Cultura & Attualità

Piccioso
Messaggio del 15-10-2011 alle ore 16:30:56


E poi, mio caro Piccioso, mi dispiace dirtelo ma sono stato un "compagno" per i cd. Mi dispiace che tu abbia abboccato al trucco... Non sei stato l'unico, sei in buona compagnia...


Messaggio del 15-10-2011 alle ore 16:00:58
Per il Piccioso: complimenti!

Zapatero...
http://dalessandroleo.blogspot.com/2011/10/tempi-ma-chi-glielha-fatto-fare.html
Messaggio del 15-10-2011 alle ore 15:13:43

Dove infila l'uccello, per come la vedo io, sono stracazzacci suoi.



Sono perfettamente d'accordo. C'è un partito trasnazionale senza costituzione, che ritrovi in tutti i ceti sociali della Terra. Si chiama il partito dei moralisti ed è costituito da una gentaglia senza valori che fa uno schifo indescrivibile. Il moralista (meglio conosciuto come ipocrita) è di un fastidio impressionante. Non hanno un motivo fisso per giudicarti, ti indicano e ti condannano a priori sia per motivi morali che immorali, ma vanno anche oltre. Entri in chiesa? Sei oggetto di condanna! Cambi la ruota della macchina? Fai schifo! Mangi gli spaghetti? Sei un cafonaccio! Sono di una cattiveria impressionante, ma si fanno passare per buoni... Due millenni fa si chiamavano scribi e farisei, adesso si chiamano PD (ma lo ripeto: sono dappertutto!) e mettono il naso nella vita privata di Berlusconi, che non è un santo, ma ha tutto il diritto di condurre la sua vita privata... Sul dibattito chi è meglio tra i peccatori e i moralisti, io dico che Gesù ha detto ai moralisti: i ladri e le prostitute vi sono passati davanti al regno dei cieli. Tant'è vero che ha perdonato tutti i peccatori, ma non ha perdonato i moralisti che si sono presentati sotto la croce per vederlo morire...


Idem per quanto riguarda gli omosessuali, hanno anche loro diritto ad una loro intimità, proprio come Berlusconi.

Per quanto riguarda la pedofilia e la chiesa, volevo far solo notare che lo stesso ragionamento è stato fatto in questo post per il partito radicale. Non si possono applicare dei principi per la Chiesa sì e per il partito radicale no, o viceversa.



Sono pienamente d'accordo: siamo tutti UGUALI di fronte a Dio!


ex compagno Leo,
hai ragione quando distingui il peccato dal reato, ma in questo sei un perfetto radicale.



Sono d'accordo anche con te! L'aborto è legale, ma è peccato, è omicidio.

Il divorzio è legale, ma è peccato.

Ne approfitto per chiarire alcuni aspetti per chi fosse interessato a conoscerli...

Queste sono le linee generali della Chiesa che leggete sui giornali, ma che non sono uguali per tutti. Ai preti, che conoscono benissimo queste regole, viene lasciata la facoltà di decidere caso per caso di assolvere o non assolvere, dare i sacramenti o negarli...

Un marito tradito che chiede il divorzio che colpe ha? In questo caso il divorzio non è peccato e quell'uomo può accedere ai sacramenti.

Una donna incinta che ha un feto malato che può minacciare la sua vita che colpe ha? In questo caso l'aborto non è peccato grave e non ha bisogno di confessarsi.

Ho esposto due casi comunissimi, ma ce ne sono milioni di milioni.

Quindi quando leggete sui giornali che tal personaggio pubblico è divorziato, ma prende la comunione o era sposato e ha ottenuto l'annullamento, andateci calmi con i commenti contro la Chiesa, perché i giornalisti NON SONO TEOLOGI, voi non sapete che cosa c'è sotto e il malcapitato ha tutto il diritto di non far sapere i fatti suoi...

CHIARO?

L'adulterio, che è una delle cattiverie più brutte che si possono fare, purtroppo è legale!

La qualità della donna è bassa, perché è l'uomo che decide come deve essere la donna. Se l'uomo ha esigenza di una donna scadente, la donna si adegua, ma celebrare un matrimonio con i funghi non è di buon auspicio... E' come discutere con le pistole in tasca...
Messaggio del 13-10-2011 alle ore 17:00:07

fa ciò che vuoi...

quà VUTTI
Messaggio del 13-10-2011 alle ore 12:51:42
ex compagno Leo,
hai ragione quando distingui il peccato dal reato, ma in questo sei un perfetto radicale.
Messaggio del 13-10-2011 alle ore 10:17:14
Leo, ama il tuo prossimo e fa ciò che vuoi...


Dico subito: guai a chi giudica. Berlusconi è stato osservato, intercettato, esplorato, per cui questa sua attitudine e pratica è diventata un fatto pubblico. È una violenza tremenda, gli si impedisce di avere una intimità, è come essere imprigionati da uno sguardo potente come quello divino, ma superficiale e cattivo.


Condivido in parte, perché giudicare fa parte della natura dell'uomo. Il problema è che il giudizio verso quest'uomo è diventato un'ossessione per troppa gente.



Il suo modo di porsi dinanzi ai grandi temi della famiglia, dell’eutanasia, della difesa della vita, della libertà di educazione non è una scelta di convenienza. Lo conosco, lo so. Non è vero che la sua vita notturna contraddice gli ideali fintamente proclamati di giorno. È vero il contrario. La sua vita diurna smentisce lo stile di vita praticato e addirittura proclamato la notte.


