Cultura & Attualità
ora di religione
Messaggio del 06-05-2011 alle ore 03:20:49
ZOROASTRISMO
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Zoroastrismo è il nome dato ad una delle più antiche religioni e la più importante e meglio nota dell'Iran antico o pre-islamico.
Tale fede religiosa, monoteista, è denominata dai suoi fedeli con il termine zarathushti din (religione zoroastriana) dal nome del suo ritenuto fondatore Zarathuštra (derivato dal tardo medio-persiano, o lingua pahlavi, Zardukhsht anche Zardusht; anche dalla lingua fārsì: Zardosht). I fedeli di questa religione sono indicati come "zoroastriani" (lingua fārsì: zartoshti, zardoshti; lingua gujarati: jarthushti).
Lo Zoroastrismo è indicato, tradizionalmente, da suoi fedeli anche con il termine Mazdayasna daēnā (medio-persiano dēn ī Māzdēsn, religione degli adoratori di Mazdā e loro stessi come mazdayasna (adoratori di Mazdā, medio-persiano māzdēsn), indicandosi quindi come seguaci del Dio creatore denominato Ahura Mazdā ("Saggio Signore" o "Signore che crea con il pensiero"). Da qui la sua denominazione corrente di Mazdaismo o Mazdeismo ritenuta come l'unica corretta da alcuni iranisti[1].
Lo Zoroastrismo è stato per secoli la religione dominante in quasi tutta l'Asia centrale, dal Pakistan all'Arabia Saudita, fino alla rapida affermazione della religione islamica nel VII secolo. Il costante declino nei secoli successivi vide un brusco cambiamento di direzione negli anni novanta, caratterizzati da un'inaspettata e repentina crescita della religione zoroastriana. Negli ultimi anni le tendenze hanno tuttavia nuovamente cambiato marcia: le ultime statistiche presentano un numero di 200.000 fedeli in continua discesa, ed è diffusa l'opinione secondo cui lo zoroastrismo potrebbe estinguersi nel giro di pochi anni.[2]
Caratteristiche
Lo Zoroastrismo è una religione monoteista; l'analisi critica del suo testo religioso, l'Avestā, il quale raccoglie più contributi di diversa origine stratificati lungo i secoli, nonché l'analisi dei dati storici ed archeologici dimostra tuttavia come questa fede religiosa si sia sviluppata lungo letture dottrinali di origine monoteista, enoteista, dualista e infine nuovamente monoteista.[3]
Molti studiosi moderni ritengono che questa religione abbia avuto una profonda influenza sulle religioni abramitiche e su Mitraismo, Manicheismo e Mandeismo.
Il libro sacro dello zoroastrismo è l'Avestā. Di questo testo sacro solamente le Gāthā (canti religiosi) sono, secondo gli studiosi, direttamente attribuibili al profeta iranico Zarathuštra.
Il pensiero religioso delle Gāthā di Zarathuštra
Il pensiero religioso del profeta iranico Zarathuštra, fondatore del Mazdeismo, è dunque riportato nelle gāthā dell'Avestā. In queste gāthā Ahura Mazdā è presentato come l'inizio e la fine di ogni cosa, il Signore della vita:
(AVE)
« at thwâ mêñghî pourvîm mazdâ ýezîm stôi mananghâ vanghêush patarêm mananghô hyat thwâ hêm cashmainî hêñgrabem haithîm ashahyâ dãmîm anghêush ahurem shyaothanaêshû »
(IT)
« Riconosco, o Mazda, nel mio pensiero, che tu sei il Primo e anche l'Ultimo, l'Alfa e l'Omega; che tu sei Padre di Vohū Manah, perché io ti ho fermato nel mio occhio, Tu sei il vero creatore di Aša, e tu sei il Signore dell'esistenza e delle azioni della vita attraverso il tuo operare »
(Avestā, Yasna. XXXI,8. Traduzione di Arnaldo Alberti. Op.cit.)
Due Spiriti primi sono il Bene e il Male, la Verità e la Menzogna: ai seguaci del primo toccherà in sorte la Vita e la Migliore Esistenza mentre i seguaci del secondo otterranno la Non-Vita e la Peggiore Esistenza:
(AVE)
« at tâ mainyû pouruyê ýâ ýêmâ hvafenâ asrvâtem manahicâ vacahicâ shyaothanôi hî vahyô akemcâ åscâ hudånghô eresh vîshyâtâ nôit duzhdånghô atcâ hyat tâ hêm mainyû jasaêtem paourvîm dazdê gaêmcâ ajyâitîmcâ ýathâcâ anghat apêmem anghush acishtô dregvatãm at ashâunê vahishtem manô »
(IT)
« I due Spiriti primordiali, che (sono) gemelli, (mi) sono stati rivelati (come) dotati di propria (autonoma) volontà. I loro due modi di pensare, di parlare e di agire sono (rispettivamente) il migliore e il cattivo. E tra questi due (modi) i benevoli discernono correttamente, non i malevoli. Allora, il fatto che questi due Spiriti si confrontino, determina, all'inizio, la vita e la non vitalità, in modo che, alla fine, l'Esistenza Pessima sia dei seguaci della Menzogna, ma al seguace della Verità (sia) l'Ottimo Pensiero »
(Avestā, Yasna. XXX,3-4. Traduzione di Gherardo Gnoli Op.cit.)
I due Spiriti sono opposti e nulla li concilia:
(AVE)
« at fravaxshyâ anghêush mainyû pouruyê ýayå spanyå ûitî mravat ýêm añgrem, nôit nâ manå nôit sêñghâ nôit xratavô naêdâ varanâ nôit uxdhâ naêdâ shyaothanâ nôit daênå nôit urvãnô hacaiñtê. »
(IT)
« Sì ora parlerò dei due Spiriti dell'esistenza all'inizio del mondo, quando il virtuoso si è rivolto al malvagio: "Nulla tra di noi due concorda: né il pensiero, né l'insegnamento, né la volontà, né la fede, né le parole, né le azioni, né le concezioni del mondo, né le nostre anime stesse »
(Avestā, Yasna. XLV,2. Traduzione di Arnaldo Alberti. Op.cit.)
Ahura Mazdā è chiaramente il Padre dello Spirito della Verità, dello Spirito Santo (Spenta Mainyu):
(AVE)
« ahyâ manyêush tvêm ahî tâ speñtô ýê ahmâi gãm rânyô-skeretîm hêm-tashat at hôi vâstrâi râmâ-då ârmaitîm hyat hêm vohû mazdâ hême-frashtâ mananghâ. »
(IT)
« Tu sei il santo Padre di questo Spirito che ha creato per noi la Vacca che porta gioia al mondo, e per il suo pascolo, per darle pace, hai creato Ārmaiti, dopo aver preso consiglio, o Mazdā, con Vohū Manah »
(Avestā, Yasna. XLVII,3. Traduzione di Arnaldo Alberti. Op.cit.)
Essendo i due spiriti, quello Santo del Bene e quello Malefico della Menzogna, "gemelli", ciò fa presumere che Ahura Mazdā sia il Padre anche dello Spirito Malefico, lo Spirito della Menzogna (Angra Mainyu).
Ma
« La paternità del Signore Saggio[4] non entra in causa come quella di un padre colpevole di aver generato un figlio malvagio: la responsabilità etica è solo di chi compie la sua libera scelta »
(Gherardo Gnoli. Op.cit.482)
« La teologia di Zarathustra non è 'dualista' in senso stretto, poiché Ahura Mazdā non è messo a confronto con un 'anti-dio'; l'opposizione si esplcita, all'origine tra i due Spiriti. D'altra parte è più volte sottintesa l'unità tra Ahura Mazdā e lo Spirito Santo (Y.,43:3; ecc.). Insomma il Bene e il Male, il santo e il demone procedono entrambi da Ahura Mazdā, ma poiché Angra Mainyu ha scelto liberamente la sua natura e la sua vocazione malefica, il Signore non può essere considerato responnsabile della comparsa del Male. »
(Mircea Eliade. Op. cit. pag.337 )
« Non è necessario attribuire ad Ahura Mazdā la paternità dello Spirito Distruttore. Come ha suggerito Gershevitch[5], basta pensare che il Signore Saggio abbia generato lo Spirito, probabilmente sotto forma di due Spiriti (diremmo noi); ma questi si sono differenziati soltanto- e qui sta il punto fondamentale- per loro libera scelta »
(Jacques Duchesne-Guillemin. Op.cit. pag. 146 )
Dopo un'attenta esegesi dei testi e un richiamo alle differenti posizioni degli iranisti, così Arnaldo Alberti conclude:
« Noi vediamo, invece nell'Avestā la presenza del più puro, logico, consequenziale monoteismo, almeno nel Mazdaismo zarathuštriano (non parliamo delle successive degenerazioni). Alla radice del Mazdaismo c'è solo Mazdā, Dio unico creatore del Bene e del Male. Se davvero si vuole parlare di dualismo nel Mazdaismo originario, allora si dovrebbe fare la stessa distinzione (dualismo etico e dualismo teologico) anche, per esempio, nel Cristianesimo dove l'esistenza umana è anche qui concepita come una lotta senza quartiere tra due poteri spirituali contrapposti. »
(Arnaldo Alberti. Op.cit. pag.53)
« Come si è detto, è certamente il dualismo -un dualismo eminentemente etico- il tratto più caratteristico ed originale del pensiero di Zoroastro. Esso ne completa, quasi giustificandola sul piano logico, la visione tendenzialmente monoteistica. [...] In realtà l'insegnamento gathico dev'essere propriamente definito dualistico nella sua ispirazione di fondo: esso si presenta come un "monoteismo dualistico" in cui il potere divino è limitato, per così dire, dalla presenza del Male su un piano che precede e trascende quello della vita materiale, che da tale presenza è a sua volta pesantemente e drammaticamente condizionata. »
(Gherardo Gnoli. Op.cit. pag.400)
Per Jamsheed K. Chosky il messaggio di Zarathuštra fu quello di stabilire una netta differenza tra il bene e il male, ciò che era giusto da quello sbagliato, l'ordine dal disordine. "Bene", "giusto" e "ordine" furono stabiliti dalla "saggezza" (mazdā e dall'ordinatore primordiale dell'universo spirituale e fisico, Ahura Mazdā; mentre il "male", l'"errore" e il "disordine" erano frutto di un'altra entità primordiale, Angra Mainyu[6].
