Cultura & Attualità

Per Pepetta...
Messaggio del 04-09-2011 alle ore 23:42:43
Quando ho letto quest'articolo non so perché, ma ho pensato a te. E' una bella cosa, è una lode della fedeltà...

E poi visto che non sei l'unica che si complimenta con il mio stile, eccoti una raccolta di racconti che ho scritto qualche anno fa. Forse riconoscerai qualche personaggio di troppo, forse non so... Ma che importa?

Ci vuole un coraggio incredibile ad uscire in strada per dire pazzo a 998 lancianesi su 1000. Innanzitutto bisogna essere un uomo vero, un uomo tosto con le palle con le palle sotto che prima di pensare una cosa del genere sa che si creerà un plebiscito che, per difendere se stesso, dice: il pazzo è lui! Non credi che la folla sarebbe concorde nell'accusarlo? Solo i puri di cuore hanno il coraggio di dire davanti a tutti: il re è nudo! Ma quando la folla lo sente parlare gli dice: stai zitto pazzo! Tu non capisci niente! Vuoi sapere perché si esprime così? Vai su google e scrivi proiezione psicologica. Scegli il link di wikipedia e leggi. E' un documento facile, facile di divulgazione scientifica... Sai, oggi come oggi se una cosa lo dice il vangelo è falsa, ma se lo dice il telegiornale è vera! Mmm... Adesso voglio rivelarti un segreto. Secondo te, quante cose ha detto la pazza folla a quel vero uomo? Quanti peccati gli ha attribuito? Secondo te, quell'uomo con le palle ha pilotato i giudizi della folla? Ha portato la folla a giudicarlo oppure no? Mmm... A quanto pare i lancianesi hanno abboccato uno ad uno e lo hanno accusato con quanto di più nascosto avevano nel cuore.

Questo simpatico
racconto che ho scritto qualche anno fa svela il trucco del gioco. Naturalmente io sono il diamante, ma non tutti lo capiscono, perché non sono abbastanza intelligenti, non hanno gli strumenti adatti per capire queste cose... Sono scemi! Sono così scemi che abboccano al trucco di un "pazzo"!

Le persone sensibili, invece, non guardano la mia massa grassa, la mia barba incolta e i miei capelli scompigliati, ma sanno guardare oltre e percepiscono la mia profonda bellezza. Non tutti ci riescono e voi donne siete avvantaggiate in questo...

Beh, ti ho presentato un articolo di psicologia e qualche mio racconto, sperando di non aver ingelosito tuo marito... Cmq non ho niente da fare dalla mattina alla sera, non spreco quasi niente, so come spendere i soldi, perché non so neanche che cosa ci devo fare, la ragazza non ce l'ho, la moglie non ce l'ho, i figli non ce li ho, so che riesco a condizionare il pensiero della gente e uso internet come un passatempo.

Quant'è difficile vivere al giorno d'oggi...

Sai quante cose dice la gente di me? Si dice che mi hanno raccomandato, ma quando conosceranno la verità sulla mia assunzione, che cosa mi risponderanno?
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Editato da Leodalessandro il 04/09/2011 alle 23:49:07
Messaggio del 04-09-2011 alle ore 23:45:54
Mi correggo: http://it.wikipedia.org/wiki/Proiezione_(psicologia)
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Editato da Leodalessandro il 04/09/2011 alle 23:46:34
Messaggio del 05-09-2011 alle ore 09:41:38
Quote
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Cmq non ho niente da fare dalla mattina alla sera, non spreco quasi niente, so come spendere i soldi, perché non so neanche che cosa ci devo fare, la ragazza non ce l'ho, la moglie non ce l'ho, i figli non ce li ho
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Che cazz camb a fa...
Messaggio del 08-09-2011 alle ore 10:52:15