Non condivido, primo perché me ne fotto di quello che fa di notte... del resto pure questo fa parte del sendimendo no?
E secondo, perché per me non dovrebbe poter governare per altri motivi. Dove infila l'uccello, per come la vedo io, sono stracazzacci suoi.

Idem per quanto riguarda gli omosessuali, hanno anche loro diritto ad una loro intimità, proprio come Berlusconi

Per quanto riguarda la pedofilia e la chiesa, volevo far solo notare che lo stesso ragionamento è stato fatto in questo post per il partito radicale. Non si possono applicare dei principi per la Chiesa sì e per il partito radicale no, o viceversa.

Comunque Leo, quello che per te è rumore, per qualcun'altro è musica
Messaggio del 13-10-2011 alle ore 01:15:46
I giornali - COME SAPPIAMO - dicono sempre la verità!

E allora io dico che DOBBIAMO CREDERE NEI GIORNALI...
Messaggio del 13-10-2011 alle ore 01:13:22
Tempi del 5/10/2011

DENTRO IL PALAZZO

DI COERENZA E INCOERENZA NE SO QUALCOSA

Piccioso,
un cattolico una volta mi ha detto che la parola è la più bella invenzione di Dio e la più brutta invenzione dell'uomo.

Non sono i peccati di S. a smentire la politica di B., è vero il contrario

di Renato Farina

Berlusconi eccetera. Pure noi diavoli della tasmania abbiamo organizzato seminari sul tema. Cos’è la moralità? Giù da noi, a casa di Satanasso, coincide con la coerenza. Nel nostro settore la formula si traduce così: dobbiamo essere coerenti con l’immoralità. L’immoralità vissuta con costanza e propagandata convintamente. A volte, lo dico contraddicendomi, dunque essendo incoerente, quindi immorale, quindi diabolico, a me pare che per gli umani la salvezza consista in una misteriosa incoerenza, in un brivido che fa allontanare dalla proclamata aderenza a uno “stile di vita”, ne mostra la fatuità. Poi ricade, afferma il contrario, ma resta la lacerazione, e qui sta il mistero dell’uomo, il guazzabuglio che batte nel suo petto.
Mi spiego a proposito di B. Egli sostiene che il suo modo di essere con le ragazze non contenga nulla di male, e non deve perciò chiedere scusa a nessuno. Gli piacciono, le seduce e se ne fa sedurre, nella libertà reciproca. Libero amore, proprio quello che proclamava l’amante di Lenin, Inessa Armand. Berlusconi è un po’ leninista dunque quando sostiene che «la patonza va fatta girare». Allora uno pensa: perché devo sostenere politicamente una persona che ha questa idea del rapporto uomo-donna? Ad esempio (da Diavolo incoerente) sostengo che felice è chi può vivere un solo amore e tutta la vita serva ad approfondirlo, sia come eros sia come agape, senza noia, perché l’amore è creativo, non esaurisce mai il suo oggetto, è il riflesso di Dio ed è infinito come Lui. Poveretto invece chi come una farfalluccia instabile consuma l’ora presente rubando e spezzando fiori. E se uno è così nella vita privata, siccome non siamo fatti a compartimenti stagni, è impossibile che questa idea non tracimi anche nel modo di fare politica. E allora?
Dico subito: guai a chi giudica. Berlusconi è stato osservato, intercettato, esplorato, per cui questa sua attitudine e pratica è diventata un fatto pubblico. È una violenza tremenda, gli si impedisce di avere una intimità, è come essere imprigionati da uno sguardo potente come quello divino, ma superficiale e cattivo. Non sappiamo nulla in realtà di quello che contiene il suo cuore. Non si può inferire che cosa ci sia dentro una persona sulla base di quello che si osserva dall’esterno. Lui è sincero, in compenso. Rivendica la moralità di tutto questo. Questo stupisce e addolora tanti cristiani. Dicendo che è un peccato, non un reato, essi non intendono togliere peso alla questione. Il peccato è peggio del reato per un cristiano. Infatti non tutti i reati sono peccati agli occhi di Dio.
Io però ho votato e voterò per S. B. se necessario. Perché sono sicuro che prevalga in lui una santa incoerenza, una ferita benedetta. Il suo modo di porsi dinanzi ai grandi temi della famiglia, dell’eutanasia, della difesa della vita, della libertà di educazione non è una scelta di convenienza. Lo conosco, lo so. Non è vero che la sua vita notturna contraddice gli ideali fintamente proclamati di giorno. È vero il contrario. La sua vita diurna smentisce lo stile di vita praticato e addirittura proclamato la notte. Che questa ferita si sani tra S. e B. è il mio desiderio e quello di tanti suoi amici. Che accada, dipende da Dio, da lui, e un po’ anche dal Diavolo della Tasmania.

P.S. Dal punto di vista della morale cattolica, provo a scandalizzare Rosy Bindi: è oggettivamente più grave la convivenza omosessuale ostentata da Nichi Vendola che il libertinismo berlusconiano. Il primo è un peccato che grida vendetta davanti a Dio. Il secondo è lussuria, secondo cerchio.

Per la cronaca Rosy Bindi è stata presidente nazionale dell'Azione Cattolica.
Messaggio del 13-10-2011 alle ore 01:05:03
Adesso, tanto per cominciare, mettiti comodo che ti serviamo subito l'aperitivo.

