Cultura & Attualità
Il proverbio recita che chi ben comincia è a metà dell'opera. Obama ha preso alla lettera la prescrizione e, accanto a proclami su come salverà il mondo, e a prestigiose nomine scientifiche, più prosaicamente si è dato da fare, ancor prima di insediarsi.
Prima scatta il caso Blagojevich, governatore democratico dell'Illinois, il quale deve assegnare il seggio lasciato vacante dal neopresidente. Blagojevich è un corrotto, e cerca di attuare una compravendita, ma viene scoperto. Tuttavia Obama non ha mai avuto a che fare con la vicenda, forse non sa nemmeno chi sia Blagojevich (nendi vidi e nendi sacciu).
Il 10 dicembre, fonte La Repubblica, leggiamo questo:
Sono state queste le prime dichiarazioni di Barack Obama dopo lo scandalo che ha travolto il governatore dell’Illinois, Rod Blagojevich, accusato di aver cercato di vendere il seggio vacante dal presidente eletto. Ma la sua versione contrasta vistosamente con quella fornita dal suo consigliere David Axelrod, il 23 ottobre scorso. “So che (Obama, ndr.) ha parlato con il governatore e vi è un’intera gamma di nomi molti dei quali sono venuti allo scoperto, e penso che sia favorevole a molti di questi, aveva detto Axelrod alla ‘Fox News’.
Vabbe', sarà una vile menzogna, la Fox è di... di Murdoch, che senza dubbio è un'ottima persona, dato che in Italia il PD si è sentito in dovere di difenderne gl'interessi.
Tuttavia, la strada verso la meta non è ancora sgombra di difficoltà. Una volta che Blagojevich ha nominato il successore di Obama, i democratici si oppongono e non ne vogliono sapere, e Burris, designato nuovo membro, viene allontanato dal Campidoglio, anche se si preannuncia battaglia.
A ciò si aggiungono i problemi relativi alla nomina del nuovo direttore della CIA, che gli oppositori definiscono inadatto. Ci sarebbe dovuto essere forse Johnn Brennan, troppo compromesso e criticatissimo dagli attivisti dei diritti civili.
Tuttavia questo è zucchero. Uno dei membri del team di Obama, che La Repubblica indica come "elemento di spicco", il governatore del New Mexico, William Richardson, deve rinunciare a far parte della squadra di governo per guai giudiziari.
E che cazzo, questo è un complotto.
Ma forse le cose non finiscono qui. Sempre secondo La Repubblica, c'è all'orizzonte una nuova nuvola nera: il suo nome è Robert Congel, un imprenditore immobiliare che forse ha commesso qualche marachella con la senatriche Hillary Clinton, nuovo segretario di stato americano; pare che una donazione di soldi si sia trasformata in una serie di favori per l'ottenimento di finanziamenti federali.
Quando si dice la sfiga...
Per fortuna Obama ha grandi progetti per il futuro: il mondo sta cambiando in meglio

Naturalmente ci sono altri pasticcini. Il prossimo nemico, mortale nemico di Obama sarà un'icona della sinistra liberal, io-ho-una-visione-aperta, ultrailluminata di tutto il mondo: Michael Moore.
Pare infatti che il buon Barack voglia incaricare portavoce per le questioni sanitarie tal Sanjay Gupta, volto noto e mediatico del mondo sanitario americano.
Qual è il problema?
Gupta ebbe un amaro scontro televisivo con Moore: Moore lo accusò di essere uno sgherro dell'industria farmaceutica, mentre Gupta accusò Moore di essere un bugiardo mistificatore. E non fu nemmeno l'ultima lite pubblica. Insomma, i due si odiano a morte, forse ciascuno ritiene l'altro il male assoluto.
Chissà... forse questi sono alcuni dei motivi che fanno sì che il presidente americano eletto susciti sempre più mugugni tra i blog liberal del suo paese