La fedeltà autentica però non si basa sulla paura, ma su una grande forza. Restare a lungo fedeli richiede infatti molta energia e grande impegno, se l’altro non sempre corrisponde all’immagine ideale desiderata. La fedeltà non ha niente a che fare con una testarda ostinazione: le persone fedeli sono flessibili e sanno resistere all’impulso di fuggire. Ciò permette di vivere fino in fondo con il partner i momenti di crisi e di crescere insieme.
Gli individui realmente fedeli sono personalità emotivamente forti, che mantengono un intenso contatto con se stessi e con l’ambiente che li circonda. Possiamo descriverli come persone capaci di forti legami. Hanno con il partner una relazione così solida da non poterlo tradire. L’infedeltà, invece, è spesso dovuta a labilità del legame interpersonale. Ma la capacità di legame con l’altro si sviluppa nell’infanzia. Se nei primi anni si è costruito un legame sicuro e affidabile con le figure di riferimento, sarà più facile mantenersi fedele al partner in età adulta.
Decisivo è anche lo sviluppo di un’identità personale: sapere chi sono io e fino a che punto sono diverso dagli altri. Solo quando è arrivato almeno a mezza strada nella fase di scoperta di sé il giovane individuo è in grado di stabilire legami autentici e duraturi.
Evidentemente la capacità di mantenersi fedeli presuppone una grande stabilità interna. Essa risulta dalla continuità interiore dell’individuo, che può contare su un saldo centro di gravità, ha una grande perseveranza e non tradisce i propri scopi di vita.
Fedeltà significa soprattutto considerare il proprio partner unico e insostituibile. Il vero senso di un rapporto d’amore è incontrare una persona che per noi è del tutto speciale: «Tu sarai per me unico al mondo. Io sarò per te unica al mondo», dice la volpe al Piccolo Principe. Solo chi prova questo sentimento può promettere all’altro di restargli accanto nella buona e nella cattiva sorte. La fedeltà quindi è un obbligo interiore e non ha niente a che fare con la monogamia imposta dalla società e soprattutto dalla Chiesa nel corso dei secoli. Ancora oggi è in vigore in tanti luoghi la norma che la impone, norma che ha il suo fondamento nel garantire al maschio capofamiglia di essere il padre dei figli nati nel matrimonio. Ma oggi quello che ci sta a cuore non è tanto il rispetto di astratti comandamenti, quanto il conseguimento della felicità personale.
Com’è ovvio, chi è fedele al partner non per questo è automaticamente felice. La fedeltà non è affatto garanzia di felicità. E tuttavia le persone fedeli danno spesso un’impressione di equilibrio e serenità, appaiono soddisfatte del loro destino. Viceversa, gli infedeli raramente sembrano felici: tradimenti frequenti e prolungati, in particolare, creano inquietudine e tensione interiore. Sradicate, senza più un punto fermo nella loro vita sociale, queste persone vivono in mondi separati senza appartenere del tutto a nessuno e non hanno più un luogo sicuro dove donare e ricevere felicità.