1. anch'io sono stato di sx, ma sull'amorale del 68 ha pienamente ragione el treble, prova a documentarti!
2. sulla pedofilia nella chiesa ha pienamente ragione il SOMMO: trattasi di complotto, ma non posso dirti altro. ti piacciono i dollari? chissà che cosa c'entrano?



Messaggio del 13-10-2011 alle ore 00:52:19
GYPSY,
innanzitutto ti do il benvenuto a VUTTEMBERG!
Messaggio del 12-10-2011 alle ore 21:04:31
Grazie o sommo, nonostante sia nuova, il sendimento vutta a manetta in lei... e non ti preoccupare, i fiori li lascio alle api
Messaggio del 12-10-2011 alle ore 16:04:59
pare la Mussolini di faccia
Messaggio del 12-10-2011 alle ore 15:45:24
cmq la chiesa è sotto ricatto ... la pedofilia è un mezzo per screditerla... robba di soldi ... di latifondi nell'europa dell'est ... e mi fermo .. non per difendere la chiesa o meno ma perchè il discoso va oltre LE FEDI .2011 solo ora mhhhh ?
Robba di Dollari così dicono i Tarocchi di VUTTEMBerg ..
Messaggio del 12-10-2011 alle ore 14:38:47

mo mi trasferisco a Vuttemberg pure io...


BENVENUTO FRATER GIPSy oggi e giorno di preghiera posso mandarti lei è una nuova ... deve imparare mi raccomando... non toccarla nemmeno con un fiore....
Messaggio del 12-10-2011 alle ore 14:19:02

E secondo te dovrei credere a un blog del genere?[/url]
lo so che è di parte ma la cronologia dei fatti descritti sono superpartes..
x il resto a me non interessa, io non ho di questi problemi

Messaggio del 12-10-2011 alle ore 14:15:40
Perchè scusa gipsy, ci sarebbe qualche radicale accusato di pedofolia? Con tutta la merda che bolle nella pentola della chiesa, e tutti i quattrini che la chiesa dovrà versare alle centinaia di vittime, sti cleriminchia farebbero bene a starsi zitti.
Messaggio del 12-10-2011 alle ore 13:44:54
E secondo te dovrei credere a un blog del genere?



Comunque, per quanto me ne frega... mo mi trasferisco a Vuttemberg pure io...

Dicevo solo che bollare di pedofilia una intera corrrente politica mi sembra eccessivo... altrimenti pure la chiesa cattolica dovrebbe essere smantellata... o facciamo 2 pesi e 2 misure?


E soprattutto, quando scrive queste cose come a voler bollare la gente per quello che dice:


La laica Dacia Maraini, sulla scia dei filosofi illuministi praticanti del sesso anche con i figli, ha sostenuto nel periodo del ’68, che l’incesto è una pratica naturale. Ha ribadito il concetto nel 2007, difendendo involontariamente la religione: “La famiglia naturale? Non esiste, perché la natura è violenza, caos e incesto. Nel mondo naturale il più grosso mangia il più piccolo, il più robusto schiavizza il più debole, le madri si accoppiano con i figli, i padri con le figlie, i fratelli con le sorelle. In natura non esiste morale. L’incesto per esempio, presente in tutte le specie, anche nell’uomo, addirittura ammesso in certe circostanze storiche, è stato proibito. L’etica non è un prodotto della natura ma una difficile e nobile prassi che l’uomo avoca a sé, in nome di un Dio che sceglie di applicare la giustizia, concetto assolutamente contrario alla natura”



E che per caso non è vero? Li si mai tenute un po' di cani?
E, per inciso, la storia di Lucrezia Borgia la conosci? Che m'avessa 'mbara' chi predica bene e razzola male?
Messaggio del 12-10-2011 alle ore 13:41:20
non cambiare discorso Piccioso, di qualcosa piuttosto sul contenuto del link le canne ai radicali servivano (adesso non ne parlano manco più) solo per fare proseliti..
Messaggio del 12-10-2011 alle ore 13:16:33
El Treble,
per fortuna ci sei sempre stato tu ad arginare la deriva dei giovani e della società verso il consumo delle canne in questo Paese
Messaggio del 12-10-2011 alle ore 12:47:01
Gipsy basta co sto berlusconi... non fare paragoni affrettati.. leggi e dimmi tu se sono paragonabili a berlusconi..
Messaggio del 12-10-2011 alle ore 08:50:36

i radicali sono il partito dei pedofili
ma meglio non dirlo e continuare a pensare che sono bravi e vogliono legalizzare le canne...



Mah... pure il premier attuale non mi sembra proprio ligio su quel fronte... e non vuole manco legalizzare le canne
Messaggio del 12-10-2011 alle ore 07:07:09
i radicali sono il partito dei pedofili
ma meglio non dirlo e continuare a pensare che sono bravi e vogliono legalizzare le canne...
Messaggio del 30-09-2011 alle ore 23:02:53



Mi raccomando, eh? Seguite il rumore, così diventate fregni!!!


Messaggio del 30-09-2011 alle ore 23:00:19
Messaggio del 30-09-2011 alle ore 22:53:13
Ma che radicali! La gente va dietro al rumore e il rumore è Satana!

Il rumore è effimero, è una cosa che dura poco e serve solo per fare i soldi. Alla fine il tempo mette in luce le sue menzogne e torniamo ad essere quello che eravamo prima, perché il tempo è Dio, il tempo è galantuomo!

