Cultura & Attualità
Nichi, DIMETTITI!!!!...
Messaggio del 09-08-2009 alle ore 10:06:42
Il Berlusconi Rosso...
8 agosto 2009
Oggi partono le ronde, ma questa non è una notizia. Il braccio destro del fornitore di mignotte del presidente del Consiglio è in galera per spaccio di droga, ma anche questa non è una notizia. Ieri Al Pappone ha detto che la crisi non c’è e minacciato i giornalisti, almeno quei pochi che non sono suoi dipendenti e non vorrebbero diventarlo (“delinquenti” quelli di Repubblica, nemici quelli del Tg3), ma anche questa non è una notizia.
L’altroieri a Milanello aveva auspicato interviste e conferenze stampa senza domande, ma anche questa non è una notizia. Il Corriere della sera s’è portato avanti e ha nascosto la notizia dell’Espresso su Cappuccetto Cicchitto indagato a Pescara con un titolo da Settimana Enigmistica (“Abruzzo, accuse sulle candidature pdl. Coinvolto Cicchitto: calunnie, ho spiegato tutto ai pm. Ipotesi archiviazione”), ma anche questa non è una notizia. La notizia, intesa come fatto sorprendente, tipo uomo che morde cane, è la lettera aperta di Nichi Vendola, governatore della Puglia e segretario di Sinistra e Libertà, a uno dei pm antimafia di Bari che indagano sulla sua vecchia giunta, Desirèe Digeronimo. Farà piacere agli elettori della cosiddetta “sinistra radicale” sapere che il loro leader definisce un’indagine giudiziaria “strumento di una campagna politica e mediatica che mira a colpirmi”, a “costruire scientificamente la mia morte”, in cui “i briganti prendono il posto dei galantuomini”. Dopodichè pretende di scegliersi il pm che più gli aggrada, intimando alla Digeronimo di “astenersi per la ovvia e nota considerazione che la sua rete di amici e parenti le impedisce di svolgere con obiettività l’inchiesta”. Le insegna il mestiere, invitandola a spogliarsi di “una mole di carte trattenute dalla Procura antimafia” mentre avrebbero “attinenza con eventuali profili di illiceità nella Pubblica Amministrazione”. La accusa di aver acquisito “atti che costituiscono il processo di gestazione di alcune leggi, come se le leggi fossero sindacabili dall’autorità inquirente”. E conclude brillantemente con un ultimo copia-incolla del prontuario berlusconiano anti-giudici: “polverone”, “spettacolarizzazione delle indagini”. Mancano solo il “giustizialismo” e la “giustizia a orologeria”, e poi pare di sentir parlare un Berlusconi, un Ghedini o un Bondi qualsiasi. Il tutto dalle labbra di Nichi Vendola, già icona dell’antimafia “de sinistra”, già paladino della legalità e della questione morale, già animatore degli incontri di Libera con don Ciotti e col fior fiore della magistratura più impegnata. E’ bastato che i magistrati cominciassero a ronzare nei suoi paraggi, e il compagno Nichi è diventato come tutti gli altri politici. Un Berlusconi Rosso. Che non ce l’ha, beninteso, con la magistratura in generale né con tutti i magistrati: solo, bontà sua, con quelli che si occupano di lui o dei suoi amici.
Proprio come il Cavaliere, il quale non s’è mai permesso di prendersela con i pm di Vipiteno o di Peretola: ma solo con quelli di Milano, Palermo, Napoli e via via delle altre procure che s’imbattono nei reati suoi e della sua corte. Naturalmente la pm Digeronimo, iscritta a Magistratura democratica (la corrente che Berlusconi considera popolata di “toghe rosse”…) non ha il dono dell’infallibilità: può darsi che abbia commesso errori, e perfino abusi. Nel qual caso, a un potente come il governatore di Puglia, non mancano le sedi a cui rivolgersi: il Csm (ultimamente molto sensibile alle lagnanze dei politici contro i magistrati che indagano “troppo”), i vertici della Procura di Bari, il Gip, il Riesame, l’Appello, la Cassazione e così via. Il fatto è che di questi abusi e/o errori, nella sua incredibile lettera aperta al “suo” pm, non c’è traccia.
La competenza del pool antimafia o di quello specializzato nei reati contro la Pubblica amministrazione la decide il procuratore capo, non l’amico degli indagati. Le indagini sulle leggi regionali non violano affatto l’insindacabilità – prevista dalla Costituzione – dei “voti dati” nelle assemblee elettive: se uno, per dire, si vende una legge in cambio di tangenti, è un corrotto e deve finire in galera. Ciò che viene punito non è l’aver votato una legge, ma l’aver ricevuto qualcosa in cambio. Le leggi, tanto per essere chiari, si fanno gratis, non a pagamento. Quanto alla “spettacolarizzazione dell’inchiesta”, non si capisce di che parli questo signore: non risultano interviste della pm incriminata, risulta invece che la sua indagine sia stata doverosamente seguita da alcuni mass media, visto che riguarda un vorticoso malaffare intorno alla giunta Vendola. Ma questa si chiama informazione, non spettacolarizzazione.