Ciò che cerchiamo in una relazione di coppia infatti non è tanto il piacere sessuale quanto l’esperienza di essere uniti l’uno all’altro. È questo a darci la sensazione di essere insostituibili, non un ingranaggio qualunque nella grande macchina della vita. Scrive Milan Kundera: «La fedeltà conferisce alla vita un’unità, senza la quale essa si frantuma in mille impressioni fuggevoli». Il fondamento di tutto ciò è la fiducia nell’altro. Solo se ci possiamo fidare siamo in grado di esporci con tutte le nostre debolezze e i nostri difetti, sapendo che l’altro non se ne approfitterà. Altrimenti nella vita siamo prudenti, a volte giochiamo d’astuzia, non ci mostriamo mai del tutto per quelli che siamo. Diversamente vanno le cose in un rapporto d’amore. Qui il partner si accorge dei nostri punti vulnerabili, ma ci sentiamo protetti e sicuri: è come se fossimo legati l’un l’altro da migliaia di sottilissimi fili. Evidentemente noi possiamo esistere solo se troviamo conferma e validazione nei nostri simili, se abbiamo un prossimo che ci capisce. Siamo congegnati in modo tale che il centro della nostra vita è l’altro.
Dobbiamo chiederci però se non paghiamo un prezzo troppo alto ricercando a tutti i costi sicurezza e riconoscimento. Non potrebbe la fedeltà coniugale essere anche una forma di rassegnazione? E le avventure fuori dal matrimonio non sono forse importanti per godere appieno la vita? In effetti si osserva spesso nel corso del matrimonio l’instaurarsi di un’intimità paralizzante. Sembra di conoscersi, mentre in realtà ognuno si è ritirato in se stesso. La vicinanza iniziale è disturbata dai tanti elementi che soffocano le emozioni, i due partner sono disillusi e i piccoli intoppi disseminati nella relazione li hanno spinti entrambi a fare un passo indietro. Possibile che la relazione sopravviva malgrado tutti i problemi e le difficoltà?
Ancora trent’anni fa si tendeva imperterriti a dare risposte semplici a queste difficili domande:
alle coppie si raccomandava di chiarire i conflitti, discutere appassionatamente, soprattutto non stancarsi mai di parlare. La cosa spesso funzionava, ma in tanti altri casi non faceva che stimolare un’irriducibile litigiosità. Per questo lo psicologo americano John M. Gottman ha messo in dubbio l’idea di risolvere i conflitti attraverso la discussione, sostenendo che si tratta soprattutto di ripristinare un clima di rispetto nell’ambito della coppia. A suo avviso i due terzi dei conflitti sono irrisolvibili e in quel caso si deve imparare a trovare un accomodamento.
Oggi siamo un po’ meno schematici nelle risposte al problema dell’amore in una relazione di lunga durata. Sappiamo però che quello che conta è soprattutto il clima relazionale. Se prima si sottolineava la realizzazione di sé, oggi si parla soprattutto di reciprocità, comprensione, eventualmente perdono.
Naturalmente si tratta di un tipo d’amore essenzialmente diverso dall’infatuazione romantica, un amore che per lo più porta i segni delle crisi superate insieme. E sappiamo bene che non esiste una ricetta del matrimonio felice. È ben vero, come diceva Erich Fromm, che l’amore è un’arte che in tutta la vita non si finisce mai d’imparare. Ed è un’arte molto individuale: ciascuno deve trovare la sua strada. Ma sempre si tratta di adempiere a certi compiti ben precisi. Ogni coppia deve trovare il suo particolare equilibrio fra intimità e distanza, senza mai tuttavia allontanarsi troppo l’uno dall’altro. L’arte sta nel trovare un terreno comune, ma allo stesso tempo sviluppare ciascuno i suoi obiettivi personali: si può essere appassionatamente legali, ma anche dedicare ore e giorni alla propria pace interiore.
Si tratta infine di questo: che la relazione sia viva e respiri, che i due partner continuino a vivere insieme ore felici. Questo è in ultima analisi il senso della fedeltà nella coppia.