Nodo centrale della religione è la costante lotta tra bene e male. Agli inizi della creazione, il Dio Supremo ("Ahura Mazda") che significa dal sanscrito "Grande Divinità", è caratterizzato da luce infinita, onniscienza e bontà; esso crea lo Spenta Mainyu ovvero lo "spirito benefico", opposto ad Angra Mainyu (o Ahriman) uno spirito malvagio delle tenebre, violenza e morte.
Il conflitto cosmico risultante interessa l'intero universo, inclusa l'umanità, alla quale è richiesto di scegliere quali delle due vie seguire. La via del bene e della giustizia (Aša) porterà alla felicità (Ušta), mentre la via del male apporterà infelicità, inimicizia e guerra.
Sono legati alla dualità di bene e male anche i concetti di Paradiso, Inferno e giorno del giudizio. Dopo la morte l'anima della persona attraversa un ponte (Chinvato Peretu) sul quale le sue buone azioni sono pesate con quelle cattive. Il risultato decreta la destinazione dell'anima nel paradiso o nell'inferno. Quando alla fine dei giorni il male sarà definitivamente sconfitto, il cosmo verrà purificato in un bagno di metallo fuso e le anime dei peccatori saranno riscattate dall'inferno, per vivere in eterno, entro corpi incorruttibili, alla presenza di Ahura Mazda.
Storia
Lo zoroastrismo, nel tempo diffusosi soprattutto tra i popoli iranici d'Europa (Sciti e Sarmati, per esempio) e d'Asia, fu la religione favorita dalle due grandi dinastie dell'antica Persia, gli Achemenidi ed i Sasanidi. Comunque, poiché non sono sopravvissute fonti scritte persiane contemporanee di quel periodo, è difficile descrivere la natura dell'antico zoroastrismo in dettaglio.
La descrizione di Erodoto della religione persiana include alcune caratteristiche proprie dello zoroastrismo, come l'esposizione dei morti. I re achemenidi riconobbero la loro devozione ad Ahura Mazda nelle iscrizioni; comunque essi furono anche partecipi dei rituali religiosi locali a Babilonia e in Egitto, ed aiutarono gli Ebrei a ritornare nella loro terra natia, ricostruendo i loro templi, fatti che sembrano escludere che ci fosse stata da parte loro una imposizione dell'ortodossia religiosa sui sudditi. Secondo tradizioni tarde, molti dei sacri testi andarono perduti quando Alessandro Magno distrusse Persepoli e rovesciò il regno achemenide negli anni successivi al 330 a.C.
È opinione comune che i tre saggi che vennero dall'Impero persiano per portare doni a Gesù Cristo fossero Magi zoroastriani.
Quando la dinastia sasanide prese il potere in Iran nel 228, essi promossero l'utilizzo della loro religione zoroastriana. Molte fonti cristiane del periodo in questione informano che i re sasanidi perseguitarono i Cristiani in Persia. Comunque non sembra che il Cristianesimo sia stato proibito come religione nel periodo preso in esame.
Molti storici ritengono che i Sasanidi in un primo momento si opposero al Cristianesimo "ortodosso" per i suoi legami con l'Impero romano, e perciò durante il periodo considerato la chiesa nestoriana, dato che era in conflitto con le dottrine accettate ad occidente, fu tollerata e a volte addirittura favorita dalla dinastia imperante. Quando l'impero sasanide si impossessava di province romane vi costruiva spesso templi del fuoco. Inoltre sempre nell'era sasanide divenne popolare la credenza che Ahura Mazda e Angra Mainyu fossero figli del dio del tempo Zurvan; tale credenza si diffuse nei secoli successivi, e diede origine alla corrente detta zervanismo.
L'Iscrizione di Behistun (periodo achemenide, nell'odierno Iran)
Dal VI secolo lo zoroastrismo si espanse nella Cina settentrionale, attraverso la via della seta, ottenendo uno status di ufficialità in alcuni stati cinesi. Templi zoroastriani rimasero fino almeno al 1130 circa nelle regioni del Kaifeng e Zhenjiang, ma dal XIII secolo la religione gradatamente perse importanza nel panorama religioso cinese.
Nel VII secolo la dinastia sasanide fu abbattuta dagli Arabi musulmani e gli zoroastriani ottennero lo status di ‘Popolo del Libro (arabo Ahl al-Kitāb) da parte del Califfo ʿUmar b. al-Khaṭṭāb. Comunque, l'uso dell'Avesta antico e delle lingue persiane fu proibito. I conquistatori islamici considerarono gli insegnamenti di Zoroastro come un culto politeistico. Lo zoroastrismo, che una volta era stato una religione dominante in una regione che andava dall'Anatolia al Golfo Persico e all'Asia centrale, non ebbe un potente campione straniero, come fu l'Impero bizantino per il Cristianesimo, e lentamente perse la sua influenza.
Nell'VIII secolo un gran numero di iranici devoti al culto zoroastriano emigrarono in India, dove trovarono rifugio presso Jadav Rana, un re indù dell'attuale provincia di Gujarat, ma a condizione che si astenessero da attività missionarie e si sposassero tra loro. Anche se le restrizioni sono vecchie di secoli, ancora oggi i Parsi, così si chiamano in India i devoti dello zoroastrismo, non fanno proselitismo e sono endogamici.
Principi dello zoroastrismo moderno
Alcuni fra i concetti maggiori zoroastriani:
1. La filosofia zoroastriana è riassunta da uno dei principali motti della religione: "Buoni pensieri, buone parole, buone opere".
2. Parità sessuale. Uomini e donne hanno uguali diritti all'interno della società.
3. Attenzione per l'ambiente. La natura svolge un ruolo centrale nella pratica dello zoroastrismo. Le più importanti feste annuali zoroastriane riguardano celebrazioni della natura: il nuovo anno nel primo giorno di primavera, la festa dell'acqua in estate, la festa d'autunno alla fine della stagione, la festa del fuoco in mezzo all'inverno.
4. Lavoro e carità. Pigrizia e lentezza sono malviste. La carità è vista come opera buona.
5. Condanna dell'oppressione tra esseri umani, della crudeltà verso gli animali e del sacrificio degli animali. Punti nodali della religione sono l'eguaglianza di tutti gli esseri senza distinzione di razza o credo religioso e rispetto totale verso ogni cosa.
6. Liturgia. Nello zoroastrismo l'energia del creatore è rappresentata dal fuoco. I devoti del culto solitamente pregano alla presenza di qualche forma di fuoco (o davanti a fonti di luce). Il fuoco comunque non è oggetto di venerazione, ma è utilizzato semplicemente come simbolo e punto centrale del culto zoroastriano. Anticamente la funzione principale del culto era lo 'Yasna', il sacrificio dell'haoma, pozione a base di erba, bevuta come liquido sacrificale mentre veniva compiuta una serie complessa di rituali. Tale pratica fu osteggiata da Zarathustra. I seguaci dello zoroastrismo pregano cinque volte al giorno.
Altri concetti:
1. Matrimonio interreligioso e proselitismo. Gli zoroastriani non hanno attività missionaria e i Parsi conservatori non accettano le conversioni, mentre i Parsi "liberali" e molti zoroastriani della diaspora europea e americana le ammettono. In India, i Parsi hanno l'abitudine di sposarsi tra consanguinei. In Iran, a causa della discriminazione tuttora esistente, il matrimonio tra devoti di religioni diverse non è ufficialmente incoraggiato dalle autorità.
2. Morte e sepoltura. I rituali religiosi connessi con la morte sono concentrati sull'anima della persona e non sul corpo, considerato impuro. Alla morte, l'anima lascia il corpo dopo tre giorni. Nei tempi antichi il cadavere veniva esposto in luoghi aperti e sopraelevati, chiamati torri del Silenzio, dove gli avvoltoi l'avrebbero mangiato. Anche gli imperatori persiani quali Dario, Ciro, Serse e Artaserse, in quanto zoroastriani, sono stati spolpati dagli avvoltoi prima di essere sepolti nei rispettivi sepolcri a Persepoli e a Naqs-i-Rustam. La tradizione dell'esposizione dei cadaveri è attualmente seguita solamente dai Parsi. Gli zoroastriani dell'Iran ricorrono alla cremazione elettrica o all'inumazione (in tal caso la bara è posta nel cemento per proteggere la purezza della terra).
Seguaci
Zoroastro era originario dell'Atropatena che è l'attuale Azerbaigian.
Dopo l'occupazione islamica i seguaci azeri hanno sofferto molto perché non accettavano la nuova religione, ma volevano mantenere le loro tradizioni religiose legate al fuoco sacro, preferivano morire piuttosto che convertirsi all'islam, allora i musulmani permisero ai seguaci dello zoroastrismo di rimanere nella loro fede solo pagando una "tassa dell'anima": si trattava di una tassa molto alta, al cui mancato pagamento, i soldati arabi portavano via tutti gli animali e proprietà della persona, poi schiavizzavano i figli ed infine la persona stessa che perdeva la libertà totalmente.
Ovviamente si potevano evitare tutte queste complicazioni diventando subito musulmani, ma molti azeri hanno preferito la resistenza fino all'ultimo e sono letteralmente stati forzati a diventare musulmani rimanendo costretti a scegliere tra la libertà dell'"anima" e la libertà di religione.
Per questo gli arabi ai tempi soprannominarono gli azeri come "musulmani di spada", perché convertiti a forza di sangue e morte. Finora il popolo comunque mantiene molte tradizioni di culto zoroastriano come le feste principali in primavera che viene considerata come l'inizio del nuovo anno, della vita, la vittoria del bene sul male, della luce, cioè del sole (simbolo del Bene/Dio) sulle tenebre.