Quanto, infine, alla “rete di amici e parenti” che dovrebbe indurla a sloggiare, Vendola avrebbe il dovere di fare nomi e cognomi, anziché alludere con linguaggio obliquo: finora si sa che la Digeronimo era sposata con un imprenditore poi finito in politica col centrodestra, da cui però è separato da 8 anni, e che fra i suoi amici c’è la sorella di Vendola, Patrizia. Tutto qui o c’è dell’altro? Se non ci fosse dell’altro, verrebbe da dubitare della sanità mentale di un leader che in un sol giorno, con una sola lettera di nessuna utilità per lui e per la sua parte politica, ha buttato alle ortiche un patrimonio di credibilità conquistato in vent’anni di battaglia anche nobili. Ha gettato nella costernazione milioni di elettori che l’avevano votato proprio perché si illudevano di una sua “diversità” dal resto della casta politicante. E ha fornito il destro a gente come Fitto e Gasparri di rinfacciargli, rispettivamente, “un atto arrogante e intimidatorio” (parola di uno che ha fatto sguinzagliare gli ispettori di Alfano contro i magistrati che lo stanno processando) e “un linguaggio mafioso” (senti chi parla). Intanto ha seguitato a non rispondere alle questioni politiche (quelle penali si vedranno) grosse come una casa che hanno dato via allo scandalo della Sanità pugliese: il suo assessore dimissionario Alberto Tedesco, di cui opposizioni e Idv denunciavano da anni i conflitti d’interessi famigliari, sempre difeso da Vendola finchè fu inquisito per corruzione e dunque prontamente promosso senatore dal Pd; e i rapporti del governatore con alcuni figuri legati a brutti giri di rifiuti che avrebbero minacciato a picchiato un giornalista coraggioso, Alessio Dipalo. Il mese scorso Nichi sembrava aver compreso la portata dello scandalo, infatti aveva azzerato l’intera sua giunta, rifacendola tutta nuova. Tutta, tranne un elemento: se stesso. Squadra che perde si cambia, fuorchè l’allenatore-presidente che l’ha scelta. Comodo battere il "mea culpa" sul petto degli altri.
Marco Travaglio
L'Antefatto/ Il Cannocchiale blog
Il Berlusconi Rosso...
8 agosto 2009
Oggi partono le ronde, ma questa non è una notizia. Il braccio destro del fornitore di mignotte del presidente del Consiglio è in galera per spaccio di droga, ma anche questa non è una notizia. Ieri Al Pappone ha detto che la crisi non c’è e minacciato i giornalisti, almeno quei pochi che non sono suoi dipendenti e non vorrebbero diventarlo (“delinquenti” quelli di Repubblica, nemici quelli del Tg3), ma anche questa non è una notizia.
L’altroieri a Milanello aveva auspicato interviste e conferenze stampa senza domande, ma anche questa non è una notizia. Il Corriere della sera s’è portato avanti e ha nascosto la notizia dell’Espresso su Cappuccetto Cicchitto indagato a Pescara con un titolo da Settimana Enigmistica (“Abruzzo, accuse sulle candidature pdl. Coinvolto Cicchitto: calunnie, ho spiegato tutto ai pm. Ipotesi archiviazione”), ma anche questa non è una notizia. La notizia, intesa come fatto sorprendente, tipo uomo che morde cane, è la lettera aperta di Nichi Vendola, governatore della Puglia e segretario di Sinistra e Libertà, a uno dei pm antimafia di Bari che indagano sulla sua vecchia giunta, Desirèe Digeronimo. Farà piacere agli elettori della cosiddetta “sinistra radicale” sapere che il loro leader definisce un’indagine giudiziaria “strumento di una campagna politica e mediatica che mira a colpirmi”, a “costruire scientificamente la mia morte”, in cui “i briganti prendono il posto dei galantuomini”. Dopodichè pretende di scegliersi il pm che più gli aggrada, intimando alla Digeronimo di “astenersi per la ovvia e nota considerazione che la sua rete di amici e parenti le impedisce di svolgere con obiettività l’inchiesta”. Le insegna il mestiere, invitandola a spogliarsi di “una mole di carte trattenute dalla Procura antimafia” mentre avrebbero “attinenza con eventuali profili di illiceità nella Pubblica Amministrazione”. La accusa di aver acquisito “atti che costituiscono il processo di gestazione di alcune leggi, come se le leggi fossero sindacabili dall’autorità inquirente”. E conclude brillantemente con un ultimo copia-incolla del prontuario berlusconiano anti-giudici: “polverone”, “spettacolarizzazione delle indagini”. Mancano solo il “giustizialismo” e la “giustizia a orologeria”, e poi pare di sentir parlare un Berlusconi, un Ghedini o un Bondi qualsiasi. Il tutto dalle labbra di Nichi Vendola, già icona dell’antimafia “de sinistra”, già paladino della legalità e della questione morale, già animatore degli incontri di Libera con don Ciotti e col fior fiore della magistratura più impegnata. E’ bastato che i magistrati cominciassero a ronzare nei suoi paraggi, e il compagno Nichi è diventato come tutti gli altri politici. Un Berlusconi Rosso. Che non ce l’ha, beninteso, con la magistratura in generale né con tutti i magistrati: solo, bontà sua, con quelli che si occupano di lui o dei suoi amici.