Legami
Che cosa tiene insieme le coppie, cosa rafforza il legame? Non soltanto l’amore o la lealtà, secondo la maggior parte dei ricercatori. A loro avviso la nostra disponibilità a una relazione vincolante dipende soprattutto dal fatto che il partner ci arricchisca la vita e ne ampli gli orizzonti. Questa qualità di “auto accrescimento” nella relazione di coppia è misurata da domande di questo tipo: 1) il tuo partner è una fonte di esperienze stimolanti? 2) Sei diventato una persona migliore grazie al tuo partner? 3) Il partner ti permette di sviluppare le tue particolari capacità?
Secondo questa teoria, le coppie che favoriscono reciprocamente esperienze stimolanti e interessanti, mantenendo un rapporto ricco e vitale, sono più protette contro l’infedeltà. Come dice Arthur Aron, psicologo alla Stony Brook University, «quando ci innamoriamo, l’altro diventa una parte di noi stessi e ciò ci arricchisce. È per questo che gli innamorati restano a parlare fino a notte fonda - la cosa li emoziona e li tiene avvinti. Riteniamo che le coppie possono conservare questo legame se i partner non si stancano di stimolarsi a vicenda.»


ed aggiungerei: CONSAPEVOLEZZA E FEDE!
La prima in quanto molti, troppi si sposano senza sapere, conoscersi illusi di vivere solo "rose e fiori" e immancabilmente alla prima difficolta si "sccoppia" poi si fa un figlio; i famosi figli delle crisi, e li la situazione precipita verso il baratro.
La seconda (e questo è del tutto personale) avere la certrezza che il matrimonio è un SACRAMENTO e il giuramento che si è fatto dinnanzi a Dio è indissolubile ed unico!

per quanto concerne la Coca cola...........che dire??? Dipende dai punti di vista.
Nella vita bisogna sempre sentirsi diamanti anche se solo cocci di vetro. Anche la cocacola è contenuta nel vetro.................
Messaggio del 09-09-2011 alle ore 01:53:26



i diamanti non sono pezzi vetro, ma ne provano compassione...



Messaggio del 09-09-2011 alle ore 10:03:42

diamanti non sono pezzi vetro, ma ne provano compassione...

...........certo! Era solo per dire che anche se non si è diamanti puri l'importante è ciò che si è e cio che ci si considera.............poi gli altri ti possono vedere come vogliono
Messaggio del 09-09-2011 alle ore 18:44:01
per me l'importante è come sono, non come mi considero... non considero le mie opinioni su di me, ma come sono veramente e per arrivare a tanto ho bisogno dell'aiuto di un altro, di un direttore spirituale, che mi conosce bene. se una persona che non vale niente mi scambia per una coca cola mi sento gratificato, perché significa che sono sulla buona strada. qualche tempo fa mi sentivo umiliato da certe persona che quando mi vedevano passare scuotevano la testa e facevano dei gesti svalutanti. ma poi ci ho riflettuto bene e mi sono chiesto: che cosa dice il vangelo in proposito? dove sono le persone che scuotono la testa per svalutarmi? e ho capito che erano i farisei ai piedi della croce. anche loro scuotevano la testa e sfottevano gesù. gli dicevano: se sei il figlio di dio, scendi dalla croce! e quando gesù ha pregato il padre si sono messi a ridere e hanno detto: sta chiamando elia, vediamo se arriva! che è la bestemmia più brutta che sia stata mai pronunciata da un sacerdote. eppure, eppure mia cara, credevano di aver gabbato il demonio ma, 30 anni dopo, è tornato a prendersi le sue anime e li ha fatti crocifiggere dai romani a gruppi di 30.000 al giorno fuori dalle mura di gerusalemme, dove avevano crocifisso gesù... se quella gente che scuote il capo al mio passaggio e mi svaluta è farisea, chi sono io per quella gente? non sono forse una persona di valore? i farisei al tempo di gesù non hanno avuto lo stesso destino che avrà questa gente? sai che dice il proverbio? pancia piena non crede al digiuno, ma invece... chissà se saprà collegare causa ed effetto e capiranno di aver sbagliato? secondo me NON lo capiranno, ma non dobbiamo mai perdere la speranza. vediamo...
Messaggio del 09-09-2011 alle ore 21:04:48
vedremo................
Messaggio del 13-09-2011 alle ore 17:23:38
pepè,
non si capisce se mi stai prendendo in giro o se la tua è un'osservazione di fede, ma riesci a notare quanta gente ha pagato a caro prezzo la sua superbia? dicono tutti che doveva succedere, che se doveva succedere sarebbe successo comunque, che succede ai buoni figuriamoci ai cattivi, ma non è così. anche i buoni hanno le loro responsabilità. anch'io sono buono (nonostante i miei momenti d'ira) eppure quand'ero adolescente non credevo in Dio e ho fatto lo stesso errore dei tedeschi e degli italiani tra le due guerre: ho adorato gli uomini e non ho considerato il vangelo: maledetto l'uomo che confida nell'altro uomo e ho pagato amaramente tutto.
Messaggio del 16-09-2011 alle ore 11:59:49
ti rispondo solo ora perchè non ho avuto tempo!
No non ti sto prendendo in giro.............anch'io sono in attasa di vedere e capire.........di vedere se gli altri capiranno..................oppure se io mi sono sbagliata VEDREMO..............................
Messaggio del 16-09-2011 alle ore 16:53:38
pepé,
hai visto quante cose succedono? i telegiornali le gonfiano e ci danno la percezione che quello che succede a como succede anche a san vito chietino. in ogni caso il peccato è la causa di tutti i mali: i ragazzi prima si ubriacano e poi fanno i macelli, così come la gente che prima si rivolge ai cravattari e poi sta peggio di prima. quante volte abbiamo sentito alla radio, in televisione, in chiesa o in ospedale che bere fa male e che la gente non dovrebbe rivolgersi dai cravattari? eppure la gente è imperterrita e continua a comportarsi sempre allo stesso allo stesso modo, anche se non tutto è perduto. arriverà un giorno in cui capirà che non sarà il caso di commettere quegli errori, ma la chiameranno: moda! gli ubriaconi e i clienti degli strozzini ci saranno sempre, ma per un certo periodo di tempo ce ne saranno in misura ridotta, fino a quando le cose si rimetteranno a posto, avranno voglia di fare di testa loro e ricominceranno tutto da capo.