Il giorno della festa è l'ultimo martedì prima dell'equinozio di primavera, cioè prima del 21 marzo. La notte di quel martedì viene considerata magica, e alcuni credono che possano accadere dei miracoli (notare la somiglianza con la notte di Natale). Quel giorno bisogna fare pace con i nemici e chiedere perdono a coloro che si sono offesi. La gente si veste con indumenti belli e nuovi, secondo la tradizione, i bambini bussano alle porte lasciando davanti un sacco per qualche dono e poi si nascondono. Per la tradizione, quel giorno non si può mandare indietro nessuno senza un dono, anche se non si sa chi bussa alla porta.
Poiché se fosse anche un nemico, deve ricevere solo del bene nel giorno sacro. Sul tavolo si mettono dei dolci a forma di sole (rotondo, giallo-rosso), stella (un rombo con 4 punte che sarebbero collegate attraverso un punto centrale il quale ricorda molto la croce, e forse per questo si suppone che i re magi erano zoroastriani che avevano visto la stella nascente di Dio, quindi erano arrivati da Gesù seguendo quella stella) ed infine un dolce a forma di mezzaluna, quindi i corpi celesti su quale si basa il calcolo del giorno della festa. Inoltre mettono sul tavolo di festeggiamento delle uova colorate che ricordano molto le uova di Pasqua decorate tipiche dei paesi cristiano-ortodossi. Si prepara il pesce, che secondo alcune fonti è simbolo di Ahura Mazda vincente. Tutti questi dettagli e anche il periodo di festeggiamento ci ricordano molto la Pasqua, che potrebbe avere qualche origine comune con la festa zoroastriana.
Durante i festeggiamenti si salta sopra il fuoco che simboleggia la liberazione dai peccati, dal male, dalle malattie che vengono lasciate bruciare nel fuoco sacro. Questo rito prende origine dal credo zoroastriano circa il ponte per paradiso: dopo la morte l'anima passa sopra quel ponte sottile quanto un capello, se l'anima è innocente, passa senza problemi ed entra nel paradiso, altrimenti l'anima è appesantita dai peccati cade nel fuoco purgatorio dell'inferno che si trova sotto il ponte.
Non casualmente il nome "Azerbaigian" ha un significato collegato al fuoco, letteralmente significa "la terra di fuoco,delle anime di fuoco". Nella capitale Baku si trova un antico tempio di fuoco Ateshgah, meta di credenti provenienti fino dall'India attraverso la Via della Seta, che giungevano qui per pregare e meditare davanti all'eterno fuoco sacro che esce dalla terra.
Attualmente comunità zoroastriane si possono trovare soprattutto in India, Pakistan e Iran. La diaspora zoroastriana comprende due gruppi principali: i Parsi di ambiente sud-asiatico e gli zoroastriani dell'Iran.
Tempio zoroastriano a Yazd in Iran
Questi ultimi sono sopravvissuti in Iran a secoli di persecuzioni, come altre minoranze religiose. Comunità zoroastriane esistono a Teheran, a Yazd e a Kerman, dove molti parlano ancora un dialetto diverso dalla lingua iranica. Essi chiamano la loro lingua Dari.
I Parsi nell'Asia meridionale hanno goduto, invece, di una relativa tolleranza. I Parsi sono famosi per le attività svolte nel campo dell'educazione e sono diventati una specie di casta economicamente forte all'interno della società indiana.
C'è inoltre un crescente interesse fra le popolazioni Curde, soprattutto quelle del Tagikistan e Kazakistan, per l'antica eredità zoroastriana. Infatti, l'UNESCO (su pressione del governo del Tagikistan) ha proclamato il 2003 anno della celebrazione del "3000º anniversario della cultura zoroastriana" con manifestazioni speciali in tutto il mondo.
Piccole comunità zoroastriane esistono nei maggiori centri urbani degli Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Australia e in altri paesi. In Italia esiste da alcuni anni una minuscola diaspora, coordinata da Michele Moramarco, che ha ricevuto il navjote (l'iniziazione alla religione) nel 2003. La popolazione mondiale di zoroastriani è stimata tra le 180.000 e le 250.000 unità. Di questi 70.000 circa sono Parsi dell'India.
Il Mazdeismo cristiano
Nell'ultimo decennio del Novecento, richiamandosi anche agli studi compiuti dalla scuola storico-religiosa tedesca nel secolo precedente, alcuni esponenti della Chiesa Universalista (Joseph L. Gentili, Michele Moramarco) riproposero dalle colonne del Brooklyn Universalist Christian il tema dei nessi tra la predicazione di Zarathushtra e quella di Gesù. Agli inizi del terzo millennio, da tale ricerca ha preso corpo una teologia mazdeo-cristiana, esposta nel volume Il Mazdeismo universale. Una chiave esoterica alla dottrina di Zarathushtra, e si sono formati cenacoli di mazdei cristiani. Essi ritengono che il miglior modo di comprendere e testimoniare la fede cristiana sia quello di radicarla nelle idee zoroastriane sulla natura di Dio e sullo stato conflittuale del cosmo. A sua volta lo Zoroastrismo troverebbe compimento nella missione di Gesù e nelle visioni dualiste presenti in altre tradizioni spirituali (platonismo, manicheismo, mandeismo ecc.) .
« Tra l'altro, i pregiudizi, i fraintendimenti e le incomprensioni che gravitano sull'opera e sulla figura di Zarathuštra e sullo Zoroastrismo, come ancora con pervicace imprecisione è chiamato il Mazdaismo. Non si tratta, si badi, di formalità linguistiche: la religione mazdea insegna ad adorare un solo dio, chiamato Ahura Mazdā e non Zarathuštra che ne è il Profeta, e come tale oggetto solo di venerazione »
(Arnaldo Alberti. Avestā. Introduzione, pag.13. Torino, UTET, 2004)
ZOROASTRISMO
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Zoroastrismo è il nome dato ad una delle più antiche religioni e la più importante e meglio nota dell'Iran antico o pre-islamico.
Tale fede religiosa, monoteista, è denominata dai suoi fedeli con il termine zarathushti din (religione zoroastriana) dal nome del suo ritenuto fondatore Zarathuštra (derivato dal tardo medio-persiano, o lingua pahlavi, Zardukhsht anche Zardusht; anche dalla lingua fārsì: Zardosht). I fedeli di questa religione sono indicati come "zoroastriani" (lingua fārsì: zartoshti, zardoshti; lingua gujarati: jarthushti).
Lo Zoroastrismo è indicato, tradizionalmente, da suoi fedeli anche con il termine Mazdayasna daēnā (medio-persiano dēn ī Māzdēsn, religione degli adoratori di Mazdā e loro stessi come mazdayasna (adoratori di Mazdā, medio-persiano māzdēsn), indicandosi quindi come seguaci del Dio creatore denominato Ahura Mazdā ("Saggio Signore" o "Signore che crea con il pensiero"). Da qui la sua denominazione corrente di Mazdaismo o Mazdeismo ritenuta come l'unica corretta da alcuni iranisti[1].
Lo Zoroastrismo è stato per secoli la religione dominante in quasi tutta l'Asia centrale, dal Pakistan all'Arabia Saudita, fino alla rapida affermazione della religione islamica nel VII secolo. Il costante declino nei secoli successivi vide un brusco cambiamento di direzione negli anni novanta, caratterizzati da un'inaspettata e repentina crescita della religione zoroastriana. Negli ultimi anni le tendenze hanno tuttavia nuovamente cambiato marcia: le ultime statistiche presentano un numero di 200.000 fedeli in continua discesa, ed è diffusa l'opinione secondo cui lo zoroastrismo potrebbe estinguersi nel giro di pochi anni.[2]
Caratteristiche
Lo Zoroastrismo è una religione monoteista; l'analisi critica del suo testo religioso, l'Avestā, il quale raccoglie più contributi di diversa origine stratificati lungo i secoli, nonché l'analisi dei dati storici ed archeologici dimostra tuttavia come questa fede religiosa si sia sviluppata lungo letture dottrinali di origine monoteista, enoteista, dualista e infine nuovamente monoteista.[3]
Molti studiosi moderni ritengono che questa religione abbia avuto una profonda influenza sulle religioni abramitiche e su Mitraismo, Manicheismo e Mandeismo.
Il libro sacro dello zoroastrismo è l'Avestā. Di questo testo sacro solamente le Gāthā (canti religiosi) sono, secondo gli studiosi, direttamente attribuibili al profeta iranico Zarathuštra.
Il pensiero religioso delle Gāthā di Zarathuštra
Il pensiero religioso del profeta iranico Zarathuštra, fondatore del Mazdeismo, è dunque riportato nelle gāthā dell'Avestā. In queste gāthā Ahura Mazdā è presentato come l'inizio e la fine di ogni cosa, il Signore della vita:
(AVE)
« at thwâ mêñghî pourvîm mazdâ ýezîm stôi mananghâ vanghêush patarêm mananghô hyat thwâ hêm cashmainî hêñgrabem haithîm ashahyâ dãmîm anghêush ahurem shyaothanaêshû »
(IT)
« Riconosco, o Mazda, nel mio pensiero, che tu sei il Primo e anche l'Ultimo, l'Alfa e l'Omega; che tu sei Padre di Vohū Manah, perché io ti ho fermato nel mio occhio, Tu sei il vero creatore di Aša, e tu sei il Signore dell'esistenza e delle azioni della vita attraverso il tuo operare »
(Avestā, Yasna. XXXI,8. Traduzione di Arnaldo Alberti. Op.cit.)
