Cultura & Attualità
non ha tutti i torni...anzi
Messaggio del 28-12-2008 alle ore 13:08:52
Mi hai fatto tornare in mente una versione più "allegra", ma la cui morale è la medesima....
"Messer Domine Iddio dopo tanti anni,
mosso a pietà dei nostri lunghi affanni,
aperto su nel cielo un finestrino
fè capolino
e con un colpo d’occhio da maestro
scorse il lato sinistro e il lato destro.
Restò confuso e si rivolse a Pietro,
che avea di dietro
e disse “O Pietro, o ch’io
non son più Dio
o che è venuto men l’ingegno mio,
affacciati e rimira l’universo,
o tempo perso”
e Pietro messo il capo al finestrino
disse “Signor cos’è quel burattino
che in Roma vedo di gran pompa ornato
e imbavagliato?"
e sorridendo a lui disse il Signore
“O Pietro, Pietro è il tuo gran successore,
gli han le man la testa e i piè legati
i potentati
e con un filo a vicenda se lo tirano
lo piegano lo avvolgono lo aggirano
e il popolo ignorante tutto vede
eppur ci crede
e lui povero vecchio la cuccagna
si gode di far niente e di champagne
vuotasi la bottiglia senza spesa”
“Povera chiesa”
esclamò Pietro “ahimè dov’è la primitiva
semplicità che al mondo si fè viva
dov’è quella miseria che provai,
cambiata è assai"
“E quel che è peggio Pietro in nome mio,
che solo del ben degli uomini il desio,
si vendono gli anatemi e le indulgenze
dalle eminenze,
si lucra sul battesimo e la cresima
e si guadagna ancor sulla quaresima
e poi chi può pagar per quanto a modo,
mangia a suo modo.
Senti quei corvi neri appollaiati
che urlando van contro gli altrui peccati
minacciando rovine e distruzioni
come padroni,
e tutto in nome mio che non so niente
che felice vorrei tutta la gente,
ma lor farò veder che non son schiavo”
e Pietro “Bravo!”
“E quei re che cinti di splendore
van gridando siam unti dal Signore,
darò lor l’unto che si conviene”
e Pietro “Bene!”
“Vantan diritti ed io non ne so nulla,
uguali li creai fin dalla culla
e lor son re perché gli altri son balordi,
Pietro l’accordi?
Almen se il ben dei sudditi tentassero
se con i buoni modi comandassero
se le leggi facessero da savi,
direi a lor 'bravi'
Se mostrassero per il popolo buon cuore
per l’arti le scienze un vero amore
e vivi affetti di onorevol storia
avrebbero gloria
ma invece fanno a chi le fa più belle
il mondo par la torre di Babele
non commettono che stragi ed uccisioni,
oh che birboni,
rubano a più non posso e poi fan guerra
e scavan le prigioni sotto terra
innalzan teatri insiem patiboli,
chiese e postriboli
e poi chi ne è l’autor?
Se senti i frati
è Dio che li castiga dei peccati,
tutto si addossa sulle spalle mie
anche le spie.
E il popolo ignorante oppresso e gramo
va dicendo che il popolo non amo
e bestemmia e mi manca di rispetto,
se mi ci metto!
Io che creai può dirsi in un momento
la terra il mare e tutto il firmamento
e che credei di far facendo l’uomo
un galantuomo
che mi presi perfino la premura
di metter al suo servizio la natura,
mi vedo in modo tal remunerato
oh mondo ingrato!”
Gli disse Pietro “Signor non v’affliggete,
di tanti mali la cagion non siete,
sono i principi i frati i preti il Papa
teste di rapa”
“Senti Piero, io il ragazzin non l’ho mai fatto,
ma se mi salta il ghiribizzo matto
con le mie mani li bastone forte”
e Pietro “A morte!”
“Dunque Pierin, guardami ben in viso,
tu che il guardiano sei del Paradiso,
se c’entra un sol non so se ben mi spiego,
perdi l’impiego!”
e così dicendo chiuse il finestrino
e mise bravamente il nottolino
sopra il creato."
Mi hai fatto tornare in mente una versione più "allegra", ma la cui morale è la medesima....
"Messer Domine Iddio dopo tanti anni,
mosso a pietà dei nostri lunghi affanni,
aperto su nel cielo un finestrino
fè capolino
e con un colpo d’occhio da maestro
scorse il lato sinistro e il lato destro.