Non so se avete presente le leggi sul divorzio e sull'aborto? A che cosa sono servite se non a far impazzire la gente? Sembravano due leggi buone, ma hanno creato il diritto di impazzire. Solo i pazzi abortiscono e divorziano e se non lo sono lo diventano! Prendete come esempio un bravo marito che ad un certo punto non sopporta più la moglie e se ne va. All'inizio sta benissimo, poi si pente e sta peggio di prima e così fanno anche le mogli che lasciano il marito per trovarsi meglio, finiscono per trovarsi peggio e si prendono pure le condanne della gente. Osservate le divorziate: inizialmente sono sorridenti e felici, ma poi con il passare del tempo, mettono in mostra la loro tristezza. A volte si risposano e mettono al mondo dei figli con i nuovi mariti e, per non far vedere che hanno sbagliato e stanno peggio, sono costrette a dimostare a tutti che hanno fatto bene e stanno meglio. In realtà il secondo o il terzo marito deve essere il marito definitivo, altrimenti vanno incontro alle condanne della gente che gli attribuisce tutte le colpe del caso. Il diritto al divorzio è un diritto che serve per far impazzire la gente!

La psichiatria, infatti, dimostra che una donna che è andata a letto con più di un uomo è malata e la stessa patologia vale anche per gli uomini che sono andati a letto con più di una donna. La malattia si chiama psicosi o omosessualità ed è una malattia incentivata da molte leggi che hanno legalizzato una lunga serie di comportamenti irrazionali (come ad esempio l'adulterio) che fanno dei danni irraparabili soprattutto a chi li fa e in secondo luogo a chi li subisce, senza potersi difendere. Il diritto di divorziare ha rotto i vecchi equilibri sulla famiglia: ha generato il diritto di scopare con chiunque e, quando il matrimonio è diventato un rischio, ha generato il diritto alla convivenza con i relativi riconoscimenti alle coppie di fatto che non so se sono stati concessi...

Sapete perché? Il motivo è molto semplice: la massonieria finanzia le più grandi industrie del mondo e ha scoperto che se siete pazzi consumate di più e di conseguenza i prodotti dalle industrie finanziate dai massoni siccome hanno più mezzi, vanno molto meglio. Che cosa fa la massoneria per farvi impazzire? Si appoggia ai vari partiti di destra, di sinistra e di centro per creare delle leggi che servono per far impazzire i deboli di mente partendo dai bambini. Quando siete lontani da casa e vi sentite sicuri, perché avete lasciato i vostri figli davanti alla televione, la pubblicità li educa ad essere smorfiosi e capricciosi per ricattarvi e per farvi acquistare per forza quello che vi chiedono e, più passa il tempo, più imparano ad essere consumatori, associando nella loro menti da adulti, le belle esperienze che hanno avuto da bambini con le emozioni che suscitano di volta in volta gli spot pubblicitari. Se siete come me e usate il senso critico non vi fate condizionare da nessuno, non acquistere neanche un prodotto e vi risparmiate un sacco di soldi, perché non ne avete bisogno. Ma se siete pazzi probabilmente non userete il senso critico, andrete dietro ai vostri sensi e diventerete dei bravi consumatori.

Sapete perché la pubblicità vi fa assistere alle storie a doppio senso? Perché il commercio globale si basa sul vizio (vizio = pazzia) e se siete deboli e viziati: a) siete insoddisfatti, e di conseguenza b) comprate di più! Anche gli psicofarmaci.

I partiti RUMOROSI come il PD, i radicali, la vecchia DC, il PDL e i vecchi PSI e PCI legiferano per demolire i valori universali dell'umanità, perché sono finanziati dalla massoneria per ottenere dei lauti guadagni. Guardate fuori dalla finestra: c'è una banda di rumeni che sta rubando alla casa di fronte. Su dai, chiamate i carabineri e vedete se arrivano! Bene adesso fate i bravi e continuate a schierarvi contro la Chiesa che difede i diritti universali dell'umanità! Vi ricordo che se la Chiesa garantisce una lunga serie di servizi ai cittadini più indifesi, quando sarà costretta a pagare l'ICI dovrà rinunciare a molti serizi che eroga, i quali saranno garantiti inevitabilmente dallo stato...
Messaggio del 30-09-2011 alle ore 20:26:56
piccola precisazione da wikipedia:

Partito Radicale Italiano
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Partito Radicale Italiano
Partito politico italiano del passato
Leader storici Agostino Bertani, Felice Cavallotti, Ettore Sacchi, Francesco Saverio Nitti
Periodo di attività 27 maggio 1904 - gennaio 1922 (di fatto già dal 26 maggio 1877)
Sede
Coalizioni Governo Sonnino I; Governo Giolitti III; Governo Luzzatti;Governo Giolitti IV;Governo Boselli; Governo Orlando; Governo Nitti I; Governo Nitti II; Governo Giolitti V; Governo Bonomi I
Partito Europeo
Ideologia Radicalismo
Numero massimo di seggi alla Camera 62 (nel 1913)
Numero massimo di seggi al Senato (nel )
Numero massimo di seggi all'Europarlamento (nel )
Organo ufficiale
Il Partito Radicale Italiano è stato un partito politico italiano fondato da Agostino Bertani e Felice Cavallotti alla fine degli anni '70 dell'Ottocento, ma costituitosi ufficialmente solo nel 1904. In alcuni contesti viene indicato come Partito Radicale storico - analogamente ai termini destra storica e sinistra storica - in modo da scongiurare possibili confusioni con omonimi partiti d'ispirazione affine, ma appartenenti alla storia della seconda metà del XX secolo.
Era rappresentato nel parlamento post-unitario dal gruppo detto "dell'estrema sinistra" e affondava le sue radici ideali nel filone più laico, democratico e repubblicano del Risorgimento italiano, quello mazziniano e garibaldino, ma con riferimenti propri al pensiero e all'azione di Carlo Cattaneo e di Carlo Pisacane.
Indice [nascondi]
1 Il Partito dell'estrema Sinistra
2 Il Partito all'inizio del XX secolo
3 Il radicalismo durante il regime fascista
4 Note
5 Esponenti principali
6 Congressi Nazionali
7 Segretari generali
8 Bibliografia
9 Voci correlate
10 Collegamenti esterni
Il Partito dell'estrema Sinistra [modifica]