Sapete cosa ha detto David Mandell, biografo di Obama: che Barack ha sempre deluso l'estrema sinistra

sai cos'è il "bumping"?
No. Però ho letto qualcosa sul nuovo vice presidente americano, Joe Biden, un fervido sostenitore della RIAA e dell'espansione del Copyright.
Come senatore Joe Biden fu promotore di una legge che mirava a obbligare le radio che usano sistemi di trasmissione digitale ad utilizzare sistemi anticopia.
Inoltre Obama inserirà nel Dipartimento della Giustizia Tom Perrelli, un avvocato legato alla RIAA.
Ma Biden è legato anche al mondo dell'informatica e Obama ha ricevuto dalla Microsoft ben oltre mezzo milione di dollari, ma attraverso finanziamenti individuali da parte di dirigenti e personaggi legati a doppio filo con la Microsoft stessa.
Obama e Biden hanno promesso che investiranno 50 miliardi di dollari nell'introduzione di tecnologie informatiche nel sistema sanitario americano.
A novembre, la Verichip, una società che produce un microchip a impianto sottocutaneo, che negli anni passati mirava addirittura a impiantare l'intero esercito americano, dopo che nel corso del 2008 aveva visto un crollo delle sue quotazioni, stringe un accordo commerciale con la HealthVault, una società che si occupa di informatica sanitaria.
Il microchip della Verichip si utilizza per l'identificazione e la localizzazione di persone o cose. Potenzialmente può essere utilizzato anche per effettuare pagamenti, al posto della carta di credito.
Dopo l'accordo commerciale con HealthVault, la Verichip ha mostrato segnali di ripresa. La HealthVault è una società della Microsoft.
Uno studio indipendente, qualche tempo fa, aveva sottolineato che l'utilizzo della tecnologia Verichip avrebbe consentito al sistema sanitario americano un risparmio annuo pari a 10 miliardi di dollari, più o meno la cifra che Obama afferma di voler spendere annualmente per il miglioramento del sistema sanitario americano.
Uno studio indipendente, qualche tempo fa, aveva sottolineato
Chi? Come? Dove? Quando? Perchè?
Altrimenti sei il solito VOCCAPERT...
Non vedo l'utilità di saperlo, visto che è a favore della Verichip, ma se ci tieni, lo studio è stato presentato all'incontro annuale della Society of Academic Emergency Medicine, presentato da Paul Sierzenski e altri in collaborazione con il Cooper University Hospital e l'Università della Virginia.


Si vede che non c'hai un ca22o da far(ti)...
Bene Bravo Bis
Ho la febbre, posso fare il cazzo che mi pare
Che ti facevi le pippe lo sapevamo già tutti, non è una novità
io sapevo
"chi parte a razzo...finisce a cazzo"

Quindi posso continuare a parlare di Biden. Biden è l'uomo della NSA alla Casa Bianca?
Si sa che alla NSA si sono detti lieti della sua nomina a vicepresidente. Inoltre, diversi maligni, sostengono che diverse idee di Biden in tema di restrizione del diritto alla privacy, siano nate in casa NSA.
L'AT&T nel 2006 è stata condannata per aver effettuato intercettazioni illegali per conto della NSA. L'amministrazione Bush aveva presentato un disegno di legge per estendere i poteri dello stato circa le intercettazioni e tra i provvedimenti era inclusa anche l'immunità retroattiva a favore delle società telefoniche che avessero operato intercettazioni illegali.
Barack Obama aveva promesso che si sarebbe opposto a questo specifico provvedimento. Tuttavia, dato che la NSA è lieta della presenza di Biden alla Casa Bianca, Obama ha dimenticato la sua promessa.
Gli attivisti della MoveOn.org, un'associazione che ha sostenuto la campagna elettorale di Obama, avevano fatto di tutto per esercitare pressioni sul senatore, che tuttavia non si è lasciato impressionare dalla marea di proteste che la sua nuova posizione.
Pare che Obama, a chi gli chiedesse per quale motivo avesse cambiato idea, abbia risposto: the change we need

Tuttavia ciò non ha evidentemente scalfito la popolarità di Obama, tanto che un blogger, elettore di Obama, nel suo blog ha aperto un post dal titolo: Perché sostengo ancora Obama dopo il suo voto per l'immunità per le società di telecomunicazioni

Figo questo filmato


Oppure è l'idea del premio nobel Al Gore per ridurre l'inquinamento?