non so se hai presente le perversioni degli anni 90 con curtney love et similia? in quegli anni le adolescenti perdevano la verginità a 11 anni, ma oggi in linea di massima non se ne parla più. mia nipote frequenta la seconda superiore e se quando andava alle medie raccontava che c'erano alcune pazze, alle superiori sono tutte brave. hai presente la seconda guerra mondiale? da allora gli occidentali hanno capito che rischiavano grosso e non hanno combattuto neanche una guerra sul loro territorio. le hanno esportate e ce le hanno fatte vedere in televisione... se credi nel secondo segreto di Fatima, sai benissimo che siamo entrati in un lungo periodo di pace iniziato nel 1989 con il crollo del muro di berlino. i cattolici (soprattutto i ciellini) fanno molti proseliti in russia e gli ortodossi si sono arrabbiati fino a quando hanno firmato un accordo nel quale i cattolici sono liberi di fare proseliti in russia e gli ortodossi possono celebrare messa nelle chiese occidentali. ecco perché al purgatorio si dice la messa ortodossa. secondo me non ci saranno né guerre né dittature per un lunghissimo periodo di anni al termine dei quali non ci sarà una guerra terribile, ma ci sarà la resa dei conti finale (= alla fine il mio cuore immacolato trionferà, dice Maria). in ogni caso anche se i peccatori raggiungeranno la quota minima, non raggiungeremo mai la perfezione e ci saranno sempre le persone che sbagliano e saranno comprese come accadeva nel medioevo cristiano. questo è il presente e il futuro in base a quello che so e alla mia lettura dei fatti. non tutto il mondo è lanciano, ma se la gente capisse che deve comportarsi bene, l'inferno sarebbe vuoto. invece ci si vuole tuffare dentro a pesce e vuole coinvolgere anche gli altri e berlusconi è l'esempio lampante di una persona che costruisce le sue fortune sulle disgrazie degli altri... e tu pensi che gli andrà sempre bene? hai visto che brutta fine ha fatto il suo craxi? non c'è bisogno che lo scriva da qualche parte per far capire alla gente che farà una brutta fine, non abbiamo bisogno di parlare con il Padre Eterno per affermare una verità così semplice, perché quello che dico è una verità assiomatica.

vedremo...
Messaggio del 16-09-2011 alle ore 18:57:37
Mi sa che ti è sfuggita la guerra in Jugoslavia....

1991 -1995
Messaggio del 16-09-2011 alle ore 21:58:41
Beh, se è per questo mi sono lasciato sfuggire diverse altre guerre, soprattutto civili, e invasioni. Ma una guerra di grosse dimensioni non l'hanno fatta più. Visto l'alto livello delle tecnologie belliche, se la facessero ci sarebbe la fine dell'umanità e da quel momento in poi niente più potere, abusi, avarizie, diritti, doveri, dittature né niente e tutto, senza uomini buoni da punire al posto di Dio, sarebbe un niente.