Due Spiriti primi sono il Bene e il Male, la Verità e la Menzogna: ai seguaci del primo toccherà in sorte la Vita e la Migliore Esistenza mentre i seguaci del secondo otterranno la Non-Vita e la Peggiore Esistenza:
(AVE)
« at tâ mainyû pouruyê ýâ ýêmâ hvafenâ asrvâtem manahicâ vacahicâ shyaothanôi hî vahyô akemcâ åscâ hudånghô eresh vîshyâtâ nôit duzhdånghô atcâ hyat tâ hêm mainyû jasaêtem paourvîm dazdê gaêmcâ ajyâitîmcâ ýathâcâ anghat apêmem anghush acishtô dregvatãm at ashâunê vahishtem manô »
(IT)
« I due Spiriti primordiali, che (sono) gemelli, (mi) sono stati rivelati (come) dotati di propria (autonoma) volontà. I loro due modi di pensare, di parlare e di agire sono (rispettivamente) il migliore e il cattivo. E tra questi due (modi) i benevoli discernono correttamente, non i malevoli. Allora, il fatto che questi due Spiriti si confrontino, determina, all'inizio, la vita e la non vitalità, in modo che, alla fine, l'Esistenza Pessima sia dei seguaci della Menzogna, ma al seguace della Verità (sia) l'Ottimo Pensiero »
(Avestā, Yasna. XXX,3-4. Traduzione di Gherardo Gnoli Op.cit.)
I due Spiriti sono opposti e nulla li concilia:
(AVE)
« at fravaxshyâ anghêush mainyû pouruyê ýayå spanyå ûitî mravat ýêm añgrem, nôit nâ manå nôit sêñghâ nôit xratavô naêdâ varanâ nôit uxdhâ naêdâ shyaothanâ nôit daênå nôit urvãnô hacaiñtê. »
(IT)
« Sì ora parlerò dei due Spiriti dell'esistenza all'inizio del mondo, quando il virtuoso si è rivolto al malvagio: "Nulla tra di noi due concorda: né il pensiero, né l'insegnamento, né la volontà, né la fede, né le parole, né le azioni, né le concezioni del mondo, né le nostre anime stesse »
(Avestā, Yasna. XLV,2. Traduzione di Arnaldo Alberti. Op.cit.)
Ahura Mazdā è chiaramente il Padre dello Spirito della Verità, dello Spirito Santo (Spenta Mainyu):
(AVE)
« ahyâ manyêush tvêm ahî tâ speñtô ýê ahmâi gãm rânyô-skeretîm hêm-tashat at hôi vâstrâi râmâ-då ârmaitîm hyat hêm vohû mazdâ hême-frashtâ mananghâ. »
(IT)
« Tu sei il santo Padre di questo Spirito che ha creato per noi la Vacca che porta gioia al mondo, e per il suo pascolo, per darle pace, hai creato Ārmaiti, dopo aver preso consiglio, o Mazdā, con Vohū Manah »
(Avestā, Yasna. XLVII,3. Traduzione di Arnaldo Alberti. Op.cit.)
Essendo i due spiriti, quello Santo del Bene e quello Malefico della Menzogna, "gemelli", ciò fa presumere che Ahura Mazdā sia il Padre anche dello Spirito Malefico, lo Spirito della Menzogna (Angra Mainyu).
Ma
« La paternità del Signore Saggio[4] non entra in causa come quella di un padre colpevole di aver generato un figlio malvagio: la responsabilità etica è solo di chi compie la sua libera scelta »
(Gherardo Gnoli. Op.cit.482)
« La teologia di Zarathustra non è 'dualista' in senso stretto, poiché Ahura Mazdā non è messo a confronto con un 'anti-dio'; l'opposizione si esplcita, all'origine tra i due Spiriti. D'altra parte è più volte sottintesa l'unità tra Ahura Mazdā e lo Spirito Santo (Y.,43:3; ecc.). Insomma il Bene e il Male, il santo e il demone procedono entrambi da Ahura Mazdā, ma poiché Angra Mainyu ha scelto liberamente la sua natura e la sua vocazione malefica, il Signore non può essere considerato responnsabile della comparsa del Male. »
(Mircea Eliade. Op. cit. pag.337 )
« Non è necessario attribuire ad Ahura Mazdā la paternità dello Spirito Distruttore. Come ha suggerito Gershevitch[5], basta pensare che il Signore Saggio abbia generato lo Spirito, probabilmente sotto forma di due Spiriti (diremmo noi); ma questi si sono differenziati soltanto- e qui sta il punto fondamentale- per loro libera scelta »
(Jacques Duchesne-Guillemin. Op.cit. pag. 146 )
Dopo un'attenta esegesi dei testi e un richiamo alle differenti posizioni degli iranisti, così Arnaldo Alberti conclude:
« Noi vediamo, invece nell'Avestā la presenza del più puro, logico, consequenziale monoteismo, almeno nel Mazdaismo zarathuštriano (non parliamo delle successive degenerazioni). Alla radice del Mazdaismo c'è solo Mazdā, Dio unico creatore del Bene e del Male. Se davvero si vuole parlare di dualismo nel Mazdaismo originario, allora si dovrebbe fare la stessa distinzione (dualismo etico e dualismo teologico) anche, per esempio, nel Cristianesimo dove l'esistenza umana è anche qui concepita come una lotta senza quartiere tra due poteri spirituali contrapposti. »
(Arnaldo Alberti. Op.cit. pag.53)
« Come si è detto, è certamente il dualismo -un dualismo eminentemente etico- il tratto più caratteristico ed originale del pensiero di Zoroastro. Esso ne completa, quasi giustificandola sul piano logico, la visione tendenzialmente monoteistica. [...] In realtà l'insegnamento gathico dev'essere propriamente definito dualistico nella sua ispirazione di fondo: esso si presenta come un "monoteismo dualistico" in cui il potere divino è limitato, per così dire, dalla presenza del Male su un piano che precede e trascende quello della vita materiale, che da tale presenza è a sua volta pesantemente e drammaticamente condizionata. »
(Gherardo Gnoli. Op.cit. pag.400)
Per Jamsheed K. Chosky il messaggio di Zarathuštra fu quello di stabilire una netta differenza tra il bene e il male, ciò che era giusto da quello sbagliato, l'ordine dal disordine. "Bene", "giusto" e "ordine" furono stabiliti dalla "saggezza" (mazdā e dall'ordinatore primordiale dell'universo spirituale e fisico, Ahura Mazdā; mentre il "male", l'"errore" e il "disordine" erano frutto di un'altra entità primordiale, Angra Mainyu[6].
Nodo centrale della religione è la costante lotta tra bene e male. Agli inizi della creazione, il Dio Supremo ("Ahura Mazda") che significa dal sanscrito "Grande Divinità", è caratterizzato da luce infinita, onniscienza e bontà; esso crea lo Spenta Mainyu ovvero lo "spirito benefico", opposto ad Angra Mainyu (o Ahriman) uno spirito malvagio delle tenebre, violenza e morte.
Il conflitto cosmico risultante interessa l'intero universo, inclusa l'umanità, alla quale è richiesto di scegliere quali delle due vie seguire. La via del bene e della giustizia (Aša) porterà alla felicità (Ušta), mentre la via del male apporterà infelicità, inimicizia e guerra.
Sono legati alla dualità di bene e male anche i concetti di Paradiso, Inferno e giorno del giudizio. Dopo la morte l'anima della persona attraversa un ponte (Chinvato Peretu) sul quale le sue buone azioni sono pesate con quelle cattive. Il risultato decreta la destinazione dell'anima nel paradiso o nell'inferno. Quando alla fine dei giorni il male sarà definitivamente sconfitto, il cosmo verrà purificato in un bagno di metallo fuso e le anime dei peccatori saranno riscattate dall'inferno, per vivere in eterno, entro corpi incorruttibili, alla presenza di Ahura Mazda.
Storia
Lo zoroastrismo, nel tempo diffusosi soprattutto tra i popoli iranici d'Europa (Sciti e Sarmati, per esempio) e d'Asia, fu la religione favorita dalle due grandi dinastie dell'antica Persia, gli Achemenidi ed i Sasanidi. Comunque, poiché non sono sopravvissute fonti scritte persiane contemporanee di quel periodo, è difficile descrivere la natura dell'antico zoroastrismo in dettaglio.
La descrizione di Erodoto della religione persiana include alcune caratteristiche proprie dello zoroastrismo, come l'esposizione dei morti. I re achemenidi riconobbero la loro devozione ad Ahura Mazda nelle iscrizioni; comunque essi furono anche partecipi dei rituali religiosi locali a Babilonia e in Egitto, ed aiutarono gli Ebrei a ritornare nella loro terra natia, ricostruendo i loro templi, fatti che sembrano escludere che ci fosse stata da parte loro una imposizione dell'ortodossia religiosa sui sudditi. Secondo tradizioni tarde, molti dei sacri testi andarono perduti quando Alessandro Magno distrusse Persepoli e rovesciò il regno achemenide negli anni successivi al 330 a.C.
È opinione comune che i tre saggi che vennero dall'Impero persiano per portare doni a Gesù Cristo fossero Magi zoroastriani.
Quando la dinastia sasanide prese il potere in Iran nel 228, essi promossero l'utilizzo della loro religione zoroastriana. Molte fonti cristiane del periodo in questione informano che i re sasanidi perseguitarono i Cristiani in Persia. Comunque non sembra che il Cristianesimo sia stato proibito come religione nel periodo preso in esame.
Molti storici ritengono che i Sasanidi in un primo momento si opposero al Cristianesimo "ortodosso" per i suoi legami con l'Impero romano, e perciò durante il periodo considerato la chiesa nestoriana, dato che era in conflitto con le dottrine accettate ad occidente, fu tollerata e a volte addirittura favorita dalla dinastia imperante. Quando l'impero sasanide si impossessava di province romane vi costruiva spesso templi del fuoco. Inoltre sempre nell'era sasanide divenne popolare la credenza che Ahura Mazda e Angra Mainyu fossero figli del dio del tempo Zurvan; tale credenza si diffuse nei secoli successivi, e diede origine alla corrente detta zervanismo.
L'Iscrizione di Behistun (periodo achemenide, nell'odierno Iran)
Dal VI secolo lo zoroastrismo si espanse nella Cina settentrionale, attraverso la via della seta, ottenendo uno status di ufficialità in alcuni stati cinesi. Templi zoroastriani rimasero fino almeno al 1130 circa nelle regioni del Kaifeng e Zhenjiang, ma dal XIII secolo la religione gradatamente perse importanza nel panorama religioso cinese.