Parliamo di un prestigioso membro dello staff di Obama: Al Gore. I progetti ambientali di Obama per l'ambiente sembrano straordinari; del resto, aver chiamato un pezzo grosso come Al Gore per occuparsi di questioni ambientali, un paladino dei verdi, è una buona presentazione.
Ma il verde Gore, in una conferenza stampa del 1997 affermò che per quel che lo riguardava, l'America non avrebbe mai sottoscritto il protocollo di Kyoto se non ci fosse stato un eguale impegno da parte dei paesi in via di sviluppo, quali Cina e India. Proprio un ambientalista senza se e senza ma.
Be', forse non aveva tutti i torti, anche a sentire il dottor John Christy, dell'università dell'Alabama, un climatologo, che ha lavorato anche all'università dell'Illinois e con la NASA e ha collaborato con l'IPCC fino al 2001.
Il professor Christy affermò in una intervista alla CNN che durante un pranzo con alcuni colleghi europei, autori di un rapporto da presentare per sostenere le tesi del protocollo di Kyoto; Christy raccontò come questi suoi colleghi gli confessarono di aver enormemente esasperato i contenuti del loro rapporto col solo scopo di renderlo talmente catastrofico che il governo americano non avrebbe potuto non aderire alle istanze dei sostenitore del trattato.
Ma Christy non è credibile, essendo annoverato tra gli scienziati scettici riguardo al riscaldamento globale, così come Timothy Ball, dell'università di Londra, il quale si diverte nel ricordare come agli inizi degli anni '70, i giornali americani riportassero titoli sensazionalistici, affermando che le prove scientifiche del raffreddamento globale fossero così evidenti che solo un pazzo avrebbe potuto dubitare del fatto che il mondo stava entrando in una nuova era glaciale.
Ma sono evidentemente pazzi. Al Gore è una persona eccezionale e intelligentissima; per provarlo basterebbe sentire ciò che disse durante la presentazione del suo documentario:
Il riscaldamento globale non provoca solo maggiori inondazioni, ma anche maggiore siccità, grossi uragani, tornado, paurose malattie, poliomielite, tubercolosi, malattie virali, aviaria, SARS. Gli orsi polari stanno annegando, zanzare, parassiti, comunismo, schiavitù... riscaldamento globale
Be', dopo che uno mi dice che il riscaldamento globale provoca il comunismo, e infila il comunismo tra parassiti e schiavitù, ditemi quello che volete, ma per me questo è il mio nuovo dio