C'è una cosa che forse si verificherà e penso che ti interessi. Hai presente quando Gesù dice: se un uomo riuscisse a possedere tutta la terra, che ne sarà di lui se poi perderà se stesso? Mo' visto che Gesù ne ha parlato, penso che si tratti di un fatto molto grave, però non ho ancora capito se si tratta di una metafora o di una profezia di Gesù. Se si trattasse di una metafora sarebbe facile, l'abbiamo capita, ma se si trattasse di un fatto vero che si verificherà nel nostro futuro che ne sarà di tutta quella gente che vivrà sotto la sua dittatura economica? Sarà tremendo. Immagina quest'uomo con una avarizia così grande da fargli possedere tutte le ricchezze della terra. Non ci sarà un solo centesimo, un solo gioiello, una sola opera d'arte, un solo libro, un solo millimetro quadro di terra che non gli appartenga. Il suo potere economico sarà così grande che anche le mutande che porteremo saranno sue. Una persona così importante da suscitare la profezia e la compassione di Gesù. Quanto durerà la sua ricchezza se non l'arco di una vita e come perderà la vita? Sicuramente - dice il vangelo - perderà se stesso e non troverà la porta stretta del paradiso...

Messaggio del 16-09-2011 alle ore 22:14:15
Bruce,
ma che ci facevi a casa alle 18 e 57 del 16/9? non sei andato alla processione? sapessi quanta gente c'era... non ho mai visto tanta gente che aspettava l'arrivo della vergine del ponte. nei periodi di crisi la gente ritorna a Dio, ma poi quando le cose vanno bene se ne dimentica (la famosa perdita della memoria, tanto invocata dagli ebrei dopo l'olocausto) fino a quando le sue condizioni torneranno ad essere peggiori delle precedenti. gli ebrei hanno avuto una brutta lezione, a proposito di guerra mondiale, e hanno invocato la perdita della memoria. ma siccome sono un popolo di dura cervìce sono stati i primi a perderla, tanto è vero che possiedono tante di quelle ricchezze che neanche immaginiamo. per quanto ci riguarda abbiamo un Dio povero, mio caro, che ci rende tutti poveri per riportarci a lui. ecco perché ci siamo stretti intorno alla virgin of the bridge... parafrasando la bibbia ti dico: sapessi quant'erano buone quelle fiesta ferrero ai canditi d'arancia... e chi te le dà più?
Messaggio del 16-09-2011 alle ore 23:17:22
Ma in questi casi non vi potete scambiare l'indirizzo email?
Messaggio del 17-09-2011 alle ore 13:11:01
E tu?
Invece di partecipare alla processione annotavi le presenze e segnavi i punti?
Messaggio del 17-09-2011 alle ore 18:26:59
mi dispiace, ma non sono il tipo che si mette a segnare i punti con le scelte altrui e poi ho scherzato... mi dispiace che tu l'abbia presa a male... se ti fa piacere saperlo ieri mattina ho dormito fino a tardi e non sono andato a messa in cattedrale. poi, pensando che la festa patronale fosse considerata un precetto, ho detto al mio parroco che mi volevo confessare, ma lui mi ha detto che non era peccato. figuriamoci la processione... non ti giudicherei né per questo né per altri comportamenti, anche peccaminosi, che non mi riguardano.

in linea di massima tendo a mettere a posto la gente che si permette di offendermi (e quanto vorrei pronunciare il verbo tendere al passato) e se fino adesso mi è andata bene, da oggi in poi comincio a rischiare. proprio oggi il Padre Eterno mi ha avvisato due volte e mi ha fatto capire che se insisto me la vedrò brutta, ma non posso dirgli niente, perché ha ragione Lui: chi fa legge comanda... quindi lasciamo perdere le processioni, le messe, i peccati e i precetti, perché è un campo minato ed è meglio lasciarlo perdere... e poi c'è quella polemica di Gesù in Mt 5 che dice: non giudicare... non lo dice alla cristianità, ma lo dice a me Leo d'Alessandro che giudico troppo e voglio imparare a non giudicare più... sarà un po' difficile ma ci proverò...