Nel VII secolo la dinastia sasanide fu abbattuta dagli Arabi musulmani e gli zoroastriani ottennero lo status di ‘Popolo del Libro (arabo Ahl al-Kitāb) da parte del Califfo ʿUmar b. al-Khaṭṭāb. Comunque, l'uso dell'Avesta antico e delle lingue persiane fu proibito. I conquistatori islamici considerarono gli insegnamenti di Zoroastro come un culto politeistico. Lo zoroastrismo, che una volta era stato una religione dominante in una regione che andava dall'Anatolia al Golfo Persico e all'Asia centrale, non ebbe un potente campione straniero, come fu l'Impero bizantino per il Cristianesimo, e lentamente perse la sua influenza.
Nell'VIII secolo un gran numero di iranici devoti al culto zoroastriano emigrarono in India, dove trovarono rifugio presso Jadav Rana, un re indù dell'attuale provincia di Gujarat, ma a condizione che si astenessero da attività missionarie e si sposassero tra loro. Anche se le restrizioni sono vecchie di secoli, ancora oggi i Parsi, così si chiamano in India i devoti dello zoroastrismo, non fanno proselitismo e sono endogamici.
Principi dello zoroastrismo moderno
Alcuni fra i concetti maggiori zoroastriani:
1. La filosofia zoroastriana è riassunta da uno dei principali motti della religione: "Buoni pensieri, buone parole, buone opere".
2. Parità sessuale. Uomini e donne hanno uguali diritti all'interno della società.
3. Attenzione per l'ambiente. La natura svolge un ruolo centrale nella pratica dello zoroastrismo. Le più importanti feste annuali zoroastriane riguardano celebrazioni della natura: il nuovo anno nel primo giorno di primavera, la festa dell'acqua in estate, la festa d'autunno alla fine della stagione, la festa del fuoco in mezzo all'inverno.
4. Lavoro e carità. Pigrizia e lentezza sono malviste. La carità è vista come opera buona.
5. Condanna dell'oppressione tra esseri umani, della crudeltà verso gli animali e del sacrificio degli animali. Punti nodali della religione sono l'eguaglianza di tutti gli esseri senza distinzione di razza o credo religioso e rispetto totale verso ogni cosa.
6. Liturgia. Nello zoroastrismo l'energia del creatore è rappresentata dal fuoco. I devoti del culto solitamente pregano alla presenza di qualche forma di fuoco (o davanti a fonti di luce). Il fuoco comunque non è oggetto di venerazione, ma è utilizzato semplicemente come simbolo e punto centrale del culto zoroastriano. Anticamente la funzione principale del culto era lo 'Yasna', il sacrificio dell'haoma, pozione a base di erba, bevuta come liquido sacrificale mentre veniva compiuta una serie complessa di rituali. Tale pratica fu osteggiata da Zarathustra. I seguaci dello zoroastrismo pregano cinque volte al giorno.
Altri concetti:
1. Matrimonio interreligioso e proselitismo. Gli zoroastriani non hanno attività missionaria e i Parsi conservatori non accettano le conversioni, mentre i Parsi "liberali" e molti zoroastriani della diaspora europea e americana le ammettono. In India, i Parsi hanno l'abitudine di sposarsi tra consanguinei. In Iran, a causa della discriminazione tuttora esistente, il matrimonio tra devoti di religioni diverse non è ufficialmente incoraggiato dalle autorità.
2. Morte e sepoltura. I rituali religiosi connessi con la morte sono concentrati sull'anima della persona e non sul corpo, considerato impuro. Alla morte, l'anima lascia il corpo dopo tre giorni. Nei tempi antichi il cadavere veniva esposto in luoghi aperti e sopraelevati, chiamati torri del Silenzio, dove gli avvoltoi l'avrebbero mangiato. Anche gli imperatori persiani quali Dario, Ciro, Serse e Artaserse, in quanto zoroastriani, sono stati spolpati dagli avvoltoi prima di essere sepolti nei rispettivi sepolcri a Persepoli e a Naqs-i-Rustam. La tradizione dell'esposizione dei cadaveri è attualmente seguita solamente dai Parsi. Gli zoroastriani dell'Iran ricorrono alla cremazione elettrica o all'inumazione (in tal caso la bara è posta nel cemento per proteggere la purezza della terra).
Seguaci
Zoroastro era originario dell'Atropatena che è l'attuale Azerbaigian.
Dopo l'occupazione islamica i seguaci azeri hanno sofferto molto perché non accettavano la nuova religione, ma volevano mantenere le loro tradizioni religiose legate al fuoco sacro, preferivano morire piuttosto che convertirsi all'islam, allora i musulmani permisero ai seguaci dello zoroastrismo di rimanere nella loro fede solo pagando una "tassa dell'anima": si trattava di una tassa molto alta, al cui mancato pagamento, i soldati arabi portavano via tutti gli animali e proprietà della persona, poi schiavizzavano i figli ed infine la persona stessa che perdeva la libertà totalmente.
Ovviamente si potevano evitare tutte queste complicazioni diventando subito musulmani, ma molti azeri hanno preferito la resistenza fino all'ultimo e sono letteralmente stati forzati a diventare musulmani rimanendo costretti a scegliere tra la libertà dell'"anima" e la libertà di religione.
Per questo gli arabi ai tempi soprannominarono gli azeri come "musulmani di spada", perché convertiti a forza di sangue e morte. Finora il popolo comunque mantiene molte tradizioni di culto zoroastriano come le feste principali in primavera che viene considerata come l'inizio del nuovo anno, della vita, la vittoria del bene sul male, della luce, cioè del sole (simbolo del Bene/Dio) sulle tenebre.
Il giorno della festa è l'ultimo martedì prima dell'equinozio di primavera, cioè prima del 21 marzo. La notte di quel martedì viene considerata magica, e alcuni credono che possano accadere dei miracoli (notare la somiglianza con la notte di Natale). Quel giorno bisogna fare pace con i nemici e chiedere perdono a coloro che si sono offesi. La gente si veste con indumenti belli e nuovi, secondo la tradizione, i bambini bussano alle porte lasciando davanti un sacco per qualche dono e poi si nascondono. Per la tradizione, quel giorno non si può mandare indietro nessuno senza un dono, anche se non si sa chi bussa alla porta.
Poiché se fosse anche un nemico, deve ricevere solo del bene nel giorno sacro. Sul tavolo si mettono dei dolci a forma di sole (rotondo, giallo-rosso), stella (un rombo con 4 punte che sarebbero collegate attraverso un punto centrale il quale ricorda molto la croce, e forse per questo si suppone che i re magi erano zoroastriani che avevano visto la stella nascente di Dio, quindi erano arrivati da Gesù seguendo quella stella) ed infine un dolce a forma di mezzaluna, quindi i corpi celesti su quale si basa il calcolo del giorno della festa. Inoltre mettono sul tavolo di festeggiamento delle uova colorate che ricordano molto le uova di Pasqua decorate tipiche dei paesi cristiano-ortodossi. Si prepara il pesce, che secondo alcune fonti è simbolo di Ahura Mazda vincente. Tutti questi dettagli e anche il periodo di festeggiamento ci ricordano molto la Pasqua, che potrebbe avere qualche origine comune con la festa zoroastriana.
Durante i festeggiamenti si salta sopra il fuoco che simboleggia la liberazione dai peccati, dal male, dalle malattie che vengono lasciate bruciare nel fuoco sacro. Questo rito prende origine dal credo zoroastriano circa il ponte per paradiso: dopo la morte l'anima passa sopra quel ponte sottile quanto un capello, se l'anima è innocente, passa senza problemi ed entra nel paradiso, altrimenti l'anima è appesantita dai peccati cade nel fuoco purgatorio dell'inferno che si trova sotto il ponte.
Non casualmente il nome "Azerbaigian" ha un significato collegato al fuoco, letteralmente significa "la terra di fuoco,delle anime di fuoco". Nella capitale Baku si trova un antico tempio di fuoco Ateshgah, meta di credenti provenienti fino dall'India attraverso la Via della Seta, che giungevano qui per pregare e meditare davanti all'eterno fuoco sacro che esce dalla terra.
Attualmente comunità zoroastriane si possono trovare soprattutto in India, Pakistan e Iran. La diaspora zoroastriana comprende due gruppi principali: i Parsi di ambiente sud-asiatico e gli zoroastriani dell'Iran.
Tempio zoroastriano a Yazd in Iran
Questi ultimi sono sopravvissuti in Iran a secoli di persecuzioni, come altre minoranze religiose. Comunità zoroastriane esistono a Teheran, a Yazd e a Kerman, dove molti parlano ancora un dialetto diverso dalla lingua iranica. Essi chiamano la loro lingua Dari.
I Parsi nell'Asia meridionale hanno goduto, invece, di una relativa tolleranza. I Parsi sono famosi per le attività svolte nel campo dell'educazione e sono diventati una specie di casta economicamente forte all'interno della società indiana.
C'è inoltre un crescente interesse fra le popolazioni Curde, soprattutto quelle del Tagikistan e Kazakistan, per l'antica eredità zoroastriana. Infatti, l'UNESCO (su pressione del governo del Tagikistan) ha proclamato il 2003 anno della celebrazione del "3000º anniversario della cultura zoroastriana" con manifestazioni speciali in tutto il mondo.
Piccole comunità zoroastriane esistono nei maggiori centri urbani degli Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Australia e in altri paesi. In Italia esiste da alcuni anni una minuscola diaspora, coordinata da Michele Moramarco, che ha ricevuto il navjote (l'iniziazione alla religione) nel 2003. La popolazione mondiale di zoroastriani è stimata tra le 180.000 e le 250.000 unità. Di questi 70.000 circa sono Parsi dell'India.