L'ultimo capolavoro di Obama è la nomina di John Bennan a consigliere per l'antiterrorismo, il giorno stesso in cui afferma di voler porre fine all'uso di torture nei confronti dei prigionieri di guerra.
La cosa è curiosa perché è perlomeno dal 2005 che Brennan va rilasciando interviste affermando quanto quelle che sono state gentilmente definite "enhanced interrogation techniques", siano uno strumento vitale nella lotta al terrorismo, di avere la totale convinzione che siano uno strumento indispensabile, perché forniscono importanti informazioni sulle attività terroristiche.
È proprio per queste posizioni, tanto a lungo e tanto esplicitamente dichiarate, che, in seguito all'ipotesi della sua nomina, Brennan si era dovuto far da parte e rinunciare alla possibilità di un prestigioso incarico alla CIA, poi assegnato a Panetta.
Tra l'altro, nominando Panetta, ha affermato che tale scelta ricadeva su un uomo che gode della sua più totale fiducia. Ma se Brennan non si fosse messo da parte e avesse ricevuto la nomina, lui che era tanto vicino a George Tenet, che ha ricoperto l'incarico sia sotto Bush sia sotto Clinton, quel Tenet per cui c'è stata una richiesta di processo presso le autorità tedesche per aver favorito l'uso della tortura a Guantanamo e Abu-Ghraib, se Brennan non si fosse messo da parte, avrebbe avuto anche lui la più totale fiducia di Obama?
E ce l'ha adesso che è un suo consigliere?
Un'altra nomina è quella dell'ammiraglio Dennis Cuttler Blair, che serve a togliersi dai piedi coloro che hanno sostenuto l'uso delle torture sui prigionieri di guerra (e infatti Brennan si vede che fine ha fatto) e coloro che hanno sostenuto le iniziative legislative sulle intercettazioni telefoniche (e sappiamo cosa ha votato Obama a tal proposito).
Allora che senso ha?
Be', l'ammiraglio Blair, pur non essendo legato a Obama, è amico dei Clinton, compagno di studi dell'ex presidente William Clinton. Una motivazione decisamente più plausibile.
Molti si sono dati da fare per lodare l'ammiraglio Blair, che tuttavia non è un santo. A qualcuno non è sfuggita l'accondiscendenza, ma soprattutto la collaborazione, dell'ammiraglio Blair nei confronti del governo indonesiano, durante il periodo del referendum per l'indipendenza di Timor Est. Di fronte ai massacri di civili, i rappresentanti diplomatici del governo Clinton, affermavano che mentre l'Indonesia è un paese importante per gli Stati Uniti, Timor Est non lo era.
Certo che più si va avanti, più si sente il vento del rinnovamento, eh?
La parola d'ordine di Obama è nota a tutti: CAMBIAMENTO. Ma a giudicare dalle sue mosse, si direbbe che Obama non ne conosca esattamente il significato.
Tra i consiglieri di Obama possiamo trovare un volto tutt'altro che nuovo nella politica americana: Zbigniew Brzezinski, già consigliere di Carter, famoso per essere, insieme alla CIA, il creatore dei talebani, nonché tra i responsabili della caduta dello Scià di Persia e del conseguente insediamento del regime teocratico iraniano. Insomma, un uomo di prim'ordine.
Naturalmente Obama lo ha pubblicamente ringraziato per la sua imprescindibile opera al servizio della nazione.
A ciò non possiamo non aggiungere l'intenso apporto profuso nell'appoggiare il regime di Pol Pot; tale dimenticanza rischierebbe di non rendere la dovuta giustizia al personaggio.
Ma forse non conta nulla? Be', a giudicare da quanto è scritto sul sito del Partito Democratico italiano, pare che Zbigniew Brzezinski sia una delle voci più ascoltate dal presidente eletto Obama per quel che riguarda la politica estera.
Date queste premesse, potrebbe darsi che Obama segua uno dei suggerimenti del suo stimatissimo consigliere, e riempire di armi e rifornimenti la Georgia contro la Russia di Putin, giusto per favorire la distensione.
Be', Barack Obama è il nuovo che avanza, il motore addirittura di tutto il rinnovamento mondiale!!!

È talmente nuovo che il Foglio, il 4 dicembre 2004, aveva già previsto che sarebbe stato eletto presidente.
Ma cosa volete che siano tutte queste questioncelle, dopo la nomina del premio nobel Vattelappesca?

In psichiatria, il termine delirio indica una varietà di stati mentali confusionali in cui l'attenzione, la percezione e la cognizione del soggetto appaiono significativamente ridotti.
Di per sé il delirio non è una patologia quanto una sindrome (un complesso di sintomi) che può presentarsi in diverse forme, essere acuta o cronica, e avere molteplici cause. Il termine «delirio» deriva dal latino lira, "solco", per cui delirare significa etimologicamente "uscire dal solco", ovvero dalla dritta via della ragione.[1]
Le forme croniche di delirio sono spesso basate sull'elaborazione, razionale e lucida, di un sistema di credenze errate; in questo caso si parla in particolare di disturbo delirante o paranoia.
In particolare :
delirio residuale: rappresentato dal perdurare di rappresentazioni deliranti a livello del pensiero, anche dopo la cessazione del perturbamento;
delirio interpretativo: il soggetto interpreta fatti casuali come fatti a lui legati, sentendosi l'attore principale o sentendosi indicato come parte in causa;
delirio di grandezza: il paziente ha la convinzione di essere estremamente importante, per esempio di essere stato prescelto da Dio per compiere una missione di fondamentale importanza, o di essere l'unico detentore di conoscenze o poteri straordinari;
.
Che è? La tua cartella clinica?
Quanto è figo Obama, mentre, con le telecamere accese, va a mangiare il panino in mezzo ai cafoni.
I sostenitori italiani di Obama avranno raggiunto l'estasi, ma se questi stessi sostenitori hanno una qualche simpatia per Hamas, o semplicemente per il popolo palestinese, forse dovrebbero sentirsi meno estasiati.
Nel luglio 2008, in visita in Israele, Obama affermò alcune cose interessanti:
1) l'America difenderà sempre Israele;
2) «e cadessero i razzi sulla casa dove dormono le mie due figlie, farei il possibile per difenderle. E lo stesso deve fare Israele»;
3) Gerusalemme deve essere la capitale indivisa di Israele.
Riguardo a quest'ultimo punto, tuttavia, ha affermato che sarà l'ultima del processo di pace, in accordo coi palestinesi. Ora sappiamo che non è solo Berlusconi quello che ama raccontare le barzellette negli incontri internazionali.
E sulla Stampa di oggi una notizia interessantissima:
WASHINGTON
Barack Obama va in tv e spiega che non tutte le promesse fatte in campagna elettorale saranno mantenute, o almeno non potranno diventare realtà con i tempi ipotizzati prima del 4 novembre, giorno della vittoria del candidato democratico su John McCain.
Non ancora ha cominciato e già inizia a rimangiare ciò che promesso!
Poveri Obamiani de noantri! Già vedevano un mondo rivoltato come un guanto, e si ritrovano soltanto con un pugno di mosche

