Cultura & Attualità
Che delusione Filippo Facci



Non c'è peggiore nemico che un ex amico!!!!...
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Editato da Ramblert il 24/09/2009 alle 22:47:30
"Gli intellettuali sono tra i primi ad abbandonare la nave che affonda, subito dopo i topi… ma prima, molto prima delle puttane
anche lui ammette che la libertà di informazione è in pericolo

anch'io sono passato da Giornale a Libero

Il Fatto non sussiste.
Ieri alle 16.58
E' stato finalmente rinviato a giudizio il primo numero de Il Fatto, il quotidiano diretto da Antonio Padellaro (e co-fondato da Marco Travaglio) che era stato ingiustamente accusato di velleità giustizialiste e di ossessiva attenzione nei confronti di un uomo solo, sempre lo stesso: Marco Travaglio.
Al termine delle indagini preliminari, tuttavia, già la prima pagina permette di smentire ogni pregiudizio abbreviato: a margine del titolo «Indagato Letta» (Gianni, ma Enrico dorma preoccupato) spicca un editoriale di Marco Travaglio a fianco del titolo «Editto su Travaglio» mentre un altro editoriale presenta i soci del quotidiano tra i quali spicca Marco Travaglio: affianco, una foto di Michele Santoro preannuncia l'articolo di pagina 2 che a sua volta è sovrastato da un'altra foto di Marco Travaglio che ben rappresenta come «l'oggetto del contendere, ancora una volta - si legge - è il contratto di Marco Travaglio». L'inchiesta su Gianni Letta, a pagina 3, è stata scritta da Peter Gomez e Marco Lillo, già coautori del libro «Papi» assieme a Marco Travaglio: si denuncia che, dopo un «surreale ping pong tra procure», il fascicolo d'inchiesta è stato segregato a Lagonegro. Il distacco dallo spauracchio giudiziario è chiaramente percepibile anche a pagina 4, dove si annunciano:
1) un corteo a sostegno dei magistrati che «lottano per far luce sulle stragi del '92 e '93»;
2) un esposto dell'Italia dei Valori contro il sindaco di Cammarata;
3) una manifestazione della polizia penitenziaria, presente ovviamente Di Pietro; 4) venti indagati a Messina dopo una morte per influenza;
5) una questione di legittimità costituzionale della procura di Torino per la legge Maroni;
Pagina 5: intervista a Ignazio Marino in qualità di deputato alla Camera operatoria: «Togliamo la cancrena, incidiamo l'ascesso, il Pd rischia la setticemia, niente condannati nelle liste».
A pagina 6 due articoli sul Lodo Alfano corredati da una firma a sorpresa: Marco Travaglio.
A pagina 8 un articolo che denuncia l'arrivo dei treni privati, e un grande sottotitolo: «Di Pietro: sempre i soliti noti».
A pagina 9 finalmente si parla di economia: «Lo scudo rinforzato che copre i reati». Alla pagina seguente si cambia nuovamente argomento con un modesto consiglio: «Condannate Sismi e Cia», «il pm procede contro gli agenti» eccetera.
A pagina 17 «Mondo web» con titolo «Legge Pecorella, un bavaglio alla rete» e poi un titolo azzeccatissimo («Che di facciamo qui?») per un articolo di Oliviero Beha che eccezionalmente parla di se stesso, e però denuncia: «Perfino Oscar Giannino dava per scontato l'antiberlusconismo militante e direi eziologico di questa testata». Incredibile, perfino lui.
A pagina 19 c'è una lettera di 18 righe alla quale Furio Colombo risponde vergandone 112, più altre lettere tra le quali spiccano la consolatoria «Davanti alla morte siamo tutti uguali» e la grillesca «Un click e i pensieri evaporano».
A pagina 23 finalmente la satira, un po' di svago dopo 22 pagine di travaglio civile: un fumetto di Stefano Disegni con protagonista Silvio Berlusconi e Marco Travaglio; sopra, un articolo sul sito web de Il Fatto con citazione per una fortunata rubrica di Marco Travaglio.
A pagina 21 spicca un articolone di un’intera pagina firmato da Marco Travaglio (descrive la sua tournèe estiva per presentare i suoi libri e annunciare Il Fatto) mentre a pagina 22 c'è un articolo dedicato a Il Fatto («Senza padroni») scritto dall'amministratore delegato de Il Fatto, con un simpatico fotomontaggio dove spicca - affianco alla prima pagina de Il Fatto - Marco Travaglio. Infine la pubblicità, innovativa pure quella: «La fragranza unica della birra non pastorizzata: questi sino Fatti Quotidiani». E' l'epilogo di questa prima e attesissima prova, cui seguirà quella del palloncino.
Filippo non delude mai

E' proprio vero: Dio li fa e poi li accoppia....


Ma Padellaro non è per caso parente di quel Nazareno Padellaro, difensore della purezza razziale, che andava dicendo che i popoli latini non potranno mai essere marxisti?

ahahah! e faceva la predica dall'alto del pulpito...e mò ssa codee tra le cosse? ahahaha
Che delusione Filippo Facci
Di libertà di stampa ce n'è anche troppa, ma questo non toglie che in Italia ci sia anche stata - mio personale parere - una forma di restrizione delle libertà. Tento di spiegarmi. La lotta politica si è oltremodo radicalizzata o meglio militarizzata, e in guerra c'è poco spazio per i distinguo e le sfumature: si spara, si guarda da che parte stai, si usa ogni arma possibile, conta il risultato.
C'è un'opposizione ormai dipietrizzata che è disposta a ogni cosa, e c'è un centrodestra galvanizzato dal consenso che è deciso a non fare prigionieri, non più. I giornali spesso inseguono o divengono arma: e chi non sposa in blocco una posizione secca e omni-comprensiva - dell'opposizione o del governo - figura come un lezioso perditempo, un collaborazionista, un anarchico inaffidabile.
Gli indipendenti sono guardati in cagnesco perché non - verbo felicemente ambiguo - servono. In tv, poi, è ancora peggio. Le reti Mediaset ha fatto delle scelte che sono evidenti a tutti, l'era di un pluralismo spesso alla tafazzi è chiusa da tempo: quella dei Mentana, Ferrara, Sgarbi, addirittura Santoro. In Rai si sparano in faccia personaggi che sono stati nominati espressamente per farlo - dai partiti - oppure scorrazzano armate semi-autonomiste modello Annozero. E qui di pacifisti non ce ne sono, però ecco: sparare a comando, davvero, no.
Figurati se Santoro non ha tagliato e ricamato quello che gl'interessava.
Messaggio del 25/09/2009 12:32:01 (IP: xxx.xxx.179.81)
Quote:Che delusione Filippo Facci
Pansa ha detto le stesse cose di Repubblica: i tuoi l'hanno massacrato e censurato, voi non l'avete minimamente cacato.
Pensa che Facci fino a ieri insultava i girotondini e i paladini della libertà di informazione. Ora che se l'è preso in culo pure lui, parla anch'egli di libertà in pericolo

Vedo che ti è sfuggito qualche passaggio
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Per Coniglio-Papi
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