Restò confuso e si rivolse a Pietro,
che avea di dietro
e disse “O Pietro, o ch’io
non son più Dio
o che è venuto men l’ingegno mio,
affacciati e rimira l’universo,
o tempo perso”
e Pietro messo il capo al finestrino
disse “Signor cos’è quel burattino
che in Roma vedo di gran pompa ornato
e imbavagliato?"
e sorridendo a lui disse il Signore
“O Pietro, Pietro è il tuo gran successore,
gli han le man la testa e i piè legati
i potentati
e con un filo a vicenda se lo tirano
lo piegano lo avvolgono lo aggirano
e il popolo ignorante tutto vede
eppur ci crede
e lui povero vecchio la cuccagna
si gode di far niente e di champagne
vuotasi la bottiglia senza spesa”
“Povera chiesa”
esclamò Pietro “ahimè dov’è la primitiva
semplicità che al mondo si fè viva
dov’è quella miseria che provai,
cambiata è assai"
“E quel che è peggio Pietro in nome mio,
che solo del ben degli uomini il desio,
si vendono gli anatemi e le indulgenze
dalle eminenze,
si lucra sul battesimo e la cresima
e si guadagna ancor sulla quaresima
e poi chi può pagar per quanto a modo,
mangia a suo modo.
Senti quei corvi neri appollaiati
che urlando van contro gli altrui peccati
minacciando rovine e distruzioni
come padroni,
e tutto in nome mio che non so niente
che felice vorrei tutta la gente,
ma lor farò veder che non son schiavo”
e Pietro “Bravo!”
“E quei re che cinti di splendore
van gridando siam unti dal Signore,
darò lor l’unto che si conviene”
e Pietro “Bene!”
“Vantan diritti ed io non ne so nulla,
uguali li creai fin dalla culla
e lor son re perché gli altri son balordi,
Pietro l’accordi?
Almen se il ben dei sudditi tentassero
se con i buoni modi comandassero
se le leggi facessero da savi,
direi a lor 'bravi'
Se mostrassero per il popolo buon cuore
per l’arti le scienze un vero amore
e vivi affetti di onorevol storia
avrebbero gloria
ma invece fanno a chi le fa più belle
il mondo par la torre di Babele
non commettono che stragi ed uccisioni,
oh che birboni,
rubano a più non posso e poi fan guerra
e scavan le prigioni sotto terra
innalzan teatri insiem patiboli,
chiese e postriboli
e poi chi ne è l’autor?
Se senti i frati
è Dio che li castiga dei peccati,
tutto si addossa sulle spalle mie
anche le spie.
E il popolo ignorante oppresso e gramo
va dicendo che il popolo non amo
e bestemmia e mi manca di rispetto,
se mi ci metto!
Io che creai può dirsi in un momento
la terra il mare e tutto il firmamento
e che credei di far facendo l’uomo
un galantuomo
che mi presi perfino la premura
di metter al suo servizio la natura,
mi vedo in modo tal remunerato
oh mondo ingrato!”
Gli disse Pietro “Signor non v’affliggete,
di tanti mali la cagion non siete,
sono i principi i frati i preti il Papa
teste di rapa”
“Senti Piero, io il ragazzin non l’ho mai fatto,
ma se mi salta il ghiribizzo matto
con le mie mani li bastone forte”
e Pietro “A morte!”
“Dunque Pierin, guardami ben in viso,
tu che il guardiano sei del Paradiso,
se c’entra un sol non so se ben mi spiego,
perdi l’impiego!”
e così dicendo chiuse il finestrino
e mise bravamente il nottolino
sopra il creato."
Messaggio del 27-12-2008 alle ore 17:23:16
EDIT il titolo del post..." non ha tutti i torti "
EDIT il titolo del post..." non ha tutti i torti "
Messaggio del 27-12-2008 alle ore 17:22:39
Io se fossi Dio
E io potrei anche esserlo
Se no non vedo chi.
Io se fossi Dio non mi farei fregare dai modi furbetti della gente
Non sarei mica un dilettante
Sarei sempre presente
Sarei davvero in ogni luogo a spiare
O meglio ancora a criticare, appunto
Cosa fa la gente.
Per esempio il cosiddetto uomo comune
Com'è noioso
Non commette mai peccati grossi
Non è mai intensamente peccaminoso.