Avversari di Adonai,
non cadete nel suo tranello, lo sapete bene anche voi che Obama avrà molte difficoltà a cambiare il mondo dopo i disastri provocati da 8 anni di amministrazione Bush. Solo Veltroni crede ai miracoli, voi più laicamente vi attendete un cambiamento di filosofia, scelte in discontinuità con la precedente gestione, un'aria nuova alla Casa Bianca. Per i risultati bisognerà attendere anche la fortuna. Se non dovesse girare l'economia per il verso giusto tra pochi mesi anche le migliori intenzioni potrebbero cadere sotto la delusione di tante promesse non mantenute. Quindi giochiamo di rimessa e non diamo spago ad Adonai.


Solo se Hillary Clinton cambiarà marca di fagioli, potremmo aspettarci aria nuova alla Casa Bianca

cambiasse
cambiarà? che modo è? trogloditivo?
comunque bisogna ammettere che questi interventi hanno tecnicamente un taglio spiccatamente giornalistico
mi ricordano molto le inchieste de Il Giornale su Di Pietro
La verità è sempre così triste, sconsolante e dolorosa...
Pare che Obama abbia incassato il plauso di Kissinger per la nomina di Brzezinski.
Tuttavia il Los Angeles Times, già il 20 novembre, riporta l'opinione di un'altra persona, quella di Kelly Dougherty, executive director of the 54-chapter Iraq Veterans Against the War:
Obama ha condotto la sua campagna elettorale fondandola sull'idea che la guerra non fosse legittima, ma si trasmette un messaggio differente se ci si circonda di persone che hanno appoggiato la guerra fin dal primo istante.