Dopo essersi opposto ai governi della Destra storica, Agostino Bertani (1812-1886) prese le distanze anche dalla Sinistra di Agostino Depretis, e, il 26 maggio 1877, costituì un separato gruppo parlamentare del "partito dell'estrema sinistra"[1]. Bertani e, in seguito, il suo successore Felice Cavallotti, condannavano sul piano politico e morale la pratica del trasformismo ed avversarono in seguito il governo autoritario di Francesco Crispi.
I punti fondanti del programma di Cavallotti e dell'Estrema Sinistra, espressi nel Patto di Roma del 13 maggio 1890, erano:[2]
completa separazione dello Stato e della Chiesa;
superamento del centralismo a favore di un decentramento amministrativo di matrice comunale;
promozione dell'ideale federale degli “Stati Uniti d'Europa” mutuato da Carlo Cattaneo;
opposizione al nazionalismo, all'imperialismo e al colonialismo.
indipendenza della magistratura dal potere politico;
abolizione della pena di morte;
tassazione progressiva;
istruzione gratuita ed obbligatoria;
emancipazione sociale e nel lavoro della donna;
suffragio universale per uomini e donne;
un piano di lavori pubblici per la riduzione della disoccupazione;
sussidi, indennità, pensioni e garanzie sociali per i lavoratori;
riduzione dell'orario di lavoro;
riduzione del servizio di leva.
La prematura scomparsa di Felice Cavallotti, perito in duello il 6 marzo 1898, gettò il movimento radicale in una crisi mai più - forse - completamente sanata.
Il Partito all'inizio del XX secolo [modifica]

Alla fine del XIX secolo, i radicali furono scavalcati alla loro sinistra dal Partito Socialista (1892) e da quello Repubblicano (1895); si costituirono ufficialmente anch'essi in partito politico nel corso del loro I Congresso Nazionale, a Roma, il 27-30 maggio 1904. All'epoca il loro leader fu Ettore Sacchi, che, progressivamente, condusse il partito alla partecipazione ad alcuni governi liberal democratici dell'età giolittiana (1903-1914). Contemporaneamente, un altro esponente radicale, Giuseppe Marcora, fu per molti anni alla Presidenza della Camera dei Deputati (1904-1919).
Nei confronti dei governi presieduti o sostenuti da Giolitti i radicali assunsero un atteggiamento inizialmente ambiguo. Il rifiuto dei socialisti di Turati all'invito di Giolitti di aderire al suo secondo governo (1903-05) aveva per conseguenza anche il ritiro dei radicali, fino alla nomina di Marcora; tra il 1904 e il 1905 parte dei deputati radicali dava il suo appoggio al governo, ma contribuì poi alla sua caduta, perché non videro soddisfatte le aspettative di riforme democratiche. Si scissero poi sul sostegno dei due governi di Alessandro Fortis (1905-06); mentre due deputati radicali vi entrarono, la maggioranza del gruppo parlamentare sotto la guida di Sacchi si schierò con l'opposizione, accusando il governo di mancata chiarezza programmatica e trasformismo. Sacchi invece cercò un accordo con Sidney Sonnino per la formazione di una maggioranza - seppure eterogenea - antigiolittiana; così, dopo la caduta di Fortis, si creò un governo Sonnino con il sostegno sia dei radicali, che del PSI e del Partito repubblicano. Nel successivo governo nuovamente presieduto da Giolitti stesso i radicali, conseguentemente, si schierarono di nuovo all'opposizione.
Nell'imminenza delle elezioni politiche del 1913, il Partito Radicale riuscì a far approvare dal Parlamento una delle sue istanze prioritarie, e cioè il suffragio universale, sia pur soltanto maschile. Le elezioni successive, tuttavia, ove il partito conseguì il massimo numero di deputati della sua storia (62), furono segnate dalla svolta della politica giolittiana impressa dal Patto Gentiloni, e cioè l'accordo elettorale del partito di governo con le gerarchie cattoliche, in funzione anti radicale e anti socialista. Di conseguenza, nel successivo congresso, che si tenne a Roma in un ambiente infuocato, nel febbraio 1914, il Partito Radicale votò a grande maggioranza l'uscita dal Governo Giolitti IV[3].
Alla vigilia della Prima guerra mondiale, il Partito radicale, sulla scia della tradizione mazziniana e risorgimentale, si collocò, per la maggior parte, sulle posizioni dell'interventismo democratico. Tale linea, tuttavia, non fu unanime (lo stesso Ettore Sacchi evitò di pronunciarsi nettamente) e, soprattutto, segnò un solco non più facilmente colmabile con i socialisti, isolando il radicalismo dal panorama politico parlamentare. I radicali rientrarono nella compagine governativa solo nei due governi di unione nazionale (1916-1919) di Paolo Boselli e di Vittorio Emanuele Orlando.
Il radicalismo laico e democratico italiano conobbe all'inizio del secolo, figure significative quali Ernesto Nathan e Francesco Saverio Nitti. Ernesto Nathan, dal 1907 al 1913 sindaco di Roma con il sostegno di repubblicani e socialisti, si rese fautore di accese battaglie a beneficio dei ceti più poveri della Capitale e contro le ingerenze della Chiesa cattolica "[4].
Francesco Saverio Nitti, economista, era stato Ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio nel Governo Giolitti IV ed esponente della minoritaria corrente "neutralista" del partito alla vigilia della Grande Guerra. Fu il primo radicale a diventare Presidente del Consiglio dal 1919 al 1920, si trovò alle prese con il problema della smobilitazione dell'esercito dopo la Prima guerra mondiale; varò un'amnistia per i disertori, avviò un'ampia indagine sull'arretratezza e i bisogni del Mezzogiorno e fissò un prezzo politico per il pane. Fu tuttavia travolto dalla crisi connessa all'Impresa di Fiume di Gabriele D'Annunzio[5].
Il radicalismo durante il regime fascista [modifica]