Il Mazdeismo cristiano
Nell'ultimo decennio del Novecento, richiamandosi anche agli studi compiuti dalla scuola storico-religiosa tedesca nel secolo precedente, alcuni esponenti della Chiesa Universalista (Joseph L. Gentili, Michele Moramarco) riproposero dalle colonne del Brooklyn Universalist Christian il tema dei nessi tra la predicazione di Zarathushtra e quella di Gesù. Agli inizi del terzo millennio, da tale ricerca ha preso corpo una teologia mazdeo-cristiana, esposta nel volume Il Mazdeismo universale. Una chiave esoterica alla dottrina di Zarathushtra, e si sono formati cenacoli di mazdei cristiani. Essi ritengono che il miglior modo di comprendere e testimoniare la fede cristiana sia quello di radicarla nelle idee zoroastriane sulla natura di Dio e sullo stato conflittuale del cosmo. A sua volta lo Zoroastrismo troverebbe compimento nella missione di Gesù e nelle visioni dualiste presenti in altre tradizioni spirituali (platonismo, manicheismo, mandeismo ecc.) .
« Tra l'altro, i pregiudizi, i fraintendimenti e le incomprensioni che gravitano sull'opera e sulla figura di Zarathuštra e sullo Zoroastrismo, come ancora con pervicace imprecisione è chiamato il Mazdaismo. Non si tratta, si badi, di formalità linguistiche: la religione mazdea insegna ad adorare un solo dio, chiamato Ahura Mazdā e non Zarathuštra che ne è il Profeta, e come tale oggetto solo di venerazione »
(Arnaldo Alberti. Avestā. Introduzione, pag.13. Torino, UTET, 2004)
Messaggio del 09-05-2011 alle ore 23:28:02
VUTTAMENTO LENTO
VUTTAMENTO LENTO
Messaggio del 10-05-2011 alle ore 00:02:25
eltrè, dimmi na cosa, ti sei dicembre2010izzato?
eltrè, dimmi na cosa, ti sei dicembre2010izzato?
Messaggio del 10-05-2011 alle ore 06:28:10
Messaggio del 11-05-2011 alle ore 19:09:17
Il dito medio di Galileo
Il dito medio di Galileo
Messaggio del 11-05-2011 alle ore 19:14:12
Messaggio del 11-05-2011 alle ore 19:23:08
Messaggio del 11-05-2011 alle ore 19:25:35
io l'ora di religione l'ho sempre fatta e in classe abbiamo fatto belle discussioni, non solo di religione cattolica, ma di tutte le religioni. A scuola si va per imparare e studiare, mica per scaldare le sedie, quelle non hanno bisogno di essere scaldate.
io l'ora di religione l'ho sempre fatta e in classe abbiamo fatto belle discussioni, non solo di religione cattolica, ma di tutte le religioni. A scuola si va per imparare e studiare, mica per scaldare le sedie, quelle non hanno bisogno di essere scaldate.
Messaggio del 11-05-2011 alle ore 19:26:31
va a finì che uno era asino a dieci materie su dieci e poi gli dava fastidio farsi l'ora di religione
va a finì che uno era asino a dieci materie su dieci e poi gli dava fastidio farsi l'ora di religione
Messaggio del 12-05-2011 alle ore 15:23:17
Dicembre quanti testimoni di geova ci sono a Lanciano?
Dicembre quanti testimoni di geova ci sono a Lanciano?
Messaggio del 12-05-2011 alle ore 15:37:55
Non lo so, ma stanno tutti in via Dalmazia... Sono pure scostumati, perché più vuoi che non ti fermano, più ti fermano.
Se vuoi leggerti dei bei documenti sui TdG vai qui: Gris
E' il sito di un'associazione che si occupa degli abusi religiosi e delle sette. Tra i vari esperti ci sono i Carabinieri, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza, gli psicologi, gli psichiatri, i giudici, gli avvocati, un po' di tutto. La sede più vicina è quella di Chieti. Il sito è un po' macchinoso, ma se trovi le finestre giuste puoi trovare dell'ottimo materiale sui TdG...
Non lo so, ma stanno tutti in via Dalmazia... Sono pure scostumati, perché più vuoi che non ti fermano, più ti fermano.
Se vuoi leggerti dei bei documenti sui TdG vai qui: Gris
E' il sito di un'associazione che si occupa degli abusi religiosi e delle sette. Tra i vari esperti ci sono i Carabinieri, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza, gli psicologi, gli psichiatri, i giudici, gli avvocati, un po' di tutto. La sede più vicina è quella di Chieti. Il sito è un po' macchinoso, ma se trovi le finestre giuste puoi trovare dell'ottimo materiale sui TdG...
Messaggio del 12-05-2011 alle ore 15:41:50
no no non me ne frega niente era giusto per sapere. ma quindi in numero? c'è anche una chiesa, un ritrovo, alla 167 se non sbaglio
no no non me ne frega niente era giusto per sapere. ma quindi in numero? c'è anche una chiesa, un ritrovo, alla 167 se non sbaglio
Messaggio del 12-05-2011 alle ore 15:46:38
Una volta i TdG di Lanciano erano i ciuccialoni delle campagne, ma adesso sono più preparati. Dicono che tra breve Gesù metterà ordine nel mondo, ma quando vedranno che non lo farà, faranno un'altra figuraccia e dovranno inventarsene un'altra delle loro.
La Madonna di Fatima invece ha profetizzato un lungo periodo di pace che si avrà (Dio solo sa quando) dopo la conversione della Russia al suo Cuore Immacolato. Chissà? Non sempre le profezie si avverano. Intanto la bandiera sovietica con la falce e martello è stata ammainata l'8 dicembre del 1991 (festa dell'Immacolata Concezione) e il 25 dicembre dello stesso anno (Santo Natale) hanno rimesso la bandiera dello zar.
Una volta i TdG di Lanciano erano i ciuccialoni delle campagne, ma adesso sono più preparati. Dicono che tra breve Gesù metterà ordine nel mondo, ma quando vedranno che non lo farà, faranno un'altra figuraccia e dovranno inventarsene un'altra delle loro.
La Madonna di Fatima invece ha profetizzato un lungo periodo di pace che si avrà (Dio solo sa quando) dopo la conversione della Russia al suo Cuore Immacolato. Chissà? Non sempre le profezie si avverano. Intanto la bandiera sovietica con la falce e martello è stata ammainata l'8 dicembre del 1991 (festa dell'Immacolata Concezione) e il 25 dicembre dello stesso anno (Santo Natale) hanno rimesso la bandiera dello zar.
Messaggio del 12-05-2011 alle ore 15:48:28
... quanti sono??
... quanti sono??
Messaggio del 12-05-2011 alle ore 15:52:14
Sì, hanno una chiesa al quartiere santa Rita. Mentre entri a Lanciano da San Vito paese, prendi la traversa del vecchio negozio di Martelli abbigliamento e alla fine del viottolo ce l'hai sulla sinistra. Oppure entri a sinistra al primo (o secondo?) semaforo e ce l'hai sulla destra dello stradone. E' un edificio ad un solo piano (se non sbaglio) verde e beige. Una volta erano 300 testimoni, adesso non lo so.
Sì, hanno una chiesa al quartiere santa Rita. Mentre entri a Lanciano da San Vito paese, prendi la traversa del vecchio negozio di Martelli abbigliamento e alla fine del viottolo ce l'hai sulla sinistra. Oppure entri a sinistra al primo (o secondo?) semaforo e ce l'hai sulla destra dello stradone. E' un edificio ad un solo piano (se non sbaglio) verde e beige. Una volta erano 300 testimoni, adesso non lo so.
Messaggio del 12-05-2011 alle ore 15:55:35
Messaggio del 12-05-2011 alle ore 15:57:23
Hai letto le profezie del 5000 aC che ti ho postato nell'altra discussione?
Hai letto le profezie del 5000 aC che ti ho postato nell'altra discussione?
Messaggio del 12-05-2011 alle ore 15:59:54
Le profezie del 5.000 a.C.
Le profezie del 5.000 a.C.
Messaggio del 12-05-2011 alle ore 16:04:59
si ho letto. cmq a me non mi fare catechismo Dicè.. io al massimo posso credere nel Misticismo
si ho letto. cmq a me non mi fare catechismo Dicè.. io al massimo posso credere nel Misticismo
Messaggio del 12-05-2011 alle ore 16:11:11
ecco perchè andiamo d'accordo Dicè voi il Misticismo non l'avete mai condannato perchè?
ecco perchè andiamo d'accordo Dicè voi il Misticismo non l'avete mai condannato perchè?
Messaggio del 12-05-2011 alle ore 17:18:30
Perché il Mistero è Cristo!
Hai mai osservato il pendolo della storia? Accade sempre allo stesso modo, ma con sfumature diverse. Voglio dire se la storia fosse una partita giocata con 10.000 dadi, uscirebbero tutti i numeri dal 10.000 al 60.000, ma invece escono sempre gli stessi numeri. Sappiamo che accade così perché Dio interviene nella storia, ma non sappiamo né come interviene né il perché. Questo è un Mistero!
Hai letto la profezia di Cristo nel 23 capitolo di Matteo? Non è una cosa che è accaduta in quel periodo e non accade più, altrimenti non avrebbe senso parlarne. Invece quella profezia riguarda il nostro presente, perché Cristo riaccade ora! Tutta la Bibbia non fatta di un passato sigillato sotto una campana di vetro, ma è qualcosa che accade oggi, ora, in questo preciso momento. E' un mistero che non possiamo spiegare.
Hai presente la scienza? Pretende di spiegare il mistero della religione, ma in realtà ogni scoperta scientifica pone un'altra domanda che è il mistero e la spiegazione scientifica di quell'altra domanda pone un'altra domanda che è sempre il misero. Tutto è spiegabile scientificamente, ma il mistero non è spiegabile. Il mistero è razionale, ma è oltre la nostra spiegazione logica. E il mistero siamo noi: perché parliamo di mistero? Perché Cristo (che è il mistero) riaccade in questo momento. La scoperta del mistero è la scoperta della relazione, è la sanità mentale, è la scoperta dell'amore tra gli uomini, il mistero è il Dio nell'uomo che siamo noi, perché mancare di rispetto ad un solo uomo è mancare di rispetto a Cristo. Gli ossessi ci sodomizzano psicologicamente, perché hanno paura di noi e pretendono di avere il controllo delle nostre caratteristiche umane e del nostro pensiero. L'ossesso, come hai letto nell'articolo che ti ho fatto leggere, è demoniaco.