E questo oggi sulla Stampa
FRENATA SULLE PROMESSE ELETTORALI
Obama e i disillusi
di Massimo Gaggi
Prima la rinuncia a eliminare subito gli sgravi fiscali per i ricchi e a introdurre una tassa straordinaria sulle compagnie petrolifere, come promesso in campagna elettorale. Poi l'avvertimento che, dalla sanità alle pensioni, molti impegni e programmi di spesa andranno ridimensionati alla luce della gravissima crisi economica.
Le correzioni di rotta di Obama si stanno moltiplicando: alcune sono suggerite dalla recessione, altre vanno ben oltre. Come nel caso del prolungamento della presenza militare Usa in Iraq o in quello della rinuncia a chiudere subito il carcere di Guantanamo, un rinvio obbligato ma che ha fatto sensazione (visti gli impegni elettorali) tanto che il presidente eletto è stato costretto ieri a correggere il tiro. «Non mi sembra ancora il caso di andarlo a cercare col forcone, ma non è questo il cambiamento che ci aspettavamo» si sfoga sul Washington Post David Corn, il caporedattore di Mother Jones, magazine della sinistra radicale.
Nessuno mette apertamente sotto accusa Barack Obama per la formazione di un governo zeppo di centristi o per il ridimensionamento dei suoi impegni. Il personaggio è sempre popolarissimo e, del resto, non ha ancora nemmeno cominciato a governare. Ma, quando manca ancora una settimana al suo insediamento, tra i «liberal» e nella sinistra dei «blog» già serpeggia una certa delusione, mentre anche nella maggioranza democratica al Congresso si diffonde il malumore. Obama sperava di arrivare alla cerimonia del giuramento col suo piano anti- recessione — una legge di sostegni all'economia da quasi 800 miliardi di dollari— già approvato dalle Camere.
Invece, nonostante l'enfasi che ha posto sull'urgenza di intervenire per bloccare il rapido deterioramento del quadro economico, il nuovo presidente si è dovuto rassegnare a un iter tortuoso, col provvedimento che sarà esaminato da tutte le commissioni principali. E' durata poco l'illusione «di ottenere in Parlamento un trattamento da Immacolata Concezione» ironizza sul New York Times l'editorialista conservatore David Brooks. Certo, c'è chi contesta perché è stato «lasciato a terra», più che per preoccupazioni programmatiche. E' il caso di John Kerry, un critico puntiglioso della nuova amministrazione da quando Obama ha scelto Hillary Clinton, anziché lui, come Segretario di Stato.
Anche nelle severe e ripetute critiche di Paul Krugman all'inadeguatezza del piano di Obama i maliziosi vedono un riflesso della delusione dell'economista, fresco di premio Nobel, per non essere stato chiamato alla corte del nuovo leader. Ma forse nel caso di Krugman, più che di poltrone, il problema è politico: il neopresidente ha selezionato soprattutto personaggi che già avevano avuto esperienze di governo nell'era di Bill Clinton e ha fatto scelte politiche di centro, mentre Krugman, così come Joseph Stiglitz, è molto spostato a sinistra: non gli bastano stimoli e opere pubbliche, vuole un vero statalismo.
The Nation, voce ufficiale della sinistra radicale, invita i «liberal» a non fasciarsi la testa: «Certo, Obama si sta comportando da centrista e da pragmatico, ma viviamo in tempi straordinari e il suo può essere il modo giusto per ottenere risultati in un'ottica progressista ». E' nervosa anche l'attesa dei sindacati: Obama non si è rimangiato la promessa di varare una legge per facilitare il loro ingresso nelle aziende. Ma, da quando è stato eletto, non ne ha più parlato.

Hillary Clinton afferma che non può esserci dialogo con Hamas. Immagino la stizza degli obamiani italiani che ultimamente non hanno fatto altro che condannare aspramente Israele

L'America è asina, Obama è l'America, Obama è...

è asino?
Obamiani, siete asini

beh!! lo afferma Aristotele!

Al Gore è il più grande ambientalista di tutti i tempi. Fu lui ad affermare che l'America non doveva sottoscrivere il protocollo di Kyoto, circa dieci anni fa.
Grazie al suo impegno ambientalista, Al Gore, insieme al famigerato IPCC, ha vinto il premio nobel per la pace. Lo ha detto anche Animamundi, perciò mica trattiamo di uno qualunque.
Al Gore ha vinto il premio nobel per la pace, come Arafat, e come Kissinger. Quest'ultimo premio nobel per la pace è stato definito dello Schiller Institut, vicino ai democratici, l'autore di un piano per attuare un genocidio ai danni dei popoli africani. Forse il premio nobel che ha vinto è quello per la pace eterna.
La Fao sostiene che l'adozione dei biocarburanti aggrava enormemente il problema della fame nel mondo, ovviamente a discapito dei paesi poveri. Gli scienziati scongiurano Al Gore di condannare l'uso dei biocarburanti, che provocano la sparizione di ettari e ettari di alberi, a favore della coltivazione per la produzione degli stessi biocarburanti, con l'uso di fertilizzanti che inquinano moltissimo. Insomma, i biocarburanti, oltre a condannare i paesi poveri, inquinano e parecchio.
Cosa fa il buon Gore? Si presenta ai meeting di società che producono biocarburanti, congratulandosi per l'ottimo lavoro svolto a favore dell'ambiente.
Si cominciano bene a scorgere le similitudini tra il nobel a Gore e quello a Kissinger. Immaginate quante belle cose potrà fare Al Gore, data la sua nuova responsabilità nell'amministrazione Obama.
Nuova reply all'argomento:
Obama: chi ben comincia...
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