Il 12 giugno 1921, la delegazione alla Camera del Partito Radicale, costituì un gruppo parlamentare unico (denominato "Democrazia Sociale") insieme al Partito Democratico Sociale e agli eletti di "Rinnovamento Nazionale", una lista di deputati eletti in rappresentanza degli ex-combattenti nei Blocchi Nazionali, per un totale di 65 deputati. Un analogo raggruppamento fu costituito in Senato. Il 25 novembre 1921 avvenne la fusione tra i gruppi demosociale e demoliberale in un unico gruppo democratico, che divenne il più numeroso, sia alla Camera (150 deputati) che al Senato(155 senatori)[6].
Nel gennaio del 1922 fu costituito il "Consiglio nazionale della Democrazia Sociale e Radicale", cui aderì anche la direzione del Partito Radicale storico, sancendo "di fatto" la propria dissoluzione. Quest'ultimo organismo, al primo congresso svoltosi a Roma nell'aprile 1922, dette forma al nuovo partito denominato "Democrazia Sociale"[7], cui, peraltro, non aderirono importanti esponenti radicali quali il ministro Giulio Alessio e lo stesso Nitti[8].
"Democrazia sociale" dette la fiducia al governo Mussolini e si presentò alle Elezioni politiche italiane del 1924, in alleanza con il Partito Nazionale Fascista di Mussolini, ottenendo l'1,4% dei suffragi. Fece parte della squadra governativa fino al 1º luglio 1924. Successivamente numerosi esponenti radicali indipendenti e del Partito Democratico Sociale (Giulio Alessio, Meuccio Ruini, Piero Calamandrei, Nello Rosselli ecc.) aderirono al movimento antifascista dell'Unione nazionale delle forze democratiche e liberali di Giovanni Amendola, sorto nel novembre 1924.
Nonostante l'iniziale fiducia, infatti, anche durante il ventennio fascista, il radicalismo italiano ha continuato ad esprimersi nel rigoroso antifascismo di uomini come Piero Gobetti (la cui "rivoluzione liberale" ha rappresentato il tentativo di rifondare il liberalismo in senso progressista e popolare, con un occhio all'esperienza leninista); in Carlo Rosselli (che nel libro Socialismo liberale ha cercato di integrare il meglio del pensiero liberale e di quello socialista), Ernesto Rossi, Ferruccio Parri, e nel teorico del liberalsocialismo, Guido Calogero, così come nel movimento Giustizia e Libertà e nel Partito d'Azione.
Il Partito d'Azione, guidato appunto da Parri, Valiani e Rossi sarà protagonista della Resistenza partigiana contro il nazifascismo, del CLN, della Liberazione, dei primi governi di unità nazionale (uno dei quali, dal giugno al novembre 1945, presieduto dallo stesso Parri), fino al varo insieme alle altre forze antifasciste della Costituzione repubblicana nel 1948.

Messaggio del 30-09-2011 alle ore 18:55:24
Aldilà di tutte le chiacchiere e proclami e documenti, ribadisco quello che ho sempre detto : I radicali ( leggi Pannella ) sono stati tali i primi due anni, dopodichè si sono venduti. Prima ai comunisti...adesso ai democratici di destra
Messaggio del 30-09-2011 alle ore 15:27:35
Interrompiamo le trasmissioni, per ricordare questa notizia...