Del resto poverino è troppo misero e meschino
E pur sapendo che Dio è il computer più perfetto
Lui pensa che l'errore piccolino
Non lo veda o non lo conti affatto.
Per questo io se fossi Dio
Preferirei il secolo passato
Se fossi Dio rimpiangerei il furore antico
Dove si amava, e poi si odiava
E si ammazzava il nemico.
Ma io non sono ancora nel regno dei cieli
Sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.
Io se fossi Dio
Non sarei mica stato a risparmiare
Avrei fatto un uomo migliore.
Si, vabbè, lo ammetto
non mi è venuto tanto bene
ed è per questo, per predicare il giusto
che io ogni tanto mando giù qualcuno
ma poi alla gente piace interpretare
e fa ancora più casino.
Io se fossi Dio
Non avrei fatto gli errori di mio figlio
E specialmente sull'amore
Mi sarei spiegato un po' meglio.
Infatti voi uomini mortali per le cose banali
Per le cazzate tipo compassione e finti aiuti
Ci avete proprio una bontà
Da vecchi un po' rincoglioniti.
Ma come siete buoni voi che il mondo lo abbracciate
E tutti che ostentate la vostra carità.
Per le foreste, per i delfini e i cani
Per le piantine e per i canarini
Un uomo oggi ha tanto amore di riserva
Che neanche se lo sogna
Che vien da dire
Ma poi coi suoi simili come fa ad essere così carogna.
Io se fossi Dio
Direi che la mia rabbia più bestiale
Che mi fa male e che mi porta alla pazzia
È il vostro finto impegno
È la vostra ipocrisia.
Ce l'ho che per salvare la faccia
Per darsi un tono da cittadini giusti e umani
Fanno passaggi pedonali e poi servizi strani
E tante altre attenzioni
Per handicappati sordomuti e nani.
E in queste grandi città
Che scoppiano nel caos e nella merda
Fa molto effetto un pezzettino d'erba
E tanto spazio per tutti i figli degli dèi minori.
Cari assessori, cari furbastri subdoli altruisti
Che usate gli infelici con gran prosopopea
Ma io so che dentro il vostro cuore li vorreste buttare
Dalla rupe Tarpea.
Ma io non sono ancora nel regno dei cieli
Sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.
Io se fossi Dio maledirei per primi i giornalisti e specialmente tutti
Che certamente non sono brave persone
E dove cogli, cogli sempre bene.
Signori giornalisti, avete troppa sete
E non sapete approfittare della libertà che avete
Avete ancora la libertà di pensare, ma quello non lo fate
E in cambio pretendete
La libertà di scrivere
E di fotografare.
Immagini geniali e interessanti
Di presidenti solidali e di mamme piangenti
E in questo mondo pieno di sgomento
Come siete coraggiosi, voi che vi buttate senza tremare un momento:
Cannibali, necrofili, deamicisiani, astuti
E si direbbe proprio compiaciuti
Voi vi buttate sul disastro umano
Col gusto della lacrima
In primo piano.
Si, vabbè, lo ammetto
La scomparsa totale della stampa sarebbe forse una follia
Ma io se fossi Dio di fronte a tanta deficienza
Non avrei certo la superstizione
Della democrazia.
Ma io non sono ancora nel regno dei cieli
Sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.
Io se fossi Dio
Naturalmente io chiuderei la bocca a tanta gente.
Nel regno dei cieli non vorrei ministri
Né gente di partito tra le palle
Perché la politica è schifosa e fa male alla pelle.
E tutti quelli che fanno questo gioco
Che poi è un gioco di forze ributtante e contagioso
Come la febbre e il tifo
E tutti quelli che fanno questo gioco
C' hanno certe facce
Che a vederle fanno schifo.
Io se fossi Dio dall'alto del mio trono
Direi che la politica è un mestiere osceno
E vorrei dire, mi pare a Platone
Che il politico è sempre meno filosofo
E sempre più coglione.
È un uomo a tutto tondo
Che senza mai guardarci dentro scivola sul mondo
Che scivola sulle parole
E poi se le rigira come lui vuole.
Signori dei partiti
O altri gregari imparentati
Non ho nessuna voglia di parlarvi
Con toni risentiti.
Ormai le indignazioni son cose da tromboni
Da guitti un po' stonati.
Quello che dite e fate
Quello che veramente siete
Non merita commenti, non se ne può parlare
Non riesce più nemmeno a farmi incazzare.
