Cultura & Attualità
raccomandati
Messaggio del 20-10-2009 alle ore 11:08:35
In memoria del «bulbarellismo»
FORUM
Televisioni
Quello di sabato 17 ottobre è stato un Giro di Lombardia molto triste. Doveva vincere Damiano Cunego (almeno nei pronostici degli specialisti) e invece ha vinto il belga Philippe Gilbert battendo lo spagnolo Sanchez: è lui il re dell’autunno ciclistico. No, è stato triste perché un altro re dell’autunno (inteso come tramonto dell’Occidente) se n’è andato.
Auro Bulbarelli
Il mitico Auro Gold Bulbarelli ha dato l’addio alle telecronache perché, in una recente seduta, il cda della Rai lo ha designato a incarichi dirigenziali in un’infornata con Jacopo Volpi, Giampiero Bellardi, Sandro Fioravanti, Bruno Gentili, Maurizio Losa e Raimondo Maurizi. Come nei Ragazzi della via Paal anche in Rai ci sono solo ufficiali, non si trova più un soldato. Ma per l’ultima telecronaca di Auro Gold Bulbarelli non bisognerebbe stappare champagne o tirare il collo a un Barolo Cannubi del 2001? Non è stato il campione assoluto della banalità? Non è lui che ci ha ubriacato di noia e di inutili mail dei suoi fans? Non è lui l'artefice del «bulbarellismo», quel giornalismo prodigo di storditezze universali, coraggioso nelle opinioni altrui e saggio con lo spirito del prossimo?
E non è probabile che senza la presenza fastidiosa di Auro Gold, Davide Cassani ritrovi l’antico smalto e ricominci parlare di ciclismo? Il fatto è che dietro la bella notizia se ne nasconde una assai tragica: Auro Gold Bulbarelli è stato nominato vicedirettore di Raisport. In base a quali meriti non è dato sapere, perché se stiamo alla qualità delle sue telecronache qualcosa non torna. Pare che Auro Gold goda delle simpatie della Lega di Umberto Bossi, un partito che si è sempre opposto alla lottizzazione. Smessi i panni pleonastici del telecronista, Auro Gold metterà la sua ovvietà al servizio del Servizio pubblico. Evviva!
Aldo Grasso
In memoria del «bulbarellismo»
FORUM
Televisioni
Quello di sabato 17 ottobre è stato un Giro di Lombardia molto triste. Doveva vincere Damiano Cunego (almeno nei pronostici degli specialisti) e invece ha vinto il belga Philippe Gilbert battendo lo spagnolo Sanchez: è lui il re dell’autunno ciclistico. No, è stato triste perché un altro re dell’autunno (inteso come tramonto dell’Occidente) se n’è andato.
Auro Bulbarelli
Il mitico Auro Gold Bulbarelli ha dato l’addio alle telecronache perché, in una recente seduta, il cda della Rai lo ha designato a incarichi dirigenziali in un’infornata con Jacopo Volpi, Giampiero Bellardi, Sandro Fioravanti, Bruno Gentili, Maurizio Losa e Raimondo Maurizi. Come nei Ragazzi della via Paal anche in Rai ci sono solo ufficiali, non si trova più un soldato. Ma per l’ultima telecronaca di Auro Gold Bulbarelli non bisognerebbe stappare champagne o tirare il collo a un Barolo Cannubi del 2001? Non è stato il campione assoluto della banalità? Non è lui che ci ha ubriacato di noia e di inutili mail dei suoi fans? Non è lui l'artefice del «bulbarellismo», quel giornalismo prodigo di storditezze universali, coraggioso nelle opinioni altrui e saggio con lo spirito del prossimo?
E non è probabile che senza la presenza fastidiosa di Auro Gold, Davide Cassani ritrovi l’antico smalto e ricominci parlare di ciclismo? Il fatto è che dietro la bella notizia se ne nasconde una assai tragica: Auro Gold Bulbarelli è stato nominato vicedirettore di Raisport. In base a quali meriti non è dato sapere, perché se stiamo alla qualità delle sue telecronache qualcosa non torna. Pare che Auro Gold goda delle simpatie della Lega di Umberto Bossi, un partito che si è sempre opposto alla lottizzazione. Smessi i panni pleonastici del telecronista, Auro Gold metterà la sua ovvietà al servizio del Servizio pubblico. Evviva!
Aldo Grasso
Messaggio del 20-10-2009 alle ore 11:14:27
Eja no, è un mito
Eja no, è un mito
Nuova reply all'argomento:
raccomandati
Registrati
Mi so scurdate la password
Hai problemi ad effettuare il login?
segui le istruzioni qui