, come ammette il film stesso, dove basta l'arrivo di un fratello con la lettera del parroco del villaggio per permettere a una delle ragazze di far subito le valigie.

4) Il lavoro manuale era imposto dalla convenzione con lo Stato, sia per fini «rieducativi» che per intenti economici: almeno parte della spesa per la gestione dei Riformatori doveva rientrare grazie all'attività delle lavanderie, i cui clienti erano soprattutto Ferrovie dello Stato, accademie militari e altri enti governativi. Dei soldi che, ossessivamente, è fatta contare dal regista, la Superiora doveva rendere ragione al ministero della Giustizia oltre che alla sua Congregazione religiosa.

5) Come ha ammesso Mullan stesso, in Gran Bretagna le Case di correzione minorili (gestite, qui, dalla Chiesa anglicana) non differivano da quelle irlandesi, quanto a regolamento sostanzialmente carcerario. Nei mitici, esclusivi, costosi colleges, essi pure anglicani - da Oxford, a Cambridge, a Eton - dove si allevavano i rampolli delle migliori famiglie dell' Impero, i ragazzi non erano trattati molto meglio: anche qui erano in vigore, tra l'altro, le punizioni corporali, con fruste, bastoni, digiuni imposti, inginocchiamenti in pubblico.

6) Non a caso Mullan ha scelto per il suo atto d'accusa il 1964. Uno degli ultimi anni, cioè, dell' Ancien Régime: sia per la Chiesa, alla vigilia della svolta del Postconcilio, sia per la società civile, prossima a quel Sessantotto che avrebbe determinato un cambio totale di sensibilità e di prospettive. Come al solito, anche qui si cade in quello che per gli storici è il peccato mortale: giudicare con le categorie attuali, con la vulgata corrente, una cultura passata, anche se solo da quarant' anni ma che valgono secoli.

7) Ogni comunità umana ha le sue oscurità. Ma si offendono gli spettatori, se si vuole far credere loro che delle suore potessero dilettarsi a far mettere nude, prima di cena, le loro ospiti, giocando a stabilire chi avesse i seni più grandi, le natiche più provocanti, il pube più villoso. Vizi e deviazioni esistevano e esistono anche nelle famiglie religiose, ma clandestini (si non caste, tamen caute): il semplice sospetto di trastulli sessuali così esibiti, avrebbe provocato un' immediata inchiesta canonica, portando alla dispersione della comunità. Altrettanto assurdo, per chi conosca le regole religiose, il tocco sadico delle suore che ogni giorno banchettano fastosamente davanti alle ragazze che trangugiano la loro sbobba.

8) Tutto il film è costruito per dare allo spettatore un senso di oppressione, il mancamento di aria e di libertà di una società gravata dal peso dispotico, oscuro della Chiesa. Ma la storia dell' Irlanda racconta qualcosa di diverso: per difendere quei suoi preti, quelle sue suore, quei suoi vescovi, questo popolo ha sopportato secoli di martirio inflitto dai protestanti inglesi e ancor oggi lotta nelle contee del Nord. Questo popolo, di cui il non irlandese Mullan vorrebbe ricordarci le sofferenze inflitte dalla casta clericale, in realtà ha disseminato la sua fede, con ostinazione eroica, in un Commonwealth ostile, fondando la Chiesa cattolica negli Stati Uniti, in Australia, nella Nuova Zelanda. Non a caso la cattedrale di New York è dedicata a San Patrizio, patrono d' Irlanda. Un popolo, questo, che, spinto da miseria e persecuzioni, è partito dalla sua isola a villaggi interi, a stendardi dei santi spiegati, con alla testa proprio il parroco e le suore. Magdalen' s Sisters comprese.

Laico: «Magdalene. Io, cattolico indignato», di Vittorio Messori, Corriere della Sera, 14 settembre 2002.

La mentalità oggi è, quanto meno, confusionaria e contraddittoria. Sembra tutto uguale, cioè lecito. Ognuno difende il suo - cosa ovvia -, ma sembra non interessato a scoprire se sia vero o no. Il prestigioso storico Hobsbawn si ostina a vantarsi comunista nonostante “particolari” come i gulag; il regista del film Magdalene con un colpo di frusta annulla mille anni di storia irlandese; il parroco del paese emiliano dove è successa la tragedia del piccolo Jacopo, si limita a commentare.

Nella confusione, c’è qualcosa che vale? Chi si attacca alle idee non è un uomo ragionevole, ma un uomo ideologico, perché un ideale non è l’affermazione ostinata di un proprio pensiero contro tutto e contro tutti, ma è qualcosa che dura perché porta la speranza che promette.

La storia è il luogo in cui l’ideale si fa conoscere, perciò: l’ideale del comunismo si è rivelato un’ideologia perché è stato distruttivo; pensare che essere laici significhi essere anticristiani è un preconcetto ideologico, perché altrimenti non si spiegherebbe come mai la cattedrale della laicissima New York possa essere dedicata al santo irlandese Patrizio.

Per essere laici bisogna essere ragionevoli: disposti a riconoscere quello che accade, fino al punto da mettersi in discussione. La sfida per tutti, anche per noi che siamo cristiani, è quella di essere laici. Per esempio, quel prete anziano sopra citato si è dimostrato veramente laico, nel pregare, perché ha riconosciuto che non c’era commento o analisi che tenesse. Ci poteva essere solo una domanda di pietà a chi poteva rispondere.



chi non ha ancora capito (e presume che sono io che non capito) è pregato di dirmelo, così quoterò per la terza volta lo stesso articolo.

in altre parole (visto che sono io che non capisco niente e non gli altri che, a differenza di me, capiscono tutto) faccio notare che:

se Dio è valore e verità, agli uomini senza valore che cosa gliene frega della verità?

ecco perché fingono di non aver capito niente, ma in realtà hanno capito tutto e lo negano, perché altrimenti non sono "liberi" di fare gli errori... non sono "liberi" di essere SCHIAVI di qualcuno, anche se fingono di non essere schiavi di nessuno... non sono "liberi" di SOFFRIRE le pene dell'inferno su questa terra a causa dei loro peccati e della loro schiavitù... non sono "liberi" di MENTIRE (di fingere di affermare una verità inesistente) in modo tale da sedurre il prossimo per fargli commettere gli stessi errori (quando ci riescono)...
Messaggio del 16-07-2011 alle ore 18:07:32
Ma che c'entra dio in tutto questo?

E poi,secondo te non credere significa non avere valori???
Messaggio del 16-07-2011 alle ore 23:16:14
Medusa,
ti dedico questa canzone piena di valori...


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Magdalene

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