Tempi del 21/9/2011

Il solito compagno P

Dalle stecche di Primo Greganti al caso Penati, la presunta superiorità morale dei post comunisti si schianterà in eterno sullo scoglio del servitore infedele. Almeno finché non ammetteranno che la questione è politica prima ancora che morale.

di Mattia Feltri

IL PARTITO DEMOCRATICO quante volte dovrà perdere la verginità per piantarla di sfoggiare il vestito bianco? È dal biennio spietato di Tangentopoli (1992- 1994) che periodicamente agli ex comunisti - che si chiamino pidiessini, diessini, democratici o altro - si dedicano analisi e commenti per dimostrare che in fatto di abusi di potere, malversazioni, corruzione, truffe, appetiti e pelo sullo stomaco non c’è alcuna differenza né culturale né tantomeno antropologica fra loro e la colleganza. Un dibattito che a qualcuno parve sterile già nelle settimane di ferro di Primo Greganti, lo stimabile compagno G di cui i più giovani poco o nulla sapranno. Era un funzionario del Pci e poi del Pds che venne accusato di aver intascato una mazzetta nell’ambito di un affare dell’Enel. Greganti negò, poi ammise, ma disse di essersi tenuto i denari senza girarli al partito, e nonostante il pool Mani pulite lo conservasse in galera con i garbati modi del rito ambrosiano vigente all’epoca (e ancora discretamente diffuso): se non parli vuol dire che non ti sei staccato dal mondo dei mascalzoni e appena esci ricominci a rubare. Per cui, ai ferri. Comunque Greganti non parlò. O meglio, continuò a raccontare la sua verità, per quanto incredibile fosse: incamerava le tangenti in quanto pidiessino senza girarle al Pds e senza destare sospetti. E non è che la procura di Milano lo abbia trattato da figlio del padrone in mezzo ai figli della serva: rimase a San Vittore sei mesi e, secondo le recenti rivelazioni di Renato Farina, un bel giorno Greganti mise le mani addosso ad Antonio Di Pietro, il quale gli spiegava che una ragione o l’altra, per tenerlo ancora un po’ in gattabuia, la si sarebbe trovata. Per dire che appartiene alla mitologia la verità secondo cui sul Pci-Pds non si sia indagato, e altrettanto mitologica è la storia dell’abnegazione di Greganti che salva Botteghe Oscure. Alla fine con Greganti fu condannato Giovan Battista Zorzoli, che sedeva nel consiglio di amministrazione dell’Enel in quota al Pci-Pds, e il tribunale accettò la tesi del pubblico ministero Paolo Ielo: i quattrini erano arrivati a Greganti «per la direzione centrale del Pds». L’uguaglianza culturale e antropologica fu dunque stabilita per sentenza (visto che oggi la moralità delle persone si misura soltanto in casellario giudiziario...) e confermata in Appello e in Cassazione.
Sarebbe altrettanto scorretto sostenere che Greganti non raggiunse risultati. La direzione centrale del Pds non è condannabile poiché la responsabilità penale è personale, e non si sa quale manina abbia ritirato il malloppo. Il partito era sputtanato, i dirigenti erano salvi. Esattamente come si salvarono nella questione della maxitangente Enimont, detta la madre di tutte le tangenti. In quella storia ci rimise la pelle il povero Raul Gardini. E ce la rimise l’intera Prima Repubblica. Uno stralcio minore del procedimento diventa il teatro su cui recitano la loro sconfitta i leader del pentapartito, lo sbavante Arnaldo Forlani, il balbettante Giorgio La Malfa (un altro che con il Partito degli Onesti voleva rimarcare una differenza, ma per fortuna fu una stagione breve), e poi Bettino Craxi che per presenza e statura mette in un angolo Tonino Di Pietro. Pochi ricordano che non la scampò neppure l’opposizione nascente e sbruffona della Lega: Umberto Bossi fu condannato a otto mesi per essersi pigliato (via Alessandro Patelli, “il pirla”) duecento milioni di lire, e così si dimostra che i padani sanno muoversi romanamente da un ventennio abbondante. E quanto al nostro simpatico Pds, Di Pietro raccontò di aver seguito la stecca «fin sul portone di Botteghe Oscure». Quel portone lo aveva varcato proprio Gardini, con la valigetta in mano e il denaro dentro. Ma siccome Gardini si sparò, anche a questo giro, come a quello di Greganti, la manina rimase senza volto.
Chi sa come effettivamente andarono le cose, trova particolarmente complicato apprezzare le pretese di superiorità morale sovente avanzate dagli ex comunisti, ancora oggi. Abbiamo parlato di Tangentopoli ma quest’anno è ricorso il trentennale dell’arcinota intervista concessa a Eugenio Scalfari nella quale l’allora segretario del Pci, Enrico Berlinguer, pose la questione morale. Il discorso di Berlinguer era particolarmente ampio ma si tende a metterlo in correlazione soltanto con le abitudini di finanziamento illegale o illecito ai partiti, per usare le parole di Craxi. Ed è curioso perché tutti sanno, anche se spesso lo scordano, che il Pci campava coi rubli di Mosca e con i contributi nascosti degli imprenditori.

