Cultura & Attualità
Preferenze/Sbarramento: Democrazia?
Messaggio del 10-06-2009 alle ore 06:54:28
A due giorni dall’esito elettorale troviamo utile scrivere qualche riflessione sullo sbarramento al 4 % per le elezioni europee imposto dallo strumentale accordo Pd-Pdl.
Considerando il rapporto tra le preferenze ai candidati espresse dagli elettori e la rappresentanza in Parlamento europeo, è chiaro che il nostro Paese si trova davanti ad una vera e propria emergenza democratica.
E’ sufficiente dare uno sguardo ai dati elettorali per accorgersi che all’Europarlamento approderanno i candidati eletti con poche migliaia di voti, mentre saranno esclusi quelli che hanno conquistato la fiducia di diverse centinaia di migliaia di elettori.
Nichi Vendola ha avuto quasi 220.000 preferenze, Claudio Fava (incoronato come miglior eurodeputato 2007 dall’Economist) ha sfiorato le 60.000, Marco Di Lello ne ha avute circa 42.500, mentre Giuliana Sgrena è arrivata a totalizzare oltre 30.000 voti: nessuno di loro potrà rappresentare gli elettori che gli hanno affidato la propria fiducia.
Lo stesso vale per i nostri candidati che hanno svolto un ottimo lavoro sul territorio, tra cui Sepp Kusstascher premiato con 18. 353 voti, Monica Frassoni con quasi 13.000, Pia Locatelli con 13.692 voti e Renate Holzeisen con quasi 13.000. Anche il puntuale impegno sui specifici luoghi geografici del nostro Paese è stato ricompensato con oltre 23.000 preferenze ottenute da Alessandro Battilocchio, 16.040 voti andati a Dino Di Palma, oltre 20.000 voti per Salvatore Vozza e 16.439 per Michele Ragosta. Nessuno di loro è stato eletto.
Emblematico è il caso di Umberto Guidoni. Nel 2004 era stato eletto eurodeputato con 7.000 voti, mentre quest’anno raddoppiando il consenso e sfiorando i 15.000, grazie al vergognoso sbarramento, non potrà continuare a condurre le sue numerose battaglie intraprese a Strasburgo.
La questione non riguarda solamente Sinistra e Libertà, ma tocca trasversalmente tutti i partiti e liste che si sono presentate alle recenti elezioni. Per capirci ecco qualche numero: 234.589 voti per Emma Bonino, 200.608 voti per Raffaele Lombardo, 90.224 voti per Marco Pannella. Nessuno di loro andrà al Parlamento europeo.
Marco Diliberto, ad esempio, nonostante abbia dilapidato una somma stratosferica per la personale campagna a scapito del comune budget della sua formazione (una cifra superiore a quella spesa per l’intera campagna di Sinistra e Libertà), ha totalizzando poco più di 43.000 preferenze, che comunque non potrà sfruttare per varcare la soglia di Strasburgo.
A Strasburgo però ci andranno, tra i molti, un certo Vincenzo Scotti del Pdl con appena 30.000 voti, il tristemente noto Mario Borghezio della Lega Nord con 48.290 voti, Motti Tiziano dell’Udc con poco più di 18.000 voti e Fidanza Carlo Pdl con 26.777 voti.
Nichi Vendola, solo nella circoscrizione meridione ha ottenuto 118.111 preferenze.
E’ democrazia questa?
A due giorni dall’esito elettorale troviamo utile scrivere qualche riflessione sullo sbarramento al 4 % per le elezioni europee imposto dallo strumentale accordo Pd-Pdl.
Considerando il rapporto tra le preferenze ai candidati espresse dagli elettori e la rappresentanza in Parlamento europeo, è chiaro che il nostro Paese si trova davanti ad una vera e propria emergenza democratica.
E’ sufficiente dare uno sguardo ai dati elettorali per accorgersi che all’Europarlamento approderanno i candidati eletti con poche migliaia di voti, mentre saranno esclusi quelli che hanno conquistato la fiducia di diverse centinaia di migliaia di elettori.
Nichi Vendola ha avuto quasi 220.000 preferenze, Claudio Fava (incoronato come miglior eurodeputato 2007 dall’Economist) ha sfiorato le 60.000, Marco Di Lello ne ha avute circa 42.500, mentre Giuliana Sgrena è arrivata a totalizzare oltre 30.000 voti: nessuno di loro potrà rappresentare gli elettori che gli hanno affidato la propria fiducia.
Lo stesso vale per i nostri candidati che hanno svolto un ottimo lavoro sul territorio, tra cui Sepp Kusstascher premiato con 18. 353 voti, Monica Frassoni con quasi 13.000, Pia Locatelli con 13.692 voti e Renate Holzeisen con quasi 13.000. Anche il puntuale impegno sui specifici luoghi geografici del nostro Paese è stato ricompensato con oltre 23.000 preferenze ottenute da Alessandro Battilocchio, 16.040 voti andati a Dino Di Palma, oltre 20.000 voti per Salvatore Vozza e 16.439 per Michele Ragosta. Nessuno di loro è stato eletto.
Emblematico è il caso di Umberto Guidoni. Nel 2004 era stato eletto eurodeputato con 7.000 voti, mentre quest’anno raddoppiando il consenso e sfiorando i 15.000, grazie al vergognoso sbarramento, non potrà continuare a condurre le sue numerose battaglie intraprese a Strasburgo.
La questione non riguarda solamente Sinistra e Libertà, ma tocca trasversalmente tutti i partiti e liste che si sono presentate alle recenti elezioni. Per capirci ecco qualche numero: 234.589 voti per Emma Bonino, 200.608 voti per Raffaele Lombardo, 90.224 voti per Marco Pannella. Nessuno di loro andrà al Parlamento europeo.
Marco Diliberto, ad esempio, nonostante abbia dilapidato una somma stratosferica per la personale campagna a scapito del comune budget della sua formazione (una cifra superiore a quella spesa per l’intera campagna di Sinistra e Libertà), ha totalizzando poco più di 43.000 preferenze, che comunque non potrà sfruttare per varcare la soglia di Strasburgo.
A Strasburgo però ci andranno, tra i molti, un certo Vincenzo Scotti del Pdl con appena 30.000 voti, il tristemente noto Mario Borghezio della Lega Nord con 48.290 voti, Motti Tiziano dell’Udc con poco più di 18.000 voti e Fidanza Carlo Pdl con 26.777 voti.
Nichi Vendola, solo nella circoscrizione meridione ha ottenuto 118.111 preferenze.
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