senti, tu che sai tutto sulla storia di Lanciano: che ruolo hanno le famiglie lancianesi con il progetto, la costruzione, la gestione ecc. del teatro fedele fenaroli? alcuni dicono che è sempre appartenuto al comune, altri dicono che il comune lo ha rilevato di recente dai privati e lo ha ristrutturato, ma i pareri sono contrastanti. se ci sono state delle famiglie che nel corso degli anni lo hanno progettato, costruito, gestito, promosso ecc. puoi dirmi quali sono state?

grazie anticipate...
Messaggio del 17-09-2011 alle ore 21:33:43
Ecco! Questa è sicuramente una cosa più interessante da domandarmi.

Il primo progetto per un nuovo teatro municipale è del 1834 e si deve all’Ing. Taddeo Salvini di Orsogna e all’architetto Carlo Ponza di Napoli. Il teatro venne costruito in Via dei Frentani dopo la demolizione, nel 1835, della Chiesa di San Giuseppe Calasanzio, annessa al Collegio dei Padri Scolopi che occupava l’attuale Palazzo Municipale.

Inizialmente intitolato alla defunta regina Maria Cristina di Borbone venne successivamente chiamato “San Francesco” in omaggio al principe ereditario figlio del re Ferdinando II.
A decorare gli interni venne chiamato Leopoldo Galluzzi, scenografo del San Carlo di Napoli.

Già dal 1841 vi si tenevano spettacoli, con opere di Bellini e Donizetti, ma l’inaugurazione ufficiale avvenne solo nel 1847, con sestuplicata illuminazione a cera, ci dicono le cronache, in occasione della visita a Lanciano di Ferdinando II di Borbone, della Regina e del rispettivo seguito. All’avvento del Regno d’Italia, il teatro fu intitolato alla memoria del musicista lancianese Fedele Fenaroli.

Nel 1869, venne ampliato e rinforzato nella parte posteriore dall’Ing. Filippo Sargiacomo. Essendo stato abbassato, nel 1884, il livello stradale le colonne sul prospetto vennero rinforzate con lastroni di pietra vesuviana le basi delle colonne, mentre i tre ingressi gli ingressi furono chiusi con porte in ferro. L’interno venne rinnovato nel 1897 e ancora nel 1938. L'ultimo restauro ha ripristinato la cupola e l’ultimo ordine di palchi.

Il Teatro è nato come teatro comunale e tale è sempre rimasto.
Per alcuni periodi venne affidato in gestione ad impresari esterni.

I teatri ai quali fai riferimento, quelli appartenti a famiglie, sono quelli "sociali" costruiti a spese di privati i quali si riservavano la proprietà di un palco.
Credo ne siano rimasti pochi, quello di Como, per esempio, mi sembra funzioni ancora così.
Ci sono poi teatri di famiglia, cioè di proprietà di un'unica famiglia, come il Petruzzelli di Bari che appartiene ai Messeni Nemagna.

Spero di aver soddisfatto la tua curiosità.

Messaggio del 17-09-2011 alle ore 23:14:11
Grazie di tutto...
Messaggio del 22-09-2011 alle ore 03:05:23

Ma in questi casi non vi potete scambiare l'indirizzo email?



parole sante....
Messaggio del 01-10-2011 alle ore 16:31:53
E che pensavi che la rivista in questione non avrebbe pubblicato un articolo che parla dell'adulterio? C'era da aspettarselo... [url=http://dalessandroleo.blogspot.com/2011/10/psicologia-i-volti-dellinfedelta.html]I volti dell'infedeltà...[/url]

http://dalessandroleo.blogspot.com/2011/10/psicologia-i-volti-dellinfedelta.html

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