Sarebbe come fare inutili duelli con gli imbecilli
Sarebbe come scendere ai vostri livelli
Un gioco così basso, così atroce
Per cui il silenzio sarebbe la risposta più efficace.
Ma io sono un Dio emotivo, un Dio imperfetto
E mi dispiace ma non son proprio capace
Di tacere del tutto.
Ci son delle cose
Così tremende, luride e schifose
Che non è affatto strano
Che anche un Dio
Si lasci prendere la mano.
Io se fossi Dio preferirei essere truffato
E derubato, e poi deriso e poi sodomizzato
Preferirei la più tragica disgrazia
Piuttosto che cadere nelle mani della giustizia.
Signori magistrati
Un tempo così schivi e riservati
Ed ora con la smania di essere popolari
Come cantanti come calciatori.
Vi vedo così audaci che siete anche capaci
Di metter persino la mamma in galera
Per la vostra carriera.
Io se fossi Dio
Direi che è anche abbastanza normale
Che la giustizia si amministri male
Ma non si tratta solo
Di corruzioni vecchie e nuove
È proprio un elefante che non si muove
Che giustamente nasce
Sotto un segno zodiacale un po' pesante
E la bilancia non l'ha neanche come ascendente.
Io se fossi Dio
Direi che la giustizia è una macchina infernale
È la follia, la perversione più totale
A meno che non si tratti di poveri ma brutti
Allora si che la giustizia è proprio uguale per tutti.
[.]
Io se fossi Dio
Io direi come si fa a non essere incazzati
Che in ospedale si fa morir la gente
Accatastata tra gli sputi.
E intanto nel palazzo comunale
C'è una bella mostra sui costumi dei sanniti
In modo tale che in questa messa in scena
Tutto si addolcisca, tutto si confonda
In modo tale che se io fossi Dio direi che il sociale
È una schifosa facciata immonda.
Ma io non sono ancora nel regno dei cieli
Sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.
[.]
Io se fossi Dio
Vedrei dall'alto come una macchia nera
Una specie di paura che forse è peggio della guerra
Sono i soprusi, le estorsioni i rapimenti
È la camorra.
È l'impero degli invisibili avvoltoi
Dei pescecani che non si sazian mai
Sempre presenti, sempre più potenti, sempre più schifosi
È l'impero dei mafiosi.
Io se fossi Dio
Io griderei che in questo momento
Son proprio loro il nostro sgomento.
Uomini seri e rispettati
Cos'ì normali e al tempo stesso spudorati
Così sicuri dentro i loro imperi
Una carezza ai figli, una carezza al cane
Che se non guardi bene ti sembrano persone
Persone buone che quotidianamente
Ammazzano la gente con una tal freddezza
Che Hitler al confronto mi fa tenerezza.
Io se fossi Dio
Urlerei che questi terribili bubboni
Ormai son dentro le nostre istituzioni
E anzi, il marciume che ho citato
È maturato tra i consiglieri, i magistrati, i ministeri
Alla Camera e allo Senato.
Io se fossi Dio
Direi che siamo complici oppure deficienti
Che questi delinquenti, queste ignobili carogne
Non nascondono neanche le loro vergogne
E sono tutti i giorni sui nostri teleschermi
E mostrano sorridenti le maschere di cera
E sembrano tutti contro la sporca macchia nera.
Non ce n'è neanche uno che non ci sia invischiato
Perché la macchia nera
È lo Stato.
E allora io se fossi Dio
Direi che ci son tutte le premesse
Per anticipare il giorno dell'Apocalisse.
Con una deliziosa indifferenza
E la mia solita distanza
Vorrei vedere il mondo e tutta la sua gente
Sprofondare lentamente nel niente.
Forse io come Dio, come Creatore
Queste cose non le dovrei nemmeno dire
Io come Padreterno non mi dovrei occupare
Né di violenza né di orrori né di guerra
Né di tutta l'idiozia di questa Terra
E cose simili.
Peccato che anche Dio
Ha il proprio inferno
Che è questo amore eterno
Per gli uomini.
G.Gaber
Buone feste
Io se fossi Dio
E io potrei anche esserlo
Se no non vedo chi.
Io se fossi Dio non mi farei fregare dai modi furbetti della gente
Non sarei mica un dilettante
Sarei sempre presente
Sarei davvero in ogni luogo a spiare
O meglio ancora a criticare, appunto
Cosa fa la gente.