Perché il Mistero è Cristo!
Hai mai osservato il pendolo della storia? Accade sempre allo stesso modo, ma con sfumature diverse. Voglio dire se la storia fosse una partita giocata con 10.000 dadi, uscirebbero tutti i numeri dal 10.000 al 60.000, ma invece escono sempre gli stessi numeri. Sappiamo che accade così perché Dio interviene nella storia, ma non sappiamo né come interviene né il perché. Questo è un Mistero!
Hai letto la profezia di Cristo nel 23 capitolo di Matteo? Non è una cosa che è accaduta in quel periodo e non accade più, altrimenti non avrebbe senso parlarne. Invece quella profezia riguarda il nostro presente, perché Cristo riaccade ora! Tutta la Bibbia non fatta di un passato sigillato sotto una campana di vetro, ma è qualcosa che accade oggi, ora, in questo preciso momento. E' un mistero che non possiamo spiegare.
Hai presente la scienza? Pretende di spiegare il mistero della religione, ma in realtà ogni scoperta scientifica pone un'altra domanda che è il mistero e la spiegazione scientifica di quell'altra domanda pone un'altra domanda che è sempre il misero. Tutto è spiegabile scientificamente, ma il mistero non è spiegabile. Il mistero è razionale, ma è oltre la nostra spiegazione logica. E il mistero siamo noi: perché parliamo di mistero? Perché Cristo (che è il mistero) riaccade in questo momento. La scoperta del mistero è la scoperta della relazione, è la sanità mentale, è la scoperta dell'amore tra gli uomini, il mistero è il Dio nell'uomo che siamo noi, perché mancare di rispetto ad un solo uomo è mancare di rispetto a Cristo. Gli ossessi ci sodomizzano psicologicamente, perché hanno paura di noi e pretendono di avere il controllo delle nostre caratteristiche umane e del nostro pensiero. L'ossesso, come hai letto nell'articolo che ti ho fatto leggere, è demoniaco.
Messaggio del 12-05-2011 alle ore 17:34:30
Il mistero è Cristo? non credo...
Il mistero è Cristo? non credo...
Messaggio del 12-05-2011 alle ore 17:35:16
casomai il padre
casomai il padre
Messaggio del 12-05-2011 alle ore 17:45:25
Secondo me Gesù era poco distante da San Francesco
Secondo me Gesù era poco distante da San Francesco
Messaggio del 13-05-2011 alle ore 04:33:15
Dizionario Filosofico
Misticismo
Misticismo, dal greco mystes e mystikos ("iniziato ai misteri"), da meyen ("essere chiuso"). Il misticismo è quella corrente teologica che predica come principio autentico dell'esperienza religiosa il contatto irrazionale e sentimentale con la propria interiorità, nella quale si specchia e si riscontra il divino. Il mistero, dal quale deriva il termine, è ciò che non si palesa razionalmente e rimane nascosto e "chiuso" alla comprensione.
Mistica
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La mistica (dal greco mystikòs = misterioso, e questo da myein = chiudere, tacere)[1] è la contemplazione della dimensione del sacro e ne comporta una esperienza diretta, "al di là" del pensiero logico-discorsivo e quindi difficilmente comunicabile.
Nell'estasi mistica l'uomo si unisce con la "Verità ultima" della propria esistenza e dell'intera realtà cosmica.
[modifica] Mistica e religione
L'estasi mistica si può ottenere al termine di un procedimento di progressivo distacco sia dalla conoscenza sensibile sia da quella razionale, fino alla perdita dell'"io" nel "tutto", ma può essere anche raggiunta spontaneamente, improvvisamente e senza cause apparenti. Gli episodi di estasi spontanea sono le apparizioni ai semplici pastorelli come i momenti fondanti nel percorso di un grande maestro o, addirittura, di una religione.
« L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. »
(Esodo 3:2)
Si possono distinguere tre fasi dello sviluppo di una religione. Il primo stadio è quello primitivo, nel cui contesto Levy-Bruhl parla di "partecipazione mistica", dove il divino è semplicemente presente ovunque, nelle piante, nei fiumi, nella terra, in cielo, negli animali, in ogni cosa e non vi sono distinzioni nella coscienza umana. Il secondo stadio è il momento creativo, a seguito di una rottura con lo stato primordiale diventa necessaria una ricomposizione, questo è il momento creativo di una religione in cui le energie sono rivolte allo sviluppo dei temi e dei miti relativi, la mistica non ha un ruolo in questa fase perché le energie sono dedicate alla costruzione ma quando una religione ha raggiunto un impianto consolidato, una diffusione ed una istituzionalizzazione con gerarchie e riti, in quel momento si sente il distacco dal contatto originale con il divino e lo si ricerca di nuovo, per colmare il baratro che si è venuto a creare. E si sviluppano le mistiche.[2]
In tutte le grandi religioni del mondo vi sono correnti mistiche. Fondate sulla ricerca personale e sul contatto diretto col divino, le correnti mistiche possono apparire anarchiche ed in contrasto con le istituzioni delle Chiese, e se è vero che queste ultime hanno compiuto forme di repressione verso i movimenti estremistici o verso singoli esponenti che esprimevano una teologia "eretica", è vero anche che tutte le Chiese hanno eletto mistici come i massimi esempi della propria fede[2]. Come scrive Giordano Berti nel "Dizionario dei Mistici" (Milano 1999, p.7), "ogni religione è in grado di offrire diverse strade mistiche, che possono assumere toni estremi, persino aberranti, ma che corrispondono evidentemente a una necessità interiore (si pensi solo alle penitenze cui si sottopongono certi monaci medioevali, alle torture sciamaniche, ai prolungati digiuni degli asceti induisti e jainisti). Dunque, la mistica può essere al tempo stesso un punto di contatto oppure un fattore di netto distacco e fra le diverse religioni proprio perché è relativa a differenti bisogni spirituali, in parte innati e in parte indotti dalle culture e dalle tradizioni locali.
* Nel Cristianesimo fin dai primi tempi si ritrovano correnti mistiche, alcune integrate e altre espulse come eretiche, lo gnosticismo, in Asia minore ed in Egitto i Padri del deserto. Nell'Ortodossia sono ammesse forme di ricerca mistica come l'esicasmo. In ambito cattolico, tra le personalità mistiche si possono ricordare Ildegarda di Bingen, Meister Eckhart, Teresa d'Avila, Giovanni della Croce, in quello protestante Jakob Böhme; ma la mistica non disdegna gli umili, per esempio la piccola Bernedetta di Lourdes. San Tommaso d'Aquino, la cui opera non è certo di stampo mistico, pure sembra avere vissuto alcune intense esperienze mistiche verso la fine della sua vita[3]. Nel 1900 si è sviluppata in Italia una corrente mistica all'interno del movimento pentecostale guidata da Domenico Zaccardi inquadrabile però di più nell'incavo mistico rigorista; questo movimento che esiste ancora oggi cercava di cancellare dall'uomo tutti i suoi desideri, a cominciare dalla sessualità per sostituirli con un amore totale verso Cristo Gesù.
* Nell'ebraismo, la cabala è la corrente esoterica che affonda le radici negli stessi luoghi e negli stessi tempi della formazione delle correnti mistiche cristiane ma si sviluppa vigorosamente dal X secolo in poi (Abramo Abulafia), vi è poi cassidismo nato in Polonia nel XVIII secolo e l'anomalo movimento del sabbatianismo di Sabbatai Zevi nel XVII secolo.
* Nell'islam, le correnti mistiche si raccolgono attorno al sufismo, ma tutta la religione ha una impronta mistica. Le personalità: Al Ghazali, Gialal al-Din Rumi, Ibn Arabi
* Il manicheismo si strutturava in classi dove potevano diventare sacerdoti solo i predestinati scegliendo una via di ascesi.
* Il buddhismo basato "teologicamente" sulla ricerca individuale ha consentito lo sviluppo di correnti mistiche come, ad esempio, lo Zen.
* Nelle religioni dei popoli primitivi, lo sciamanesimo consente il contatto diretto con le divinità.
I mistici possono avere comportamenti semplicemente anticonformisti o estremi. Nei primi secoli del cristianesimo gli stiliti vivevano sulle colonne una vita di digiuno e di preghiera, i maestri zen impartivano insegnamenti con azioni che erano apparentemente contro ogni logica.
La mistica ha influenzato l'alchimia in una fase prescientifica e poi la psicologia con Carl Gustav Jung.
Dizionario Filosofico
Misticismo
Misticismo, dal greco mystes e mystikos ("iniziato ai misteri"), da meyen ("essere chiuso"). Il misticismo è quella corrente teologica che predica come principio autentico dell'esperienza religiosa il contatto irrazionale e sentimentale con la propria interiorità, nella quale si specchia e si riscontra il divino. Il mistero, dal quale deriva il termine, è ciò che non si palesa razionalmente e rimane nascosto e "chiuso" alla comprensione.
Mistica
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La mistica (dal greco mystikòs = misterioso, e questo da myein = chiudere, tacere)[1] è la contemplazione della dimensione del sacro e ne comporta una esperienza diretta, "al di là" del pensiero logico-discorsivo e quindi difficilmente comunicabile.
Nell'estasi mistica l'uomo si unisce con la "Verità ultima" della propria esistenza e dell'intera realtà cosmica.
[modifica] Mistica e religione
L'estasi mistica si può ottenere al termine di un procedimento di progressivo distacco sia dalla conoscenza sensibile sia da quella razionale, fino alla perdita dell'"io" nel "tutto", ma può essere anche raggiunta spontaneamente, improvvisamente e senza cause apparenti. Gli episodi di estasi spontanea sono le apparizioni ai semplici pastorelli come i momenti fondanti nel percorso di un grande maestro o, addirittura, di una religione.