Proprio come il Cavaliere, il quale non s’è mai permesso di prendersela con i pm di Vipiteno o di Peretola: ma solo con quelli di Milano, Palermo, Napoli e via via delle altre procure che s’imbattono nei reati suoi e della sua corte. Naturalmente la pm Digeronimo, iscritta a Magistratura democratica (la corrente che Berlusconi considera popolata di “toghe rosse”…) non ha il dono dell’infallibilità: può darsi che abbia commesso errori, e perfino abusi. Nel qual caso, a un potente come il governatore di Puglia, non mancano le sedi a cui rivolgersi: il Csm (ultimamente molto sensibile alle lagnanze dei politici contro i magistrati che indagano “troppo”), i vertici della Procura di Bari, il Gip, il Riesame, l’Appello, la Cassazione e così via. Il fatto è che di questi abusi e/o errori, nella sua incredibile lettera aperta al “suo” pm, non c’è traccia.
La competenza del pool antimafia o di quello specializzato nei reati contro la Pubblica amministrazione la decide il procuratore capo, non l’amico degli indagati. Le indagini sulle leggi regionali non violano affatto l’insindacabilità – prevista dalla Costituzione – dei “voti dati” nelle assemblee elettive: se uno, per dire, si vende una legge in cambio di tangenti, è un corrotto e deve finire in galera. Ciò che viene punito non è l’aver votato una legge, ma l’aver ricevuto qualcosa in cambio. Le leggi, tanto per essere chiari, si fanno gratis, non a pagamento. Quanto alla “spettacolarizzazione dell’inchiesta”, non si capisce di che parli questo signore: non risultano interviste della pm incriminata, risulta invece che la sua indagine sia stata doverosamente seguita da alcuni mass media, visto che riguarda un vorticoso malaffare intorno alla giunta Vendola. Ma questa si chiama informazione, non spettacolarizzazione.
Quanto, infine, alla “rete di amici e parenti” che dovrebbe indurla a sloggiare, Vendola avrebbe il dovere di fare nomi e cognomi, anziché alludere con linguaggio obliquo: finora si sa che la Digeronimo era sposata con un imprenditore poi finito in politica col centrodestra, da cui però è separato da 8 anni, e che fra i suoi amici c’è la sorella di Vendola, Patrizia. Tutto qui o c’è dell’altro? Se non ci fosse dell’altro, verrebbe da dubitare della sanità mentale di un leader che in un sol giorno, con una sola lettera di nessuna utilità per lui e per la sua parte politica, ha buttato alle ortiche un patrimonio di credibilità conquistato in vent’anni di battaglia anche nobili. Ha gettato nella costernazione milioni di elettori che l’avevano votato proprio perché si illudevano di una sua “diversità” dal resto della casta politicante. E ha fornito il destro a gente come Fitto e Gasparri di rinfacciargli, rispettivamente, “un atto arrogante e intimidatorio” (parola di uno che ha fatto sguinzagliare gli ispettori di Alfano contro i magistrati che lo stanno processando) e “un linguaggio mafioso” (senti chi parla). Intanto ha seguitato a non rispondere alle questioni politiche (quelle penali si vedranno) grosse come una casa che hanno dato via allo scandalo della Sanità pugliese: il suo assessore dimissionario Alberto Tedesco, di cui opposizioni e Idv denunciavano da anni i conflitti d’interessi famigliari, sempre difeso da Vendola finchè fu inquisito per corruzione e dunque prontamente promosso senatore dal Pd; e i rapporti del governatore con alcuni figuri legati a brutti giri di rifiuti che avrebbero minacciato a picchiato un giornalista coraggioso, Alessio Dipalo. Il mese scorso Nichi sembrava aver compreso la portata dello scandalo, infatti aveva azzerato l’intera sua giunta, rifacendola tutta nuova. Tutta, tranne un elemento: se stesso. Squadra che perde si cambia, fuorchè l’allenatore-presidente che l’ha scelta. Comodo battere il "mea culpa" sul petto degli altri.