Per esempio il cosiddetto uomo comune
Com'è noioso
Non commette mai peccati grossi
Non è mai intensamente peccaminoso.
Del resto poverino è troppo misero e meschino
E pur sapendo che Dio è il computer più perfetto
Lui pensa che l'errore piccolino
Non lo veda o non lo conti affatto.
Per questo io se fossi Dio
Preferirei il secolo passato
Se fossi Dio rimpiangerei il furore antico
Dove si amava, e poi si odiava
E si ammazzava il nemico.
Ma io non sono ancora nel regno dei cieli
Sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.
Io se fossi Dio
Non sarei mica stato a risparmiare
Avrei fatto un uomo migliore.
Si, vabbè, lo ammetto
non mi è venuto tanto bene
ed è per questo, per predicare il giusto
che io ogni tanto mando giù qualcuno
ma poi alla gente piace interpretare
e fa ancora più casino.
Io se fossi Dio
Non avrei fatto gli errori di mio figlio
E specialmente sull'amore
Mi sarei spiegato un po' meglio.
Infatti voi uomini mortali per le cose banali
Per le cazzate tipo compassione e finti aiuti
Ci avete proprio una bontà
Da vecchi un po' rincoglioniti.
Ma come siete buoni voi che il mondo lo abbracciate
E tutti che ostentate la vostra carità.
Per le foreste, per i delfini e i cani
Per le piantine e per i canarini
Un uomo oggi ha tanto amore di riserva
Che neanche se lo sogna
Che vien da dire
Ma poi coi suoi simili come fa ad essere così carogna.
Io se fossi Dio
Direi che la mia rabbia più bestiale
Che mi fa male e che mi porta alla pazzia
È il vostro finto impegno
È la vostra ipocrisia.
Ce l'ho che per salvare la faccia
Per darsi un tono da cittadini giusti e umani
Fanno passaggi pedonali e poi servizi strani
E tante altre attenzioni
Per handicappati sordomuti e nani.
E in queste grandi città
Che scoppiano nel caos e nella merda
Fa molto effetto un pezzettino d'erba
E tanto spazio per tutti i figli degli dèi minori.
Cari assessori, cari furbastri subdoli altruisti
Che usate gli infelici con gran prosopopea
Ma io so che dentro il vostro cuore li vorreste buttare
Dalla rupe Tarpea.
Ma io non sono ancora nel regno dei cieli
Sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.
Io se fossi Dio maledirei per primi i giornalisti e specialmente tutti
Che certamente non sono brave persone
E dove cogli, cogli sempre bene.
Signori giornalisti, avete troppa sete
E non sapete approfittare della libertà che avete
Avete ancora la libertà di pensare, ma quello non lo fate
E in cambio pretendete
La libertà di scrivere
E di fotografare.
Immagini geniali e interessanti
Di presidenti solidali e di mamme piangenti
E in questo mondo pieno di sgomento
Come siete coraggiosi, voi che vi buttate senza tremare un momento:
Cannibali, necrofili, deamicisiani, astuti
E si direbbe proprio compiaciuti
Voi vi buttate sul disastro umano
Col gusto della lacrima
In primo piano.
Si, vabbè, lo ammetto
La scomparsa totale della stampa sarebbe forse una follia
Ma io se fossi Dio di fronte a tanta deficienza
Non avrei certo la superstizione
Della democrazia.
Ma io non sono ancora nel regno dei cieli
Sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.
Io se fossi Dio
Naturalmente io chiuderei la bocca a tanta gente.
Nel regno dei cieli non vorrei ministri
Né gente di partito tra le palle
Perché la politica è schifosa e fa male alla pelle.
E tutti quelli che fanno questo gioco
Che poi è un gioco di forze ributtante e contagioso
Come la febbre e il tifo
E tutti quelli che fanno questo gioco
C' hanno certe facce
Che a vederle fanno schifo.
Io se fossi Dio dall'alto del mio trono
Direi che la politica è un mestiere osceno
E vorrei dire, mi pare a Platone
Che il politico è sempre meno filosofo
E sempre più coglione.
È un uomo a tutto tondo
Che senza mai guardarci dentro scivola sul mondo
Che scivola sulle parole
E poi se le rigira come lui vuole.
Signori dei partiti
O altri gregari imparentati
Non ho nessuna voglia di parlarvi
Con toni risentiti.