« L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. »
(Esodo 3:2)
Si possono distinguere tre fasi dello sviluppo di una religione. Il primo stadio è quello primitivo, nel cui contesto Levy-Bruhl parla di "partecipazione mistica", dove il divino è semplicemente presente ovunque, nelle piante, nei fiumi, nella terra, in cielo, negli animali, in ogni cosa e non vi sono distinzioni nella coscienza umana. Il secondo stadio è il momento creativo, a seguito di una rottura con lo stato primordiale diventa necessaria una ricomposizione, questo è il momento creativo di una religione in cui le energie sono rivolte allo sviluppo dei temi e dei miti relativi, la mistica non ha un ruolo in questa fase perché le energie sono dedicate alla costruzione ma quando una religione ha raggiunto un impianto consolidato, una diffusione ed una istituzionalizzazione con gerarchie e riti, in quel momento si sente il distacco dal contatto originale con il divino e lo si ricerca di nuovo, per colmare il baratro che si è venuto a creare. E si sviluppano le mistiche.[2]
In tutte le grandi religioni del mondo vi sono correnti mistiche. Fondate sulla ricerca personale e sul contatto diretto col divino, le correnti mistiche possono apparire anarchiche ed in contrasto con le istituzioni delle Chiese, e se è vero che queste ultime hanno compiuto forme di repressione verso i movimenti estremistici o verso singoli esponenti che esprimevano una teologia "eretica", è vero anche che tutte le Chiese hanno eletto mistici come i massimi esempi della propria fede[2]. Come scrive Giordano Berti nel "Dizionario dei Mistici" (Milano 1999, p.7), "ogni religione è in grado di offrire diverse strade mistiche, che possono assumere toni estremi, persino aberranti, ma che corrispondono evidentemente a una necessità interiore (si pensi solo alle penitenze cui si sottopongono certi monaci medioevali, alle torture sciamaniche, ai prolungati digiuni degli asceti induisti e jainisti). Dunque, la mistica può essere al tempo stesso un punto di contatto oppure un fattore di netto distacco e fra le diverse religioni proprio perché è relativa a differenti bisogni spirituali, in parte innati e in parte indotti dalle culture e dalle tradizioni locali.
* Nel Cristianesimo fin dai primi tempi si ritrovano correnti mistiche, alcune integrate e altre espulse come eretiche, lo gnosticismo, in Asia minore ed in Egitto i Padri del deserto. Nell'Ortodossia sono ammesse forme di ricerca mistica come l'esicasmo. In ambito cattolico, tra le personalità mistiche si possono ricordare Ildegarda di Bingen, Meister Eckhart, Teresa d'Avila, Giovanni della Croce, in quello protestante Jakob Böhme; ma la mistica non disdegna gli umili, per esempio la piccola Bernedetta di Lourdes. San Tommaso d'Aquino, la cui opera non è certo di stampo mistico, pure sembra avere vissuto alcune intense esperienze mistiche verso la fine della sua vita[3]. Nel 1900 si è sviluppata in Italia una corrente mistica all'interno del movimento pentecostale guidata da Domenico Zaccardi inquadrabile però di più nell'incavo mistico rigorista; questo movimento che esiste ancora oggi cercava di cancellare dall'uomo tutti i suoi desideri, a cominciare dalla sessualità per sostituirli con un amore totale verso Cristo Gesù.
* Nell'ebraismo, la cabala è la corrente esoterica che affonda le radici negli stessi luoghi e negli stessi tempi della formazione delle correnti mistiche cristiane ma si sviluppa vigorosamente dal X secolo in poi (Abramo Abulafia), vi è poi cassidismo nato in Polonia nel XVIII secolo e l'anomalo movimento del sabbatianismo di Sabbatai Zevi nel XVII secolo.
* Nell'islam, le correnti mistiche si raccolgono attorno al sufismo, ma tutta la religione ha una impronta mistica. Le personalità: Al Ghazali, Gialal al-Din Rumi, Ibn Arabi
* Il manicheismo si strutturava in classi dove potevano diventare sacerdoti solo i predestinati scegliendo una via di ascesi.
* Il buddhismo basato "teologicamente" sulla ricerca individuale ha consentito lo sviluppo di correnti mistiche come, ad esempio, lo Zen.
* Nelle religioni dei popoli primitivi, lo sciamanesimo consente il contatto diretto con le divinità.
I mistici possono avere comportamenti semplicemente anticonformisti o estremi. Nei primi secoli del cristianesimo gli stiliti vivevano sulle colonne una vita di digiuno e di preghiera, i maestri zen impartivano insegnamenti con azioni che erano apparentemente contro ogni logica.
La mistica ha influenzato l'alchimia in una fase prescientifica e poi la psicologia con Carl Gustav Jung.
Messaggio del 13-05-2011 alle ore 04:40:08
Enciclopedia
Misticismo
Misticismo, esperienza immediata dell'unione con Dio nella storia del cristianesimo occidentale, ha rappresentato una grande fonte di rinnovamento spirituale, pur essendo considerato inessenziale per la realizzazione della vita evangelica. Nella lotta contro il lassismo della chiesa postcostantiniana, il monachesimo dei padri del deserto (eremiti) affermò il valore della purificazione da conseguire attraverso l'ascesi mistica. Con Agostino di Ippona (IV-V secolo), che estese la possibilità dell'esperienza mistica a ogni cristiano, e con Gregorio I Magno (VI secolo), che lo subordinò decisamente alle esigenze della vita cristiana attiva, il dualismo fra vita cristiana e mondo fu assorbito in una continua tensione escatologica che restò caratteristica della chiesa latina. Nel Medioevo (XI-VIII secolo) l'esperienza mistica, che si concentrò sulla contemplazione delle sofferenze di Cristo, fu prerogativa di religiosi e monache, che la descrissero analiticamente nelle sue fasi psicologiche e ne accentuarono il carattere volontaristico (Bernardo di Chiaravalle, San Bonaventura da Bagnoregio, Ildegarda di Bingen, Gertrude la Grande). Nel tardo Medioevo italiano, da Caterina da Siena (XIV secolo) a Savonarola (XV secolo), invalse un uso profetico-riformatore delle visioni mistiche. Nell'Europa del nord, una difficile, elitaria elaborazione dell'esperienza mistica fu operata dalla corrente renana del XIV secolo (Meister Eckhart, Taulero, Suso) in un'epoca di decadenza ecclesiale, a cui la devotio moderna diede una risposta di segno diverso, insistendo sul valore della pratica quotidiana come luogo di unione con Dio. Separato dall'ascesi, il misticismo tardomedievale fu visto nel XVI secolo con diffidenza dai riformatori protestanti in quanto forma di religiosità non ancorata alla parola di Dio. Con la Controriforma la mistica ritrovò nuova forza in campo cattolico, diventando segno di perfezione spirituale: nel XVI secolo gli spagnoli Teresa d'Avila, Giovanni della Croce, Ignazio di Loyola, nel XVII i francesi Francesco di Sales, Pierre de Bérulle, Margherita Maria Alacoque, rilanciarono la via del misticismo, agganciandolo a una serie di tecniche e pratiche devote che ne garantissero la piena controllabilità, in un momento in cui il quietismo mostrava i pericoli di un'eccessiva esaltazione dell'abbandono dell'anima a Dio. Alla fine del XIX secolo Teresa di Lisieux e Charles de Foucauld rinnovarono l'ascesi mistica adottando la "piccola via", che assumeva la contemplazione di Dio in una condotta di vita comune.
Enciclopedia
Misticismo
Misticismo, esperienza immediata dell'unione con Dio nella storia del cristianesimo occidentale, ha rappresentato una grande fonte di rinnovamento spirituale, pur essendo considerato inessenziale per la realizzazione della vita evangelica. Nella lotta contro il lassismo della chiesa postcostantiniana, il monachesimo dei padri del deserto (eremiti) affermò il valore della purificazione da conseguire attraverso l'ascesi mistica. Con Agostino di Ippona (IV-V secolo), che estese la possibilità dell'esperienza mistica a ogni cristiano, e con Gregorio I Magno (VI secolo), che lo subordinò decisamente alle esigenze della vita cristiana attiva, il dualismo fra vita cristiana e mondo fu assorbito in una continua tensione escatologica che restò caratteristica della chiesa latina. Nel Medioevo (XI-VIII secolo) l'esperienza mistica, che si concentrò sulla contemplazione delle sofferenze di Cristo, fu prerogativa di religiosi e monache, che la descrissero analiticamente nelle sue fasi psicologiche e ne accentuarono il carattere volontaristico (Bernardo di Chiaravalle, San Bonaventura da Bagnoregio, Ildegarda di Bingen, Gertrude la Grande). Nel tardo Medioevo italiano, da Caterina da Siena (XIV secolo) a Savonarola (XV secolo), invalse un uso profetico-riformatore delle visioni mistiche. Nell'Europa del nord, una difficile, elitaria elaborazione dell'esperienza mistica fu operata dalla corrente renana del XIV secolo (Meister Eckhart, Taulero, Suso) in un'epoca di decadenza ecclesiale, a cui la devotio moderna diede una risposta di segno diverso, insistendo sul valore della pratica quotidiana come luogo di unione con Dio. Separato dall'ascesi, il misticismo tardomedievale fu visto nel XVI secolo con diffidenza dai riformatori protestanti in quanto forma di religiosità non ancorata alla parola di Dio. Con la Controriforma la mistica ritrovò nuova forza in campo cattolico, diventando segno di perfezione spirituale: nel XVI secolo gli spagnoli Teresa d'Avila, Giovanni della Croce, Ignazio di Loyola, nel XVII i francesi Francesco di Sales, Pierre de Bérulle, Margherita Maria Alacoque, rilanciarono la via del misticismo, agganciandolo a una serie di tecniche e pratiche devote che ne garantissero la piena controllabilità, in un momento in cui il quietismo mostrava i pericoli di un'eccessiva esaltazione dell'abbandono dell'anima a Dio. Alla fine del XIX secolo Teresa di Lisieux e Charles de Foucauld rinnovarono l'ascesi mistica adottando la "piccola via", che assumeva la contemplazione di Dio in una condotta di vita comune.
Nuova reply all'argomento:
ora di religione
Registrati
Mi so scurdate la password
Hai problemi ad effettuare il login?
segui le istruzioni qui