Marco Travaglio
L'Antefatto/ Il Cannocchiale blog
Messaggio del 09-08-2009 alle ore 11:39:48
Nichi Vendola non è il segretario di Sinistra e Libertà, ma quell'ignorante di Travaglio non poteva saperlo...
Nichi Vendola non è il segretario di Sinistra e Libertà, ma quell'ignorante di Travaglio non poteva saperlo...
Messaggio del 09-08-2009 alle ore 11:49:21
Cinghiale, sempre trovi il pelo nell'uovo e devii l'argomento...classico da socialista craxiano che sei!!!!..., a quando il tesseramento al Pdl????...
Cinghiale, sempre trovi il pelo nell'uovo e devii l'argomento...classico da socialista craxiano che sei!!!!..., a quando il tesseramento al Pdl????...
Messaggio del 09-08-2009 alle ore 12:00:13
Io non mi faccio spiegare l'antimafia da uno che si è fatto pagare le ferie in Sicilia da un imprenditore condannato per mafia, nè mi faccio spiegare la moralità politica da uno che non ha mai avuto niente da ridire per i tanti scheletri nell'armadio del Manettaro. Soprattutto se poi questo tizio è di destra per sua stessa ammissione.
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Editato da Guastaseche il 09/08/2009 alle 12:01:30
Io non mi faccio spiegare l'antimafia da uno che si è fatto pagare le ferie in Sicilia da un imprenditore condannato per mafia, nè mi faccio spiegare la moralità politica da uno che non ha mai avuto niente da ridire per i tanti scheletri nell'armadio del Manettaro. Soprattutto se poi questo tizio è di destra per sua stessa ammissione.
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Editato da Guastaseche il 09/08/2009 alle 12:01:30
Messaggio del 09-08-2009 alle ore 12:03:38
La triade Di Pietro, Grillo, Travaglio è eccezionale
La triade Di Pietro, Grillo, Travaglio è eccezionale

Messaggio del 09-08-2009 alle ore 12:05:19
Beh..quella tua "fonte" "FACCIadicazzo"t'ha spiegato bene "l'antimafia"...
Beh..quella tua "fonte" "FACCIadicazzo"t'ha spiegato bene "l'antimafia"...
Messaggio del 09-08-2009 alle ore 12:07:15
Seh...è sempre meglio della triade Gelli-Riina-Banana...
Seh...è sempre meglio della triade Gelli-Riina-Banana...
Messaggio del 09-08-2009 alle ore 12:43:21
tu non ti fai spiegare le cose perchè non le capisci...
è diverso.
tu non ti fai spiegare le cose perchè non le capisci...
è diverso.
Messaggio del 09-08-2009 alle ore 13:57:52
le dichiarazioni ufficiali che io lessi, da parte di Vendola, erano altre.
("La certificazione della verità è sempre un avvenimento da salutare positivamente") non più di una settimana fa... vediamo un pochetto come evolve la questione
le dichiarazioni ufficiali che io lessi, da parte di Vendola, erano altre.
("La certificazione della verità è sempre un avvenimento da salutare positivamente") non più di una settimana fa... vediamo un pochetto come evolve la questione

Messaggio del 09-08-2009 alle ore 14:00:12
Micolao,
tu dici che mi dovrei far spiegare l'antiberlusconismo da uno che è stato per anni al soldo di Paolo Berlusconi, prestanome di Silvio?
Micolao,
tu dici che mi dovrei far spiegare l'antiberlusconismo da uno che è stato per anni al soldo di Paolo Berlusconi, prestanome di Silvio?
Messaggio del 09-08-2009 alle ore 14:03:26
Di Pietro è un genio. Un ignorante, ma un genio
Di Pietro è un genio. Un ignorante, ma un genio

Messaggio del 09-08-2009 alle ore 15:35:31
Chinghiale, la tua è una vera caduta di stile..., ti dovresti lavare la bocca col Giornale di Montaneli!!!!...
Chinghiale, la tua è una vera caduta di stile..., ti dovresti lavare la bocca col Giornale di Montaneli!!!!...
Messaggio del 09-08-2009 alle ore 17:27:21
Ramblert, a quelli come te (ma anche a quelli come il cinghiale e a quelli come me), Montanelli avrebbe pisciato in bocca
Ramblert, a quelli come te (ma anche a quelli come il cinghiale e a quelli come me), Montanelli avrebbe pisciato in bocca
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