Cultura & Attualità
Vedo che ti è sfuggito qualche passaggio
Messaggio del 25/09/2009 12:32:01 (IP: xxx.xxx.179.81)
Quote:Che delusione Filippo Facci
Pansa ha detto le stesse cose di Repubblica: i tuoi l'hanno massacrato e censurato, voi non l'avete minimamente cacato.
Pensa che Facci fino a ieri insultava i girotondini e i paladini della libertà di informazione. Ora che se l'è preso in culo pure lui, parla anch'egli di libertà in pericolo

Figurati se Santoro non ha tagliato e ricamato quello che gl'interessava.
Di libertà di stampa ce n'è anche troppa, ma questo non toglie che in Italia ci sia anche stata - mio personale parere - una forma di restrizione delle libertà. Tento di spiegarmi. La lotta politica si è oltremodo radicalizzata o meglio militarizzata, e in guerra c'è poco spazio per i distinguo e le sfumature: si spara, si guarda da che parte stai, si usa ogni arma possibile, conta il risultato.
C'è un'opposizione ormai dipietrizzata che è disposta a ogni cosa, e c'è un centrodestra galvanizzato dal consenso che è deciso a non fare prigionieri, non più. I giornali spesso inseguono o divengono arma: e chi non sposa in blocco una posizione secca e omni-comprensiva - dell'opposizione o del governo - figura come un lezioso perditempo, un collaborazionista, un anarchico inaffidabile.
Gli indipendenti sono guardati in cagnesco perché non - verbo felicemente ambiguo - servono. In tv, poi, è ancora peggio. Le reti Mediaset ha fatto delle scelte che sono evidenti a tutti, l'era di un pluralismo spesso alla tafazzi è chiusa da tempo: quella dei Mentana, Ferrara, Sgarbi, addirittura Santoro. In Rai si sparano in faccia personaggi che sono stati nominati espressamente per farlo - dai partiti - oppure scorrazzano armate semi-autonomiste modello Annozero. E qui di pacifisti non ce ne sono, però ecco: sparare a comando, davvero, no.
Che delusione Filippo Facci
ahahah! e faceva la predica dall'alto del pulpito...e mò ssa codee tra le cosse? ahahaha

Ma Padellaro non è per caso parente di quel Nazareno Padellaro, difensore della purezza razziale, che andava dicendo che i popoli latini non potranno mai essere marxisti?

E' proprio vero: Dio li fa e poi li accoppia....

anch'io sono passato da Giornale a Libero

Il Fatto non sussiste.
Ieri alle 16.58
E' stato finalmente rinviato a giudizio il primo numero de Il Fatto, il quotidiano diretto da Antonio Padellaro (e co-fondato da Marco Travaglio) che era stato ingiustamente accusato di velleità giustizialiste e di ossessiva attenzione nei confronti di un uomo solo, sempre lo stesso: Marco Travaglio.
Al termine delle indagini preliminari, tuttavia, già la prima pagina permette di smentire ogni pregiudizio abbreviato: a margine del titolo «Indagato Letta» (Gianni, ma Enrico dorma preoccupato) spicca un editoriale di Marco Travaglio a fianco del titolo «Editto su Travaglio» mentre un altro editoriale presenta i soci del quotidiano tra i quali spicca Marco Travaglio: affianco, una foto di Michele Santoro preannuncia l'articolo di pagina 2 che a sua volta è sovrastato da un'altra foto di Marco Travaglio che ben rappresenta come «l'oggetto del contendere, ancora una volta - si legge - è il contratto di Marco Travaglio». L'inchiesta su Gianni Letta, a pagina 3, è stata scritta da Peter Gomez e Marco Lillo, già coautori del libro «Papi» assieme a Marco Travaglio: si denuncia che, dopo un «surreale ping pong tra procure», il fascicolo d'inchiesta è stato segregato a Lagonegro. Il distacco dallo spauracchio giudiziario è chiaramente percepibile anche a pagina 4, dove si annunciano:
1) un corteo a sostegno dei magistrati che «lottano per far luce sulle stragi del '92 e '93»;
2) un esposto dell'Italia dei Valori contro il sindaco di Cammarata;
3) una manifestazione della polizia penitenziaria, presente ovviamente Di Pietro; 4) venti indagati a Messina dopo una morte per influenza;
5) una questione di legittimità costituzionale della procura di Torino per la legge Maroni;
Pagina 5: intervista a Ignazio Marino in qualità di deputato alla Camera operatoria: «Togliamo la cancrena, incidiamo l'ascesso, il Pd rischia la setticemia, niente condannati nelle liste».
A pagina 6 due articoli sul Lodo Alfano corredati da una firma a sorpresa: Marco Travaglio.
A pagina 8 un articolo che denuncia l'arrivo dei treni privati, e un grande sottotitolo: «Di Pietro: sempre i soliti noti».
A pagina 9 finalmente si parla di economia: «Lo scudo rinforzato che copre i reati». Alla pagina seguente si cambia nuovamente argomento con un modesto consiglio: «Condannate Sismi e Cia», «il pm procede contro gli agenti» eccetera.
A pagina 17 «Mondo web» con titolo «Legge Pecorella, un bavaglio alla rete» e poi un titolo azzeccatissimo («Che di facciamo qui?») per un articolo di Oliviero Beha che eccezionalmente parla di se stesso, e però denuncia: «Perfino Oscar Giannino dava per scontato l'antiberlusconismo militante e direi eziologico di questa testata». Incredibile, perfino lui.
A pagina 19 c'è una lettera di 18 righe alla quale Furio Colombo risponde vergandone 112, più altre lettere tra le quali spiccano la consolatoria «Davanti alla morte siamo tutti uguali» e la grillesca «Un click e i pensieri evaporano».
A pagina 23 finalmente la satira, un po' di svago dopo 22 pagine di travaglio civile: un fumetto di Stefano Disegni con protagonista Silvio Berlusconi e Marco Travaglio; sopra, un articolo sul sito web de Il Fatto con citazione per una fortunata rubrica di Marco Travaglio.
A pagina 21 spicca un articolone di un’intera pagina firmato da Marco Travaglio (descrive la sua tournèe estiva per presentare i suoi libri e annunciare Il Fatto) mentre a pagina 22 c'è un articolo dedicato a Il Fatto («Senza padroni») scritto dall'amministratore delegato de Il Fatto, con un simpatico fotomontaggio dove spicca - affianco alla prima pagina de Il Fatto - Marco Travaglio. Infine la pubblicità, innovativa pure quella: «La fragranza unica della birra non pastorizzata: questi sino Fatti Quotidiani». E' l'epilogo di questa prima e attesissima prova, cui seguirà quella del palloncino.
Filippo non delude mai

anche lui ammette che la libertà di informazione è in pericolo

"Gli intellettuali sono tra i primi ad abbandonare la nave che affonda, subito dopo i topi… ma prima, molto prima delle puttane
Non c'è peggiore nemico che un ex amico!!!!...
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Editato da Ramblert il 24/09/2009 alle 22:47:30
Che delusione Filippo Facci



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