Ormai le indignazioni son cose da tromboni
Da guitti un po' stonati.
Quello che dite e fate
Quello che veramente siete
Non merita commenti, non se ne può parlare
Non riesce più nemmeno a farmi incazzare.
Sarebbe come fare inutili duelli con gli imbecilli
Sarebbe come scendere ai vostri livelli
Un gioco così basso, così atroce
Per cui il silenzio sarebbe la risposta più efficace.
Ma io sono un Dio emotivo, un Dio imperfetto
E mi dispiace ma non son proprio capace
Di tacere del tutto.
Ci son delle cose
Così tremende, luride e schifose
Che non è affatto strano
Che anche un Dio
Si lasci prendere la mano.
Io se fossi Dio preferirei essere truffato
E derubato, e poi deriso e poi sodomizzato
Preferirei la più tragica disgrazia
Piuttosto che cadere nelle mani della giustizia.
Signori magistrati
Un tempo così schivi e riservati
Ed ora con la smania di essere popolari
Come cantanti come calciatori.
Vi vedo così audaci che siete anche capaci
Di metter persino la mamma in galera
Per la vostra carriera.
Io se fossi Dio
Direi che è anche abbastanza normale
Che la giustizia si amministri male
Ma non si tratta solo
Di corruzioni vecchie e nuove
È proprio un elefante che non si muove
Che giustamente nasce
Sotto un segno zodiacale un po' pesante
E la bilancia non l'ha neanche come ascendente.
Io se fossi Dio
Direi che la giustizia è una macchina infernale
È la follia, la perversione più totale
A meno che non si tratti di poveri ma brutti
Allora si che la giustizia è proprio uguale per tutti.
[.]
Io se fossi Dio
Io direi come si fa a non essere incazzati
Che in ospedale si fa morir la gente
Accatastata tra gli sputi.
E intanto nel palazzo comunale
C'è una bella mostra sui costumi dei sanniti
In modo tale che in questa messa in scena
Tutto si addolcisca, tutto si confonda
In modo tale che se io fossi Dio direi che il sociale
È una schifosa facciata immonda.
Ma io non sono ancora nel regno dei cieli
Sono troppo invischiato nei vostri sfaceli.
[.]
Io se fossi Dio
Vedrei dall'alto come una macchia nera
Una specie di paura che forse è peggio della guerra
Sono i soprusi, le estorsioni i rapimenti
È la camorra.
È l'impero degli invisibili avvoltoi
Dei pescecani che non si sazian mai
Sempre presenti, sempre più potenti, sempre più schifosi
È l'impero dei mafiosi.
Io se fossi Dio
Io griderei che in questo momento
Son proprio loro il nostro sgomento.
Uomini seri e rispettati
Cos'ì normali e al tempo stesso spudorati
Così sicuri dentro i loro imperi
Una carezza ai figli, una carezza al cane
Che se non guardi bene ti sembrano persone
Persone buone che quotidianamente
Ammazzano la gente con una tal freddezza
Che Hitler al confronto mi fa tenerezza.
Io se fossi Dio
Urlerei che questi terribili bubboni
Ormai son dentro le nostre istituzioni
E anzi, il marciume che ho citato
È maturato tra i consiglieri, i magistrati, i ministeri
Alla Camera e allo Senato.
Io se fossi Dio
Direi che siamo complici oppure deficienti
Che questi delinquenti, queste ignobili carogne
Non nascondono neanche le loro vergogne
E sono tutti i giorni sui nostri teleschermi
E mostrano sorridenti le maschere di cera
E sembrano tutti contro la sporca macchia nera.
Non ce n'è neanche uno che non ci sia invischiato
Perché la macchia nera
È lo Stato.
E allora io se fossi Dio
Direi che ci son tutte le premesse
Per anticipare il giorno dell'Apocalisse.
Con una deliziosa indifferenza
E la mia solita distanza
Vorrei vedere il mondo e tutta la sua gente
Sprofondare lentamente nel niente.
Forse io come Dio, come Creatore
Queste cose non le dovrei nemmeno dire
Io come Padreterno non mi dovrei occupare
Né di violenza né di orrori né di guerra
Né di tutta l'idiozia di questa Terra
E cose simili.
Peccato che anche Dio
Ha il proprio inferno
Che è questo amore eterno
Per gli uomini.
G.Gaber
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