Secondo le ipotesi attuali della Procura di Stato, che sta anche considerando se riaprire il processo, Borsellino poteva essere a conoscenza di trattative segrete tra lo Stato e la mafia. Queste avrebbero previsto la fine degli omicidi mafiosi, a condizione che lo Stato lasciasse in pace la mafia. Borsellino pero’ voleva estirparla, la mafia. E dal momento che con la sua radicale incorruttibilita’ egli si sarebbe opposto alla “grande soluzione”, procede l’ipotesi, il governo l’avrebbe “sacrificato”.

Nel 1992, a Palermo sarebbero stati avvistati agenti dei servizi segreti sul cratere dell’esplosione appena avvenuta, e dalle immagini televisive si puo’ vedere un uomo allontanarsi con la valigetta rossa dei documenti di Borsellino. In questa valigetta sembra che il giudice tenesse le piu’ eclatanti rivelazioni sempre con se. Qualcuno aveva interesse a far sparire quella valigetta. “Di sicuro non la mafia”, dice l’attuale procuratore Sergio Lari. “Questo furto fu ispirato e organizzato da altri livelli.” La valigetta rossa di Borsellino e’ rimasta introvabile fino ad oggi.

“Questo furto fu ispirato e organizzato da altri livelli.” La valigetta rossa di Borsellino e’ rimasta introvabile fino ad oggi.

L'Italia è in una situazione prerivoluzionaria, i sintomi ci sono tutti. Milioni di disoccupati alle porte, un debito pubblico abnorme, le spese dello Stato in aumento vertiginoso, mancanza di rappresentanza politica per decine di milioni di persone, delirio allo stato terminale di Testa d'Asfalto che non ha più niente da perdere, assenza di un'opposizione, a parte Kryptonite Di Pietro, un'economia fragile, un senso civico inesistente e una disgregazione dello Stato.