Statuine raggirate
E quindi la questione morale era un’altra delle paginette dell’album di famiglia. Se volete farvi una risata, recuperate (http://interviste.sabellifioretti.itp=612#more-612) l’intervista concessa da Lodovico Festa a Claudio Sabelli Fioretti, Magazine del Corriere della Sera, marzo 2003. Festa è un ex comunista migliorista (ed ex vicedirettore del Foglio di Giuliano Ferrara) tanto intelligente quanto spiritoso e il suo botta e risposta con Sabelli è da urlo. Sabelli: «I miglioristi milanesi finirono nel mirino di Di Pietro.
«Tu avevi la sensazione di vivere al centro di un sistema di corruzione?». Festa: «Credo di aver imparato da bambino che il Pci aveva un sistema di finanziamento parallelo». S: «Una cosa è il finanziamento parallelo, una cosa sono le tangenti». F: «Mi sfugge la differenza. Ho qualche imbarazzo a rispondere a questa domanda». S: «Sforziamoci». F: «Non sono sicurissimo, diciamo così, che in collegamento con alcune attività pubbliche sin dagli anni Cinquanta non vi fosse un contributo di imprenditori che ricevevano un’attenzione speciale da parte di amministratori comunisti». S: «C’era dibattito? Qualcuno che dicesse: è illegale?». F: «Tutti ne discutevano, ma anche subito prima di Mani pulite nel Pci si discuteva molto se la fetta di Roma non dovesse essere maggiore di quella di Milano».
In sintesi, l’unica differenza fra - per esempio - il Pci e il Psi, è che nel Psi c’era un capo il quale «non poteva non sapere», mentre nel Pci c’è un sacco di gente che non ha mai saputo. E che poteva non sapere. E che poteva cascare dalle nuvole. Dal pero. Un ammasso di belle statuine regolarmente raggirate. Le tangenti milanesi? Intascate, ma a Roma nessuno sapeva. Greganti? Intascò, ma a Roma nessuno sapeva. Enimont? Né più né meno. Tutta una differenza contenuta, parrebbe, in un deficit di informazione. O nella pretesa (attualissima, vedremo) che il partito degli ex comunisti sia semplicemente vittima, ogni tanto, di qualche servitore infedele. E così avanti negli anni, passando per la scalata di Giovanni Consorte alla Banca Nazionale del Lavoro, per le inchieste su Alberto Tedesco in Puglia, per gli arresti di Franco Pronzato su confessione di Vincenzo Morichini, tutta gente del Pd o che il Pd l’ha foraggiato, o ha foraggiato le belle Fondazioni che hanno sostituito le correnti, e per arrivare fino allo stratosferico caso di Filippo Penati. Ex presidente della Provincia di Milano, Penati è indagato per corruzione e la faccenda è talmente ampia e talmente ricca, sotto ogni punto di vista, che riassumerla è complicato. Quello che qui importa è registrare la reazione dei vertici del Partito democratico, a cui preme di trovare un elemento che rimarchi la solita eterna differenza col resto del mondo porco e mascalzone. Nessun altro obiettivo. Lo stesso da decenni: si però noi siamo meglio...

Il podio dei “noi siamo meglio”
La ricerca ha prodotto una specie di competizione olimpica della corbelleria di cui, per ragione di spazio, vi offriamo soltanto il podio. Terzo gradino, medaglia di bronzo, per Ignazio Marino il quale ha esortato Penati a rinunciare alla prescrizione e a consegnarsi ai magistrati: «Questo è l’unico modo per marcare una netta differenza col Pdl»; e cioè: anche noi si rubacchia allegramente, ma almeno quando ci pigliano non si scappa, non ci si oppone berlusconianamente. Secondo gradino, medaglia d’argento a pari merito a Massimo D’Alema e Walter Veltroni, il primo per aver detto che, se Penati verrà riconosciuto colpevole, avrà commesso un atto inqualificabile contro il suo partito, il secondo per aver detto che avrà colpito nella sua identità il Pd, nato per cambiare moralmente e civilmente il paese e cioè: se Penati è un ladro, le prime vittime siamo noi. I capoccioni, naturalmente, continuano a non poter sapere. I furfanti, naturalmente, continuano a imperversare, ma soltanto per privato beneficio. E infatti la medaglia d’oro è obbligatoria per Pier Luigi Bersani, il segretario del partito in questione, che imbestialito ha minacciato di querela chiunque osi affiancare il suo nome a quello di Penati. Se è quello che Bersani desidera, siamo disposti ad accontentano, e ci auguriamo di non finire a giudizio se ci limitiamo però a ricordare che, per un accidente della storia, Penati fu coordinatore nazionale della “mozione Bersani” per la successione a Dario Franceschini alla guida del Pd e successivamente capo della segreteria del medesimo Bersani.
Se queste sono le vie d’uscita dialettiche, sarà dura andare avanti all’infinito. Non è facile sostenere per sempre che esiste un partito, una sua classe dirigente e un suo elettorato che si distinguono dagli altri partiti, dalle altre classi dirigenti e da altri elettorati per una tensione ineguagliabile verso il bene, quando i fatti dimostrano il contrario. Non sono rimasti in molti a crederlo, infatti. E sarebbe stato più serio, vent’anni o venti minuti fa, combattere la corruzione senza moralismi, senza rivendicazioni genetiche, senza una dedizione fideistica alla magistratura, senza che il giustizialismo diventi la supplenza a un progetto politico ormai inesistente e la scorciatoia verso il potere. E questo ha un nome antico: garantismo.

Messaggio del 30-09-2011 alle ore 15:21:42
Non puoi sapere quante volte mi sono arrabbiato io con l'ex andreottiana.
Messaggio del 30-09-2011 alle ore 13:59:03
La Bindi s'è arrabbiata di brutto
Messaggio del 30-09-2011 alle ore 13:14:45
El Treble,
secondo me tu non sai fare nemmeno le operazioni aritmetiche più semplici come le sottrazioni.
Messaggio del 30-09-2011 alle ore 13:12:10



Ancora? Non ne posso più!


Messaggio del 30-09-2011 alle ore 12:24:48


a me pare che siano presenti, eletti nelle fila del PD
Messaggio del 30-09-2011 alle ore 12:16:39


i radicali sono una formazione extraparlamentare, ormai... fanno parte del passato...


Messaggio del 30-09-2011 alle ore 04:47:18
ma i radicali? hanno salvato il governo

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