Cultura & Attualità
mara


Io dò perchè non so farne a meno, perchè la solidarietà è la base necessaria di una società civile, perchè immedesimarsi nel dolore altrui è il minimo per potersi definire giustamente "essere umano",perchè ammiro e appoggio in pieno tutto quello che la gente (quella che fà senza chiacchiere,senza telecamere, senza sensazionalismi come,invece, i nostri miseri politici)offre con il lavoro, la fatica,l'amore , la partecipazione che parte dal cuore....ma ciò non toglie che Di Girolamo non ha detto una sola parola sbagliata, è tutto tragicamente vero e confermato dalla storia di questo paese.
krotò, citando Humana non faccio riferimento a sventurati di serie A o B, ho citato Humana perchè è un'altra organizzazione del ceppo, molte ferramenta rivendono come stracci e pezze sterilizzate roba che questa fantomatica organizzazione ritira...........fidati

Giacomo di Girolamo... chi ERA costui?
No non sbagli, Straniero!
Dai giornali alla TV in un tempo assai minore di quello della Valeria Marini! Congratulazioni!
Giacomo, tienitelo tutto quell'euro!
Ma ricorda ciò che hai scritto quando i tuoi cari avranno bisogno, anche loro, del mio euro "salva coscienza"!
P.S. new town non è un neologismo!
Io non sono l'autore, ma ho postato il suo scritto trovandomi daccordo con lui. Non nel non dare aiuto (non voglio dire cosa ho fatto io cosa ha fatto tizio e cosa non ha fatto caio), ma nel concetto di protesta e di rabbia che con lui condivido, perchè si sa gia che siamo in Italia dove detto alla lancianese sem na mass de quaquaraqua... Ora ci sono solo parole ma come al solito, per quello che è accaduto, pagherà chi sta gia pagando piangendo i cari persi o vivendo in una tendopoli per chissà quanti anni...
Non mi resta che confidare in quel piccolo, anzi minuscolo bagliore di speranza che oramai rimane.
OT:
puoi andarli a portare in via sangro, c'è il bidone di humana
senza fare polemiche ma non mi sembra bello dire che ci sono persone sventurate di serie A che necessitano vestiario nuovo lindo e pinto e quelli di serie B che posso prendere "stracci usati e puzzolenti".
Fuori Concò, concordo con te nel dire che che la colpa non è sempre del politico, ma in questa situazione riguardante il terremoto e il crollo delle case credo che i tecnici comunali e i piani regolatori c'entrino ben poco...non sta a loro controllare la struttura di un fabbricato

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Editato da Effecci il 22/04/2009 alle 08:38:20
Questo è un egoista come tanti, che abitano in questo paese che è l'Italia.
Uno di quelli con la pancia piena, uno di quelli come tanti che usano questa cartina parasole per giustificare il loro egoismo e la loro avarizia non solo materiale, ma anche umana e morale.
In questi giorni, ho visto e posso farvi nome e cognome di tanti che al di sopra di colori politici e sentimenti religiosi hanno donato con il cuore........quelli come lui, e ne conosco diversi neanche una cippa hanno dato...
c'è nè stato uno, illuminato che scorazza e predica su questo forum, si è presentato il primo giorno chiedendo che voleva dare qualcosa da mandare a i terremotati.........ha aperto il cofano della macchina, nnon c'era ne una bottiglia d'acqua, nè una busta di latte, ma solo sacchi neri usati, pieni di stracci........usati e puzzolenti....
gli ho candidamente detto "puoi andarli a portare in via sangro, c'è il bidone di humana, questi sventurati non hanno bisogno della tua generosità...........letame..."
a volte è facile sempre dare la colpa al politico e alla politica, altri egoisti sono i proprietari di quelle abitazioni che nei sottotetti e scantinati, senza alcun criterio hanno ricavato abitazioni da affittare a i tanti studenti che risiedevano all'aquila, tanti sono morti, in case che non potevano essere ricavate in fabbricati concepiti all'epoca in modo diverso e per esigenze diverse, egoisti sono i tecnici, si, quelli degli uffici comunali che gestiscono il territorio e l'dilizia del territorio, quelli che rilasciano i pareri a "chi può e chi non può a detta loro realizzare", vedi il palazzone di termoli, 120 appartementi realizzati in un caseggiato ubicato in una piazza come la nostra piazza della vittoria...............mo ci vò i piani regolatori ma coma cazze si po fà?
il politico li approva, ma chi li redige???
Non ho parole. Questo è un altro di quei soggetti pronti a spaccare tutto per contestare, ma quando si tratta dei suoi diritti, allora tutto deve essere perfetto e funzionante. Come tanti, ha la memoria troppo corta e l'orticello troppo verde.

Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c’è.
No, io sono per una solidarietà che aiuta le PERSONE che hanno bisogno, non mi fotte niente in questo caso di quello che fanno e dicono i politici, qui ci sono PERSONE che sono in difficoltà, la colpa è un po' di tutti, la colpa è un po' del modo di fare che si ha da tanto tempo "tu rubi a me e io rubo a te" ed ecco che si costruiscono case di cartone, che si chiudono gli occhi nei controlli, che si danno facili autorizzazioni...
Non si può e non si deve rimanere indifferenti solo "perchè la politica e i politici fanno schifo" perchè così facendo, ci si mette dalla loro parte.
se non sbaglio giovedì scorso era ad Anno Zero...
E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel frastuono della televisione non c’è neanche un poeta grande come Pasolini a dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia.
Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il diritto di dire quello che penso.
Sono d'accordissimo con quanto quotato, per il resto è un pensiero che rispetto ma non condivido.......se viene a mancare anche l'aiuto dalla base, è finita.....sarebbe una guerra tra poveri.........senza vincitori.
Io credo che l'aiuto per quello che si può, va sempre dato.....poi è la coscienza e la possibilità del singolo ad agire in base alla situazione del momento.
Per gli sciacalli spero che la maledizione li perseguiti fino alla fine dei loro giorni.
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Editato da Sojit_e_sorvnut il 22/04/2009 alle 00:38:36
il discorso non fa una piega... massima ammirazione cmq a chi si è sbattuto in aiuto a quella povera gente, e qui a lanciano ci sono tante persone dinanzi alle quali bisogna togliersi il cappello

quanto ha ragione

Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo.
So che la mia suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede.
Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.
Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera.
Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare.
Non do un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficienza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.
Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo.
Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l’economia del nostro Paese.
E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella.
C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato – come tutti gli altri – da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio bisogno?
Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di “new town” e io ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo: “new town”. Dove l’ha preso? Dove l’ha letto? Da quanto tempo l’aveva in mente?
Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come nasce “new town”. E’ un brand. Come la gomma del ponte.
Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani, nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che “in questo momento serve l’unità di tutta la politica”. Evviva. Ma io non sto con voi, perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello che è successo, perché governate con diverse forme - da generazioni - gli italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c’è.
Io non lo do, l’euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro? Per compensare cosa?
A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po’ dei loro risparmi alle popolazioni terremotate.
Poi ci fu l’Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo tutti come è andata.
Dopo l’Irpinia ci fu l’Umbria, e San Giuliano, e di fronte lo strazio della scuola caduta sui bambini non puoi restare indifferente.
Ma ora basta. A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come prima?
Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un euro: comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle scuole crollate a L’Aquila in realtà era un albergo, che un tratto di penna di un funzionario compiacente aveva trasformato in edificio scolastico, nonostante non ci fossero assolutamente i minimi requisiti di sicurezza per farlo.
Ecco, nella nostra città, Marsala, c’è una scuola, la più popolosa, l’Istituto Tecnico Commerciale, che da 30 anni sta in un edificio che è un albergo trasformato in scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un edificio di cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso quasi 7 milioni di euro d’affitto fino ad ora, per quella scuola, dove – per dirne una – nella palestra lo scorso Ottobre è caduto con lo scirocco (lo scirocco!! Non il terremoto! Lo scirocco! C’è una scala Mercalli per lo scirocco? O ce la dobbiamo inventare?) il controsoffitto in amianto.
Ecco, in quei milioni di euro c’è, annegato, con gli altri, anche l’euro della mia vergogna per una classe politica che non sa decidere nulla, se non come arricchirsi senza ritegno e fare arricchire per tornaconto.
Stavo per digitarlo, l’sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno sottolineato gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la diretta sul terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho capito che già era qualcosa se non chiedevo il rimborso del canone per quella bestialità che avevano detto.
Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se qualcosa succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi. E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l’alibi per non parlare d’altro, ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella che sta all’opposizione) perché c’è il terremoto. Come l’11 Settembre, il terremoto e l’Abruzzo saranno il paravento per giustificare tutto.
Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno. Se solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un anno, o quelli dei super manager, accorpando le prossime elezioni europee al referendum. Sono le prime cose che mi vengono in mente. E ogni nuova cosa che penso mi monta sempre più rabbia.
Io non do una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il mio sdegno. Perché rivendico in questi giorni difficili il mio diritto di italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia dentro che diventa pianto, quando sento dire “in Giappone non sarebbe successo”, come se i giapponesi hanno scoperto una cosa nuova, come se il know – how del Sol Levante fosse solo un’ esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di laurea sa come si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare all’atto pratico.
E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel frastuono della televisione non c’è neanche un poeta grande come Pasolini a dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia.
Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il diritto di dire quello che penso.
Come la natura quando muove la terra, d’altronde.
Giacomo Di Girolamo
Nuova reply all'argomento:
neanche un euro per l'abruzzo
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